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Recensione di Sonic Free Riders

Recensione di Sonic Free Riders di Console Tribe

di: Antonio "Difio" Di Finizio

Una delle più grandi icone con cui la storia videoludica ha avuto a che fare è senza alcun dubbio Sonic. Nato come successore di Alex Kidd, il superveloce porcospino blu si è dapprima affermato sulle console marchiate Sega e poi è comparso sulle altre piattaforme disponibili sul mercato.
Poteva mancare all’appuntamento con il Kinect? Certo che no! Ed ecco quindi Sonic Free Riders.

Pronti… partenza… VIA!

Se vi aspettate un platform, fate prima a risparmiare i soldi. Come successo con Mario Kart e, in seguito, con Crash Team Racing, i personaggi della celebre serie sono qui utilizzati come pura “immagine” per un gioco che con l’avventura platform ha poco a che vedere. Certo, non deve essere per forza una critica, anzi queste soluzioni sono molto utili per introdurre una certa varietà all’interno di un brand che sarebbe altrimenti privo di novità. Per chi non lo avesse ancora capito, con Sonic Free Riders siamo davanti ad un “racing game arcade”. Vi chiederete perché lo abbiamo messo tra virgolette… Beh, certamente si tratta di un mix abbastanza atipico, non troviamo infatti le solite macchine con a bordo i personaggi ma gareggiamo su tavole antigravitazionali a propulsione chiamate Extreme Gear. Lungo i circuiti troveremo delle rampe su cui poter compiere salti e, con il movimento del nostro corpo, mirabolanti acrobazie a cui il gioco assegnerà un punteggio in tempo reale. Questo corrisponderà a un quantitativo di energia (a quanto pare il combustibile delle tavole è l’aria!) che possiamo poi usare per degli sprint. In linea con gli altri titoli, lungo i percorsi troviamo anche degli oggetti che, una volta raccolti, permettono di guadagnare dei bonus che ci daranno vantaggi sui nostri avversari. Abbiamo ad esempio la lattina di Cola che ci lancerà in una lunga ed immediata accelerazione (come può essere il colpo di cannone in Mario Kart), la bomba esplosiva da tirare ai nemici o l’inchiostro che oscurerà la visuale degli avversari. A dire la verità non è tanto questo che si dimostra interessante ma, semmai, il modo con cui sono attivati. Normalmente avremmo premuto uno o più tasti ma qui, per via dello slogan “You are the controller”, tutto deve essere risolto con il nostro corpo. Quei geniacci degli sviluppatori non si sono limitati a un semplice movimento attivatore ma ne hanno messo uno per ogni arma o bonus utilizzabile nel gioco: se per esempio vogliamo usare lo sprint datoci dalla lattina, ci basterà simulare con la mano destra o sinistra (dipende dalla posizione che assumiamo sulla tavola) lo “shakeramento” con cui, anche nella realtà, possiamo trasformare una semplice lattina in una bomba sul punto di esplodere; questo porterà la lattina in mano al personaggio a gonfiarsi sempre più, fino a esplodere regalandoci la spinta turbo che ci meritiamo. Per le bombe basterà posizionare il mirino sopra uno dei nostri avversari, simulandone poi il lancio con il nostro braccio. Divertente è anche il modo con cui dovremo liberarci dell’inchiostro che ci hanno lanciato contro per oscurarci la visuale: come se dovessimo pulire il parabrezza della nostra auto dalla condensa, qui dovremo far finta di pulire lo schermo della televisione, l’inchiostro così se ne andrà permettendoci di ritornare a combattere per la prima posizione.

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Anche se per molti di voi potrebbe sembrare superfluo, crediamo sia giusto spiegarvi come funziona il sistema di controllo messo a punto dagli sviluppatori. Scelto il profilo più consono, ci basterà inclinare il nostro corpo verso la direzione desiderata per svoltare; inclinandoci poi verso la telecamera andremo più veloci, mentre qualora volessimo rallentare o fermarci dovremo metterci diritti di fronte la televisione. Per caricare dell’energia da poter usare in salti mirabolanti che ci garantiranno punteggi elevati, ci basterà infine piegarci a dovere.
I percorsi di gioco sono abbastanza vari e ciascuno di questi ha le proprie caratteristiche e scorciatoie. In alcuni tracciati, per brevi tratti, possiamo per esempio avanzare sopra dei carrelli da miniera sui binari e con le nostre braccia simulare il movimento della leva che comanda il cambio di rotaia per evitare di urtare contro alcuni ostacoli rocciosi. In un altro dobbiamo nuotare sott’acqua muovendo le nostre braccia come se effettivamente stessimo nuotando. Oltre a fare delle gare per puro diletto, il gioco offre anche un campionato di Extreme Gear. Il nostro obiettivo sarà ovviamente quello di scalare la classifica fino a raggiungere la vetta. Potremo scegliere di far parte di due squadre, quella di Sonic e quella di Babylon. Tra una gara e l’altra ci saranno inoltre delle interviste fatte ai personaggi che hanno poco a che vedere con il gioco (spesso risulteranno eccessivamente superflue) e che cercheremo alla lunga di saltarle in tutti i modi.

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Per acquisire dei crediti, utili per aumentare la potenza e migliorare le caratteristiche del nostro Extreme Gear, dovremo anche recuperare nelle gare degli anelli. Anche qui la modalità è particolare: Allungando la nostra mano verso destra o sinistra, o alzandole entrambe verso l’alto, si attiverà una modalità di recupero che ci renderà più semplice la raccolta degli anelli, disposti in fila.
Sonic Free Riders quindi ha tutte le carte in regola per essere un titolo divertente, ma purtroppo non esente da difetti. Primo fra tutti il lag riscontrabile tra i movimenti del giocatore e quelli dei personaggi all’interno del gioco; e in secondo luogo l’accuratezza dei comandi. Di sicuro però non ci troviamo davanti ad una situazione ingestibile, diciamo pure che se non fate attenzione possibilmente non vi renderete nemmeno conto dei succitati difetti, se non quando dovrete saltare per superare gli ostacoli. Qui, infatti, dovremo eseguire i salti qualche istante prima del dovuto per evitare che sia troppo tardi. Abbiamo parlato anche di precisione. Sì, perché spesso e malvolentieri i comandi o movimenti involontari vengono mal interpretati dal sensore e dal software del gioco; un esempio è quando ci pieghiamo per caricare il salto. In questi momenti è facile che il vostro personaggio svolti a destra o a sinistra. Ma si sa, la perfezione non esiste, tantomeno con i primi titoli per Kinect.

!==PB==!
L’unione fa la forza

Il titolo Sega porta con sé anche una bella componente multiplayer. Per quanto riguarda l’online parliamo di gare standard da due a otto giocatori nelle quali dovremo confrontarci a suon di velocità, bonus e scorciatoie. Ma ciò che più stuzzica l’attenzione è la parte offline. Questa infatti è divisa in tre tipi di sfide: la classica modalità versus, quella a staffetta e quella cooperativa. Per la prima crediamo non ci sia bisogno di alcuna spiegazione, nella seconda ci dobbiamo mettere davanti al sensore (da soli o in compagnia di un amico) e, raggiunti certi punti del percorso, lasceremo il nostro posto a un altro giocatore che fino a quel momento era fuori dal campo visivo del Kinect. La terza, come abbiamo già detto, è una modalità cooperativa e va detto che gli sviluppatori hanno saputo implementarla a dovere: ponendoci di fronte all’altro giocatore e mostrando il fianco al kinect, saremo chiamati a unire le nostre mani con quelle di un nostro amico, innescando una modalità che ci consentirà non solo di andare molto più veloci ma anche di dimenarci mettendo a segno nuove acrobazie. Fondamentale in questo caso è la coordinazione.

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Do you speak italian?

Dal punto di vista estetico il titolo raggiunge la sufficienza. Di sicuro immaginiamo che non si sia mai voluto cercare di oltrepassare gli attuali standard grafici, anche perché questo snaturerebbe quello che è un gioco che punta tutto sul divertimento collettivo. In certi casi si raggiungono dei bassi che lo fanno sembrare un titolo della scorsa generazione ma riadattato per l’alta definizione, tuttavia considerando che tutto scorre a velocità elevate (e ci mancherebbe!), dobbiamo essere veramente pignoli per poterci soffermare più di tanto su quest’aspetto.
Non di poco conto, inoltre, è la possibilità di poter utilizzare i comandi vocali per controllare i menù di gioco. Tale opzione, però, non è ancora attiva per la nostra lingua e quindi non abbiamo potuto testarla.

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Del comparto sonoro possiamo dire veramente poco. Il motivo? Sostanzialmente perché è composto esclusivamente dalle voci dei personaggi nelle interviste post-gara e dalle musiche ritmiche di sottofondo che sono riprodotte durante le sfide. La nota “negativa” riguarda il doppiaggio: il gioco ospita la nostra lingua solo nelle scritte e negli eventuali sottotitoli.

Dire che Sonic Free Riders sia un titolo per hardcore gamer ci sembra troppo una forzatura; senza alcun dubbio è in grado di divertire in compagnia chiunque, casual gamer e hardcore, grandi e piccoli. Visto il risultato discreto che ne è venuto fuori, è molto probabile che nel futuro vedremo comparire sulla scena una serie di titoli simili a questo che magari riusciranno a colmare quei difettucci che affliggono questo gioco.
Se comunque cercate un po’ di divertimento (principalmente in compagnia, da soli ci si stanca subito), con molta probabilità Sonic Free Riders vi darà le giuste soddisfazioni.