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Recensione Recensione di Skate 2

Recensione di Skate 2 di Console Tribe

di: Redazione
Tutto ebbe inizio nei primi anni ’50, quando dei surfisti per ammazzare
la noia montarono delle ruote su una piccola asse di legno. Da allora
le cose sono cambiate molto: un semplice passatempo è diventato uno
sport, è diventato arte, ma soprattutto uno stile di vita.



E’ sulla base di questa filosofia che la trama di Skate 2 prende forma.
Questa scelta rappresenta la prima novità che il titolo si porta
dietro, difatti trick e gare di stile sono seguite da una narrazione
adeguata con la tipologia di gioco. A fare da sfondo alla vicenda è
ancora una volta la città di San Vanelona, dove il nostro protagonista
dopo aver trascorso una “piacevole” vacanza in carcere tornerà a
grindare per le strade della metropoli. Il suo ritorno non sarà dei più
felici, più che altro perché gli skater vengono considerati una sorta
di pericolo per la comunità e pertanto vivono ai margini della società
braccati dalle forze della Mongocorp. Questa istituzione, in seguito a
cataclismi naturali che hanno lasciato un segno indelebile sulla
planimetria della città, si è presa l’onere di ricostruire la metropoli
devastata. Frutti di questa ricostruzione sono nuovi ambienti
strutturalmente proibitivi per lo skate, per cui quelli che una volta
erano posti perfetti per grindare, ora sono posti di blocco grazie a
strumenti atti a danneggiare le tavole qualora lo sport venga praticato
in aree “off limits”, per non parlare di forze dell’ordine addestrate a
controllare e reprimere gli skater.



La nostra carriera sulla tavola riprenderà appena usciti del carcere e per rifarci un nome dovremo partire dal basso.

Le origini di questo sport hanno visto campioni girare video “home
made” per immortalare le evoluzioni più disparate, e noi non possiamo
certo esimerci dal fare lo stesso. Partecipando a innumerevoli sessioni
aumenteremo la nostra fama e allo stesso tempo inizieremo ad
amalgamarci con i comandi di gioco. Sessione dopo sessione procederemo
tra vari eventi, in modo da tornare ad essere i re indiscussi della
tavola.

La sceneggiatura in prima battuta offre uno spunto decisamente
interessante per il genere, tuttavia la modalità e lo stesso
proseguimento delle vicende narrate sono lasciate un po’ al caso,
causando un calo d’interesse notevole da parte del giocatore. La scelta
di inserire una trama che fa da collante ai vari “esegui questo trick”,
pur essendo apprezzabile, non rappresenta di certo una netta novità,
difatti ci rimanda a quanto visto già in Saints Row 2, suscitandoci una
chiara sensazione di déjà-vu.



Grind The Authority: San Vanelona



La prima tappa che ci spetta è modificare le sembianze del protagonista
e in questo frangente non possiamo fare a meno di notare l’editor che
ci viene messo a disposizione, piuttosto ricco e corposo. Ci consente
di modificare facilmente svariati parametri fisici ottenendo in pochi
minuti il nostro alter-ego digitale, riservandoci persino una vasta
scelta per quel che riguarda l’abbigliamento. Da segnalare la presenza
di marche ufficiali e non delle solite imitazioni mal riuscite, per cui
con molta probabilità rivedrete nel gioco qualcosa che è proprio lì
accanto a voi. Terminata la creazione non ci resta che lanciarci nella
modalità carriera, rendendoci conto di come l’impostazione della stessa
ricalchi quella dei più famosi free-roaming. La mappa di gioco è ora
più grande e maggiormente esplorabile, inoltre ci sono più modalità di
sfida a cui partecipare. Le quest che possiamo definire “principali”
sono tutte inserite nella voce carriera e portandole a termine ci
saranno indicati nuovi dettagli della storia, sia attraverso brevi
filmati che attraverso il blog di Slappy, ovvero un ricco e gradito
portale contenente tutte le informazioni più importanti.

La trama se inizialmente appare discretamente sviluppata, ben presto
diventa un mero pretesto per guidarci tra le diverse missioni che ci
vengono assegnate. Questo è veramente un peccato, perché si poteva
realizzare qualcosa che coinvolgesse maggiormente il giocatore. Per
fortuna le distrazioni non mancheranno, infatti la natura free-roaming
farà mostra di sé offrendoci, oltre alle sfide principali, la
possibilità di girovagare liberamente per la città ed affrontare
numerose modalità secondarie. La più ispirata ed innovativa è
semplicemente definita “Gara”, benché il termine possa sembrare
piuttosto anonimo non ci si deve far trarre in inganno. Le Gare saranno
una sorta di downhill, una disciplina applicabile a tutti gli sport su
ruote dove i contendenti si affrontano su un tracciato in discesa
toccando velocità impensabili per quel tipo di “veicolo”. La velocità è
proprio la caratteristica principale di questa trovata dei Black Box, che si rivela cosa alquanto gradita per il giocatore.

Vista la natura del titolo non potevano mancare eventi in piscine
vuote, da sempre meta preferita degli skater di tutto il mondo. In
particolari aree della città ci saranno eventi speciali e zone da
conquistare dopo aver eseguito determinati trick con punteggio elevato.
In definitiva la varietà non manca e per chi trovasse noioso spostarsi
da una locazione all’altra, tramite il menù principale sarà possibile
teletrasportarsi in pochi secondi nel luogo designato.

Indipendentemente dalla modalità di gioco, lo skate si comporterà
abbastanza fedelmente, il realismo già caratteristico del precedente
capitolo si mostra ancora più raffinato, pur presentando tuttora
qualche difetto. Gli appassionati del genere non faranno fatica a
riconoscere i trick che normalmente si eseguono su strada, in questo il
lavoro dei Black Box è da definire cosciente, in quanto sarà
impossibile eseguire acrobazie inverosimili come invece accade in altri
titoli. Qualche volta vi capiterà di atterrare indenni da altezze
impossibili, tuttavia il realismo complessivo non ne risentirà
eccessivamente. Sebbene il parco mosse sia stato aggiornato, queste
novità non sono poi così marcate e spesso per esigenze di gameplay
finiremo per usare sempre gli stessi trick. Buona la gestione dei Grab,
in quanto sia la tempistica che l’animazione che accompagna il momento
in cui il giocatore afferra la tavola risultano davvero ben calibrate.

Quello che da sempre viene visto come punto focale per gestire al
meglio tutti i movimenti, è di adottare un sistema di comandi intuitivo
ed allo stesso tempo preciso. Anche per i neofiti basterà poco tempo
per imparare quelle che sono le fondamenta del gioco: la scelta di
usare lo stick analogico per i trick e i tasti dorsali per afferrare la
tavola in movimento, è risultata essere vincente. Purtroppo seppur
intuitiva, questa scelta non è stata studiata alla perfezione, o
quantomeno è ancora migliorabile. I controlli più volte risulteranno
essere imprecisi e non risponderanno adeguatamente al comando impartito
dal giocatore, di conseguenza l’esperienza di gioco risulterà minata
sia sul piano ludico che sulla longevità totale.

Altra introduzione è quella di poter scendere dallo skate per poter
camminare normalmente. Questa novità, apparentemente semplice, porta
ulteriori modifiche al gameplay, in quanto non comporta solo un modo
per muoversi più facilmente, ma quando saremo a piedi avremo pure la
possibilità di spostare elementi dello scenario a nostro piacimento.
Immaginate rampe, tavoli e cassonetti da muovere a seconda delle nostre
esigenze in modo da aumentare esponenzialmente i possibili trick ed
evoluzioni eseguibili. In questo frangente, però, duole notare un
lavoro approssimativo, infatti le animazioni e i relativi spostamenti a
piedi sono realizzati veramente male, infatti più volte vedremo il
personaggio incappare in movimenti errati e tendenzialmente inutili.
Problemi accessori sono riscontrabili anche nel posizionamento degli
oggetti, sia perché spesso risulta complicato fissarli nei punti
desiderati sia perché ad ogni minimo urto questi si sposteranno. Il
tutto sarebbe potenzialmente risolvibile con un maggiore impegno e
implementando qualche funzione in più, come quella di fissare gli
oggetti una volta scelta la posizione.

Nel complesso il gameplay di Skate 2 è migliorato rispetto al
precedente capitolo, ma purtroppo manca ancora di un appeal capace di
coinvolgere nuovi fan lontani da questo genere di gioco.

Le novità sono numerose ma molte delle quali risultano essere più un
difetto che un pregio, difficilmente se non siete amanti del genere
troverete coinvolgente il titolo in esame. Per fortuna a fare la
felicità di fan e non, è proprio la struttura di gioco: il free roaming
da sempre offre una notevole varietà di gameplay capace di incontrare i
gusti di più giocatori.



Voulez vous Skate avec moi?



La carriera principale ha una discreta durata, soprattutto per via del
massiccio numero di “ritenta” a cui andremo incontro. Grazie alle
diverse modalità, inoltre, troveremo sempre l’alternativa in linea con
i nostri gusti. Se questo non bastasse sono presenti modalità
secondarie come lo skate libero e l’editor dei video. La prima è una
rivisitazione abbastanza blanda della modalità carriera in cui non ci
sarà chiesto nulla se non girovagare per le vie della città come puro
passatempo; la creazione dei video, invece, è probabilmente consigliata
a chi si ritiene “hardcore” del genere: tramite due telecamere ed una
serie di strumenti di scena potremo realizzare spot da condividere con
altri giocatori. Pad alla mano, questa non risulta essere un granché in
termini ludici, ma vuoi per la quantità di opzioni, vuoi per la
soddisfazione nel realizzare un proprio spot, riesce comunque ad
appagare il giocatore.

Longevità che va ad aumentare anche grazie a delle migliorie apportate
al multiplayer, quest’ultimo potrà infatti essere affrontato sia a
livello competitivo che in modalità cooperativa. Gradita è la presenza
del Party studiato per quattro giocatori, dove sia offline che online
potremo cimentarci e divertirci in varie sfide. Diversamente da quanto
accade giocando contro l’IA, non incapperete in scontri fortuiti che
andranno a rovinare le vostre acrobazie. Da segnalare la possibilità di
accordarsi con amici e creare delle piccole comunità, contraddistinte
da loghi e vestiti caratteristici. In questo modo il fattore “sociale”
diviene sicuramente tangibile, andando ad impreziosire sia l’esperienza
cooperativa che quella incentrata sulla competizione.

Strutturalmente l’online appare abbastanza curato, tuttavia offre ben
poco rispetto alla modalità principale. Per questo il più delle volte
si preferirà concentrarsi sulla carriera piuttosto che imbattersi in
accese sfide a suon di trick.



L’altra faccia della tavola



Skate 2 si presenta ai fan nel migliore dei modi, con un comparto
grafico migliorato e con nuovi scenari di gioco. Il punto forte è
indubbiamente il protagonista, qualunque sia il vestiario scelto
l’impatto visivo sarà notevole. La cura per i dettagli mostra una
realizzazione tecnica di alto livello; l’adeguato numero di poligoni
nonché delle texture di discreta qualità rendono il comparto tecnico
tra i migliori di questo genere. Stessa cura è stata riservata alle
ambientazioni, che per la prima volta appaiono credibili e poco
artificiose: San Vanelona è una città vera e propria, e quantunque sia
caratterizzata da qualche piccola forzatura architettonica, non ha la
presunzione di imporsi esclusivamente come un grande skate park
abitativo, pertanto i palazzi, le strade e ogni vicolo sono verosimili
pur non mancando di elementi necessari per il ludico piacere di andare
sullo skate. L’ambiente di gioco si rivela essere sia un puro strumento
visivo che parte integrante del gameplay, e in entrambi gli aspetti il
lavoro fatto è soddisfacente.

Gli skater amano il superfluo, amano aggiungere movenze puramente
sceniche per rendere ancor più spettacolari le esibizioni; a tal
proposito i ragazzi di Black Box sono riusciti ad abbracciare
sapientemente questa corrente di pensiero. Tutte le parti cosiddette
accessorie assumono un ruolo di primaria importanza, come gli effetti
luce e la magistrale gestione del riverbero dei fasci luminosi,
eccezion fatta per l’acqua, realizzata superficialmente.



Tentare di essere simulativi in giochi del genere è un’impresa ardua,
infatti non solo bisogna ricreare le movenze degli atleti ma bisogna
anche utilizzare appieno un motore in grado di gestire quanto più
fedelmente impatti, urti e qualunque fenomeno fisico. La gestione della
fisica è sicuramente migliorata rispetto al precedente capitolo, tutti
gli urti sulle superfici sono ora più credibili andando ad incorporare
fattori come aderenza e velocità. Lo skate si muove ancora più
realisticamente per la felicità dei puristi del genere e gli
appassionati della simulazione. Le animazioni hanno subito invece poche
modifiche ed i cambiamenti sono prima di tutto quantitativi grazie
all’aggiunta di nuovi trick da eseguire; inoltre sono migliorate molte
delle animazioni che accompagnano la caduta dallo skate. In ogni
situazione quindi il personaggio si muoverà piuttosto fedelmente e solo
di rado qualche animazione ci sembrerà fuori luogo. Purtroppo l’intero
comparto grafico non è esente da difetti ravvisabili in più situazioni:
se siete in velocità e cadrete dallo skate, potreste ritrovarvi in aree
semi inaccessibili con relativi problemi grafici. La stessa gestione
della fisica presenta qualche limite tecnico: alcuni urti innocui vi
scaraventeranno a terra, mentre cadute da altezze stratosferiche
talvolta vi lasceranno illesi. Inoltre l’intero comparto di animazioni
quando non siamo sullo skate, è abbastanza approssimativo, facendo
muovere il personaggio a scatti e solo in quattro direzioni.

La versione Playstation 3
appare leggermente sottotono a causa di cali di frame rate che in
titoli veloci come questo incidono molto sull’esperienza giocata.

Nel complesso il comparto grafico è di buona fattura, ma come spesso
accade soffre di piccoli difetti che vanno ad alterare quanto di buono
fatto nel curare molti degli aspetti che contraddistinguono il gioco.



Rock ‘n’ Skate



Quando si gioca con passione tutti i sensi vengono stimolati in egual
modo, andando a creare quello che possiamo definire “full
entertainment”. Quando a scaturire in noi una reazione o un riflesso è
l’audio, ci sono due tipi di emozioni a cui possiamo andare incontro:
“lente” e “veloci”. Siamo lenti quando una colonna sonora ci commuove e
quando ci trasporta in un mondo incantato; siamo veloci quando invece
la reazione è immediata: un fremito di paura, un sussulto di gioia o
una scarica d’adrenalina. Bene, la tracklist di Skate 2 è senz’altro
veloce, si compone di pezzi adeguatamente scelti che ci accompagneranno
per l’intera durata del gioco. Dal rap al rock alternativo, queste
tracce faranno la gioia dei nostri timpani, e se qualcuna di esse non
sarà di nostro gradimento, potremo sempre personalizzare la playlist,
come da tradizione. In definitiva il comparto audio è sicuramente ben
curato e di buona fattura, non solo per la colonna sonora ma anche per
tutti gli effetti sonori secondari.



Il nuovo lavoro dei Black Box si presenta come un prodotto
valido, capace di allietare i fan della serie. Tuttavia risulta
difficile innamorarsi di Skate 2 se non si è avvezzi a questo genere di
titolo. Pur trattandosi di un titolo che possiamo definire di nicchia,
le scelte fatte tentano comunque di avvicinare un pubblico più vasto;
la buona volontà degli sviluppatori è sicuramente apprezzata ma c’è
ancora da lavorare.

Il sistema di controllo garantisce una ottimale esecuzione di svariati
grind e dei trick più disparati, tuttavia presenta una serie di
limitazioni tecniche che incidono sull’esperienza generale.

Sicuramente il titolo v’impegnerà a lungo grazie ad una carriera
variegata ed appagante a cui si aggiungono modalità accessorie, unite
ad un sistema online divertente e strutturalmente abbastanza solido. Il
comparto audio video pur non facendo gridare al miracolo è di ottima
fattura.

Se vi sentite pronti, indossate le apposite protezioni e lanciatevi in Skate 2.