Recensione Recensione di SEGA Rally
Recensione di SEGA Rally di Console Tribe
di: RedazioneUn mito che ha origini lontane
Correva l’anno 1995 quando una divisione interna di Sega, conosciuta come AM5, creava Sega Rally
Championship su scheda da sala giochi Model 2. Questo titolo incarnava la perfetta concezione di uno stile di guida arcade, proponendo una classica struttura a checkpoint da completare entro un determinato limite di tempo, unita alla difficoltà di dover superare le auto dei concorrenti partendo dall’ultima posizione.
Sega Rally offriva soltanto tre circuiti con scenari ben diversi tra loro e si esauriva nell’arco di una ventina di minuti, ma l’intensità dell’esperienza era tale che il fattore rigiocabilità risultava praticamente infinito.
Il successo del titolo era sotto gli occhi di tutti, tanto che la divisione AM3 regalò a tutti i fortunati possessori del Saturn la possibilità di godere di questo piccolo gioiellino sulla propria console casalinga.
Nel 1998 la divisione AM5 faceva debuttare in sala giochi Sega Rally Championship 2, stavolta su sistema arcade Model 3, regalando un degno seguito al suo illustre predecessore e confermando quanto di buono si era già fatto, con l’aggiunta di nuovi circuiti e nuove vetture, oltre ad una grafica decisamente migliorata. Anche per Sega Rally 2 il team AM3 propose una splendida conversione su console casalinga, trasportando il titolo su Dreamcast.
Lo stile di guida di Sega Rally ha influenzato moltissimo le successive produzioni rallistiche, tanto da spingere la stessa Codemasters ad ammettere esplicitamente di averne tratto ispirazione per la realizzazione della serie Colin McRae.
Il mito di Sega Rally è tuttavia scomparso per lungo tempo, lasciando con l’amaro in bocca quanti bramavano un terzo episodio. Passata completamente inosservata la produzione di Sega Rally 2006 per PS2, complice anche una realizzazione tecnica davvero mediocre, Sega demanda i lavori di quello che doveva inizialmente chiamarsi Sega Rally Revolution ad un team del tutto nuovo: Sega Racing Studio. La presenza di uno degli sviluppatori che aveva collaborato alla realizzazione dello splendido Rallisport Challenge per Xbox autorizzava elevate aspettative, con la convinzione di godere stavolta del vero seguito della serie. Tuttavia, oggi che siamo di fronte al prodotto finale, dobbiamo constatare, seppur con una certa amarezza, che il filone con il passato è stato interrotto.
Modalità e menù
La prima cosa che salta all’occhio, una volta caricato il menù principale di gioco, è certamente la mancanza della storica modalità “Arcade”, da sempre presente in tutte le produzioni della serie, con la conseguente assenza del countdown dei secondi tra un checkpoint e l’altro.
La modalità principale è invece costituita dal “Campionato”, il cui completamento è indispensabile per sbloccare nuove auto e nuove decorazioni. Il campionato ci da la possibilità di cimentarci in quattro differenti livelli, ognuno dei quali è a sua volta suddiviso in tre gare da disputarsi in tre differenti scenari. Ovviamente dovremo totalizzare il maggior numero di punti per vincere il campionato ed accedere a quello successivo. Il livello di difficoltà appare ben calibrato e il passaggio dal campionato dilettantistico a quello professionista offre notevoli differenze sia in termini di abilità degli avversari che in termini di difficoltà dei circuiti. Tra le altre modalità selezionabili troviamo la “Gara Rapida”, il classico “Time Attack” ed il multiplayer, possibile sia sulla singola console, attraverso l’uso dello split screen, sia attraverso l’online.
Dai menù di selezione si può immediatamente notare come il parco vetture di questa edizione sia stato notevolmente ampliato, includendo auto (suddivise in “Standard” ed “Elaborate”)moderne come Subaru Impreza e Mitsubishi Lancers Evolution. Tuttavia non mancano le vetture storiche della serie (incluse nella categoria “Fuoriclasse”), quali Toyota Celica, Lancia Delta HF Integrale e Stratos che faranno la felicità dei nostalgici dei primi episodi.
Tutti in macchina per testare il gameplay e grafica
Il comparto grafico del titolo si attesta complessivamente su buoni livelli, senza però dimostrare un adeguato sfruttamento dell’hardware della PS3, capace di prestazioni di ben altro livello. Tuttavia appare doveroso precisare che la serie non ha mai cercato il fotorealismo, ma ha sempre proposto uno stile volutamente “finto”, in pieno stile Sega AM5. Anche i nuovi sviluppatori hanno cercato di attenersi alla medesima scelta tecnica, con un risultato finale comunque differente, soprattutto per la scelta della palette di colori, ben lontana da quella storica delle console di casa Sega.
I modelli poligonali di cui sono composte le auto ed i paesaggi sono piuttosto semplici, mentre il dettaglio maggiore è stato riservato alla realizzazione del terreno, davvero spettacolare nella sua capacità di deformarsi in modo convincente al passaggio delle ruote, sia esso ricoperto di neve, fango o sabbia. Anche relativamente a questo aspetto dobbiamo sfortunatamente segnalare una nota negativa, ovvero che l’incidenza di tale fenomeno sulla giocabilità non è parallelo rispetto a quanto avviene a livello visivo. A differenza di quanto(ad esempio) avviene in Motorstorm, i solchi nel terreno minano solo in parte l’aderenza della vettura, la quale continua quasi imperterrita la propria corsa.
Nel complesso il motore grafico si comporta in modo dignitoso, garantendo una buona sensazione di velocità a 30fps costanti, con qualche rarissimo calo di fluidità in corrispondenza delle situazioni più concitate. Appare però inspiegabile il fatto che la versione Pc raggiunga i 60 fps mentre quella per console sia limitata alla metà, considerando l’hardware a disposizione di PS3 e Xbox 360. Il problema, se come tale vogliamo considerarlo, avrebbe anche potuto essere arginato con una sapiente introduzione del motion blur che, in produzioni come Burnout o Project Gotham Racing, aumenta notevolmente la sensazione di fluidità.
Sul versante giocabilità è necessario adottare due chiavi di lettura. Se siete dei novizi della serie e vi aspettate un normale titolo arcade senza eccessive pretese, sarete certamente accontentati. Se invece siete stati amanti della serie e cercate lo stesso feeling con il sistema di controllo dei precedenti episodi, potreste non essere altrettanto soddisfatti. Ci sono, infatti, notevoli differenze rispetto al passato, soprattutto a livello di curva di apprendimento, adesso leggermente meno morbida che in passato. Mentre in precedenza il titolo si giocava tutto d’un fiato e si rigiocava per migliorare le proprie prestazioni personali, ora cambia l’approccio ed il tempo necessario a padroneggiare i controlli. Prendere confidenza con la vettura e la sua capacità di derapare richiede ora maggior concentrazione e riflessi sempre pronti, considerando anche la possibilità di optare per due differenti settaggi (“Asfalto” e “Fuoristrada”)prima di ogni gara.
Longevità e multiplayer
Come accennato in precedenza, l’approccio verso il titolo è ora diverso. Finire questo Sega Rally tutto d’un fiato è impresa ardua, ma in ogni caso il titolo non riuscirà a tenervi impegnati a lungo e la sola modalità “Time Attack” difficilmente riuscirà a sopperire.
La modalità multi giocatore non si è dimostrata molto convincente in singolo, mentre le cose migliorano con l’utilizzo dell’on line, nonostante il gioco sia affetto da alcuni fastidiosi lag che potrebbero rovinarne la giocabilità inducendo l’utente ad errori nella guida. Nelle prove effettuate il PSN ha dimostrato anche qualche incertezza e non si è sempre rivelata immediata la ricerca dell’avversario.
Senza infamia e senza lode
Nel complesso Sega Rally può considerarsi un titolo positivo, senza problemi evidenti, ma con una latente sensazione di “vorrei ma non posso”. Il titolo viene così promosso senza infamia e senza lode e molto probabilmente non passerà alla storia come un degno seguito di una serie che ha da sempre incantato. Partendo dal presupposto che il feeling con un sistema di controllo arcade è sempre molto soggettivo, se ne raccomanda comunque la prova, consapevoli che se siete stati amanti della serie potreste storcere il naso.
Pro:
- Splendide deformazioni del terreno
- Buona sensazione di velocità
Contro:
- Tecnicamente non all’altezza dell’hardware
- Non ha il feeling dei precedenti capitoli
- Sistema di controllo altalenante
- Longevità limitata