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Recensione di Samurai Warriors 2

Recensione di Samurai Warriors 2 di Console Tribe

di: Redazione

Samurai Warriors, action game made in Japan dall’innegabile gusto
orientale: scopriamo cosa ha da offrire al pubblico europeo. La prima
impressione che si ricava avviando il gioco è quella di un titolo
curato nella presentazione, elegante nei menu, senza particolari
fronzoli; insomma, un titolo fortemente caratterizzato che non ha
bisogno di stupire il proprio pubblico. Analizziamo punto per punto le
peculiarità di questa produzione KOEI.


Trama

Il
gioco ha una ambientazione storica piuttosto vaga: si fa riferimento al
Giappone dei Samurai e dei Ninja, ma nulla di più. D’altro canto il
gioco si fonda su personaggi d’invenzione, dunque risulta sufficiente
una certa verosimiglianza: costumi di qualche secolo fa per i nemici
generici, cavalli corazzati come mezzo di trasporto, cannoni d’antica
fattura che bersagliano il campo di battaglia ed edifici sicuramente
non attuali. In questo contesto, si collocano 26 personaggi, ciascuno
dei quali ha una personale storia ed un proprio destino nelle vicende
narrate. Partendo da questo presupposto la trama risulta decisiva per
far sì che il gioco non risulti un insieme slegato di battaglie a sè
stanti. Gli ideatori del titolo hanno così deciso di incentrare la
spina dorsale della narrazione attorno alla conquista del Giappone, per
poi caratterizzare diversamente le vicende dei singoli protagonisti:
chi vorrà acquisire il controllo della nazione per stabilire la pace,
chi vorrà imporre il proprio cupo dominio sulla stessa e chi appoggerà
i caratteri dominanti in segno di lealtà agli ideali che essi
rappresentano. In questo modo la storia di ogni protagonista
costituisce un gioco originale ed allo stesso tempo una parte di un
insieme ben studiato.


Personaggi


Abbiamo
sottolineato il fatto che i personaggi giocabili siano 26; come
consuetudine di questo genere, però, all’inizio disporremo di soli 7
caratteri. Per non anticiparvi elementi della trama e rovinare
l’attesa, partiamo ad analizzare i personaggi sbloccati sin da subito:

Yukimura
Sanada: samurai dotato di una sorta di alabarda terminante in un
tridente d’acciaio, ottimo negli scontri ravvicinati. Poderoso.
Mitsuhide
Akechi: forse il personaggio più interessante tra quelli iniziali;
samurai dall’animo nobile, asseconda il cattivo di turno convinto che
egli porterà pace alla nazione. Dotato di spada, si destreggia bene sia
in campo aperto sia circondato da numerosi nemici. Nobile.
Oichi:
l’immancabile personaggio femminile dai tratti di bambina e dotata di
poteri magici presente in ogni gioco a forte caratterizzazione
orientale. Un po’ fragile quando la battaglia si fa concitata.
Leggiadra.
Ieyasu Tokugawa: un combattente d’assalto basso e
tarchiato, si difende con una lancia di dimensioni spropositate
rispetto alla sua altezza. Sembra fatto apposta per liberarsi
agevolmente delle schiere più fitte di nemici. Lento negli spostamenti
richiesti dalla modalità Storia. Schiacciasassi.
Mitsunari Ishida:
personaggio dalla natura piuttosto ambivalente: armato di un ventaglio
e di rosa vestito non lascia il segno nella narrazione. Evanescente.
Ginchigo
Tachibana: amazzone dotata di armatura e di spada dalla lama
seghettata. Carattere forte, ma per gli amanti della spada si lascia
preferire Mitsuhide. Combattiva.
Kotaro Fuma: forse il personaggio
più misterioso dell’intero lotto. Combatte a corpo nudo, sfruttando
solamente degli artigli metallici collocati sui guanti e sulle
calzature. Sguardo cupo, carnagione bianca e capelli rossi fuoco.
Diabolico.
I personaggi aggiuntivi si sbloccano completando gli
obbiettivi che elencheremo successivamente. Durante il gioco, però,
essi vengono anticipati dal momento che rientrano nella narrazione.


Gameplay


Il
gioco presenta caratteristiche piuttosto standard: con due tasti, X ed
Y, e lo stick sinistro, deputato ai movimenti del personaggio, saremo
in grado di padroneggiare il campo di battaglia. I colpi vengono
inferti utilizzando il tasto X del pad. Dal momento che la scelta del
tasto unico d’attacco costringerebbe la longevità del gioco entro
limiti molto ristretti, è previsto un sistema di acquisizione di
abilità con il proseguire delle vicende. Superando determinati livelli
di esperienza per via dei punti acquisiti in battaglia, si
aggiungeranno mosse attivabili con un numero crescente di pressioni del
medesimo tasto. Dal momento che passare ore ed ore a premere lo stesso
tasto, con la sola variante di cambiare direzione durante la combo in
esecuzione per scansare i nemici che ci attorniano, può risultare
piuttosto monotono, i programmatori hanno inserito un secondo tasto,
l’Y, premendo il quale si interrompe la combinazione e si esegue una
sorta di mossa speciale, che colpisce più avversari contemporaneamente.
Anche in questo caso, se Y viene premuto dopo due tocchi di X l’effetto
della mossa sarà minimo; attendendo di aver eseguito dieci pressioni
del tasto d’attacco, invece, si inizia a disporre di un colpo di tutto
rispetto. Per la verità, dobbiamo ammettere che le mosse sono
abbastanza varie e che la corretta gestione del tasto Y risulta
decisiva per il successo negli scontri più accesi. Del tutto inutile,
invece, la parata, che raramente funziona, dal momento che gli attacchi
vengono portati a 360°, e se si para in una direzione dalle altre
arrivano colpi molto dannosi. Ciò per quanto concerne la battaglia con
gli avversari comuni, semplici soldati, arceri, fuochisti, nani
minatori e samurai di bassa lega; i nemici più solidi, che compaiono
con modalità analoghe ai boss di fine livello dei platform games, sono
più ostici: la parata continua a funzionare in modo alterno, il tasto Y
diventa del tutto inutile e dovremo cercare di destreggiarci al meglio
con la sola X ed eludendo gli assalti con il grilletto RT. Aspetto
significativo nell’azione sono le cavalcature e le guardie. Per
spostarci in modo efficace nelle estese mappe della modalità Storia,
dovremo disporre di un cavallo, in maniera tale da non perderci in
inutili scorribande tra nemici di poco conto, perdendo di vista gli
obiettivi principali del livello. Le guardie, invece, sono una sorta di
scudiero che ci accompagna in tutti i combattimenti a distanza
ravvicinata, levandoci talvolta d’impiccio. Anche per guardie e
montature è prevista una certa crescita con l’acquisizione di
esperienza, ma si tratta di un aspetto del tutto secondario e che
noteremo veramente a fatica col procedere dell’azione.


Aspetto RPG

Questa
saga, sin dal suo primo capitolo, ha cercato di realizzare una fusione
tra il genere combattimento a tasto unico e l’RPG di scuola giapponese.
Il tentativo, restato incompiuto nel primo capitolo della saga, viene
portato a termine con maggiore successo in questo titolo. I personaggi
hannpuna propria scheda che riporta punti d’esperienza, livello, titolo
acquisito ed alcune caratteristiche dotate di indice numerico: Life,
Musou, Attack, Defense. Proseguendo con il gioco si possono guadagnare
o comprare attraverso una sorta di negozio virtuale, armi, abilità,
poteri magici. A dire il vero la gestione di tutto ciò è piuttosto
semplice ed intuitiva e non appesantisce eccessivamente la trama per
chi non ama gi aspetti RPG, ma non si riscontrano le dovute
corrispondenze nell’azione di gioco: le armi alla fine risultano del
tutto simili, i poteri magici sono invocati in modo automatico e le
abilità acquisite sono impalpabili. Insomma, ottima organizzazione e
presupposti, ma effettiva utilità relativamente bassa.


Modalità di gioco

Veniamo
ora alle modalità di gioco. Eccole di seguito con una breve
descrizione; tenete in conto che ognuna di essa può essere affrontata a
livello Easy, Normal o Hard.

– Story Mode. Modalità principe del
gioco: si sceglie un personaggio e lo si segue attraverso alcuni
capitoli. Una sorta di processo di formazione del carattere con ricco
intreccio di vicende.
– Free Mode. Scegliete uno degli scenari ed
un personaggio sbloccati nella modalità Storia e combattete per
aumentare il livello del carattere stesso.
– Survival Mode. Scelto
il personaggio e versata una certa quantità di crediti, potrete
affrontare una serie di sfide in ordine crescente di difficoltà ed in
vista di una ricompensa finale. Tenete in conto che questa modalità si
struttura in livelli raggruppati a 5 a 5. Ogni volta che un gruppo di
livelli viene sbloccato, si potrà ricominciare da esso o dall’inizio
senza perdere i progressi acquisiti, ma pagando una penale via via
crescente in termini di crediti.
– Sugoroku. Una sorta di
rivisitazione del Risiko alla giapponese. Ci sentiamo di dire che si
tratta di una modalià avulsa dal gioco e che poco aggiunge in termini
di longevità.


Grafica


L’aspetto peggiore
del gioco è sicuramente la realizzazione delle ambientazioni: a dir
poco scarne e prive di elementi, avrebbero forse fatto gridare allo
scandalo anche sulla precedente generazione di console. Per intenderci
Ninja Gaiden presenta ambienti più curati e meno banali. I personaggi
sono ben realizzati e l’azione scorre fluida, ma ciò è frutto della
semplicità della realizzazione. Certo, l’aspetto grafico non è
essenziale in questo genere di giochi, ma una cura maggiore avrebbe
contribuito a rendere più completo il gioco.


Online


Del tutto inesistente l’online di questo titolo: praticamente impossibile trovare avversari.


Conclusioni

Il
gioco è piuttosto semplice. La longevità è sicuramente garantita per
gli amanti del genere, ma la struttura del gioco scoraggia
dall’acquisto chi cerca una certa varietà nell’azione ed una maggiore
cura nella realizzazione delle ambientazioni e dei personaggi. Un buon
titolo nel suo genere, insomma, ma del tutto inadeguato alla next-gen,
soprattutto se paragonato alle uscite che lo hanno accompagnato nello
stesso periodo.