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Recensione Recensione di Rugby World Cup 2011

Recensione di Rugby World Cup 2011 di Console Tribe

di: Giovanni Manca

Dopo anni di attesa finalmente sbarca sulle console in alta definizione la prima simulazione dedicata ad uno degli sport più popolari del mondo, il rugby. Dando un’occhiata alla storia dei videogame, un “ritardo” di questo tipo non dovrebbe comunque stupire: i videogiochi dedicati a questo fantastico sport sono stati effettivamente scarsi, non solo in riferimento al numero dei titoli dedicati ma anche in relazione alla qualità di ognuno di essi. Poco appeal per il mercato, intrinseche difficoltà di programmazione, insuccessi precedenti le possibili cause di tale situazione. In occasione della Rugby World Cup 2011 del prossimo 9 settembre in Nuova Zelanda, 505 Games cerca di dare nuova linfa al genere affidando la programmazione del gioco su licenza ad HB Studios, autori nel recente passato di vari titoli sportivi per conto di EA (FIFA 10 PS2, NBA Live 10 PSP tra i tanti): sarà la volta buona?

World Cup… 1005,5

Esplorando il menù ben presto ci si rende conto che qualcosa non quadra: un titolo che sfrutta una delle licenze più importanti del panorama rugbistico dovrebbe avere come minimo rose dei giocatori aggiornate, con tanto di nomi reali, stadi ufficiali e in genere tutto ciò che gravita attorno alla manifestazione iridata. Purtroppo RWC 2011 vanta una licenza a metà dal momento che le nazionali partecipanti, dieci su venti, non hanno concesso i diritti. Incredibile a dirsi, non parliamo di rappresentative di secondo piano ma, udite udite, USA, Samoa, Tonga e i mitici Wallabies australiani e All Blacks neozelandesi, questi ultimi paradossalmente padroni di casa.

Non solo dunque assenza totale del leggendario canguro dorato o della felce argentata ma soprattutto la presenza di giocatori sconosciuti come accadeva, ad esempio, nelle storiche versioni di Pro Evolution Soccer. I programmatori hanno inserito la possibilità di editare completamente i team (nomi, valori, strategie, capitani, calciatori) ma il lavoro da fare è davvero “importante” e, come vedremo nel corso dell’analisi, piuttosto sprecato. Le ragioni di una tale deficienza derivano dall’acquisizione da parte di Tru Blu Entertainment dei diritti relativi ai Wallabies e All Blacks per Rugby Challenge, rivale del titolo 505 Games, prossimo alla release per Xbox 360, PS3 e PC.

Appuntamento a Eden Park

Per quanto riguarda le modalità di gioco offerte, RWC 2011 è perfettamente coerente, purtroppo, alla licenza di cui si fregia: scordatevi dunque Tri Nations, Sei Nazioni, IRB Pacific Nations Cup, Churchill Cup, tutto quello a cui si può competere è la Coppa del Mondo 2011 preceduta, eventualmente, da incontri amichevoli o da un tour internazionale. Sarebbe stato interessante e divertente iniziare l’avventura sportiva dai tornei di qualificazione, per le squadre che realmente li hanno disputati o comunque in una modalità personalizzabile; purtroppo, niente di questo è possibile, le squadre sono venti, la competizione è una e tutto finisce qua.

Licenze altamente incomplete, modalità di gioco risicatissime ma trattandosi di un videogioco quello che conta, in fin dei conti, è la bontà del gameplay. Ci dispiace per gli appassionati, ma anche in questo caso siamo davanti ad un buco nell’acqua. Il sistema di gioco è eccessivamente semplicistico, per non dire approssimativo, sia per quanto riguarda la fase di attacco sia in relazione alla fase difensiva. Il sistema di controllo, a dire il vero, funziona piuttosto egregiamente: le aperture son precise, il timing dei grubber e degli up and under è realistico, l’esecuzione dei drop precisa. Il rugby però non è solo questo, è strategia, controllo della situazione, movimenti precisi della difesa, mischia, placcaggi, falli: quando si gioca si ha la sensazione sconfortante che tutto questo sia lasciato al caso o, peggio, al controllo della I.A., una delle peggiori mai viste in una simulazione sportiva. Mai ci si sente nel pieno controllo dell’azione, difficilmente si comprende come il possesso dell’ovale passi da una squadra all’altra. L’azione sul campo così si riduce ad una semplice ricerca di uno spazio in cui prendere d’infilata la difesa imbambolata e correre con irrisoria facilità in meta, qualsiasi sia il livello di difficoltà selezionato; nei pochi casi in cui la difesa riesca ad arginare l’avanzata è fin troppo semplice ribaltare il lato e sfondare. Praticamente inutile di conseguenza cercare le touche o calci, per festeggiare è sufficiente passare la palla a destra e sinistra e correre, correre e correre.
Il divertimento, davvero scarso in single player, aumenta sensibilmente nelle modalità multiplayer ma questo non è un merito di RWC 2011 quanto dell’agonismo che si genera in ogni competizione sportiva, anche simulata. Anche in questo caso, comunque, l’approccio al match non cambia più di tanto dal momento che il controllo che si ha sulla fase difensiva è troppo inefficace. Ora, non neghiamo che qualche appassionato possa trovare qualche spunto interessante nel titolo targato 505 Games ma questo potrebbe essere dovuto più alla passione stessa e alla mancanza di confronto di genere che alla qualità del titolo stesso. E il riferimento è ad appassionati videogiocatori di ultima generazione perché gli aficionados troverebbero senza dubbio più appagante il vecchio Rugby ’08 versione PS2, sviluppato dagli stessi HB Studios per EA.

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Ritorno al passato

La citazione del precedente lavoro HB ci serve su un piatto d’argento la premessa sull’analisi tecnica di RWC 2011: fin dalle prime schermate di gioco sembra quasi che il team di sviluppo, forse per mancanza di tempo utile, si sia limitato ad un make up in alta definizione del lavoro del 2007, tutto compreso. Confrontare a livello grafico RWC 2011 con un moderno videogioco sportivo è un’impresa scoraggiante, in cui l’atteso titolo pubblicato da 505 Games ne esce con le ossa rotte a causa di modelli poligonali dei giocatori di qualità scadente, soprattutto per via di texture estremamente anonime, tanto che è molto difficile distinguere e riconoscere anche i rugbisti più celebri. La medesima bassa qualità contraddistingue le animazioni, fluide ma troppo povere per garantire un buon livello di realismo; a completare il quadro di assoluta mediocrità, due sole visuali disponibili, quella classica televisiva e quella da dietro le spalle. La prima è eccessivamente lontana, contribuisce in modo notevole ad aumentare la sensazione di mancanza di controllo generata dalla superficialità del gameplay ma permette di avere una visione globale del campo. La distanza più ravvicinata della telecamera della visuale posteriore esalta invece la negatività delle animazioni e non permette di vedere una porzione di campo laterale ideale ma comunque consente al player di non perdere di vista la palla. La soluzione ideale sarebbe stata una via di mezzo tra le due visuali, magari con semplici zoom in e out, ma purtroppo questo non è stato previsto. Di qualità ancora più scarsa la realizzazione di quanto circonda il campo erboso, pubblico, stadi e agenti atmosferici, degni di una precedente generazione di console.

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Drop fallito

Atteso con impazienza da tutti gli appassionati di rugby in crisi da astinenza videoludica da troppo tempo, Rugby World Cup 2011 è un’amara delusione. A parte la rarità di una simulazione dedicata alla palla ovale, non troviamo alcun elemento che possa in qualche modo stimolare l’acquisto dell’ultima fatica di HB Studios: gameplay approssimativo, licenze e modalità di gioco insufficienti, realizzazione tecnica di basso livello. Per chi volesse sedersi in poltrona con pad in mano e giocare a rugby sulla propria console, consigliamo prima dell’acquisto di testare la demo e comunque di incrociare le dita e aspettare il titolo concorrente, Rugby Challenge di Tru Blu Entertainment.