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Recensione Recensione di Raystorm HD

Recensione di Raystorm HD di Console Tribe

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

Ormai da qualche tempo si parla delle “difficoltà mozzarella” che caratterizzano pressoché tutti i giochi attuali. Il motivo che si cela dietro a questa scelta degli sviluppatori di videogame può essere facilmente compreso: la massificazione sempre crescente del videogioco, non più considerato un passatempo esclusivo di alcuni nerd asociali, ma un divertimento alla portata di tutti (e la Wii ne è la testimone principale), hanno fatto in modo che i titoli in uscita, da qualche anno a questa parte, presentassero un grado di sfida iniziale abbastanza basso tale da permettere a tutti di non innervosirsi o bloccarsi sul più bello. Per i più avvezzi, che avrebbero sicuramente odiato finire un titolo ad occhi chiusi, hanno quindi iniziato a fare capolino le più svariate difficoltà, chiamate via via con nomi sempre più esplicativi e fantasiosi: folle, incubo, inferno, insano, demoniaco… e via dicendo.
Pochi però ricorderanno la concezione di videogioco che esisteva una volta, specie nei bar di circa 14 anni fa. Parliamo ovviamente degli sparatutto a scorrimento, titoli dalla trama pressoché nulla, ma con un potenziale di sfida illimitato, titoli che ponevano su di un piedistallo coloro che riuscivano a superare la metà dei livelli, come se fossero esseri divini e soprannaturali; persone quasi disumane, perché al di là dei tipici cabinati dove la difficoltà era regolata al massimo (per ovvi motivi commerciali e di lucro), anche le versioni per console casalinghe dell’epoca, a livello base, ponevano il giocatore di fronte a due scelte: la morte e… la morte! La patria di tale insano intrattenimento, manco a dirlo, è il Giappone, senza ombra di dubbio la culla dell’intrattenimento videoludico, all’epoca senza rivale alcuno.

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Le vecchie toste generazioni

Raystorm HD è il gioco che andremo ad esaminare, la cui versione originale nacque dalle menti dei creatori di Space Invaders nel lontano 1996. Quest’ultimo cavalcava allora l’onda dirompente del genere, riempiendo le sale giochi e, un anno dopo, le prime Playstation. La nostra non è un’operazione di revival malinconico su un titolo che oramai pochissimi potranno avviare sulle console originali ma un’attenta osservazione di un remake che approda sulla piattaforme Xbox Live Arcade e Playstation Store, veri e propri ricettacoli di titoli di altri tempi, messi a disposizione di tutti i vecchi combattenti e, perché no, degli sbarbatelli che ancora non conoscono la dannazione eterna. Taito ci presenta dunque una riedizione capace di godere dell’alta definizione delle nuove console, di inedite modalità e della possibilità di osservare i punteggi di tutti i giocatori del mondo (piangendo dinnanzi alla propria pochezza).
La prima modalità che potremo intraprendere sarà chiamata Arcade, e di fatto non è nient’altro che un perfetto porting del gioco originale, semplicemente adattato per la visualizzazione sui nuovi televisori. All’inizio della partita saremo chiamati a scegliere fra due navicelle che si differenziano principalmente per le modalità di fuoco a disposizione, una differenza comunque per lo più stilistica, in quanto sotto il profilo dell’efficacia entrambe le scelte si riveleranno simili.
Nel menu principale, sotto la modalità appena affrontata, capeggia una enigmatica scritta Extra: tale possibilità di selezione rappresenta forse il lato più interessante di Raystorm HD, in quanto quello cui ci troveremo davanti altro non è che la medesima campagna già vista precedentemente con grafica e modelli poligonali adattati, nuovi nemici, nuovi boss e un livello di sfida sensibilmente più elevato, capace quindi di innalzare del gioco originale, limitata alla classiche 8 missioni.
Tornando alla schermata iniziale avremo inoltre la possibilità di visualizzare le classifiche mondiali. L’ online di questo remake si ferma qui, in quando l’unico multiplayer possibile è quello cooperativo sulla stessa console, che riesce ad essere divertentissimo e ben realizzato, ma che chiaramente lascia un po’ l’amaro in bocca, considerando il fatto che con una modalità online vera e propria avremmo potuto osservare le manovre evasive e di attacco di veri e propri campioni del genere che, purtroppo, in questo caso non potremo ammirare se non su Youtube o pagandogli un volo intercontinentale per invitarli a giocare a casa nostra.

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Manie da giovani

Precedentemente parlavamo di migliorie grafiche presenti in tutte le modalità.
Se in Arcade l’unica modifica è stata quella della risoluzione, nel vero e proprio remake del gioco, pur rimanendo il design del titolo fedele all’originale, l’upgrade ha riguardato un po’ tutti gli aspetti visivi. A modelli poligonali più tridimensionali e meno disegnati si affiancano palette di colori più realistiche, sprite degli effetti modernizzati e un framerate più fluido e costante. Inoltre, al fine di aumentare il grado di sfida, anche i nemici aggiunti e i nuovi boss popolano in modo maggiore il nostro schermo, senza che intervenga alcun rallentamento.

Ma non è tutto oro ciò che luccica: se i nuovi colori sembrano, come già detto, maggiormente credibili, l’aggiunta di riflessi e giochi di luce ha confuso non poco la fase giocata, che risulta spesso troppo impegnativa in modo frustrante e legato per lo più alla difficile tracciabilità dei nemici e dei colpi in arrivo.
Sarebbe forse stato meglio rinnovare l’aspetto del gioco senza voler calcare troppo la mano sporcando la grafica, andando così a creare ulteriori problemi al giocatore che, provvidenzialmente, potrebbe essere fin troppo intento a imprecare per la normale difficoltà intrinseca al titolo.
Dal punto di vista uditivo invece il gioco ricalca perfettamente il suo predecessore, senza aggiunta alcuna di effetti o nuovi campionamenti delle armi, anzi inspiegabilmente alcuni suoni vengono a mancare in questa riedizione, lasciando di fatto una sorta di amaro in bocca e un vuoto durante le nostre scorribande.

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Astenersi smidollati!

Le piattaforme arcade di Xbox 360 e PS3 si rivelano ancora una volta perfette per tutti coloro che vogliono rammentare le proprie origini di videogiocatori, ma anche per chi semplicemente vuole conoscere il concept di gioco in voga anni fa.
Certamente il prezzo di tali titoli continua troppe volte ad essere esagerato e di fatto rende molto meno appetibili tali uscite a chi non è cresciuto con i suddetti giochi.
La difficoltà molto elevata, inoltre, taglia un’altra fetta di utenza, rendendo questo Raystorm HD un prodotto quasi di nicchia, relegato a piacevole riscoperta per tutti coloro che lo vorranno rigiocare (non avendo più a disposizione le vecchie console).
Sicuramente un titolo da giocare ma che, complice anche una probabile alta percentuale di abbandono da parte dei giocatori meno avvezzi, avremmo preferito vedere a un prezzo più permissivo.