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Recensione di Ratatouille

Recensione di Ratatouille di Console Tribe

di: Redazione

Ratatouille, l’ultima fatica di casa Pixar, approda su Xbox 360 con la
sua trasposizione videoludica. Lo scenario parigino offre la cornice
per questo platform 3D che tenta di ripercorrere la trama
cinematografica, riuscendoci però solo in parte. Nei panni del topolino
Remy, il giocatore si troverà ad affrontare missioni e simpatici
minigiochi realizzare il suo sogno nel cassetto: diventare un grande
chef.


UN SOGNO CHE DIVENTA REALTA’

Il topolino francese Remy insieme al fratello Emile, il padre ed altri
amici, vivono nella campagna parigina rovistando tra spazzatura e
nascondendosi dall’uomo. Una vita troppo banale per un topo singolare
come Remy che appasionato di arte culinaria vorrebbe diventare un
famoso chef come il suo grande idolo Gusteau, autore del ricettario
“Chiunque può cucinare”.
Un giorno il clan di topolini si vede costretto a lasciare la campagna
e finisce nelle fogne della città parigina  arrivando proprio sotto
l’omonimo ristorante Gusteau. Remy non sta più nella pelle e si
intrufola nella cucina dove vede Linguini, uno sguattero del ristorante
alle prese con una zuppa che non riesce a cucinare. Il nostro provetto
chef allora decide di preparare di nascosto la tanto difficoltosa
ricetta che si rivelerà un successo. Linguini allora chiede al topolino
di aiutarlo a cucinare altri succulenti piatti, facendo nascere così
una straordinaria amicizia e collaborazione che riporterà in auge il
famoso ristorante Gusteau ormai declassato a un quattro stelle.
Nel corso di questa avventura Remy riscopre il valore della famiglia ma
soprattutto scopre se stesso, capendo che il suo destino è fare il
cuoco, perchè come dice Gustau “Chiunque può cucinare ma solo gli
impavidi possono diventare grandi cuochi!”


GAMEPLAY

L’avventura inizia con un utile tutorial diretto da Emile, fratello
maggiore e decisamente in sovrappeso di Remy, all’interno di una
vecchia fattoria. Verranno mostrate le numerose azioni che il
protagonista può eseguire tra cui il salto semplice o doppio con la
pressione ripetitiva del tasto A, i micidiali colpi di coda (tasto X),
la corsa frenetica (tasto Y) e la possibilità di arrampicarsi su
determinati muri ed eseguire manovre di equilibrismo su corde e tubi
(tasto B). Prendere confidenza con queste azioni basilari sarà di
fondamentale aiuto durante l’avventura sia per muoversi agilmente sia
per avere la meglio contro i nemici.
Non mancheranno oggetti con cui Remy potrà interagire come i
trampolini, la “Ratapulta” (tasto B), gli ombrelli per planare e i
peperoncini che fungeranno da veri esplosivi per abbattere vari
ostacoli e nemici che ostacolano il vostro cammino.
Terminato il tutorial, lo scheletro del gioco si sviluppa su ben 5
livelli che vedranno alternarsi altrettante ambientazioni: “Città delle
Luci”, “Piccolo chef grande cucina”, “Mercato”, “Cucina deserta” e
“Casa sporca Casa”. Quest’ultimo rappresenta proprio la casa di Remy e
fungerà da punto cruciale del gioco: ogni qualvolta si terminerà una
missione si verrà catapultati qui.
Ogni livello è costituito da 5 missioni principali dove verrà richiesto
di raggiungere i più svariati obiettivi, dal semplice furto di alimenti
alla disinfestazione delle formiche nella cucina, nonché fornire un
prezioso aiuto a Linguini sempre in difficoltà nel preparare i piatti
richiesti. Tutto questo sarà ostacolato da numerosi nemici
rigorosamente ispirati dalla fantasia come granchi, gatti, falene,
ostriche, scarafaggi, lumache che, oltre a presentare una realizzazione
grafica alquanto scarna ed elementare, possiedono anche una pessima IA.
Infatti molto spesso si verrà colpiti solo se si andrà volontariamente
a sbattergli contro, nota dolente che conferisce ripetitività ad un
gameplay già di per sé poco soddisfacente.
Eseguendo queste missioni principali, si notano spiacevoli
problematiche, come rimanere in alcuni casi senza sapere cosa fare,
rischiando di gironzolare senza riuscire ad individuare l’obiettivo. Il
problema non viene risolto neanche dall’utilizzo di importanti funzioni
che sono la “Vista Olfattiva” (attivabile tramite la pressione continua
del tasto LB), la voce guida di Gusteau e la minimappa presente in
basso a destra allo schermo che risulta poco intuitiva.
Tutto ciò conferisce un’eccessiva difficoltà soprattutto considerando
la fascia di pubblico a cui è maggiormente rivolto il titolo ma anche i
più grandi potranno trovare alcuni passaggi frustranti.
Sempre all’interno di questi livelli avremo modo di notare la presenza
dei cosiddetti amuleti, caratterizzati da colori differenti a seconda
del livello in cui sono presenti. Questi hanno la funzione di sbloccare
nuove missioni e divertenti minigiochi ma collezionarli tutti
un’impresa da poco visto che alcuni di questi sono posizionati in zone
difficilmente accessibili.
Passando ora all’identificazione dei minigiochi ( rigiocabili anche al
di fuori della storia principale), questi paradossalmente rappresentano
l’aspetto più divertente del gioco fornendo alcuni momenti di pura
euforia. I compiti da svolgere sono piuttosto disparati ed eterogenei,
passando dal semplice “affettamento” di un numero determinato di
ortaggi in un tempo limite a schivare delle gigantesche torte che
piovono dal cielo, ecc. Il superamento di ognuno di questi permetterà
di conquistare oltre che amuleti aggiuntivi, anche alcuni alimenti che
potenzieranno la vostra salute (gli health points), l’efficacia delle
mosse offensive e molto altro.
Oltre agli amuleti classici ci sono gli “Amuleti Speciali”, ancor più
difficili da stanare rispetto ai precedenti, che regaleranno alcuni
spezzoni del dietro le quinte del gioco.
Da queste caratteristiche si nota subito che l’anima del gioco è tipica
dei più classici platform 3D in cui è richiesto di saltare evitando
pericoli e prendere il tempo giusto per afferrare vari oggetti in
movimento. Tutto questo non sarebbe dispiaciuto se non fosse stato
intercalato da alcuni bug che rendono il gioco alquanto frustrante in
determinate situazioni. Infatti in alcuni casi capiterà di “sfondare”
le texture che dovrebbero funzionare da appoggio, portando così
all’inevitabile game over. Altre note dolenti sono il sistema delle
telecamere, che reggono bene fin quando ci si trova in spazi aperti,
diventando ingovernabili e imprecise quando il campo è ristretto. Non è
difficile pensare che essendo dei topi capiterà molto spesso di
ritrovarsi in spazi limitati ed angusti, per cui il suddetto problema
si ripresenterà spesso ad angosciare la giocabilità.
Per quanto riguarda la longevità possiamo dire che è piuttosto
limitata. Per il completamento della storia principale sono richieste
poche ore di gioco e questa soglia aumenta leggermente completando
anche tutti i minigiochi. L’assenza di una modalità multiplayer inoltre
non porta di certo benessere a questo aspetto, determinando un precoce
stato di noia.


GRAFICA E SONORO

Anche il reparto grafico e sonoro non hanno caratteristiche salienti
che meritano particolare attenzione. Le ambientazioni sono alquanto
scadenti e prive di realismo, con texture superficiali ed un impatto
visivo che non si discosta molto da vecchi titoli usciti per console
della passata generazione. Una leggera miglioria si nota nella
realizzazione del protagonista che ben si sposa con l’aspetto reale di
un topo, ma anche dei suoi nemici, esclusivamente umani (vedi Skinner),
che presentano un buon dettaglio grafico.
Per quel che riguarda il sonoro, le musichette fanno da contorno alle
azioni che si eseguono nel gioco senza infamia e senza lode, offrendo
un buon coinvolgimento. Sempre sul fronte audio un ulteriore bagliore
di positività lo reperiamo nel doppiaggio, interamente in italiano e
curato dagli stessi attori della versione del film, ottenendo un
risultato davvero buono.


CONCLUSIONI

Al giorno d’oggi ormai sembra essere divenuta una regola la
trasposizione in videogame di film e cartoni animati di successo, anche
se i risultati sono quasi sempre deludenti: eguagliare i successi
raccolti nelle sale cinematografiche è una chimera. Purtroppo questo
aspetto si ripropone con puntualità (basti ricordare Cars e molti
altri) e siamo costretti a vederci recapitare titoli immaturi e poveri
da qualsiasi punto di vista (grafica, sonoro e giocabilità). Certamente
il mondo dei videogames non entrerà in crisi per questo ma la
superficialità con cui vengono sviluppati certi giochi basandosi solo
sulla popolarità fornita dalla controparte cinematografica lascia
sempre l’amaro in bocca. A questa dura legge non riesce a sottrarsi
neanche Ratatouille che arriva sugli scaffali dei negozi come un
prodotto ubforme che non incuriosisce, non attira e non apporta quella
ventata d’innovazione che è sempre più ricercata nel mondo
dell’intrattenimento videoludico.
Il gameplay gravemente compromesso dalla presenza di bug e la scarsa
longevità fanno di questo titolo un gioco del passato, che se fosse
uscito con circa 7 anni di anticipo forse avrebbe avuto l’occasione di
poter dire la sua.
Nel complesso Ratatouille non risulta essere una catastrofe totale,
visto che qualche piccolo e sporadico punto positivo (minigiochi) lo si
riesce a trovare ricercarndolo tra bug e imperfezioni che affollano i
sobborghi di Parigi.
Nonostante il gioco sia rivolto ad un pubblico “giovane” crediamo che i
bambini difficilmente si affezionino al Remy versione videoludica,
viste la difficoltà di alcune missioni e la scarsa manegevolezza del
personaggio: se siete affezionati a questo simpatico “topastro”, vi
consigliamo vivamente di andarvelo a gustare nelle sale
cinematografiche, dove ha sicuramente una resa maggiore.

Pro: 

  • Minigiochi divertenti
  • Doppiaggio ben riuscito
  • Buona caratterizzazione del protagonista

Contro:

  • Bug eccessivi
  • Grafica scadente
  • Poco innovativo