Recensione Recensione di Pro Evolution Soccer 2010
Recensione di Pro Evolution Soccer 2010 di Console Tribe
di: Mariano "TylerDurden" AdamoGuardi i grandi campioni giocare e pensi che vorresti essere lì. Pensi che vorresti dire la tua e che con la palla al piede, giocando tra i vicoli della città, hai sempre avuto il rispetto che meriti.
Pensi che la gloria, l’onore e la voglia di vincere fanno parte di te. Hai voglia di metterti in gioco, guardi i tuoi avversarsi senza paura, non hai timore di loro. Mentre li guardi un sorriso sottile ti si stampa sul volto perché nel tuo cuore sai che li batterei. Vivi la tua vita pensando unicamente al calcio, passando il tuo tempo ad allenarti, a migliorare, a diventare grande, a diventare un mito…
La domenica sportiva… videoludica
Citando testualmente la costituzione possiamo affermare che “l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”. Volendo possiamo precisare che l’Italia sarà anche fondata sul lavoro, ma la domenica pomeriggio degli italiani è fondata sul calcio. I tifosi, quelli veri, ad ogni partita vivono l’emozione della sfida come se fossero lì in campo a giocare, riescono ad animarsi ogni volta che si parla del loro sport preferito. Che sia calcio giocato, che sia fantacalcio o che sia videoludico, questo sport non fa altro che attirare milioni di persone. Per quanto riguarda l’intrattenimento casalingo, da anni a contendersi il cuore dei tifosi ci sono essenzialmente due titoli Pro Evolution Soccer e FIFA. Il primo è stato per anni in vetta alle classifiche di vendita e di gradimento, ma a partire da questa generazione è stato sconfitto su tutti i fronti. Quest’anno, come ogni anno, la sfida si rinnova ed ormai è giunta l’ora di scendere in campo.
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Quelli che aspettano… le modalità di gioco
L’indiscussa superiorità del passato, nel campo dei simulatori calcistici, ha reso PES in questa generazione un prodotto che non ha saputo rinnovarsi adeguatamente. Le promesse fatte dagli sviluppatori sono state tante e riguardano ogni aspetto del gioco, partendo dal gameplay fino ad arrivare al comparto tecnico.
Tutte queste migliorie devono comunque essere ben inserite in tutte le modalità di gioco, senza creare sostanziali differenze nell’esperienza giocata tra una modalità e l’altra. Questo è un aspetto essenziale del gameplay che deve affascinare e coinvolgere il giocatore, altrimenti annoiato dalla monotonia di disputare semplici “match”. Da questo punto di vista il nuovo titolo Konami si presenta ricco: immancabili come sempre le esibizioni e l’allenamento che, sebbene non abbiano subito notevoli rivisitazioni, rimangono allo stesso tempo gradite, risultando importanti quasi quanto le modalità più corpose.
In vetta spicca la Champions League, grazie alla licenza ufficiale UEFA è possibile prendere parte a questa competizione con ognuna delle squadre partecipanti. Lo stile grafico, le musiche, gli stadi, i loghi, ricalcano perfettamente il clima che si vive tra gli spalti o nelle case dei tifosi dei più importanti club europei. La Champions League rivive quindi sullo schermo del nostro televisore, regalando forti emozioni al giocatore, emozioni che diventano ancora maggiori quando si decide di far partecipare gli amici per incoronare il vero “Campione”.
Confermata anche per quest’anno la modalità Diventa un Mito, in cui vestiremo i panni di un giocatore emergente che vuole farsi strada tra le stelle calcistiche già affermate e diventare anch’esso un mito. Il primo passo da fare è creare il proprio alter-ego virtuale: l’ottimo editor, apprezzato già in passato, si riconferma ancora una volta adatto allo scopo ed in più offre nuove possibilità per la personalizzazione. Terminata questa fase creativa, proprio come nelle realtà prenderete parte ad un vero e proprio provino alla fine del quale, in base alle vostre prestazioni, vi verranno offerti dei contratti dalle squadre del campionato in cui avete deciso di militare. Diventa un Mito è definibile come una sorta di simulazione di carriera calcistica, in cui dovrete migliorare le vostre statistiche ed arrivare a giocare per i club più importanti. In termini di gameplay non ci sono sostanziali differenze: la visuale standard è impostata sulle spalle del vostro giocatore per favorirne l’immedesimazione. Essenzialmente dovrete rispettare il ruolo che avete scelto senza cercare di strafare; molto importante in questo senso è l’utilizzo delle strategie richiamabili e modificabili dal menu. Questa modalità non ha subito grandi cambiamenti ma nella versione di quest’anno è riuscita a limare qualche difetto come la gestione dei compagni di squadra, che appariva lacunosa ed imprecisa. Certamente non si è raggiunta la perfezione ma il risultato finale è un ottimo punto di partenza per migliorare ancora.
Ci sembra scontato dire che il pezzo forte del titolo Konami resta ancora una volta la Master League. Il termine ormai è diventato conosciuto, da sempre considerata la modalità più importante del gioco e che per molti ne giustifica l’acquisto. Nel corso degli anni la Master League ha subito importanti cambiamenti ma non ha mai perso il suo forte appeal. In questa nuova incarnazione si mostra come sempre ad alti livelli, andando a migliorarne alcuni aspetti come la gestione dei fondi che è ora più bilanciata e reale. L’intera gestione manageriale di questa modalità è migliorata senza troppo allontanarsi dai precedenti capitoli. Le aggiunte, infatti, sono solo marginali ma vanno comunque ad impreziosire l’esperienza di gioco finale. Da citare è la Club House, una sorta di vivaio in cui coltivare giovani promesse da richiamare poi in prima squadra. Anche su questo aspetto l’imperativo morale è quello di rendere la gestione del club scelto quanto più verosimile a quella reale.
Nel complesso il pacchetto di modalità offerto da Pro Evolution Soccer 2010 è sicuramente variegato ma soprattutto di qualità; unica critica forse è la mancanza di novità vere e proprie che avrebbero sicuramente giovato.
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Controcampo al gameplay
Seguire una partita allo stadio è sicuramente entusiasmante, ma scendere in campo in prima persona è tutt’altra cosa. Un videogame sicuramente non riesce a regalare le emozioni di una vera partita ma grazie all’hardware delle nuove generazioni gli sviluppatori di volta in volta sfornano prodotti sempre più realistici. Sotto questo aspetto il titolo Konami nelle ultime incarnazioni ha sicuramente mostrato evidenti limiti tecnici, ed è proprio su questo aspetto che gli sviluppatori hanno concentrato maggiormente il loro lavoro.
Il primo impatto pad alla mano e palla al piede è sicuramente positivo, i segni del cambiamento appaiono evidenti sin dai primi minuti di gioco. Rimane però doveroso precisare che chi si aspettava delle novità sostanziali rimarrà deluso. Infatti le migliorie apportate sembrano provenire più da quanto di buono fatto in passato piuttosto che da un vero cambiamento di rotta. Chi conosce la serie ed i capitoli precedenti non fa fatica a notare come il ritmo di gioco, seppur veloce e fluido, sia notevolmente calato. Quello che ne consegue è un gameplay molto meno frenetico e più ragionato, che mira a creare partite vissute non solo con azioni spettacolari ma anche con un certo acume tattico.
Nonostante gli sforzi profusi, i movimenti dei giocatori, seppur dotati di ottime animazioni, sono ancora legati al passato. L’aggiunta del controllo a 360 gradi non convince appieno e nel complesso i comandi sembrano tuttora vincolati alle otto direzioni, anche se per fortuna questi sono ora più precisi richiedendo una maggiore padronanza all’utente.
I giocatori in campo appaiono più organizzati e le differenze sia tra i ruoli che tra i singoli atleti sono adesso più evidenti. Grazie ad un sistema che assegna particolari abilità ai calciatori, si avranno comportamenti in campo diversi e quanto più simili alle controparti reali. Ogni abilità assegnata, tramite una carta specifica, influenza in maniera tangibile le prestazioni degli atleti e richiede da parte del giocatore una maggior conoscenza di quelli che sono i valori in campo. Risultato di questa impostazione sono sfide più bilanciate ed una curva d’apprendimento diversa dai precedenti episodi.
Sul piano tattico Pro Evolution Soccer ha subito alcuni cambiamenti importanti, le strategie adottabili sono ora molto più importanti e significative. Impostare uno schema adatto sia per la squadra che alle proprie esigenze richiede più impegno ma sicuramente regala soddisfazioni maggiori. Importante in quest’ottica sono gli schemi difensivi, dove l’intelligenza artificiale avversaria si mostra ora più solida e ben organizzata. Rubare palla all’avversario è diventato più difficile ed allo stesso tempo, grazie ad una migliore gestione del raddoppio di marcature, sarà più difficile trovarsi da soli davanti al portiere. I tempi in cui un singolo passaggio filtrante bastava per mandare in goal un attaccante sono finiti. Certo, a fine gara le reti saranno di meno, ma la soddisfazione è sicuramente maggiore.
Ogni elemento finora descritto non troverebbe la sua giusta spiegazione senza un calcolo della fisica adeguatamente simulativo. Il lavoro svolto da parte degli sviluppatori si è fatto sentire, raggiungendo finalmente livelli degni della storia che il titolo porta con sé. Oltre la velocità di gioco ridotta incidono un maggiore peso dei giocatori e del pallone. Per quanto riguarda gli atleti, anche per i più veloci, il maggiore peso influenza i ritmi del gioco e soprattutto va a limitare, almeno in parte, le percussioni quasi inarrestabili dei campioni con le caratteristiche più alte.
Il pallone e relativa fisica sono ora più realistici, specie per quanto concerne il tiro, che è sicuramente l’aspetto meglio riuscito. Lo stesso non si può dire per i passaggi: spesso saranno imprecisi andando a finire in una zona del campo non desiderata o addirittura intercettati dall’avversario. Il problema si rivolve, anche se parzialmente, con i passaggi manuali che, grazie all’ottima calibrazione dello stick analogico, riescono sempre a soddisfare il giocatore.
Nel complesso il gameplay di Pro Evolution Soccer ha subito importanti modifiche e segna rispetto ai precedenti capitoli un passo avanti verso la concorrenza, tuttavia non è ancora in grado di raggiungere quelle vette simulative che i fan attendono ormai da alcuni anni.
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Guida al campionato… online
Croce e delizia di tutti gli acquirenti delle passate versioni di Pro Evolution Soccer è stata sicuramente la modalità online. Da una parte questa permetteva finalmente di sfidare chiunque in qualsiasi momento, ci dava l’opportunità di dimostrare al mondo le nostre qualità e di farci scalare le classifiche dedicate ai gamer migliori. Dall’altra, nonostante l’ovvia importanza del comparto multiplayer, il risultato era carente sotto ogni punto di vista: lag, partite falsate, menu difficili da gestire e poche funzioni. Gli sviluppatori, in questa ultima edizione, sembra abbiano imparato la lezione ed hanno sfornato un prodotto decisamente valido che soffre solo di rado dei problemi sperimentati in passato. Il netcode è diventato stabile e difficilmente vi imbatterete in fenomeni di lag disastrosi come in passato.
Novità gradita è la possibilità di creare una comunità online ospitante fino a 32 giocatori: tramite la gestione di queste community è possibile organizzare partite e tornei velocemente senza dover combattere con menu complicati e poco intuitivi. Per chi invece preferisce lanciarsi direttamente nelle sfide online è possibile accedere rapidamente alle partite sia in singolo che due-contro-due.
Il punto di forza del comparto multiplayer è sicuramente la possibilità di prendere parte alla Champions League online nonché all’apposita modalità per i giocatori creati in Diventa un Mito. Non mancheranno nemmeno i vari campionati online cui partecipare, e grazie ad un gran numero di sfidanti difficilmente troverete problemi nel gareggiare con qualcuno.
Importante precisare che i server sembrano essere leggermente più stabili su Xbox Live rispetto che sul Playstation Network, ma in ogni caso smetterete di imprecare contro lo schermo a causa di disconnessioni o problemi del genere.
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Il processo…tecnico
I miglioramenti promessi si fanno apprezzare anche sul comparto tecnico. Un titolo sportivo deve necessariamente avere una buona realizzazione degli atleti e sotto questo punto di vista PES raggiunge risultati eccellenti. La cura riservata alla creazione dei giocatori è sicuramente notevole sia per il campione più titolato che per l’esordiente di una piccola squadra. Passerete non poco tempo ad ammirare con quale perizia tecnica siano stati realizzati i volti dei giocatori. Stessa cura è stata riservata anche per i modelli poligonali dell’intero corpo, andando a ricreare su schermo le fisionomie degli atleti così come abbiamo imparato a riconoscerle nella realtà. Texture ad alta risoluzione faranno felice anche il giocatore più pignolo, che resterà soddisfatto nel vedere i miglioramenti tanto attesi.
Il lavoro svolto è encomiabile anche per quanto riguarda le animazioni, tuttavia i risultati ottenuti ricordano un po’ le prestazioni di grandi campioni che sanno entusiasmare con giocate inimmaginabili ma che allo stesso tempo deludono per comportamenti inadatti e partite scialbe. Se da un lato è stata migliorata la corsa dei giocatori ed in generale tutti i movimenti palla al piede, restano ancora imprecisi i movimenti senza palla che appaiono poco realistici ed imprecisi. Tra questi spiccano in negativo gli spostamenti in seguito ad un passaggio filtrante.
Il motore grafico è alla stessa maniera altalenante, gli stadi ad esempio sono carenti di dettagli, presentandosi ai nostri occhi decisamente inferiori rispetto il resto della produzione. Il manto erboso, invece, gode di un’ottima realizzazione, stesso discorso va fatto per i giochi di luce e gli effetti particellari.
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Da sempre Pro Evolution Soccer ci ha abituato a colonne sonore originali e d’impatto, capaci di rendere piacevoli le attese pre-gara e nei vari menu delle opzioni. Quest’anno l’obiettivo è stato raggiunto solo in parte: le musiche che accompagnano il titolo sono sì orecchiabili, ma purtroppo non riescono ad intrattenere quanto sperato. Di buon livello la telecronaca e tutti gli effetti sonori, che nel complesso aiutano a creare il clima d’immersione e realismo tanto voluto.
90° Minuto
Ogni sfida calcistica termina sempre con commenti da parte degli addetti ai lavori, con chiacchiere da bar e con i voti assegnati in base alle prestazioni in campo: insomma si tirano le somme. Stessa cosa vale per i videogame, al termine dell’esperienza giocata non resta altro da fare che emettere un giudizio.
Pro Evolution Soccer 2010 ci ha sicuramente colpito piacevolmente, le promesse fatte sono state in parte mantenute ed i miglioramenti sono avvenuti in ogni componente del gioco. Il gameplay ci è sembrato più maturo avvicinandosi al realismo tanto desiderato dagli appassionati. La fisica ed il motore grafico si sono impreziositi grazie a piccoli accorgimenti che, seppur non facciano gridare al miracolo, segnano comunque un punto doveroso di svolta.
Il mondo del calcio segue delle regole tutte sue, è un mondo dove anche se si disputa una buona partita la vittoria non è assicurata. Come potete immaginare PES non è ancora riuscito ad arrivare ai livelli dell’avversario e le ragioni di questa sconfitta sono molteplici. Il titolo Konami, pur presentandosi in forma smagliante (specie considerando gli ultimi episodi), non è riuscito a soddisfare appieno. Più che ricercare una nuova strategia vincente si è preferito puntare sui vecchi schemi collaudati delle precedenti stagioni. In parole povere Pro Evolution Soccer è ancora troppo ancorato alle sue radici e non presenta segni di cambiamento veri e propri.
Un titolo sicuramente di buon livello ma che rimane ancora un semplice “panchinaro” tra i vostri giochi preferiti.