Recensione Recensione di Pro Evolution Soccer 2008
Recensione di Pro Evolution Soccer 2008 di Console Tribe
di: RedazioneIn nessun campo come quello del calcio gli eventi si ripetono
ciclicamente di anno in anno. Come esattori inesorabili con la nuova
stagione calcistica suonano al campanello le solite diatribe sui
diritti TV, le tante polemiche del mercato appena concluso e si
annotano le date dei primi big match. In modo parallelo anche il mondo
videoludico si interroga sulle simulazioni calcistiche in arrivo e dopo
mesi passati intenti a carpire ogni singolo particolare, arriva il day
one anche per Pro Evolution Soccer che puntualmente porta con se gioia
e amarezze.
Lungi dal voler orientare le vostre scelte in materia, qui ci
limiteremo ad analizzare il titolo della casa nipponica tanto atteso
dalle comunità di videogiocatori di tutto il mondo, in particolar modo
da quella italiana.
Konami, un pizzico di tradizione, un tocco di innovazione e tanta pigrizia.
Atteniamoci alla nuda cronaca e veniamo ad analizzare la nuova
incarnazione del calcio made in Konami. Come da tradizione Seabass e
soci, pur cercando di innovare aspetto grafico e qualità generale del
titolo, non hanno stravolto le uscite precedenti, concentrando tutte le
energie sul miglioramento del gameplay e dando meno rilievo alla
grafica tout court. Drammaticamente il primo impatto visivo lascia
subito perplessi. Se da sempre la grafica non è il requisito principale
della serie, arriva il punto in cui questa non può più essere messa in
secondo piano soprattutto in questa generazione di console. L’aspetto
dei giocatori farà trasalire coloro che hanno giocato qualsiasi altro
titolo per PS3 o XBOX360. Difatti non è difficile rilevare come il
comparto grafico sia nettamente inferiore agli standard cui si
attestano le più recenti produzioni per le due console. Rispetto ai
precedenti capitoli della serie è stato fatto qualche passo avanti ma
nulla di eccezionale. La ricostruzione facciale alterna realizzazioni
davvero pregevoli ad altre inspiegabilmente anonime. Le andature, per
quanto personalizzate per ogni campione conosciuto, alternano movenze
riconoscibili ad altre irreali e goffe. Tuttavia tiri, passaggi e
dribbling sono come sempre notevoli. Il movimento della palla,
acclamato come una delle migliorie del gioco, è peggiore per
consistenza e velocità anche alla versione per PS2. Facile notare come
il rotolare del pallone non varia nel passaggio da una inquadratura
all’altra e la velocità dello stesso è irrealisticamente elevata
rispetto alle proporzioni del campo di gioco. La cornice degli eventi
su schermo (Stadi, pubblico, presentazione dei match ecc.) è
semplicemente non all’altezza di un titolo di questa fama. Basti
pensare al pubblico sullo sfondo dopo un goal o qualche attimo prima
dell’inizio di un match quando la camera inquadra i due giocatori in
attesa di battere il calcio di inizio: la differenza di resa grafica
tra i giocatori in campo e il pubblico è imbarazzante, in particolar
modo sulla console di casa Sony. Chi si aspettava di vedere tra il
pubblico animazioni sempre differenti e funzionali agli sviluppi in
campo dovrà rassegnarsi ancora una volta ai soliti cartonati che si
ripetono. Siamo ancora molto distanti da produzioni sportive come NBA
2K8, Tiger Woods 2008 e FIFA 08.
Nanche su TV ad alta definizione il gioco fa una bella figura.
Programmato per girare su HDTV a 720p, dimostra tutte le sue incertezze
sia con collegamento via Component sia via HDMI e nulla cambia alle
risoluzioni superiori.
Ma veniamo al problema principale ovvero la fluidità di gioco. PES 2008
soffre di terribili rallentamenti dovuti a cali di frame rate troppo
frequenti per essere ignorati. Appena su schermo saranno presenti più
della metà dei calciatori il gioco rallenta inesorabilmente e durante i
repentini cambi di gioco su schermo comparirà il classico effetto onda
dovuto al tearing con i pixel che faticano a sincronizzarsi. La
fluidità del gioco guadagna qualcosa nel suo formato nativo ed in
particolar modo nella versione Xbox 360, dove cali di frame rate e
rallentamenti sono evidenti principalmente nei replay.
Di certo PES 2008 non sarà il gioco che spingerà i più tradizionalisti
possessori di TV a tubo catodico al grande salto verso l’alta
definizione, la nitidezza dell’immagine in questo caso è più difetto
che pregio visto che la presenza di aliasing è ancora più evidente. Per
il resto la grafica è praticamente la stessa. Per quel che riguarda i
menu, questi sono stati ridisegnati ma la sostanza relativa alla
modalità di gestione della squadra è rimasta invariata.
Avrete 15 stadi tra cui scegliere ma di fatto sarete vincolati a
scegliere quelli dove gli spalti sono meno evidenti. In modo
particolare in prossimità delle panchine, nei momenti di gioco in cui
l’area è maggiormente affollata e sui rinvii del portiere l’incubo del
frame rate tornerà ad angosciarvi. La scelta del campo di gioco verrà
veicolata quindi da questa conoscenza per cui scordatevi il Bernabeu o
la Bombonera, alla lunga vi troverete costretti a scegliere l’anonima
Club House (una volta sbloccata), decisamente lo stadio migliore per
godersi un match senza rallentamenti di sorta.
Le opzioni in fase di editing fanno un passo avanti rispetto al PES6
visto su Xbox 360 ma paradossalmente appaiono ancora ridotte rispetto a
quanto visto sui primi capitoli della serie. Non è più possibile creare
un calciatore personalizzato prendendone uno qualsiasi dal database e
modificandone attributi e valori. Gli scarpini non sono editabili, non
si può decidere lo stile con cui i giocatori indossano la propria
maglia e tanto altro. In generale è stato decurtato di molte opzioni
paradossalmente ancora possibili persino nella versione PS2 e la cui
implementazione non sarebbe stata così onerosa.
Da apprezzare l’introduzione della possibilità di caricare volti reali
via webcam, anche se lascia molto a desiderare la limitatezza di
utilizzo di questo mezzo, con una implementazione scarna e con poche
opzioni. Il numero limitato di maglie (8) e di volti che è possibile
importare nel gioco lascia l’amaro in bocca ancora una volta per quello
che poteva essere e non è stato. La Webcam non può essere utilizzata
per la chat in game, cosa che sarebbe stata alquanto gradita dalla
comunità di appassionati che si ritrovano online ma che tra le tante
aspettative deluse riveste sicuramente minore importanza.
Dateci Caressa!
L’audio che accompagna le partite, con i cori dei tifosi, il boato
della folla dopo un gol, il rumore dei contrasti di gioco o della palla
che sbatte contro il palo, appare ben fatto ma non ai livelli che ci si
dovrebbe aspettare. Il dolby digital è apprezzabile solo nelle
schermate di selezione di modalità con l’accompagnamento musicale
durante il nostro vagare per i vari menu. Nota stonata, sempre che
abbia una rilevanza in un titolo calcistico, è l’impossibilità di
aggiungere brani personalizzati alla playlist del gioco. Chi non ama il
rock o il funky martellante finirà inesorabilmente per disabilitare la
musica dai menu del gioco.
La telecronaca, affidata anche stavolta ai prodi Sandreani e Meccia
(alias Civoli) lascia parecchio a desiderare. I commenti si ripetono
pedissequamente per tutta la partita in un insieme scoordinato di frasi
già sentite e senza nessuna enfasi per i momenti chiave del match.
Non è raro sentire interventi non appropriati e poco inerenti a quanto
accade in partita. La scarsa qualità degli isolati interventi tecnici
di Sandreani ci fanno apprezzare i momenti di silenzio in cui i
due si esentano dalla narrazione degli eventi a schermo. I nomi dei
giocatori sono pronunciati in maniera corretta e con puntualità, ma
anche in questo ambito è stato fatto decisamente poco rispetto al
passato.
Gameplay mon amour!
Perché scegliere questo titolo quindi? Perché tutte le grandi
imperfezioni celano la genialità dell’autore che le ha lasciate
incompiute. PES 2008, infatti, dietro la sua scorza d’incompletezza e
il suo aspetto grezzo, nasconde la solita grandissima giocabilità e il
grande appeal con cui riesce a far calare il giocatore all’interno del
match. Dopo poche partite, necessarie a scrollarci dalle dita le
meccaniche di gioco maturate nelle lunghissime sessioni di gioco
vissute con gli amici sul precedente episodio, ci renderemo conto
quanto sublime sia la giocabilità di questo capitolo ancora una volta
migliorata rispetto al passato.
Nonostante tutto è inutile negare che il frame rate instabile intacchi
in qualche modo anche la giocabilità. Col tempo potrete anche abituarvi
ai rallentamenti ma non gioirete di certo quando questi porteranno
fuori tempo i vostri interventi. Una scivolata ben calibrata può
trasformarsi in un fallo e grazie ai poco tolleranti arbitri questo si
traduce spesso in espulsione. Decisioni istantanee e tiri ben calibrati
diventano quasi impossibili quando l’area è affollata a causa
dell’engine che sembra soffocare.
Nelle partite in single player avremo modo di testare una delle grandi innovazioni annunciate per questo PES 2008: il sistema Teamvision.
Il computer apprende dinamicamente il nostro stile di gioco e appone i
rimedi tattici necessari per evitare situazioni pericolose già
verificatesi in altre occasioni durante il match. Le marcature sono più
strette e i giocatori si sfiancano col passare del tempo, motivo per il
quale la corsa nuda e cruda non è che una possibilità marginale a
disposizione dei contendenti per portare a casa la vittoria. E’
assolutamente necessario variare in continuazione il proprio gioco
usando tutte le tattiche a disposizione. La Cpu diventa quindi una buona
maestra e compagna di gioco. In generale anche il livello di difficoltà
più basso permette di godere di una esperienza di gioco maggiormente
appagante rispetto al passato, soprattutto nella rinnovata master
league. Contrariamente al passato il nostro avversario virtuale usa
tutti i comandi di gioco disponibili. Spesso si rimane ammirati nel
rivedere i replay di alcune azioni e stupiti nello scoprire una nuova
finta o combinazione di movimenti che non avevamo ancora provato.
Tunnel, finte laterali, colpi di tacco volanti e altre ancora sono le
nuove abilità. Molto appagante anche il fatto che le varie
sequenze si possano combinare insieme creando una serie di movimenti
personalizzati tipo combo in perfetto stile picchiaduro. Non
aspettatevi però che questi giochetti siano così facili da realizzare,
il gioco non perde mai di vista il realismo a cui mira e solo un mix
tra la vostra abilità e quella del calciatore controllato permetterà
acrobazie e dribbling mozzafiato.
In generale è più difficile vincere i contrasti, pressare
eccessivamente il portatore di palla con la X spesso si risolve in un
fallo e i tackle scivolati devono assolutamente essere precisi per non
incorrere in un cartellino. Il portatore di palla controllano la sfera
con più facilità e si ha anche la sensazione di portare avanti un
certo peso. Questo fa si che anche il fattore velocità sia più
rilevante. L’engine è cambiato per cui ora la visuale non cambia ogni
volta che l’arbitro estrae il cartellino o si subisce un fallo però non
c’è più la modalità per battere subito la punizione introdotta con PES6
e bisogna aspettare ogni volta il fischio dell’arbitro. Vista la
maggiore severità dell’arbitro e quindi il maggior numero di punizioni
questo spezzetta troppo il gioco.
Anche l’atteggiamento dei portieri è stato modificato in meglio. In
PES6 molte reti venivano messe a segno perchè i portieri respingevano i
tiri sui piedi degli attaccanti che sopraggiungevano rendendo inutile
la parata stessa e dando all’avversario un goal facile. Questo fenomeno
fortunatamente è stato molto ridotto, i portieri bloccano meglio la
palla o la respingono su traiettorie laterali.
Una menzione certamente non d’onore alla possibilità di simulare.
Questa nuova “feature” ha diviso in due i fan. Konami dice che così il
gioco rispecchia maggiormente la realtà ma nessuno di noi ama i
simulatori vero? Simulare equivale a barare allora perchè spremersi per
aggiungere questa possibilità al gioco? Certamente Konami avrebbe fatto
meglio a concentrarsi su altri aspetti di gioco.
I comandi, rimasti quasi del tutto invariati, continuano ad apparire
migliori sul pad di casa Sony grazie soprattutto al maggior feeling
maturato negli anni, nella versione 360 è d’obbligo l’uso dello stick
analogico che tuttavia alla lunga potrebbe anche conquistarvi per
maneggevolezza.
Peccato per la presenza di soli 4 campionati provvisti di licenza
(Serie A, Liga, Eredivisie, la ligue1) cui si aggiunge la Premier
League, anche se non licenziata e un buon numero di squadre di vari
paesi con le quali mettere insieme la corrente Champions league. Poche
se si pensa allo smisurato database dell’acerrimo rivale FIFA e alle
enormi potenzialità non sfruttate del blu-ray disc.
Un’altra partitina?
Tradizione vuole che PES dia il meglio di sè nelle interminabili
sessioni tra amici e anche questo capitolo vi trascinerà in scontri
fino all’ultimo goal. Allo stesso modo era forte il desiderio di creare
tornei con i nostri amici online e affrontarci in sfide epiche ma qui
il gioco ancora una volta delude. Dal primo accesso alla rete l’amara
verità si presenta subito ai nostri occhi: giocatori che scompaiono da
una parte e riappaiono in altre parti del campo, la palla che diventa
una specie di proiettile sparato a destra e a manca, lag in ogni
sequenza di gioco vanno ad aggiungersi ai già citati problemi di frame
rate rendendo di fatto inutilizzabile la modalità online.
Non è possibile inoltre personalizzare il sistema di chat durante i
match e anche la ricerca delle stanze di gioco appare meno funzionale
rispetto a PES6. Meglio, in questo aspetto, la versione per Xbox 360.
Infatti, mentre per la console di casa Microsoft è possibile invitare
un amico a giocare accedendo direttamente alla lista amici della
dashboard, per PS3 la procedura è a dir poco macchinosa. In fase di
accesso è indispensabile registrare il prodotto riportando il codice
presente sul retro del libretto di gioco e configurare sul server
Konami un nuovo account che non per forza deve coincidere con quello
con cui si accede al Network. Inoltre la prima volta che ci si scontra
con un avversario online è necessario scrivere manualmente il nome del
contatto che si desidera sfidare, rendendo oltremodo laboriosa anche la
semplice preparazione della stanza di gioco.
Tutto ciò purtroppo denota poca attenzione verso un mercato, quello
europeo, in forte espansione, ma soprattutto una eccessiva fretta nel
rilascio che tuttavia per i titoli sportivi si rende necessario a
cadenza annuale.
Nonostante i suoi limiti tecnici, le sue incertezze grafiche e il suo
stile ancora legato indissolubilmente ai vecchi schemi delle produzioni
passate della software house nipponica, PES 2008 rimane l’unica vera
incarnazione calcistica in circolazione. L’unica che continui ad avere
un approccio simulativo al gioco. Questo non per la fedeltà della
grafica ma grazie alla sua meccanica di gioco, al suo porsi come puzzle
di azioni logiche e strutturate, non legate al gesto, ma ad undici
uomini che si muovono sincronicamente in campo con un obbiettivo che
sembra comune: attaccare, difendere, temporeggiare, ripartire e tutta
l’essenza del calcio.
Questo è ancora quel tocco di magia che gli consente di essere
superiore agli altri titoli calcistici e che continua a renderlo
imprevedibile e potenzialmente infinito.
Squadra che vince non si cambia, è vero ma rispetto alle aspettative il
titolo ha mostrato non poche lacune, un gioco che poteva essere
epocale e che invece non è che un altro piccolo passo verso la strada
della simulazione calcistica definitiva. Benino per essere la prima
incarnazione su PS3 ma dopo il primo capitolo per Xbox360 ci si
aspettava qualcosa di più anche dal punto di vista dell’innovazione.
In definitiva un gioco ancora non etichettabile come next-gen ma che
consiglio soprattutto agli amanti del calcio giocato, meno a coloro che
ripongono maggior attenzione al fotorealismo della grafica.
Pro
- Molto più longevo contro la CPU;
- Meccaniche di gioco ancora migliorate;
- Nuove finte e nuove mosse molto spettacolari;
- Uso integrato della webcam in fase di Editing
Contro
- Graficamente non all’altezza della nuova generazione;
- Online da rivedere per via di svariati bug:
- Database ancora ridotto;
- Telecronaca inascoltabile.