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Recensione Recensione di Polar Panic

Recensione di Polar Panic di Console Tribe

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

Un orso polare, un magnate senza scrupoli con una illimitata sete di denaro, una moltitudine di cacciatori armati di clave e altri improbabili avversari. Avete pensato a un film demenziale alla “Ace Ventura” o all’ennesimo clone di “Crocodile Dundee”, vero? Oppure vi è venuto in mente l’immancabile filmetto buonista strappalacrime sull’amicizia fra uomini e animali?
Sarebbe logico, in un sito dedicato a videogiochi e console, immaginare la collocazione di tali personaggi all’interno di un videogame, e anche in quel caso il dubbio di trovarsi davanti a un prodotto rivolto ai più giovani risulterebbe dominante.
Non ci stancheremo mai di ripetere di non fermarsi alla sensazione iniziale, di approfondire in ogni caso anche se proprio ci pare che non faccia in nessun modo per noi.
Negli ultimi tempi, nonostante moltissime aziende spingano sempre di più il “Digital Delivery”, il mondo dei giochi retail è ancora saldamente ancorato al supporto fisico. Quelli che invece hanno trovato la loro ideale collocazione nel virtuale mondo dei contenuti scaricabili sono i titoli che, con le aspettative attuali del mercato, non avrebbero certamente i favori delle vendite, come ad esempio le riedizioni e i porting di vecchissimi giochi (Pac-Man, Bomberman, ecc.)
Non sono però solo tali riproposizioni a trarre vantaggio da questo sistema di diffusione: alcune “piccole” software house si sono col tempo specializzate nella creazione di titoli che vengono venduti esclusivamente sul “web”, titoli molto spesso semplici e utili solo come passatempo, ma altre volte degni di essere considerati videogiochi con la “V” maiuscola.

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Giocando si impara… o ci si arrabbia

I puzzle game sono un genere che ricade in pieno nel discorso antecedente, e Polar Panic è solamente un esponente di questa categoria.
Gli stilemi che lo caratterizzano sono i più classici: il compito del nostro orso polare sarà quello di non farsi catturare dai suoi avversari e per fare ciò, oltre che sulle sue zampe, potrà contare sul glaciale ambiente in cui si trova. La schermata di gioco sarà infatti ricoperta di blocchi di giaccio che potremo spostare, rompere o far scivolare per tutta l’area, col duplice fine di aprirci un varco verso l’uscita e di eliminare i nostri cacciatori.
Esistono tipi diversi di cubi da spostare: quelli di neve, che si romperanno al nostro primo tocco, e quelli di ghiaccio, che potranno essere lanciati a patto che non abbiano la strada ostruita (anche i secondi si romperanno al primo tocco se non potranno muoversi).
In puro stile puzzle game, col procedere dei livelli innumerevoli caratteristiche ambientali verranno aggiunte, come casse di dinamite in grado di distruggere intere parti di ambientazione e determinati oggetti che, se distrutti, ci concederanno vite extra, bonus temporanei nonché Trofei/Achievement.
Non mancheranno, inoltre, cinque diversi tipi di avversari, ognuno caratterizzato da abilità peculiari e da una diversa pericolosità.
La struttura del gioco si articola in 10 mondi, ciascuno di questi formato da 5 schemi che terminano con la più classica delle boss-fight; la longevità si attesta quindi su buoni livelli per la sola “Story Mode”, in cui fra un mondo e l’altro assisteremo a brevi sequenze narrate che raccontano le disavventure del nostro povero orso.

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Esistono poi altre modalità, come la “Puzzle Mode”, che possiamo inquadrare come una sorta di gioco libero (incentrato principalmente nel risolvere i vari livelli col minor numero di mosse) e il “Survival Mode”, una vera e propria modalità “orda” degna del più famoso Gears of War, che permette la partecipazione di quattro giocatori sia in locale che online e che ci chiede di sopravvivere il più a lungo possibile a un numero sempre maggiore di nemici, via via più forti.
Se la prima modalità che abbiamo analizzato (la storia) ci permette di sbloccare svariati extra, non possiamo non dire che è anche quella che presenta i maggiori difetti: il sistema che gestisce gli impatti dei blocchi di ghiaccio è quantomai impreciso e, se talvolta gioca a nostro favore, troppo spesso porterà a re-iniziare il livello con una vita in meno senza che ci sia nemmeno data la possibilità di capire il perché.
Come se non bastasse, la scelta di includere nella storia un timer che limita il tempo a nostra disposizione per terminare un livello è oltremodo “dispettosa”, costringendoci quasi sempre a rinunciare a sbloccare extra e trofei, se non addirittura a non permettere di raggiungere l’uscita entro il limite prefissato (nei livelli più articolati). Inoltre collezionare tutti gli obiettivi è particolarmente frustrante e alcune scelte, come gruppi di nemici dotati di attacchi ad area, ci paiono veramente insane e ingiustificate, in quanto a tratti risultano al limite dell’impossibile e costringono il giocatore a ripetere innumerevoli volte lo stesso livello portandolo, nemmeno raramente, alla voglia di abbandonare subito il titolo.
Sotto questo aspetto le altre sezioni del gioco sono molto più rilassate e incentrate sul divertimento puro, in special modo la modalità sopravvivenza che garantisce ore ed ore di spasso, soprattutto se giocata insieme ad altri amici sullo stesso divano.

!==PB==!
Pattinare con stile o scivolare?

Le carenze a cui questi giochi da download sono soliti andare incontro sono i comparti tecnici: grafica e sonoro.
Polar Panic fa eccezione a metà. Dal punto di vista visivo ci troviamo su livelli accettabili per un puzzle game: grafica colorata, design carino e nessun problema tecnico rilevante, ma l’unica cosa che forse fa un po’ storcere il naso sono alcune scelte nell’area design: capita spesso che alcuni alberi ostruiscano parte della mappa, rendendo difficili alcuni passaggi e costringendoci magari a spostare alcuni blocchi a tentoni per aprirci la via; nulla di veramente invalidante, sia chiaro, ma mezzo secondo di attenzione in più dedicato alla fase realizzativa avrebbe potuto porvi rimedio.
Un ulteriore neo riguarda la percezione della profondità del campo di gioco: si presenta piuttosto limitata, tanto che nei primi momenti ci porterà a mancare gli avversari durante lo scivolamento dei cubi di ghiaccio; fortunatamente, però, tale inconveniente si risolve automaticamente con pochi minuti di pratica.
Il sonoro invece è, forse, il punto più alto raggiunto da Polar Panic.
Le classiche musichette di accompagnamento rendono molto bene l’incedere del tempo e tendono a diventare sempre più assillanti quando il cronometro è agli sgoccioli, aumentando sensibilmente l’agitazione e la frenesia, incrementando pertanto il relativo coinvolgimento.
Pur non presentando effetti audio degni dell’ultimo film di James Cameron, Polar Panic ha tutto sommato un comparto uditivo di tutto rispetto, coerente con le aspettative che produce e mai fuori posto, un ottimo contorno all’esperienza giocata.

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Ai miei tempi ci si divertiva con poco

Che dire quindi su un gioco che nasce come arcade col semplice compito di sollazzare il videogiocatore fra un titolo serio e l’altro?
E cosa dire se lo stesso “giochetto” è capace di offrire un divertimento puro e semplice talvolta superiore a molti dei giochi più blasonati, il tutto al costo di 800 MP o 9.90 euro?
Probabilmente molte software house dovrebbero imparare da questi ragazzi e volgere un occhio al passato, dove senza grafica iper-realistica e gameplay sempre più ricercati, si passavano ore di svago in tutta tranquillità.
Con questo monito non possiamo che consigliarvi di recuperare questa piccola perla, a patto che abbiate molta pazienza, dato che alcuni piccoli difetti rendono Polar Panic a tratti molto, molto complesso. Nel caso cerchiate un gioco che scorra via senza imprevisti volgete altrove il vostro sguardo, rischiereste solo di farvi venire un gran nervoso e un bel mal di stomaco (con grande felicità di medici e farmacisti).