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Recensione Recensione di Mass Effect 2

Recensione di Mass Effect 2 di Console Tribe

di: Redazione

Vendite plurimilionarie, oltre 40 prestigiosi riconoscimenti internazionali, un esercito di fan devoti fino a rasentare la follia, una software house leggendaria e la più grande storia sci-fi mai apparsa nell’universo delle console: Mass Effect è stato questo e molto altro ancora.
Arrivato nelle nostre avide mani nel lontano 2007, il titolo Bioware fu una vera e propria rivoluzione del concetto stesso di gioco di ruolo: la fusione “perfetta” della adrenalina dei third person shooter come Gears of War con la profondità intellettuale delle ambientazioni dei GDR occidentali. La tensione tipica dei combattimenti in tempo reale unita ad una sceneggiatura da Oscar, personaggi carismatici, una scenografia tanto innovativa da far impallidire persino le tanto conclamate serie televisive di ambientazione fantascientifica, un motore grafico ai limiti del fotorealismo e, probabilmente, il miglior comparto audio mai apparso sulle console di settima generazione.
Il connubio tra generi così diversi aveva già prodotto risultati sorprendenti (basti pensare all’indimenticabile Deus Ex della Ion Storm), ma mai prima d’ora aveva raggiunto le vette di eccellenza tecnica e concettuale del capolavoro Bioware, profeta della rinascita dei giochi di ruolo nel “ristretto” universo delle console: Knight of the Old Republic, Jade Empire e il recente Dragon Age: Origins hanno dimostrato ampiamente che l’inossidabile appeal del genere ruolistico può splendere e fiorire anche in ambienti di sviluppo completamente diversi da quelli originali.
Ma può la software house canadese ripetere tale magia? Come si può migliorare un titolo osannato dalla critica e idolatrato dai videogiocatori? Solo il nostro caro comandante Shepard potrà rispondere a questa domanda…

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Gathering of heroes

Quando i Razziatori hanno fatto la loro comparsa tra le stelle della Via Lattea, un solo uomo si è dimostrato capace di fronteggiarli: il comandante Shepard, eroe decorato e soldato esemplare. L’orgoglio dell’Alleanza Umana si era opposto alla loro oscura e primitiva potenza, aveva combattuto mettendo a rischio la propria vita e dimostrando il valore degli uomini, bistrattati dalle altre razze aliene. Aveva riscattato l’onore della nostra razza dalle menzogne del turian ribelle Saren, svelandolo come servo dei Razziatori. L’aveva affrontato in uno scontro all’ultimo sangue, portando la guerra fin dentro il cuore della Cittadella, l’ultimo baluardo della cooperazione tra alieni e sede del consiglio intergalattico. La vittoria aveva lasciato morte e distruzione, un ammasso di rottami non solo tra gli edifici ma anche nella convivenza pacifica tra razze diverse. Ad aggravare l’instabilità politica e sociale c’era la minaccia mai scomparsa dei Razziatori, battuti ma non distrutti. Annidati nei recessi sconosciuti dell’universo erano pronti a tornare per sferrare un nuovo e devastante attacco.
È qui che inizia Mass Effect 2. Quando la Normandy viene attaccata da un velivolo non identificato, la catastrofe ha il sapore di un evento annunciato con risvolti inaspettati. Il loro potenziale tecnologico e bellico è devastante. Nulla può l’esile vascello umano che si trasforma in una bara di metallo. Fuoco e fiamme avvolgono lo scafo. Esplosioni continue straziano il ponte di comando e gli alloggi dell’equipaggio. È un bagno di sangue con pochi superstiti. Solo alcuni riescono a mettersi in salvo con i pod di salvataggio, mentre la gran parte della ciurma non riceve neanche degna sepoltura, polverizzati o persi nello spazio profondo. Allo stesso Shepard non tocca una sorte migliore: nel tentativo di salvare Joker, il timoniere della nave, viene risucchiato fuori dalla nave. È l’ultimo gesto eroico di un uomo che ha saputo trascinare l’intero genere umano, è la firma di chi è stato in grado di dare speranza a quanti nell’attacco devastante alla Cittadella l’avevano persa per sempre. Qualità irripetibili destinate a morire con lui, o almeno così sembrerebbe. Shepard è un pezzo pregiato, un diamante per il quale vale la pena tentare anche l’impossibile. E questo lo sa bene anche l’Uomo Misterioso, l’enigmatico e potente capo dell’organizzazione Cerberus. Grazie ai suoi sforzi, l’ex-comandante della Normandy viene rimesso in piedi, resuscitato per trovarsi di fronte ad una spiacevole situazione. Shepard per anni ha combattuto la Cerberus e i suoi metodi terroristici. Ora gli deve la vita, deve a loro il recupero del suo cadavere e la ricostruzione completa del suo corpo e della sua identità. Il suo peggior nemico lo convoca dai morti per combattere una minaccia più grande. È evidente che i Razziatori sono tornati, ma questa volta sembrano avere come unico target le colonie umane. La Cerberus ha come unico obiettivo il bene dell’umanità e questo in passato l’ha portata ad atti violenti nei confronti delle altre razze aliene. Questa è l’occasione per riabilitare il proprio nome ma soprattutto per liberare definitivamente l’universo dalla minaccia oppressiva dei Razziatori. Tocca a Shepard ripetere l’impresa, ricostruire la propria ciurma e salvare nuovamente la galassia.
È evidente già dalle premesse come Bioware abbia confezionato un prodotto dalle qualità narrative indiscutibili, che non si limitano alla sola trama principale. Mass effect ci ha abituati ad un mondo concreto e completamente godibile nella sua maniacale attenzione al dettaglio. Tutto ciò che nel primo capitolo aveva fatto ben sperare ora è messo a frutto con profitto. La costruzione del background di pianeti e razze aliene, la restituzione degli equilibri politici e sociali costituiscono una rete che proiettano il giocatore nella vita della Via lattea.

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Atterrare su ogni pianeta significa entrare in contatto con un ecosistema vivo, fatto di regole comportamentali proprie e con uno stile di vita riconoscibile. Il giocatore alle prime armi si sentirà completamente coinvolto e rapito da un universo in grado di competere oramai per complessità e bellezza con quello di brand più famosi come Star Wars o Stark Trek. Diverso il discorso per chi ha avuto la fortuna di conservare i salvataggi del passato. Dopo un import veloce, con la possibilità di recuperare classi e volto del proprio personaggio, ci troveremo a rispondere a qualche domanda per mantenere (o eventualmente cambiare) scelte fatte precedentemente. Si tratta, però, di una possibilità legata esclusivamente ai grandi eventi (sorti del consiglio, morte di alcuni NPC e cosi via). Dopo poco ci accorgeremo che l’universo che abbiamo contribuito a creare, la storia che abbiamo aiutato a sviluppare sono ancora ben vive in questo secondo capitolo. Ci accoglierà un nostalgico ed emozionante profumo di casa. La memoria delle nostre imprese, le nostre gesta nei confronti di quanti sono riusciti a sopravvivere all’attacco alla Cittadella sono ancora li, pronte a mostrarcene gli effetti. I rapporti di amicizia o inimicizia che ci siamo creati in precedenza costituiranno una parte fondamentale del tuffo nel passato che affronteremo. Un marchio di fabbrica che Bioware sembra non voler abbandonare. Mass effect 2 è un titolo nel quale la condotta morale e i rapporti con le persone assumono un’importanza non trascurabile, preparando le basi per il terzo e conclusivo capitolo. Gran parte del titolo si svilupperà sulla creazione del team e soprattutto sulle loro personali storie. L’intero secondo disco è occupato da Crew-quest nelle quali entreremo in contatto con il passato dei nostri compagni e li aiuteremo a liberarsi del fardello che si portano appresso. Mafia intergalattica, esperimenti su umani e alieni, rancore, odio e amore sono i temi che ogni quest sviluppa in modo unico e personale, arricchendo ulteriormente la personalità dei nostri compagni e permettendoci di scoprire aspetti nascosti del loro carattere. Più che un semplice diversivo dalla main quest, ci permetteranno ancor di più di immergerci nella storia, di scoprire a fondo i meccanismi che si celano dietro ai pianeti e alle città che visiteremo. Sarà come un lungo viaggio esplorativo con delle qualità immersive mai viste fino ad ora, complice anche il miglioramento delle cutscene che non sono più fini a se stesse. A fianco alle loro splendide qualità filmiche, quasi fossero tagliate da alcuni dei migliori film sci-fi, assolvono in alcuni casi anche al compito di sviluppare l’allineamento morale del nostro personaggio. In alcuni casi saremo chiamati a reagire fulmineamente con i grilletti per innescare azioni che avranno un effetto non trascurabile sulla condotta del nostro Shepard.
È evidente come una scelta del genere tenda a diluire il ritmo narrativo della “questione” principale. La minaccia dei Razziatori rischia di passare in secondo piano, schiacciata dai problemi domestici dei nostri comprimari. È un problema strutturale che si lega alla ricchezza e alla complessità di un gioco come Mass Effect. C’è una scelta ampia e dispendiosa anche in termini di ore giocate che tocca tutta al giocatore. Ad un certo punto sarà necessario scegliere tra un’esperienza più lunga e una più concentrata. Qualora sentiste l’esigenza dell’adrenalina e il bisogno impellente di distruggere la minaccia primordiale non vi resta che imboccare il primo Portale Galattico e lanciarvi verso l’eccitante show finale.

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Normandy 2.0

Shepard non è l’unico ad essere stato trattato dal chirurgo. Anche la sinuosa balena intergalattica ha ricevuto un restyling non trascurabile con delle succose aggiunte. Il primo e più palese cambiamento è l’aggiunta di peso che porta con sé conseguenze non trascurabili. Sono stati aggiunti una serie di locali che modificano gran parte del gameplay.
L’aggiunta di un laboratorio tecnico ha portato ad una completa riscrittura del sistema di equip. L’armatura N7 diventa l’unica armatura disponibile per Shepard, anche se interamente customizzabile in forma e colore grazie ad uno specifico “armadietto” nella cabina del comandante. I potenziamenti per armi, scudi ed armature saranno, invece, ricercabili grazie ad un pannello nel laboratorio. Ogni bonus ha dei requisiti minimi in termini di parti e risorse.
Mentre le parti sono liberamente acquistabili nei numerosi negozi sparsi nei centri abitati dei pianeti, per le risorse dovremo utilizzare l’ultimo ritrovato della tecnologia fornitaci dalla Cerberus: uno scanner planetario che sostituisce completamente le sezioni a terra da effettuare con il Mako. Lo scanner combina un grosso bersaglio con un sismografo attraverso i quali potremo analizzare centimetro per centimetro la superficie del pianeta, sperando che le lancette impazziscano segnalando la presenza di minerali estraibili. A quel punto con il trigger destro potremo inviare una sonda che automaticamente inizierà l’estrazione della risorsa. Se l’operazione dopo le prime ore di gioco può diventare alquanto noiosa, la quantità enorme di pianeti scansionabili e la velocità nel piazzare le prime due o tre sonde riducono sensibilmente il tempo obbligatorio da passare con il “setaccio” futuristico. In poco tempo avrete le risorse che vi servono e potrete passare allo sviluppo del bonus desiderato. In definitiva quella che poteva essere un’ottima idea per tagliare i tempi morti sui terreni brulli e desolati del primo capitolo, si risolve in una trovata alquanto maldestra che non influenza più di tanto il gameplay generale. Sinceramente ci saremmo aspettati qualcosa di più creativo e divertente visto l’alto valore del titolo nel complesso.

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La svolta action

L’import personaggio ha risvolti meno invasivi sul gameplay vero e proprio. Già dalla prima schermata avremo la possibilità di cambiare la nostra classe, volto e background del nostro alter-ego. Erediteremo una piccola parte dei punti esperienza e del denaro accumulato nel primo, ma niente di così sostanziale da avere un effetto sull’intera esperienza di gioco. Le classi sono sei a cui se ne aggiungono altre sei ottenibili solo con il massimo potenziamento della classe scelta. Le nuove stats diventano molto più lineari rispetto alle precedenti. Ogni classe ha un numero limitato di abilità, legate esclusivamente a capacità belliche ed ognuna di esse ha un massimo di quattro gradi, sbloccate attraverso gli esigui punti esperienza forniti dal level-up. Il raggiungimento dell’ultimo grado ci porta a dover scegliere tra due abilità speciali che di solito si riducono ad una maggiore efficacia del potere contro un effetto più ampio dello stesso. In sostanza raggiunto il limite dovrete scegliere come bonus o un raggio d’azione più ampio o una forza distruttiva ulteriore. Già da questa “cura dimagrante” alla componente GDR si comprende come Mass Effect 2 abbia come obiettivo quello di spingere più a fondo il pedale sulla componete action. Se da una parte le sezioni di combattimento conservano la struttura classica dei third person shooter, dall’altra Bioware si è impegnata nell’aggiungere una profondità maggiore ai combattimenti che risultano ora più tattici e soprattutto più divertenti.
L’intero equipaggiamento bellico non soffre più di over-heating, evitato con l’introduzione di clip termiche (ultima moda tra le fila dell’Alleanza Umana). Insomma Bioware ha pensato bene di limitare il nostro potenziale d’attacco, fornendoci un numero stabilito di munizioni. Ogni scontro così prende una piega diversa e ci porta a pianificare ogni mossa, già nella scelta delle armi. Sono scomparsi, infatti, sia l’inventario sia il cambio in corsa delle armi che potranno essere sostituite solo sulla Normandy o con sporadici armadietti sparsi nelle mappe. Un cambiamento coerente che aumenta l’approccio tattico alla battaglia: se prima era possibile “fraggare” in tutta libertà, pensando esclusivamente a salvare la pellaccia ora è necessario scegliere a cosa sparare e come farlo.
Ogni area ha un numero contato di munizioni e non tutti i nemici sono generosi nei drop. Per risparmiare le preziosissime clip abbiamo a disposizione una serie di strategie più o meno valide a seconda dei nemici affrontati. Con il dorsale destro avremo la possibilità di richiamare la ruota delle abilità e mettere a punto la nostra tattica. Non solo potremo sfruttare i tech o biotic power dei nostri alleati, ma potremo aggiungere anche un bonus danno alle armi, influenzandone l’efficacia. Aggiungere un danno da fuoco è fondamentale per sbarazzarsi velocemente di nemici organici, mentre le munizioni disgregatrici sono più indicate per nemici sintetici come i Geth o i Mech.
Spesso il gruppo eterogeneo dei nemici ci porterà a dover cambiare repentinamente il tipo di bonus scelto per essere maggiormente efficaci. Nel caso le cervellotiche scelte dovessero risultare inutili, non resterà che uno switch dell’arma attraverso il dorsale sinistro, soluzione comunque estrema visto che l’utilizzo precoce di artiglieria pesante potrebbe lasciarci in seguito a secco contro avversari più ostici.
Rimane invece intatto il sistema danni del primo capitolo. Avremo a disposizione una prima protezione data dallo scudo, persa la quale cominceremo a subire danni fisici. Questa volta, però, avremo la possibilità di proteggerci meglio grazie ad un level design creativo anche se tutto sommato molto lineare. Ogni scontro acquista ulteriore profondità grazie ad un sistema di coperture ereditato dalla serie Gears of War (ormai il lavoro di Cliff B. è più copiato delle borse di Gucci). Potremo scattare verso qualsiasi riparo con la pressione del tasto A e da lì studiare attentamente la situazione o limitarci a far fuori i nemici, minimizzando i danni subiti. Dovremo comunque dimostrarci sempre all’altezza della situazione e adattarci velocemente: ogni tipo di avversario ha una propria strategia d’attacco e dovremo essere in grado di fronteggiarla prontamente anche utilizzando i nostri compagni. Shepard ha scelto i migliori per la sua missione e non c’è stato momento nel quale ci siamo pentiti del nostro team. In pochissime occasioni siamo ricorsi al d-pad attraverso il quale è possibile impartire ordini agli alleati. Il più delle volte le tattiche d’aggiramento e l’utilizzo dei loro specifici poteri ci hanno positivamente sorpreso, soprattutto grazie alle qualità spettacolari di alcuni poteri biotici. L’effetto Schianto o il richiamo di un drone d’assalto sono una soluzione efficace non solo ai fini del combattimento ma anche per aggiungere un certo potenziale coreografico allo scontro.

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Un film lungo 35 ore

Alcuni dei principali difetti del prequel erano purtroppo riconducibili proprio al comparto grafico del gioco: per quanto il risultato finale fosse di eccellente fattura, persistevano alcune imperfezioni ed errori facilmente evitabili, probabilmente, se il team di sviluppo avesse avuto più tempo per rifinire il codice. L’Unreal Engine 3.0 di Mike Capps, Steve Polge e company era stato utilizzato egregiamente ma la ricerca spasmodica del fotorealismo aveva preteso il suo tributo: scarsa qualità di self-shadowing, compenetrazione delle texture, caricamenti frequenti (anche se spesso ben mascherati), effetto pop-up onnipresente e cali di framerate. Un aspetto del gioco che sicuramente andava migliorato.
Senza ulteriori indugi possiamo confermarvi che la versione 3.5 utilizzata per Mass Effect 2 risolve il 90% dei suddetti difetti: la qualità dello shadow mapping è migliorata sensibilmente, la gestione della fisica e degli effetti particellari è stata ulteriormente perfezionata (bastano i primi 5 minuti di gioco per dimostrarlo), il framerate rimane sui 30 fps (salvo sporadiche eccezioni) e il fastidioso effetto pop-up insito in tutti i titoli sviluppati sul motore di Epic Games è stato brillantemente risolto. I caricamenti, per quanto frequenti, non sono mai eccessivi e l’installazione su hard disk rende il tutto più veloce e salutare per la vostra Xbox.
Il minor tempo necessario per l’adattamento del motore grafico alle specifiche della console di Microsoft ha permesso ai talentuosi ragazzi di Bioware di focalizzare la propria attenzione su un altro problema che affliggeva le avventure del nostro Spettro preferito: la varietà scenografica.
Se le quest principali potevano vantare location e pianeti stupendamente realizzati, purtroppo le molte side-quest dovevano accontentarsi di pianeti privi di flora o fauna e contraddistinti da una certa ripetitività climatica e morfologica, una vera e propria tortura per i perfezionisti che, volendo finire il gioco al 100%, erano costretti a visitare lo stesso modulo d’insediamento almeno 40 volte, quasi ci fossero stati i saldi all’Ikea intergalattica. Fortunatamente, le lunghe passeggiate in questi prefabbricati (senza dubbio i più venduti della galassia) sono un lontano ricordo: ogni area di gioco riesce ad essere varia ed interessante favorendo lo spirito esplorativo implicito in ogni amante dei GDR. Se le location principali lasciano semplicemente senza fiato il giocatore, anche i numerosi corpi celesti che avrete modo di perlustrare sono superbamente disegnati e riescono nel difficile compito di essere coerenti con la pluralità di culture e razze che contraddistingue l’universo di Bioware.
L’eccellente lavoro di illuminazione e shading svolto dai programmatori canadesi è direttamente proporzionale alla cura che gli stessi hanno impiegato nella realizzazione dell’equipaggiamento del nostro caro Spettro e dei suoi compagni.
Anche se non è più possibile modificare l’armatura dei propri alleati, è stata data la facoltà di personalizzare a piacimento sia la tuta del nostro caro Shepard (compreso colori, modelli ed eventualmente motivi mimetici) che la sua tenuta da civile, permettendoci in definitiva di plasmare il nostro comandante (e persino la sua cabina!) secondo i nostri gusti estetici. La quantità di armi, notevolmente diminuita, è aumentata esponenzialmente in diversificazione e caratterizzazione: ora ogni pistola, fucile o lanciarazzi ha un aspetto ben definito e delle qualità uniche, una semplificazione ben gradita.
Il comparto grafico perfetto?
Sicuramente no, visto che permangono (rari) cali di framerate ed alcuni bug di poca importanza (come rimanere occasionalmente bloccati in un muro o personaggi parlanti che si teletrasportano), ma Mass Effect 2 è sicuramente il gioco di ruolo che può vantare la migliore grafica in ambiente console. Un pregio esaltato da un design ispirato, una realizzazione pulita, animazioni estremamente fluide (si è passati da circa 20 animazioni per la copertura ad oltre 200!) ed una regia dal taglio cinematografico (con tanto di effetto pellicola disattivabile a piacere) che potrebbe insegnare qualcosa a molti pseudo registi dei nostri giorni.

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Audio ad alta definizione

L’ineccepibile qualità visiva del primo episodio impallidiva dinanzi alla stupefacente realizzazione del comparto audio del titolo: nessun gioco prima d’ora vantava un doppiaggio di livello cinematografico di tale portata ed una colonna sonora d’eccezione con ben 37 differenti tracce, mai ripetitive e tutte perfettamente coerenti con lo spirito dell’ambientazione. Quasi impossibile fare meglio, difficile anche ripetersi in un’impresa del genere…almeno di non essere Bioware!
La premiata ditta Jack Wall, Sam Hulick, David Kates e Jimmy Hinson è tornata a stupirci con ben 27 nuovi brani, sempre ispirati da classici del cinema fantascientifico come Dune, Aliens e Blade Runner, che allieteranno non poco le nostre passeggiate intergalattiche. Tra motivi riarrangiati e new entry, è impossibile non lodare la cura maniacale con cui ogni traccia si adatta al contesto in cui viene utilizzata senza essere mai ripetitiva o scontata.

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Se la colonna sonora fa onore al genere da cui trae inspirazione, è l’incredibile lavoro di doppiaggio che stupisce per qualità e quantità di contenuti. Mass Effect 2 presenta oltre 30000 righe di dialogo, 90 doppiatori diversi e 546 personaggi parlanti completamente doppiati in italiano con una traduzione impeccabile ed un voice acting di primissimo livello. Se la versione originale può vantare artisti del calibro di Martin Sheen (Apocalypse Now), Carrie-Ann Moss (la Trinity di Matrix!) e Adam Baldwin (Full Metal Jacket), la versione nostrana mantiene intatto il talentuoso team del primo episodio con alcune piacevoli aggiunte ed una sola grande perdita: Claudio Moneta. L’amato doppiatore di Shepard, dopo aver registrato più della metà delle righe di dialogo, è stato purtroppo vittima di un incidente e la prolungata ospedalizzazione non gli ha permesso di ultimare il lavoro. Il sostituto, Giacomo Zito, per quanto capace e di talento, non arriva alle vette d’eccellenza del suo predecessore, probabilmente anche a causa del poco tempo disponibile. Al di là di questa nota negativa, non imputabile ovviamente alla software house ma al destino beffardo, il doppiaggio italiano di Mass Effect 2 si piazza senza problemi al vertice del settore supportato da un ottimo lip-sync (lontano comunque dalla perfezione della versione originale) e da una colonna sonora che ci farà letteralmente innamorare di questo universo così spietato ed affascinante.

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Le porte di Tannhäuser

Abbiamo varcato i confini di ogni galassia conosciuta, abbiamo rubato, ucciso, amato e conquistato ogni nostra vittoria con quintali di clip termiche ed ettolitri di caffè (perché ammettiamo che è stato difficile smettere…). Ogni sorriso, ogni goccia di sudore durante gli scontri più accesi, ogni sguardo incredulo di fronte alla magnificenza di questo universo fatto di texture e creatività è un elogio all’incredibile talento degli sviluppatori di Bioware.
Mass Effect 2 riesce dove Dragon Age: Origins aveva purtroppo fallito: unire una sceneggiatura articolata ed emozionante, dei personaggi unici nella loro caratterizzazione (difficilmente dimenticherete alcuni dei personaggi di ME2) ed un’ambientazione vasta e profonda quanto la Via Lattea ad un comparto audiovisivo semplicemente senza precedenti. Un universo in perenne espansione grazie anche alla (benedetta) politica dei DLC di Bioware, generosa nel rilasciare gratuitamente il Cerberus Network e l’avventura di Zaeed (ben 500 mb), contenente persino un compagno bonus.
Mai prima d’ora avevamo vissuto un’esperienza così strettamente personale da rendere “unica” ogni singola partita: difficilmente troverete qualcuno che ha fatto le vostre stesse scelte o i vostri sbagli, perché Mass Effect 2 è un vero e proprio seguito come nessun altro prima di lui, il solido ponte che ci condurrà all’inevitabile fine del terzo capitolo atteso sempre per questa generazione.
Se vi stavate ancora chiedendo qual è il miglior gioco di ruolo occidentale del panorama Xbox 360, non dovete fare altro che arruolarvi nell’Alleanza per poter dire: “Io ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”