Recensione Recensione di Let’s Dance with Mel B
Recensione di Let's Dance with Mel B di Console Tribe
di: Federico LelliTra le idee più prevedibili per utilizzare il Kinect e le sue potenzialità, in pole-position troviamo sicuramente quella di impiegare il suo motion tracking per software di fitness e di ballo.
Lightning Fish, già assoldata da Black Bean Games per Get Fit with Mel B, sfrutta ancora una volta la licenza della showgirl inglese per portarci un nuovo titolo: Let’s Dance with Mel B.
Il magico mondo della danza
All’avvio, una volta creato il profilo con il joypad, il menù ci accoglie con una serie di opzioni e modalità che definire poche è un complimento: possiamo scegliere di giocare in normale o survival, mentre il multiplayer locale ci permette di giocare in coppia contemporaneamente o, a turni, fino a otto persone.
Alla destra dello schermo Mel B, ormai decisamente lontana dagli anni migliori e doppiata al buio, a volte ci spiega cosa fare altre volte, invece, ci esorta con fermezza a procedere.
La modalità normale, come già il nome fa intendere, è abbastanza basilare: una volta selezionata la traccia ci troviamo direttamente a ballare; il survival ha come unica aggiunta la possibilità di danzare su più tracce di fila e un sistema di vite che vanno conservate muovendo i nostri passi sopra una certa media stabilita dal gioco.
Come già visto in Get Fit anche stavolta ci troviamo proiettati direttamente sullo schermo e scontornati grazie all’eliminazione dello sfondo, questa volta però faremo parte di una troupe, al fianco di altri ballerini.
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In alto troviamo una serie di sagome disposte in sequenza che stanno ad indicare la serie di passi da compiere: purtroppo queste carte sono quasi sempre troppo vaghe – per non dire inutili – quindi per seguire la coreografia molto spesso siamo costretti ad imparare i passi direttamente dai movimenti dei ballerini.
Sopra la nostra figura, invece, un indicatore ci mostra la fedeltà dei nostri passi con quelli previsti dalla canzone, anche qui niente di strabiliante: una barra graduata col punteggio e le classiche esclamazioni a valutare la nostra performance. A fine traccia un punteggio stabilisce a che livello si attesta la nostra esibizione, inserendoci in una classifica interna.
Su le mani
Se già il titolo precedente ci era sembrato un prodotto di budget abbastanza ridotto, ma che comunque era riuscito a salvare capra e cavoli, con Let’s Dance with Mel B si fa veramente fatica a trovare qualcosa che non sembri di basso livello. Iniziando dai menù già descritti, poveri di idee e di modalità, fino ad arrivare direttamente al gameplay, vero tallone d’achille del gioco.
Come abbiamo già specificato l’unico modo per stare dietro ai ballerini è seguire la loro scia: purtroppo, oltre a mancare un tutorial, non è prevista una modalità di pratica dove approfondire nel dettaglio le varie parti della coreografia, né sono disponibili diversi livelli di difficoltà. L’unica variante offerta dalle diverse canzoni è quella di esibirsi in una modalità abbreviata, che altro non è che una versione troncata a metà della stessa traccia; è veramente triste notare come non ci siano adattamenti particolari nei passi e soprattutto come manchi addirittura una sfumatura finale dell’audio, che viene tagliato bruscamente.
Se non bastasse questo a rendere il titolo difficile da approcciare, aggiungiamo un rilevamento del corpo che non sempre fa il suo mestiere correttamente: non è raro ricevere una valutazione buona agitando le braccia a caso o, viceversa, essere vagliati pessimamente per aver cercato di riprodurre alla perfezione il passo; l’assenza di un feedback chiaro e preciso ai nostri movimenti rende ancora più frustrante l’intero sistema, soprattutto considerando che le sagome poco indicative spesso coprono un intero e lungo passo di danza.
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L’impatto grafico non è sicuramente dei migliori: i fondali digitali non riescono a legarsi all’esibizione e il video dei ballerini spicca ancora di più in un ambiente che risulta estraneo e artefatto; la scelta di usare la nostra figura a schermo, la troupe e gli studi televisivi potrebbe avere un senso se l’intero scenario del reality fosse ripreso anche dagli altri elementi del gioco, ma non avendo nessun tipo di carriera in cui avanzare sembra tutto slegato e fine a sé stesso. La stessa Mel B, elemento trainante del gioco, compare come ballerina solo in una selezione limitata di tracce.
Almeno nella parte della scelta musicale il lavoro effettuato è competente e azzeccato: la tracklist include 28 canzoni decisamente note che coprono diversi generi; dal pop di Lady Gaga al revival dei Culture Club; dal latino di Noelia all’hip hop di 50 Cent; fino ad includere la storica Wannabe delle Spice Girls.
Un passo falso
Let’s Dance with Mel B è un titolo che fa poco per invogliare il giocatore: con una realizzazione tecnica scarsa e un game desing povero di contenuti, solca una strada che purtroppo è già stata percorsa in maniera egregia da alcuni e in maniera ottima da altri.
L’appeal della testimonial e la buona scelta delle tracce non bastano per promuovere un titolo che rimane troppo carente per essere concorrenziale in questo vasto mercato.