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Recensione Recensione di LEGO Indiana Jones 2: The Adventure Continues

Recensione di LEGO Indiana Jones 2: The Adventure Continues di Console Tribe

di: Bahamut Zero

Quei simpaticoni di LucasArts e Traveller’s Tales sono le menti dietro la serie di platform game più popolare degli ultimi tempi. Mai come adesso il panorama videoludico è stato dominato da shooter o da survival horror, generi insomma dove esplosioni e sbudellamenti sono all’ordine del giorno. In tutto ciò sono sempre di meno i giochi per tutta la famiglia in cui prendano il sopravvento il buonumore e la spensieratezza.
Dev’essere questo clima nostalgico la chiave del successo dell’allegra serie di videogame LEGO. Facendosi apprezzare su tutte le console per videogiochi attualmente sul mercato, la collana conta due capitoli ambientati nel mondo di Guerre Stellari, uno su quello di Batman, due su Indiana Jones e prossimamente anche due su Harry Potter. Sono tutte epopee cinematografiche di cui esiste nella realtà una simpatica versione giocattolo basata appunto sui popolari mattoncini svedesi. I bambini di ogni età possono divertirsi anche con l’incarnazione digitale di tutto questo, con videogame divertenti ed ironici che omaggiano i famosi film a cui si ispirano proponendone irresistibili parodie.

Il primo LEGO Indiana Jones, uscito nel 2007, ci proponeva di rivivere le peripezie affrontate da Harrison Ford nei primi tre celebri film dell’avventurosa serie hollywoodiana, cioè I Predatori dell’Arca Perduta, Il Tempio Maledetto e L’Ultima Crociata. Nel 2008 è però uscito al cinema il quarto episodio della saga, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo che, per evidenti ragioni di tempistica, non era compreso nell’esperienza videoludica precedente. Ecco allora che Traveller’s Tales ci presenta un nuovo videogame antologico che stavolta abbraccia l’intera quadrilogia cinematografica. Le avventure di Indy continuano!

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I Predatori del Tempio Maledetto dell’Ultimo Teschio di Cristallo

Il fulcro di questo gioco è la campagna che prende le mosse da quanto raccontato in Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo. La storia racconta dell’ennesima mirabolante avventura del celebre archeologo, alle prese con un gruppo di spie del KGB in piena Guerra Fredda alla ricerca di un mistico teschio di cristallo, chiave per ottenere la perduta conoscenza di un primordiale manipolo di divinità creatrici venute dal cosmo. La narrazione della trama è decisamente di seconda importanza rispetto al puro e semplice proseguire nel gioco, e se vi siete persi il film potreste non capire del tutto il perché di certe situazioni. Non che questo sia importante: il divertimento delle sequenze animate sta nell’irriverente simpatia dei siparietti “mordi e fuggi”, non tanto nella loro coerenza sistematica. Le scene del film vengono qui interpretate in chiave LEGO e assumono connotati divertenti e buffi con intenti comici.
La vicenda si articola lungo vari atti e ciascuno di essi si compone di vari livelli che saranno accessibili da un’area playground molto ampia. Qui si concentra la presenza di oggetti bonus e sfide opzionali che, se portate a termine, costituiranno la maggior parte della nostra percentuale di gioco completato. Il risultato è una sapiente amalgama di complementarità, con livelli regolari, livelli bonus ed extra sbloccabili che vanno ad intrecciarsi come in un gioco di scatole cinesi.
I precedenti tre lungometraggi della serie hanno subìto un analogo trattamento, sebbene godano di uno spazio più ristretto e concentrato rispetto al piatto forte costituito dal quarto film.
Nonostante la trama dei primi tre film sia già stata esposta nel precedente videogame, sarà davvero raro imbattersi in situazioni già affrontate in passato, poiché gli obiettivi e la narrazione sono stati strategicamente variati in modo da assicurare un approccio differente. Il tentativo di non annoiare il giocatore che abbia già divorato il primo episodio è perfettamente riuscito, anzi LEGO Indiana Jones 2 è tanto più divertente in relazione a quanto si sappiano riconoscere i particolari che lo distinguono dal prequel.

Il ménage del gioco vero e proprio non è stato certo stravolto: come negli altri titoli della serie LEGO, avremo da affrontare vari livelli dal classico sapore platform con burroni da saltare, chiavi da trovare e interruttori da premere. Per completare ogni quadro dovrete ben sfruttare le abilità uniche dei due personaggi giocabili a disposizione: le skill variano a seconda dello strumento che i personaggi adoperano, e passeremo a controllare alternativamente l’uno o l’altro componente della coppia di turno attraverso la pressione del tasto Y (Triangolo). La risoluzione degli enigmi si fonda sull’adoperare al momento giusto il personaggio con l’abilità più consona; ad esempio potrebbe servirvi una pala per dissotterrare la chiave da usare su una serratura ma la pala potrebbe trovarsi all’interno di un armadio di metallo che bisogna far esplodere ricorrendo alla dinamite. E anche una volta ottenuta la chiave, potreste aver bisogno di un veicolo o della frusta di Indy per raggiungere il meccanismo su cui usarla. Questo è il concetto, che va moltiplicato per una infinità di personaggi e tools diversi. Come ben sa chi conosce gli altri LEGO Game, non si può ottenere tutto e subito: per sbloccare tutti i segreti del gioco dovrete armarvi di buona volontà e pazienza certosina. Una volta completato un atto una prima volta in Modalità Storia, avremo la possibilità di rigiocarlo in maniera più libera scegliendo i personaggi che preferiamo e raccogliere così con comodo tutti gli extra che ci eravamo persi.

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Oltre alla gradevole e molto funzionale rinnovata interfaccia del menu principale, attraverso la quale avremo facile ed immediato accesso a tutti i contenuti e le modalità di gioco, una differenza rispetto al prequel è costituita dall’assenza dell’indicatore automatico di interattività: tenendo premuto il tasto X (Quadrato) mentre il personaggio impugna un oggetto o un’arma, comparirà un mirino che dovremo spostare manualmente su nemici o elementi dello scenario per attaccarli sparando da lontano o, a seconda dei casi, effettuare altre azioni contestuali come lo schioccare la frusta per tirare a sé l’oggetto o dondolarsi come da una liana. Sono stati poi anche in parte modificate, sempre in meglio, le sessioni alla guida di veicoli e i combattimenti all’arma bianca. Le battaglie corpo a corpo sono le solite: Indiana e i suoi amici useranno i nudi pugni o armi di fortuna per sbullonare ogni avversario e mandare in frantumi oggetti da cui ricavare preziose monete, con le quali sarà possibile sbloccare contenuti extra, e mattoncini LEGO per costruire nuovi strumenti utili per proseguire verso l’uscita. Molto strategiche, infine, le battaglie contro i boss di fine livello: saranno gli elementi presenti nello stage a suggerirvi la tattica migliore per liberarvi degli sgraditi nemici.
Come importante contenuto inedito notiamo che, per la prima volta, viene data al giocatore la possibilità di cimentarsi addirittura nella creazione di propri livelli personalizzati attraverso un intuitivo editor che pezzo dopo pezzo ci aiuterà a costruire il nostro mondo LEGO ideale. Una volta data una forma alla nostra fantasia, come faremmo con le vere costruzioni nella nostra cameretta, potremo giocare il livello appena creato, volendo anche in co-op locale con un amico.
La modalità a due giocatori offline è sempre attivabile in ogni momento della sessione di gameplay. Un compagno umano renderà la vostra partita molto più godibile, poichè andrà a migliorare l’autonomia del personaggio che non controllate, normalmente piuttosto poco incisivo nei combattimenti e nella risoluzione di enigmi se gestito dalla console.
A differenza dei precedenti LEGO Game, in cui i due giocatori non potevano allontanarsi troppo l’uno dall’altro all’interno dell’area di gioco perchè bloccati da una barriera invisibile, Traveller’s Tales ha concesso maggiore libertà esplorativa ad ambedue i players: quando la distanza tra i personaggi giocanti aumenta, lo schermo va a dividersi in due distinte sezioni per meglio seguire gli spostamenti di entrambi.
Un cambiamento in meglio senza dubbio bene accetto.

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LEGO Technic

“Indy 2” è il primo titolo della serie LEGO che si possa dire abbia davvero fatto un salto di qualità grafico rispetto ai precedenti episodi della collana. Le location sono coloratissime e la visuale è più ampia che in passato; anche il livello di dettaglio degli ambienti è stato aumentato, alcuni luoghi sono realizzati con cura davvero rimarchevole e non sfigurerebbero in un adventure “serio”. Gli effetti luminosi si sono fatti più gradevoli e sulle superfici notiamo, per la prima volta, una certa rifrazione della luce. Le animazioni dei simpatici pupazzetti giocattolo appaiono fluide, sebbene siano comunque piuttosto limitate, ma sono soprattutto gli oggetti inanimati a reagire in modo più curato e verosimile ai pugni di Indiana Jones e soci: quando distruggeremo un oggetto LEGO per ottenerne monete o componenti, i pezzi saltano via in maniera fisicamente credibile, piantine e ciuffi d’erba ondeggiano armoniose al nostro passarci attraverso, così come vari tipi di elementi possono avere movimenti plastici di diverso tipo quando li andremo a colpire.
Le texture che adornano i simpatici omini smontabili sono più nitide e definite che in passato e c’è stato pure un certo miglioramento per quel che riguarda la realizzazione di specchi d’acqua ed esplosioni.
Insomma, nonostante l’aspetto grafico di un gioco di questa serie non punti certo a stupire per fotorealismo, non potremo che restare ben impressionati dalla cura profusa nell’affinare l’estetica dei già molto ben riusciti LEGO Indiana Jones e LEGO Batman.

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C’è però da dire che Traveller’s Tales non ha posto rimedio all’eccessivo tearing che affligge i suoi giochi, sintomo di un motore grafico sì adatto allo scopo, semplice funzionale e dal buon rendimento, ma anche poco ottimizzato per soddisfare i giocatori più esigenti. Non pensate di abilitare l’opzione V-sync (non a caso settata di default su OFF dagli sviluppatori), non fareste che peggiorare la situazione al limite dell’ingiocabilità. L’eventuale installazione su Hard drive, facoltativa su Xbox 360, migliora un po’ l’effetto finale ma non risolve il problema al 100%.

A livello sonoro il gioco punta ad appagarci grazie alle ottime musiche estrapolate dalla quadrilogia cinematografica: come non lasciarsi rapire dal mitico tema musicale di Indiana Jones, composto nientemeno che da Sir John Williams?
Lungo i vari livelli di gioco e i differenti momenti della storia, la colonna sonora saprà ottimamente accompagnarci attraverso scoperte archeologiche, tradimenti inaspettati e inseguimenti a tutta velocità.
Altrettanto fanno gli effetti sonori, ben realizzati e in perfetta armonia con la simpatia cartoonesca e a tratti surreale e psichedelica di questo videogioco, i cui protagonisti, essendo mattoncini giocattolo, non parlano ma si esprimono a gesti e mugugni.

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L’Avventura continua, ma per quanto?

Per concludere questa nostra breve incursione nell’universo componibile dei mattoncini LEGO, sarebbe il caso di rispondere all’annosa questione che attanaglia ogni videogiocatore in tempo di crisi economica: lo compro o non lo compro? Non è immediato dare un responso univoco a questo interrogativo quando si ha a che fare con un prodotto come LEGO Indiana Jones 2. Ma la risposta per i maniaci dell’archeologo avventuriero più famoso di Hollywood non può che essere positiva, poiché la spassosa rilettura umoristica dei quattro film della serie vale da sola il prezzo dell’acquisto. Potrebbero però avere qualche riserva coloro che hanno già giocato a fondo i vari precedenti videogiochi, che nondimeno li avranno sicuramente apprezzati: nonostante i nuovi scenari, l’aspetto grafico più accattivante e il ricco level editor, la formula dei LEGO Game inizia a sapere troppo di già visto. Pertanto, per tutti coloro che sono nuovi a questa scanzonata collana di parodie cinematografiche in salsa platform, LEGO Indiana Jones 2 L’Avventura Continua è un punto di partenza perfetto per approcciarsi alla serie, poiché ne rappresenta senza dubbio l’apice. Gli altri potrebbero aver bisogno di pensarci un po’, ma alla fin fine anche stavolta il divertimento non mancherà.