Recensione Recensione di Le Tour de France
Recensione di Le Tour de France di Console Tribe
di: Giovanni MancaZa za za zaz!
Za za za zaz!
Za za za zazza,
za za za za!
“Era ora!” avranno esclamato gli appassionati dei pedali alla notizia che Focus Home Interactive avrebbe pubblicato Le Tour de France 2011, ultima fatica di Cyanide Studio, “finalmente un videogame dedicato al ciclismo su strada non manageriale!”. Beh ragazzi, un po’ di pazienza, il team di sviluppo non è certo celebre per i suoi capolavori videoludici. Allacciate il caschetto ed infilatevi in una attillatissima tutina sgargiante, mettetevi dietro la nostra ruota e seguite la scia della recensione, del resto la meta non è lontana e Cyanide pedala parecchi chilometri indietro, arrancando insieme ai suoi fidi gregari, Pro Cycling Manager e Blood Bowl.
Et voilà, le tour de france!
Nell’analisi delle simulazioni sportive solitamente si cerca di sintetizzare in modo chiaro ed esaustivo quelle che sono le modalità di gioco offerte, senza annoiare il lettore; non è il caso del titolo targato Cyanide, dal momento che “Tour de France” e “Tappa Singola” sono le uniche possibilità offerte al player: grave difetto? Beh, dipende dai punti di vista, tutto è relativo, ma lo capirete da solo in fondo alla recensione.
Il Tour 2011 viene introdotto da un breve videoclip che illustra le tappe della corsa: velocemente la visuale satellitare si sposta da una città all’altra, facendo capire ben poco di quello che attende il giocatore. Non resta che selezionare la squadra e il ciclista: Tour de France 2011 sfrutta ovviamente la licenza della corsa francese che include i 22 team iscritti. Una schermata piuttosto povera esplica con una certa chiarezza le caratteristiche di ogni singola squadra (classifica generale, scatti e passisti), i ciclisti e relative peculiarità generali (cronometro, scalatori, velocisti e passisti) distinte in tre livelli di forza (oro, argento e bronzo) e caratteristiche specifiche valutate in centesimi (montagna, colline, sprint, discesa, recupero, grinta e così via). Solo sei ciclisti per squadra possono partecipare al Tour (nella realtà sono nove): dopo aver scelto il team con il quale prender parte alla grande Boucle dovremo di conseguenza scegliere i migliori corridori dal roster al soldo del manager, roster spesso composto da più di venti ciclisti dalla caratteristiche piuttosto differenti. Ogni tappa è preceduta da un breve filmato in linea con quello già visto per la presentazione dell’intera corsa: in sostanza, il trionfo dell’inutilità e dello spreco digitale. Sarebbe stato molto utile un briefing in grado di evidenziare i punti chiave dei chilometri da affrontare, i traguardi intermedi, gran premi della montagna, discese impervie, punti di attacco e cosi via: nulla di tutto questo ma un videoclip dance con visuale satellitare impazzita intervallata da filmati delle edizioni precedenti della corsa francese. Davvero inutile: ma, se tale presentazione fosse stata fatta con tutti i crismi, avrebbe avuto qualche utilità ai fini strategici, nel senso che il giocatore avrebbe potuto stabilire una tattica di squadra? Beh, no, sarebbe stato un coitus interruptus piuttosto doloroso.
Coerentemente infatti, il feeling trasmesso dal gameplay vero e proprio è ancora più scadente della fase pre-gara. Allo start ci troveremo in testa al gruppo, pronti a dare battaglia insieme al nostro team; il sistema di controllo è abbastanza semplice e ci mancherebbe pure: un pulsante per alzarsi sui pedali e scattare, uno per aumentare lo sforzo, un altro per rallentare. Nel HUD, in basso a destra dello schermo, è possibile tener d’occhio velocità, sforzo e battito cardiaco.
La pressione dei grilletti permette di voltare lo sguardo per dare un’occhiata all’indietro, o meglio, per cercar di farlo: evidentemente gli sviluppatori hanno pensato che, quando si sta su un sellino di bicicletta, le pupille siano bloccate al centro della sclera e dunque non sia possibile avere un buona visuale posteriore; ne consegue che in Tour de France non è possibile avere un’idea precisa di cosa ci sia nella strada dietro la nostra ruota come, ad esempio, la posizione del gruppo o di un eventuale inseguitore, se non facendo zig zag sull’asfalto tenendo premuto uno dei due grilletti. Se fossimo davanti ad un gioco di “guida” normale, tale movimento renderebbe impossibile tenere in strada la bici: non stiamo però analizzando un gioco “normale” ma Tour de France 2011. Muovere lo stick sinistro, nel gioco targato Cyanide, è un’attività praticamente inutile in quasi tutte le fasi del gioco a parte le situazioni in cui è necessario avanzare al centro del gruppone: non esistono collisioni né con gli altri corridori né con gli elementi ai bordi della strada, tanto che si ha la sensazione di essere privi di libero arbitrio su qualsiasi cosa ci passi per la testa, anche la più scontata, come guidati verso l’inesorabile da un angelo custode su un nastro trasportatore.
Per terminare l’analisi relativa al sistema di controllo non possiamo non spendere due parole sulla gestione della squadra durante la corsa: è prevista infatti la possibilità di chiedere supporto, un attacco piuttosto che una copertura a un proprio compagno, tutto grazie ai tasti direzionali. “Ho un razzo sotto le chiappe!”, “sono l’uomo giusto per te!”, “Ti seguo”, tutte belle intenzioni ma tristemente inutili dal momento che è tutto vanificato dalla concezione strutturale della tappa.
Certo, non si poteva pretendere di pedalare virtualmente per centinaia di chilometri ma sintetizzare i punti salienti di ogni percorso in pochi minuti di gara sicuramente si; Cyanide, tra tutte, ha invece scelto la soluzione peggiore, ovvero quella di suddividere ogni tappa in fasi “pedalate” e fasi “simulate”. La conseguenza è ovvia: la fase simulata successiva a quella giocata rende praticamente inutile tutto quello che stato fatto in precedenza. Sempre che si sia riuscito a fare qualcosa prima di spegnere la console.
Per finire, non esiste nessuna modalità multiplayer, né online né offline.
Vintage
La qualità della realizzazione tecnica è quasi più sconcertante del lavoro fatto in relazione al gameplay. Salviamo il salvabile prima di stendere un velo pietoso: il dettaglio dei ciclisti, nonostante un aliasing degno di una sega circolare, e le animazioni in sella sono discrete se il parametro di riferimento è la qualità media del lavoro firmato Cyanide, scarsi se confrontati a un videogame sportivo di buon livello. Tutto il resto è peggio, dai menù di gioco allo scenario che fa da sfondo alla gara, spettatori clonati animati da pochissimi frame, effetto pop up devastante, bad clipping galoppante, dettaglio ridicolo. Considerando che la stessa console fa girare giochi del calibro di V-Rally, Moto Racer, Ridge Race Type 4 e Gran Turismo, non possiamo non essere amareggiati (perdonateci la battuta!).
Sudore amaro
Giocare a Tour de France 2011 è divertente come scalare l’Alpe d’Huez il 15 agosto in sella a un triciclo, ovviamente senz’acqua nella borraccia. Si tratta di un titolo chiaramente di nicchia che si rivolge in particolar modo agli appassionati delle simulazioni sportive e del ciclismo: il consiglio è quello di stare a debita distanza, non c’è nessuna possibilità che il titolo in esame possa regalarvi qualche minuto di divertimento. Eppure le prospettive per realizzare un videogame per lo meno divertente in un genere praticamente inesplorato c’erano tutte. Sperare che Cyanide tragga insegnamento dai suoi passi falsi per migliorarsi in futuro? Preferiremmo non correre il rischio. Non c’è altro da dire, una tremenda delusione.