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Recensione Recensione di Kinect Sports: Stagione 2

Recensione di Kinect Sports: Stagione 2 di Console Tribe

di: Federico Lelli

È passato ormai un anno intero dal lancio in pompa magna del Kinect e dei suoi primi titoli e, puntuali come sempre, arrivano i primi sequel stagionali, giusto in tempo per il periodo natalizio.
Dopo il successo del primo episodio infatti Rare e Big Park non potevano farsi sfuggire l’occasione di lanciare un secondo capitolo di Kinect Sports, portando nei nostri salotti nuove ed entusiasmanti discipline.

Agonismo da salotto

La seconda stagione della periferica Microsoft coincide infatti con Kinect Sports: Stagione 2 che introduce sei attività inedite: tennis, football americano, golf, freccette, sci e baseball.
Già dai menù iniziali notiamo un’interessante revisione: i comandi vocali, attivati sempre dalla parola d’ordine “xbox”, ci assistono e velocizzano il processo di selezione, che in alternativa usa i soliti sistemi di puntamento con le mani. L’interfaccia, organizzata in grandi icone per essere più accessibile al Kinect, è abbastanza comoda da navigare anche se a volte eccede in menù e sottomenù.
Ogni gioco ha infatti diverse modalità a disposizione: il singolo contro i tre livelli di CPU, il multi locale per due giocatori in contemporanea o quattro alternati, i minigiochi e le partite veloci (dove ci si batte su una selezione casuale di sport); mentre sul versante online il tradizionale multiplayer e le sfide. Queste sono proprio tra le novità più interessanti visto che ci permettono di competere in maniera asincrona con i nostri amici impostando un record e inviandolo tramite la rete, in maniera molto simile alla modalità rivali di Forza Motorsport 4.

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Made in USA

Si parte dal football americano, richiesto a gran voce dai giocatori statunitensi: in questa specialità vestiamo letteralmente i panni del quarterback di turno, incaricato di lanciare la palla ai ricevitori. La fase di attacco inizia col punt degli avversari, ovviamente siamo noi a ricevere la palla e a correre per cercare di infrangere le difese: la fase di corsa ci chiede esclusivamente di agitarci sul posto ed è un peccato visto che schivate e contrasti sono gestiti in maniera automatica e abbastanza casuale dal gioco. Va meglio dopo il primo down, quando finalmente possiamo gestire l’attacco in posizione: dopo la scelta degli schemi (che volendo può essere lasciata all’allenatore), ci dobbiamo chinare in attesa della palla che arriverà puntuale quando ci solleveremo o quando grideremo il classico “hut”. I tre ricevitori, disposti a sinistra, destra e al centro, cominciano a correre e ci segnalano la loro disponibilità grazie ad un’icona verde, è qui che dobbiamo lanciare sperando che i difensori avversari non ci abbiano già atterrati. Ricevuta la palla con il ricevitore, torniamo alla corsa, che è identica a quella iniziale. La fase di attacco dura solo quattro down, che comunque di solito bastano per arrivare al touchdown, in caso contrario ci dobbiamo accontentare di segnare un field goal col kicker cercando di calciare la palla ovale tra i pali. Non c’è fase difensiva e, nelle partite contro la CPU, ci limitiamo ad osservare un veloce grafico che ci mostra velocemente l’avanzata avversaria.
Il rilevamento risponde in maniera precisa nei lanci e nei calci direzionabili, mentre è più approssimativo nella corsa, dove il controllo è minimo.

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Altro gioco a stelle e strisce, ma con un seguito notevole anche in Giappone, il baseball entra di diritto nella selezione di Kinect Sports. Essendo uno sport che focalizza la sua attenzione su pochi personaggi alla volta, si rivela un’esperienza perfetta per il motion control. Nella fase difensiva saliamo sul monte e, palla e guantone alla mano, cerchiamo di eliminare gli avversari in ricezione. Dietro al ricevitore ci aspetta il catcher che ci segnala i tiri migliori in base al giocatore che abbiamo davanti; nella selezione dei lanci disponibili possiamo alternare le braccia e la curvatura della palla oltre ovviamente alla velocità. Non essendo previste foul ball o tiri fuori dalla zona di lancio, gli unici modi per eliminare un ricevitore dal monte sono tre strike consecutivi o l’intercettazione al volo della palla respinta, che si attiva automaticamente quando il tiro cade in zona difensiva: in questo caso saremo con la camera alle spalle del giocatore e ci viene indicata un’icona dove muovere la mano per il recupero.
La fase di attacco inizia dalla ricezione: ci posizioniamo di fianco alla casa base, mazza virtuale alla mano, e aspettiamo che il lanciatore ci metta alla prova; lo swing, effettuato roteando le braccia in avanti, tiene conto della velocità e della direzione impressa alla palla. I tiri migliori ci fanno avanzare di due o tre basi automaticamente, mentre i fuoricampo ci fanno guadagnare direttamente un punto per ogni base occupata; in caso di tiro in zona coperta dalla difesa invece ci tocca correre per conquistare la prima base con la possibilità di scivolare per rubare il tempo al cornerman. La partita va avanti normalmente per due inning, alla fine dei quali chi ha più punti vince.
Con un’esperienza più completa rispetto a quella del football americano, il baseball offre un controllo coerente e vicino alla realtà, pur accettando qualche compromesso per velocizzare i tempi di gioco. Entrambi gli sport sono però culturalmente poco accessibili per i giocatori europei e, anche se l’esperienza ludica rimane invariata, si apprezzano sicuramente di più se si ha un’infarinatura delle regole.

!==PB==!
La potenza e la velocità

Spostandoci in ambiti più conosciuti andiamo ad affrontare il tennis, sport sicuramente più tradizionale e rassicurante. Dopo aver scelto il braccio con cui impugnare la racchetta e servito alzando la palla con la mano opposta, scopriamo che i movimenti del tennista sono affidati completamente alla CPU mentre il nostro compito è esclusivamente quello di respingere la pallina. Oltre a scegliere la direzione con ampi gesti delle braccia, possiamo rallentare la palla con un movimento tagliato verso il basso o potenziare il tiro facendo un passo avanti prima della risposta. Il gioco si svolge in maniera abbastanza tradizionale fino a che uno dei due tennisti non manca il colpo o viene portato all’estremo servendo un lob involontario; la palla alta apre all’avversario la possibilità di fare punto con uno smash, più veloce e quasi imprendibile. Curiosa la possibilità di lamentarsi con le decisioni degli arbitri di linea alzando entrambe le braccia che, se ben motivata, ci porta a guadagnare un punto. I controlli funzionano egregiamente anche se alla lunga tendono a stare stretti visto che le strategie di gara sono abbastanza basilari; di tutto il pacchetto questo è forse il gioco che visivamente rende meno, proprio per le continue compenetrazioni tra giocatore, racchetta e palla.
Cambiamo disciplina e ci spostiamo nelle montagne innevate per gareggiare sugli sci: dopo la partenza al cancelletto usiamo le bacchette per darci la spinta iniziale; una volta iniziata la discesa ci possiamo chinare nella posizione ad “uovo” per scendere più velocemente o allargare le gambe per avere più controllo sui nostri movimenti laterali, che si eseguono inclinando il corpo. La pista è divisa in tre macroaree: centro, sinistra e destra, e il nostro obbiettivo è quello di imboccare correttamente le porte distribuite a zig zag. Non mancano inoltre dei punti dove dobbiamo saltare, il tutto in un totale di tre piste differenti, con la possibilità di gareggiare fianco a fianco con un rivale. Anche in questo caso i controlli sono semplici e ben calibrati.
Le due discipline, facili e veloci, sono però poco profonde e mostrano un gameplay poco vario e abbastanza ristretto, nel tennis per mancanza di strategia, nello sci per gli input limitati.

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L’occhio e la precisione

Dopo i movimenti rapidi e frenetici richiesti da tennis e sci passiamo ad attività più rilassanti utili per riprendere fiato: il golf e le freccette. Nella prima percorriamo le verdi distese del golf course: la riproduzione fedele dello swing, da impiegare per lanciare la pallina, e l’integrazione dei comandi vocali per scegliere tra le varie mazze, che possono essere alternate anche con la mano distesa, ci portano in pochissimo tempo sul green, dove un indicatore luminoso ci segnala il percorso verso la buca. Tra i comandi accessori sono degni di menzione la possibilità di portare la mano sulla fronte per esplorare il territorio e l’imposizione della mano sinistra in avanti per fare le prove dei tiri. Il golf è forse lo sport più raffinato nella compilation e offre un’esperienza estremamente gratificante, minata solo in parte dalla scarsità dei tracciati presenti (solo nove buche in totale) e dalla mancanza di un indicatore per la potenza del tiro.
Le freccette seguono il regolamento tipico del 501 con l’obbiettivo di arrivare per primi ad azzerare il proprio punteggio. Dopo aver scelto l’altezza della tv rispetto al nostro braccio (impostazione che può essere cambiata nei menù) alziamo la mano per vedere un mirino comparire sullo schermo che inquadra il bersaglio. Portando indietro il braccio nel momento giusto fermiamo il puntatore e distendendo l’arto possiamo lanciare; curiosa la possibilità di disturbare l’avversario mentre tira muovendoci come dei forsennati alle sue spalle.
Viste le premesse da gioco da bar e la facilità di esecuzione, non si può certo dire che questo sport sia riuscito male; sicuramente è il più basilare tra i sei ma può nascondere dei bei momenti di svago.

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Squadra che vince non si cambia

Ambienti colorati e personaggi sempre in tema con l’evento sportivo sono una costante per questo gioco che, come tutti i titoli che usano gli avatar, non fa della parte grafica il suo punto di forza; nonostante questo si nota una certa cura nel design generale e i nostri alter-ego non risulteranno mai fuori luogo o poco integrati. Dal punto di vista del sonoro troviamo invece un’ottima selezione di musiche pop usate durante i festeggiamenti e i soliti effetti tipici da stadio, che ci aiutano ad entrare nel vivo della competizione.
I minigiochi presenti, che spesso si concentrano a ripetere una fase particolare di gioco in cerca del record, sono un buon sistema per staccare dalle discipline complete e variano un po’ l’offerta del pacchetto; senza contare che sono previste altre varianti nei DLC gratuiti che si aggiungono a quelle già presenti nel titolo al lancio.
Ognuna delle modalità presenti, tranne le sfide, integra la possibilità di giocare in multi locale spalla a spalla dove è possibile (tennis, sci, baseball) o a turni fino a quattro persone (football, golf, freccette); nel multiplayer online invece si gioca a schermo pieno contro il proprio avversario.
Kinect Sports: Stagione 2 a ben vedere più che un seguito sembra quasi un prodotto parallelo da affiancare al precedente: anche considerando l’interfaccia vocale e i giochi completamente nuovi la formula collaudata è sempre la stessa, a discapito dell’effetto sorpresa. La concorrenza con il primo capitolo, che offre anche una selezione di giochi più brillante, è proprio l’unico neo di un prodotto tutto sommato apprezzabile: ottimo come party game per tutta la famiglia, offre un divertimento veloce e immediato anche in singolo grazie alle sfide online e ai minigiochi. Consigliato a tutti gli sportivi da salotto.