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Recensione Recensione di Il Regno di Ga’Hoole – La Leggenda dei Guardiani

Recensione di Il Regno di Ga'Hoole - La Leggenda dei Guardiani di Console Tribe

di: REdeiDESIDERI

Scritta tra il 2003 ed il 2008 dall’americana Kathryn Lasky, la saga de I Guardiani di Ga’Hoole conta all’attivo ben quindici tomi, tutti incentrati sulla figura dei succitati guardiani: un gruppo di gufi dalle incredibili capacità, dediti alla salvezza del mondo dai cosiddetti “Puri”. La particolarità di questa serie è infatti proprio quella di essere completamente incentrata sui gufi, e su altre tipologie di volatili quali aquile, corvi et varia. Acquistati i diritti cinematografici nel tentativo di dare un erede a Harry “il miliardario” Potter, i Warner Studios non potevano certo esimersi dal pubblicare anche un apposito videogame. Ecco dunque che dopo la release cinematografica avuta in Ottobre, Il Regno di Ga’Hoole – La leggenda dei Guardiani (da ora semplicemente Ga’Hoole) arriva anche su console.
Le vediamo bene le vostre facce, lo sappiamo che quando il cinema incontra il videogioco l’ombra del flop è dietro l’angolo, voi però siate ottimisti e non gufate!

Punti di vista

Soren è un barbagianni dall’infanzia travagliata: rapito dai Puri poco più che neonato, il piccolo barbagianni fu costretto alla cattività, mentre i Puri cercavano di fargli il lavaggio del cervello affinché diventasse un membro della loro causa. Fuggito dalla prigionia grazie alla sola forza di volontà, il barbagianni finirà per ritrovarsi nientemeno che tra le fila dei difensori di Ga’Hoole, un gruppo di guerrieri mitici dediti da sempre all’ordine del mondo. Questa è vicenda letteraria e cinematografica, e non vi resta che dimenticarla, perché le scelte narrative di questo Ga’Hoole videoludico sono completamente diverse! Con una scelta di controtendenza, infatti, gli sviluppatori di Krome Studios hanno ben pensato di non mettere il giocatore nei ben noti panni di Soren, quanto piuttosto in quelli di Shard, un gufo inventato per l’occasione, anch’egli orfano sin dai teneri natali e addestrato come Soren ad essere un guardiano di Ga’Hoole. Com’è ovvio aspettarsi, il nostro apprendista sarà parte attiva della guerra tra i guardiani ed i Puri, così che al giocatore venga data la possibilità, seppur marginalmente, di rivivere una parte delle cronache della guerra, seppur attraverso gli occhi di un personaggio inventato ad hoc. Il problema sostanzialmente è tutto qui. Con la creazione di Shard, personaggio inedito, ci saremmo aspettati che gli studios si fossero sforzati un po’ di più per rendere chiaro al neofita della saga tutti quelli che sono i punti cruciali della vicenda. Ciò invece non avviene quasi mai, tanto che l’intera narrazione è frammentaria, quasi sconclusionata. I fan poi, probabilmente già delusi dalla scelta del protagonista, dovranno sapere che i personaggi principali dell’opera letteraria saranno poco più che comparse, e che tutto il fascino del brand parrebbe limitato alla caratterizzazione dei luoghi di gioco. Un lavoro così scoraggiante che potrebbe deludere persino uno dei fan più accaniti.

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Se questo è un Gufo

Avviato il gioco, la prima cosa che ci verrà chiesta sarà scegliere la razza di Shard. Il personaggio è stato creato ex novo, e dunque gli sviluppatori hanno saggiamente deciso di far scegliere all’utente quale razza di gufo impersonare. La rosa dei candidati è composta da ben quattro elementi, le cui caratteristiche ne avvantaggiano la forza piuttosto che la velocità o la resistenza. Deciso, quindi, quale sarà il nostro gufo da combattimento, affronteremo un buon numero di missioni, tutte rigorosamente ad ali spiegate. Essendo Ga’Hoole un gioco sui volatili, la cosa più ovvia è che il gameplay sia incentrato sul volo e sulle battaglie aeree, cosa che di fatto è. Tutte le 27 missioni saranno dunque incentrate su dinamiche aeree, in cui dovremo combattere nemici, raggiungere o inseguire determinati obiettivi o quant’altro riusciate ad immaginare faccia un gufo guerriero. In effetti a ben vedere, anche gli studios avranno avuto qualche difficoltà nel capire come possa impegnare la sua giornata un gufo combattente dato che, in fin dei conti, il set di opzioni si va esaurendo livello dopo livello; sicché già dopo un’oretta avrete saggiato praticamente ogni possibile variante del gameplay. Per rendere poi il tutto un po’ più dinamico, i livelli sono ricolmi di monete, con le quali è possibile acquistare un buon numero di armature con cui equipaggiare il nostro gufo. Nulla di innovativo, ma con quale coraggio mandereste un gufo in guerra senza le adeguate protezioni?!

Vooolare! Oh oh!

Passando ai controlli, dobbiamo dire che il lavoro fatto non è eccellente, ma dà comunque una certa soddisfazione. Il sistema di volo è estremamente basilare, ed è assegnato sostanzialmente alla combinazione stick + grilletti. Largo dunque a schivate, avvitamenti, picchiate e quant’altro possa servire per librarsi in aria. In tal senso la sensazione generale è piuttosto buona, poiché il controllo del gufo, sebbene spesso pecchi di precisione e di difficoltà nel gestire la telecamera, è immediato e divertente, segno evidente di un gameplay pensato anche per utenti non propriamente stagionati. Determinate azioni, inoltre, sbloccheranno sessione dopo sessione nuove possibilità di dinamica aerea, come mosse speciali, azioni evasive, e combo di combattimento più potenti. E visto che di combattimento si parla, diamo anche una rapida occhiata agli scontri, di cui questo Ga’Hoole decisamente abbonda. Come ci si aspetterebbe dopo aver visionato il sistema di volo, anche la controparte action del titolo Warner Bros verte su canoni decisamente easy, sebbene l’approccio iniziale (data l’azione esclusivamente in volo) posa essere un po’ sconclusionato. Con la pratica comunque tutto è possibile, ed ecco che già dopo una mezz’ora buona avremo in mano il pieno controllo del nostro gufo da guerra. Shard combatte e si difende proporzionalmente alle capacità del gufo selezionato all’inizio del gioco e può, in caso di difficoltà, persino chiamare man forte. A conti fatti l’esperienza dei combattimenti fila abbastanza liscia, e dopo un primo smarrimento si constaterà subito l’estrema semplicità del sistema di attacchi, composto dai tipici colpi leggeri e pesanti, concatenabili in combo progressivamente più lunghe. Il gioco è sostanzialmente tutto qui. Le sessioni di volo imperano, mentre tra un inseguimento ed un salvataggio ci toccherà sconfiggere questo o quel rapace raccogliendo, se ci riusciamo, una manciata di monete utili per sbloccare un’armatura migliore di quella che abbiamo già. Gli scenari infatti sono completamente spogli, e privi di ogni forma di interattività, tanto che difficilmente vi verrà voglia di rigiocarli o di ri-esplorarli.

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Reparto geriatrico (per Gufi)

Tecnicamente parlando, Ga’Hoole è ben al di sotto degli standard di questa generazione, e forse appena sufficiente per la passata. Caratterizzato da una generale pochezza nei dettagli e da un level design scialbo, il gioco non riesce a convincere nemmeno nella caratterizzazione dei suoi personaggi, tanto che spesso addirittura ci si confonde davanti a tutta una serie di gufi praticamente uguali. Unico pregio riscontrabile sono probabilmente le cut-scene, dirette per mezzo di alcuni disegni statici molto ispirati e da un evocativo stile fantasy. Per ciò che concerne il profilo acustico constatiamo anche qui delle lacune piuttosto ampie che contribuiscono a rendere l’opera complessivamente povera. Le musiche di accompagnamento e gli effetti sono infatti miseri, e l’idea che se ne ha è complessivamente poco più che discreta. Solo il doppiaggio in italiano, a dispetto delle premesse, si dimostra decisamente buono ed in grado di restituire un minimo di interpretazione da parte degli attori digitali. Tutto il resto è noia.

C.V.D.

Ammettetelo! Avete gufato! Come volevasi dimostrare Il Regno di Ga’Hoole – La Leggenda dei Guardiani è infatti un titolo scialbo, povero, assolutamente sconsigliato. Non bastasse ciò, le particolari scelte narrative potrebbero deludere persino le aspettative di un fan accanito, che si aspetterebbe di giocare la storia per mezzo dei protagonisti anziché attraverso un personaggio creato ex-novo ed assolutamente anonimo. Il titolo è facile, breve e povero di tutte quelle attenzioni che lo potrebbero rendere, anche solo lontanamente, un memorabilia per i fan. Dateci retta: se i gufi sono la vostra passione ed avete il desiderio di entrare nel regno di Ga’Hoole, dimenticatevi il gioco, dimenticatevi il film, ed aprite un buon libro!