Recensione Recensione di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II
Recensione di Harry Potter e i Doni della Morte - Parte II di Console Tribe
di: Giovanni "Abari" PinizzottoChe Ms. J.K. Rowling abbia del talento è cosa assai nota, e lo dimostra proprio il fatto che sia riuscita a dare libero sfogo alla sua eccezionale fantasia regalando, “nero su bianco”, uno dei romanzi per ragazzi (e non solo) più acclamati di tutti i tempi, capace di consacrarla definitivamente nell’olimpo degli scrittori fantasy di successo. La saga del più famoso maghetto di Hogwarts, ormai giunta al termine, si congeda dal grande pubblico proprio in questi giorni, con la comparsa nelle sale cinematografiche della seconda parte del capitolo conclusivo, replicando – e non poteva essere altrimenti – anche in ambito videoludico, con l’omonimo Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II.
Resisti Harry…
Di tempo ne è passato e gli eventi narrati durante il primo anno all’Accademia di Magia sembrano ormai uno sbiadito ricordo. Il piccolo Harry è maturato, ha acquistato sempre più consapevolezza di se stesso, ha fatto i conti con le sue paure e con le debolezze umane, affrontato nemici temibili, sconfitto guerrieri invincibili ma, soprattutto, ha imparato a poter contare sugli amici di sempre, indispensabili per fare in modo che le cose vadano per il verso giusto. Il maghetto occhialuto, insieme agli azzeccati personaggi di contorno che tutti abbiamo imparato a conoscere, si presenta di fronte all’appuntamento finale, pronto a fare i conti con il destino e ad affrontare in uno scontro all’ultimo sangue il suo più acerrimo nemico.
La narrazione riprende proprio da dove era stata interrotta. Da un lato ritroviamo Lord Voldemort, forte della sua ultima conquista – la potente bacchetta di sanbuco – e determinato a tutto pur di stanare il suo storico antagonista. Dall’altro, invece, abbiamo Harry, Hermione e Ron più che mai intenti a ricercare i vari Horcrux, oggetti magici che il Signore Oscuro in persona ha reso tali celando al loro interno porzioni della sua anima, la cui distruzione rappresenta un passo decisivo verso la sconfitta delle forze del male. A metà tra i due contendenti ritroviamo il castello/scuola di Hogwarts, che non vive momenti felici sotto il comando del controverso preside Severus Piton, oramai trasformato, da ameno luogo magico ad oscuro scenario, infestato da Mangiamorte e Dissennatori e inevitabile teatro dello scontro finale. Il destino ha tirato i suoi fili e come novelli burattini i nostri eroi si accingono ad animare la scena dell’atto finale.
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Incantesimi da Trincea
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II, oltre a rappresentare un tanto atteso seguito del capitolo videoludico precedente, decisamente acclamato dal pubblico, ma che poco ha incantato la critica di settore, ricalca appieno lo stile di gioco già visto, rinnovando e modificando alcuni aspetti che non erano stati molto azzeccati, ma continuando a collocarsi all’interno del genere degli sparatutto in terza persona.
Davvero buone le meccaniche TPS, tanti i ripari offerti negli scenari che facilitano il compito del giocatore nello stare acquattato, correre da un punto all’altro e alternare fasi di “fuoco sotto copertura” a quelle di “fuoco diretto”. Ancora una volta niente artiglieria pesante da imbracciare, ma solo la fedele bacchetta magica come arma di distruzione di massa e, visto gli incantesimi messi a disposizione, non ci sarà da rimpiangere proprio nulla.
I tasti dorsali permettono di azionare il sistema di puntamento, di lanciare l’incantesimo selezionato, di attivare le difese e di interagire con i quick time event, mentre i front botton serviranno per eseguire alcune azioni (come la corsa, per esempio) e per selezionare i vari incantesimi da innescare. Ben nutrito il bagaglio offerto, con varie elementi non disponibili da subito ma sbloccabili man mano che si procede nell’avventura. In ambito difensivo, Protego sarà un validissimo scudo, adattato all’occorrenza a strumento offensivo quando si urta un avversario mentre la difesa magica è in funzione. Interessante, e davvero piacevole notare, che la difesa non è infinita e, quasi come uno scudo fisico, anche la coltre magica risente degli attacchi più violenti, o semplicemente di quelli ripetuti, sfaldandosi e rendendo vulnerabile all’offensiva avversaria il proprio personaggio. Expelliarmus, invece, si configura come il più usato strumento d’attacco, rapido ed efficace, assumendo la forma di una saetta scagliata dalla bacchetta magica. Mentre Expulso altro non è che una variante della magia precedente, che restituisce una raffica di fasci luminosi in grado di colpire con estrema precisione l’avversario, aumentando i danni inflitti. A queste si aggiungono anche delle magie più strutturate che diventeranno indispensabili durante il proseguio dell’azione. Petrificus Totalus, per esempio, è l’ideale per colpire i nemici a distanza, soprattutto quando ci si trova in luoghi che offrono una visuale sopraelevata. Confrigo, all’opposto, è consigliabile negli scontri ravvicinati, sebbene risulti lento nell’esecuzione ma estremamente potente nell’infliggere gravi danni al malcapitato di turno. Infine, Impedimenta, strumento perfetto contro avversari di grande stazza, adatto per rallentare la controffensiva e apportare seri tormenti alle difese nemiche.
Oltre ai combattimenti “da trincea”, dove è importantissimo essere scaltri e veloci nello sbarazzarsi degli avversari, il giocatore sarà chiamato a misurarsi con fasi di gioco in cui dovrà cimentarsi in fughe rocambolesche, intento a scansare oggetti e detriti che pioveranno da tutte le parti o a trucidare nemici lanciati all’inseguimento. Ma le sorprese non finiscono qui e spazio è stato lasciato anche alle coperture strategiche dove, come provetti cecchini, si cercherà di dare ad un compagno di squadra gestito dalla CPU la giusta sicurezza, mentre questi si affanna a liberare la strada per poter proseguire nell’avventura aprendo cancelli e porte serrate da potenti stregonerie o raggiungendo punti di interesse all’interno del campo di gioco.
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Decisamente ridotte rispetto alla prima parte dell’omonimo titolo, se non quasi del tutto inesistenti, i momenti di gioco stealth, che hanno ceduto il passo ad una componente action più marcata.
Indipendentemente dalla difficoltà di gioco selezionata, che offre due modalità iniziali (Normale e Avanzata) e una sbloccabile (Esperto), nel complesso l’I.A. degli avversari risulta non eccessivamente sviluppata, benché sia doveroso segnalare che l’aggressività, anche dei nemici casuali, cresce mano a mano che ci si avvia verso la fine del gioco, giungendo in alcuni frangenti ad impegnare maggiormente. Senza dubbio, visto il trend tenuto, siamo di fronte ad un punto a favore del titolo e della sua giocabilità ma ci saremmo aspettati un maggior impegno in tal senso. Carente risulta anche la gestione dei compagni di viaggio, il più delle volte inadeguati ad offrire un buon “fuoco di copertura” e inutili quando, posti nelle vicinanze del personaggio giocante, si fermano quasi ad osservare mentre si copre la stessa direzione, smettendo di collaborare e dirigendo le loro attenzioni in un’altra zona d’assedio, con tanto di agevolazione per i nemici in avanzamento verso quell’area.
Puntare un avversario, fatta eccezione per la versione Wii che sfrutta un diverso sistema di controllo, è operazione che richiede un po’ di dimestichezza per essere appresa. Il mirino non è dei più reattivi e non sempre i nostri colpi riescono ad andare puntualmente a segno, soprattutto quando si è intenti a spostarsi verso un punto di riparo o se l’avversario inizia a correre in varie direzioni, rendendo quasi impossibile seguirne i movimenti e colpirlo.
Difficilmente nel corso dell’avventura il giocatore si vedrà lasciato da solo al suo destino, assistito, in un modo o nell’altro, da personaggi non giocanti, gli stessi che a seconda dei casi e delle azioni da compiere si ritroverà pure a guidare. Oltre ad Harry, in talune occasioni si potranno vestire i panni di Hermione Granger, Ron Weasley, Neville Paciock e della Prof.ssa McGranitt, giusto per citarne alcuni.
Due le modalità di gioco previste: Storia e Sfide. La prima ci catapulta all’interno della narrazione, ricopiando fedelmente le vicende raccontate nel libro e impresse in celluloide, con davvero pochissime differenze rispetto a quanto sarà possibile vedere sul grande schermo; la seconda, invece, ci ripresenterà gli scenari giocati, sbloccabili mentre si avanza nella storia, con l’aggiunta di sottomissioni, raccolta oggetti e completamento nel minor tempo possibile.
In ambito pratico è senza dubbio utile il richiamo dell’obiettivo da raggiungere che, oltre ad essere evidenziato da un fascio luminoso che indirizza verso i punti specifici dello scenario di gioco, può essere visualizzato con una scritta che ci ricorda cosa fare, attivata da una prolungata pressione del tasto back/select.
Completare l’avventura in modalità Storia richiede poco meno di cinque ore, un lasso di tempo davvero breve, che riduce all’osso la longevità. Non sono sufficienti nemmeno le sfide proposte per invogliare a rigiocare il titolo più volte.
Un’ultima doverosa attenzione va posta alla dislocazione dei checkpoint, ben distribuiti per evitare di rendere frustrante la ripetizione dei passaggi più ostici da superare, ammesso che ce ne siano davvero.
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Piccoli dettagli e accompagnamento sonoro
Decisamente migliorato rispetto al passato il comparto grafico, con modelli poligonali più sostanziosi, illuminazioni degli scenari ben approntate e buoni livelli di dettaglio per i protagonisti principali, i boss e gli avversari più duri da battere, dislocati nei vari livelli di gioco. Tuttavia, a voler ben guardare più approfonditamente, gli scenari risultano però decisamente sottodimensionati rispetto alla concorrenza e i buoni livelli di dettaglio si perdono tristemente quando si tratta di caratterizzare i movimenti dei nemici che popolano la maggior parte degli scontri occasionali o, ancora, nelle animazioni degli incantesimi lanciati: sbiaditi, fiacchi e francamente poco scenici.
Gli ambienti di gioco a prima vista sembrano immensi, ma si risolvono in poche ripetute immagini, limitandone l’esplorazione e il piacere della scoperta. Assolutamente discutibile la scelta fatta nel non permettere al motore grafico l’interazione con gli oggetti circostanti, praticamente impossibili da distruggere (indipendentemente dall’incantesimo usato) e scheggiabili fino a quando un accurato “restyling in diretta” non provvede a ripristinare i pixel originali, riportandoli al loro nativo splendore. Peccato davvero, perché un livello di interazione più profondo avrebbe reso l’impatto visivo sicuramente più appetibile.
Discorso a parte merita, al contrario, il comparto audio. Le musiche di sottofondo derivano dalle colonne sonore originali scelte per le pellicole hollywoodiane, delizia per l’apparato uditivo, con conseguente rimando mnemonico alle scene dei vari film.
A corredo ci sono pure degli effetti sonori ben distinti durante le battaglie nonché un campionario di frasi pronunciate sia dai protagonisti che dagli antagonisti che non risultano mai noiose e portano il videogiocatore a sentirsi maggiormente partecipe di ciò che sta accadendo su schermo.
Il doppiaggio è stato realizzato con molta attenzione e per l’occasione sono stati scelti degli attori professionisti a curare le varie interpretazioni. Dispiace un po’ non ritrovare i doppiatori originali e stranisce non poco sentire Harry pronunciare delle parole con una voce decisamente più matura di quella a cui si è stati abituati, così come si fa sentire la mancanza del tipico tono sibilante di Lord Voldemort o della particolare timbrica di Piton. Alla lunga, però, ci si abitua al nuovo registro e il risultato, nel suo insieme, non delude.
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Non fa gridare al miracolo, ma diverte!
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II è un gioco divertente, a tratti appassionante e sicuramente coinvolgente. La formula sembra essere delle migliori, tuttavia il titolo non eccelle a causa di scelte e piccole pecche che ne limitano il giudizio finale.
Con buona probabilità rimetterete il disco nella console dopo aver completato l’avventura, ma dopo circa dieci, dodici ore al massimo, avrete davvero già visto tutto e la vostra copia potrà benissimo trovare posto nella mensola, pronta a coprirsi di polvere. Lascia un vuoto incolmabile anche l’assenza dell’eventuale cooperativa online, che sarebbe stata gradita per accrescere la rigiocabilità e regalare qualche ora in più in compagnia di amici e “compagni di magie” provenienti da tutto il mondo.
Tirando le somme, ci troviamo dinanzi ad un titolo che gli appassionati della serie farebbero bene a tenere decisamente in conto. Gli altri, se disposti a sorvolare sulle evidenti limitazioni, potrebbero anche considerare l’opportunità di dargli un’occhiatina.