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Recensione Recensione di GoldenEye 007: Reloaded

Recensione di GoldenEye 007: Reloaded di Console Tribe

di: Giovanni "Abari" Pinizzotto

GoldenEye è il luogo dove tutto ha inizio. Sì, perché è proprio questo il nome della tenuta giamaicana dove Ian Flaming ha trovato fonte di ispirazione e pace per partorire i suoi capolavori letterari, dando vita ad uno dei personaggi più longevi che la storia del cinema di spionaggio – e della letteratura a tinte gialle – abbia mai conosciuto. L’agente James Bond, nome in codice 007, ha sbaragliato i detrattori portando a segno un successo dietro l’altro, mettendo d’accordo, nell’ultimo quarantennio, pubblico e critica (fatta qualche dovuta eccezione), affacciandosi anche – ed inevitabilmente – alla dimensione videoludica e riproponendosi, nell’attuale generazione di console, con uno dei capolavori che avevano fatto gridare “al miracolo” i possessori del vecchio Nintendo 64. GoldenEye 007: Reloaded, dopo circa 15 anni, riporta sullo schermo uno dei capostipiti, nonché indiscusso capolavoro, del genere FPS. È il momento di mettere lo smoking in valigia e di tenersi pronti ad entrare in azione.

Agente 007, c’è una nuova missione per lei

Un banco con delle armi all’interno di un poligono di tiro è quanto di meglio ci si possa aspettare prima di iniziare una missione. In perfetto stile cinematografico, l’avventura prende piede gradatamente e le fasi prodromiche di quella che sarà la missione disegnano tratti essenziali per essere inevitabilmente risucchiati nella vicenda. Qualche bersaglio da abbattere, giusto per testare la potenza di fuoco e calibrare la mira, ed ecco che dall’altoparlante di sala una voce ci invita a muoverci. Ancora uno sparo, stavolta per sterminare un agente di guardia nei corridoi, confermando che il sangue freddo e i riflessi pronti sono prerogativa di ogni buon agente segreto che si rispetti e poi, finalmente, i dettagli della missione vengono svelati. Destinazione: Russia. Accompagnato dall’agente Alec Trevelyan (006), il carismatico Agente 007 dovrà infiltrarsi in una base sperimentale russa con lo scopo di scovare e distruggere un potente armamentario prima che un’organizzazione sovietica senza scrupoli lo utilizzi per mettere scompiglio nell’intero globo.

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Il racconto procede fedele alla narrazione originale ed è spettacolare rivivere alcuni momenti celebri impressi nella celluloide, come l’incredibile tuffo dalla diga – unica via di salvezza – una volta scoperti dalle sentinelle di guardia. È proprio l’impronta cinematografica a rendere magica l’atmosfera e, partiti i titoli iniziali con l’immancabile colonna sonora originale, i ricordi non potranno che richiamare alla mente le sequenze del film. L’impatto con la narrazione, anche per chi non ha visto il lungometraggio o letto il romanzo, è decisamente adrenalinico. Si è subito immersi nella storia e, passati i primi minuti di smarrimento, le azioni si susseguono nell’esplorazione degli scenari alla ricerca dell’obiettivo, restituendo sullo schermo fasi davvero frenetiche. L’agente Trevelyan onorerà la patria e Bond eseguirà gli ordini alla lettera, pur non riuscendo, comunque, a fare quanto dovuto.
Tutto questo è solo l’inizio, benvenuti nell’operazione GoldenEye.

Spara, spara e… ancora spara

In questo particolare caso, bastano solo venti minuti per apprezzare quanto un titolo possa essere divertente, pur nella sua semplicità. Gli ultimi anni hanno visto i giocatori “più impegnati” cimentarsi con FPS d’altissimo livello ed il mercato, saturo di titoli tra i più disparati, ha consacrato le sue pietre miliari. GoldenEye 007: Reloaded non è di certo un titolo tripla A ma ha il merito, a buon diritto, di essere stato eccellente precursore del genere e di aver conservato quell’inconfondibile stile che lo rende, ancora oggi, unico e particolare. Le modalità di gioco sono state differenziate in modo che il videogiocatore possa apprezzare ogni singolo aspetto della giocabilità. La storia in single player permette di scegliere tra ben quattro differenti gradi di difficoltà (Operativo, Agente, 007, 007 Classico) riuscendo, secondo la preferenza, a fare in modo che l’approccio sia più votato all’azione piuttosto che alle sequenze in incognito. Chi vuole sparare senza occuparsi di un minimo di tattica può giocare a difficoltà base (Operativo) mentre, via via che il livello aumenta, le dinamiche di gioco si evolvono e il personale approccio all’avventura dovrà essere necessariamente rivisto. Sarà opportuno, quindi, ponderare prima di agire e si finirà per valutare nei minimi dettagli il percorso migliore tra quelli possibili per raggiungere l’obiettivo, mischiando il fuoco a raffica con sezioni stealth allo stato puro. Nel complesso, comunque, l’I.A. non risulta particolarmente ostica, nemmeno quando si sceglie di giocare a difficoltà massima (007 Classico).
Sterminare i nemici è davvero semplice, sia nel caso in cui si predilige un assetto da guerrigliero e si avanza a “suon di piombo”, sia quando non si vuole lasciare traccia del proprio passaggio, utilizzando armi silenziate o il corpo a corpo. Delude un po’ vedere che la gestione della controffensiva è, nell’insieme, molto scarna. Non è raro far capitolare giù come birilli i nemici e vedere i compagni di pattuglia che nemmeno si accorgono di quello che sta succedendo nelle loro vicinanze, impegnati a continuare il giro di ronda come se nulla stesse accadendo.

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Ciò che conforta, invece, è che gli sviluppatori non hanno lesinato nel rinfoltire il carnet delle armi, davvero tante quelle a disposizione. Molto belle le sezioni di cecchinaggio, così come quelle in cui, a bordo di una moto o di un qualsiasi altro mezzo, ci si dovrà occupare non della guida ma di respingere i nemici che ostacoleranno il nostro cammino, abbattendoli come moscerini sotto la sinfonia di sonanti calde pallottole.
Interessante anche l’uso dello smartphone, strumento che il buon James userà per hackerare i sistemi di sicurezza, per scattare delle foto o per comunicare con i vari contatti.
Decisamente gradevoli le fasi di “incursione” le quali, quando ci sarà da irrompere in particolari ambienti, vedranno il giocatore cimentarsi in un brevissimo “rallenty movie”, dove le azioni e il tempo sono appositamente dilatati (il ricordo doveroso va al primissimo Max Payne), per dar vita a sequenze dall’impianto decisamente cinematografico che consentiranno di prendere la mira, spostarsi e guadagnare un punto di riparo sugli avversari, prima che il tempo torni ad essere scandito in modo fluido.
Al di fuori delle chicche che il gioco offre, abbiamo particolarmente apprezzato la sensazione di precarietà che si avverte una volta trovato un riparo, il più delle volte vedendolo sgretolarsi sotto le raffiche di mitragliatrici nemiche. Le bocche da fuoco degli elicotteri russi ridurranno un colabrodo anche i più massicci muri, riducendo a misera cosa anche il più solido scudo di cemento… conviene, perciò, darsi una mossa e agire in fretta, prediligendo ripari dinamici e non statici.
Completare l’intera avventura non richiederà più di dieci, dodici ore al massimo, ma la longevità e il divertimento che il titolo è in grado di offrire non si riducono solo a questo.
Oltre al multiplayer di cui ci occuperemo a breve, degna di nota è la modalità Operazione MI6, che racchiude al suo interno un insieme di missioni che potranno essere personalizzate dal giocatore per plasmare la simulazione a seconda delle proprie capacità e del personale stile di gioco. Si potrà decidere il numero di nemici, il grado di efficacia dell’I.A., l’intensità della salute del personaggio, il numero di munizioni, ecc. Di default, i vari segmenti di gioco offrono tre approcci differenti negli obiettivi da raggiungere, puntando più sugli aspetti di: Eliminazione, Difesa, Furtività. Oltre a quelle già precaricate, sarà possibile aumentare il numero delle missioni disponibili tramite il download di DLC, che saranno rilasciati periodicamente.

!==PB==!
Sound e video d’altri tempi

Il comparto audio del gioco è qualcosa di sensazionale. Si ritroveranno le colonne sonore originali, tanto familiari ai nostalgici delle produzioni cinematografiche, capaci di regalare momenti indimenticabili. Di contro, invece, la grafica patisce un po’ un restyling abbozzato, sensibilmente non in linea con quanto offerto dalla concorrenza. Discrete le fattezze del protagonista, sufficienti gli scenari.
Il motore grafico arranca un po’ e si sarebbe dovuto – e potuto – fare di più.
Spesse volte si ha la sensazione di essere intrappolati in scatole di cartone, piuttosto che in condotti di aerazione, di non poter – nella piena impotenza – fracassare casse e mobilia varia, visto che gli stessi saranno insensibili ai colpi d’arma da fuoco quando invece, in altre occasioni, le stesse pallottole frantumeranno tutto quello su cui andranno ad impattare.
Il frame rate regge, ma nelle fasi più concitate di gioco, così come nel multiplayer in locale, accusa un leggerissimo calo, purtroppo avvertibile.

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Non solo per l’MI6

Al di là del single player e delle missioni extra, GoldenEye 007: Reloaded offre un ricchissimo comparto multiplayer. Chi deciderà di riversarsi nelle modalità online potrà contare sia sull’aspetto cooperativo che competitivo, interagendo con gli altri utenti fino ad un massimo di sedici giocatori. Ricchissime le scelte di gioco che si possono fare: Conflitto, Conflitto a squadre, Pistola d’oro, Scatola nera, GoldenEye, Eroi, Escalation, Agente detonatore, Ladro di dati, ecc. Con l’aggiunta di contenuti sbloccabili. Lasciamo ai lettori il piacere di scoprire cosa comporterà ognuna delle missioni sopra citate.
Diverso è, invece, il discorso per la modalità split-screen in locale, pensata per un massimo di quattro giocatori e assolutamente non all’altezza. Il motore grafico fa fatica a gestire la separazione dello schermo e rende meno di quello che ci si sarebbe aspettato. Tra le due opportunità di multiplayer, l’esperienza migliore si ottiene senza dubbio rivolgendosi a quella online.

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Il mio nome è Bond, James Bond

Se è vero che un gioco va valutato addizionando tutti gli aspetti peculiari che lo contraddistinguono ma soppesando maggiormente il divertimento che riesce a dare, nell’algebrica sommatoria che porta al voto GoldenEye 007: Reloaded paga lo scotto di essere dotato di una grafica che non regge il paragone con i più moderni e attuali FPS, ma ha dalla sua l’innegabile qualità di essere dannatamente divertente. Trattasi di uno sparatutto “ignorante”, se l’approccio è di quelli a livello base, ma che sa rifiorire caparbiamente verso un gioco strategico e di qualità quando ci si misura con un grado di difficoltà maggiorato o con le missioni ad hoc proposte nella modalità MI6.
Unico rammarico, ci sarebbe piaciuto vedere rappresentate le fattezze di Pierce Brosnan, attore che nella trasposizione cinematografica interpretò in quell’occasione l’agente 007, ma ci dobbiamo “accontentare” del nuovo volto dato all’agente britannico, quello del più nerboruto Daniel Craig.
Il fascino del più famoso agente britannico della storia è fuor d’ogni dubbio e rappresenta un valore aggiunto a quella che, altrimenti, senza un personaggio di tal calibro alle spalle, sarebbe risultata un’avventura meno gradevole da giocare.
Tirano le somme, quindi, non è di certo uno tra gli FPS migliori e, visto quello che al momento propone il mercato, se si sta cercando un titolo d’eccellenza si farebbe meglio a rivolgersi altrove; tuttavia rimane un buon titolo, godile, divertente e capace di mixare e alternare fasi action e stealth che spingono il giocatore a rigiocarlo. Se non avete altri acquisti urgenti da fare, dategli una possibilità, non ve ne pentirete!