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Recensione Recensione di FlatOut Ultimate Carnage

Recensione di FlatOut Ultimate Carnage di Console Tribe

di: Redazione

La velocità e le corse automobilistiche riescono da sempre a infondere
sane dosi di adrenalina in milioni di videogiocatori. In questo periodo
abbiamo seguito il successo di titoli simulativi come Forza Motorsport
2 dare spettacolo e attirare sul Live intere scuderie di piloti in
erba, regalando ore di divertimento a suon di sportellate e derapate.
Nella folta schiera di giochi a quattro ruote è nata una branca di
prodotti che fanno del loro fiore all’occhiello non tanto l’aspetto
realistico delle corse, ma bensì la loro spettacolarità e pericolosità,
che si traduce in piste ricche di insidie e avversari assetati di
sangue. Questa è  la perfetta sintesi di quello che vi aspetta in
FlatOut Ultimate Carnage: alta velocità, una gran quantità di incidenti
e collisioni e qualche trovata davvero fuori di testa.

A tutta birra

FlatOut non è un nome del tutto nuovo per chi maneggia il joypad da un
po’ di tempo. Infatti il titolo si era rivelato una piacevole sorpresa
sulla console di vecchia generazione soprattutto nell’ultima
incarnazione, FlatOut 2. Per l’occasione, Empire Interactive ha preso
il gioco per XBOX è l’ha costretto a una lunga seduta di chirurgia
estetica e riabilitazione, per darci un prodotto al passo con i tempi e
privo delle fastidiose imperfezioni e piccoli bug che esistevano nella
precedente versione. Nonostante tutto, il gioco è rimasto decisamente
arcade e divertente sotto tutti i punti di vista.
Le modalità di gioco in sigle player offerte sono diverse: la
proverbiale Carriera (FlatOut Mode), le sfide a tempo, la modalità
Destruction Derby e per concludere il Carnage Mode, segno distintivo
della serie.
La Carriera, come è intuibile, si snoda attraverso una serie di eventi
che culminano con la vittoria di svariati trofei. Alla partenza si nota
subito l’alto numero di avversari in pista, ben 12, preludio di
un’agguerrita lotta per la prima posizione.  I contendenti con cui
gareggerete infatti saranno molto aggressivi e vi daranno vero e
proprio filo da torcere. In più nelle prime fasi di gioco sarete muniti
di un’auto  alquanto scadente come prestazioni, quindi raggiungere la
prima posizione sarà un’impresa ardua.
Le piste, abbastanza varie per ambientazione e forma, sono state
disegnate apposta per essere insidiose e piene di trappole, irte di
ostacoli distruttibili, scorciatoie e rampe per effettuare dei salti
spettacolari. La caratteristica fondamentale di FlatOut è proprio
questa: tutto ciò con cui colliderete e distruggerete (auto incluse)
creerà detriti che rimarranno per strada, pronti a intralciare il corso
dei veicoli. Quindi dal secondo giro in poi, aspettatevi una pista
sporca e insidiosa. La quantità di ostacoli presenti sui tracciati è
enorme sia per il numero effettivo, sia per la varietà: vi troverete di
fronte steccati, cancelli, massi, tavoli da picnic più un vasto
assortimento di veicoli fermi a bordo pista. Tutto questo si traduce in
un innalzamento della difficoltà di guida, che a volte può diventare
anche frustrante.
L’altra faccia della medaglia delle competizioni è il Destruction
Derby, una sorta di combattimento a suon di lamiere tra i veicoli
presenti in un’arena creata ad hoc. La bravura per superare questi
scontri sta tutta nel sapere evitare le altre automobili e colpirle al
momento opportuno, cercando eventualmente di creare degli incidenti a
catena. Vince ovviamente chi rimarrà in pista per ultimo. Il
divertimento è assicurato dalla sensazione di assoluta confusione che
si viene a creare nell’arena piena di automobili che si rincorrono solo
per annientarsi, anche se alla lunga la cosa può diventare ripetitiva.
Data la varietà di eventi presenti nella modalità carriera è presente
un buon numero di veicoli diversi, dotati di differenti
caratteristiche. Non c’è da aspettarsi una profondità descrittiva pari
a quella di Forza Motorsport, ci troviamo pur sempre di fronte a un
arcade con qualche elemento simulativo. In questo caso, possiamo
discriminare tra auto leggere e pesanti e ciascuna di esse ha a
disposizione una serie di attributi: velocità, accelerazione,
controllo, peso e resistenza. Tutte queste qualità possono essere
upgradate con l’acquisto di pezzi aggiuntivi, in maniera da migliorare
le prestazioni, cosa imprescindibile per riuscire a superare i vari
tornei. E’ importante controllare i valori di queste caratteristiche
per scegliere con oculatezza l’auto con cui affrontare una gara:
all’inizio è bene prendere una macchina pesante, con una buona
resistenza, per evitare di essere spediti fuori pista alla prima curva.
Successivamente sarà possibile sfruttare le macchine leggere e più
veloci (ma meno stabili), quando avremo preso padronanza con il gioco.
Nel Destruction Derby invece è d’obbligo cercare auto quanto più vicine
ai carri armati, per durare per tutto lo scontro, altrimenti ci
ritroveremo distrutti prima ancora di capire cosa sta succedendo!
Una menzione a parte merita l’ultima modalità di gioco, il Carnage
Mode. Fin dalla sua introduzione nei capitoli precedenti, questa
variante alle solite corse su pista ha destato un po’ di scalpore,
portando un po’ di divertimento sadico, come ai tempi di Carmageddon.
Infatti lo scopo è quello di accelerare a velocità folli per un lungo
rettilineo e inchiodare improvvisamente per lanciare il pilota
malcapitato al di là del parabrezza facendogli compiere dei voli
stratosferici. In questa modalità del gioco le menti deviate dei
realizzatori  hanno dato il meglio di loro, creando dei livelli
assolutamente incredibili: il pilota volante infatti verrà catapultato
verso enormi canestri per totalizzare punti, attraverso cerchi di fuoco
oppure in alto su una rete metallica, come una mosca sulla carta
moschicida! E’ davvero uno spasso vedere le evoluzioni degli omini, ma
il divertimento dura purtroppo poco. Questa modalità stanca subito e ha
la sola utilità di sorprendere gli amici che ci vengono a trovare il
sabato sera e di farsi due risate in compagnia.

Sosta ai box

Come già menzionato in precedenza, questo FlatOut è una sorta di
conversione del vecchio capitolo per XBOX. Dobbiamo parlare volutamente
di conversione, perché il lavoro di restyling è stato ampio e
capillare. L’engine grafico fa il suo dovere, tenendo un framerate
adeguato anche nelle situazioni più affollate, senza rallentare o
scattare. Non esistono effetti di pop-up per gli edifici in lontananza
e tutto scorre fluido some l’olio, dando una sensazione di velocità più
che accettabile. La fisica del gioco è abbastanza realistica per quel
che riguarda il controllo dell’auto e la sua risposta alle varie
sollecitazioni. La parte decisamente migliorata riguarda il calcolo
delle collisioni: finalmente gli oggetti che urteremo non sembreranno
fatti di polistirolo, influenzando la traiettoria dell’auto, il suo
bilanciamento e la sua stabilità in curva. Lo stesso dicasi per gli
scontri con le altre autovetture: un florilegio di lamiere contorte e
pezzi di carrozzeria che volano da tutte le parti, in un delirio totale
durante il Destruction Derby. La cosa fantastica è che tutto rimane in
pista, continuando a essere gestito dal motore grafico – e questa è una
caratteristica non da poco!
Le vetture sono realizzate con dovizia di particolari, le verniciature
cromate brillano al sole e riflettono il panorama come ci si
aspetterebbe, lanciando barbagli verso il giocatore mentre si affronta
una curva in derapata. I modelli delle auto devastate sono credibili e
fatti con cura. I teatri in cui gareggeremo sono ben realizzati,
anch’essi ricchi di dettagli e pieni di oggetti sparsi in po’ ovunque,
ma in maniera oculata per rendere la vita difficile al giocatore.
Una medaglia d’onore va alla realizzazione del sonoro del gioco:
assolutamente perfetto.  Gli effetti sonori sono realistici in maniera
maniacale, il suono delle lamiere che si schiantano una contro l’altra
è indiscutibilmente… metallico! Il comparto audio è di sicuro la parte
meglio realizzata dell’intero gioco (non che il resto sia malaccio,
anzi!) e concorre a dare la sensazione di scontro durante gli incidenti
più spettacolari. Accanto ai suoni ambientali è stata scelta una
soundtrack adrenalinica piena di rock distorto e martellante, con pezzi
di artisti non conosciuti ma decisamente all’altezza della situazione.

1000 Km con un pieno

La longevità delle modalità in single player ha una durata sufficiente,
il numero dei tornei previsti è abbastanza ampio per farvi divertire
per un po’. Il problema sta nel fattore rigiocabilità: una volta
terminata la Carriera, non ci sono stimoli ulteriori per rimisurarvi
con gli avversari e cercare di migliorare i vostri record. Alla lunga
il gioco stanca e una volta passata la sorpresa per gli incidenti e gli
ostacoli presenti su pista, FlatOut diventa un gioco di guida arcade
come tanti altri. La durata è in realtà allungata dalla difficoltà
ardua grazie ad avversari assolutamente cattivi e scorretti,
caratteristica che potrebbe invogliare molti a perseverare nel gioco,
ma che potrebbe allontanare una buona fetta di giocatori non hard-core
e che cercano solo qualche minuto di rilassamento.
E’ prevista anche la modalità multiplayer online, il Party Mode, ma non
esiste una vera e propria carriera in rete, cosa che potrebbe inficiare
sulla qualità del titolo. Gli utenti ammessi alle partite sono al
massimo otto e le opzioni disponibili sono tante, grazie a una vasta
scelta di minigiochi alternativi alla normale gara su pista o al
Destruction Derby. Anche queste modalità divertenti però alla lunga
annoiano e comunque vi ritroverete a gareggiare in pista in scontri
muso a muso.

Per finire

FlatOut è in definitiva un buon gioco di corse, graficamente ben fatto
e con una fisica tutto sommato realistica. Il single player è
impegnativo (forse troppo) ma purtroppo finisce presto. La modalità
Carnage è divertente per i primi dieci minuti poi diventa ripetitiva.
Il multiplayer per quanto vario non è così allettante come sembra.  Un
acquisto per gli amanti della serie e per chi vuole sperimentare un
gioco di gare automobilistiche un po’ fuori dagli schemi.


Pro:

  • Grafica ben realizzata
  • Sonoro Impeccabile
  • 12 contendenti in pista
  • Gioco impegnativo



Contro:

  • Gioco impegnativo
  • Troppo corto
  • Multiplayer ‘ordinario’
  • Carnage Mode da sbadiglio dopo dieci minuti