Recensione Recensione di FIFA 12
Recensione di FIFA 12 di Console Tribe
di: Chris "matetrial" CalvielloÈ curioso come, puntualmente ogni anno, ci ritroviamo su queste pagine per analizzare la nuova incarnazione di FIFA finendo, così facilmente, col mettere in cattiva luce l’edizione che ci ha appena salutato e idolatrando il nuovo titolo che, con molta probabilità, tra soli dodici mesi si vedrà denigrato dall’arrivo del nuovo capitolo. Sono molti i videogiocatori che cadono in questa trappola, ma, ahinoi, ammettiamo di essere stati trascinati un po’ troppo dall’entusiasmo. Tuttavia, come potevamo immaginare che anno dopo anno EA sarebbe riuscita a surclassare i già alti livelli raggiunti appena dodici mesi prima? Insomma, capite che ogni volta che ci troviamo di fronte ad un’edizione di FIFA rimaniamo meravigliati, estasiati e colpiti dalla capacità di riuscire a perfezionare un gameplay sempre migliore. E infatti, da FIFA 09, ogni edizione ha rappresentato sempre una garanzia. Ma con FIFA 12, EA ha deciso di abbandonare il percorso di evoluzione intrapreso tre anni fa per offrire una vera e propria rivoluzione. Quale sarà stato il risultato? Scopritelo nella nostra recensione.
Il dodicesimo uomo in campo sei tu!
La rivoluzione a cui accennavamo riguarda l’approccio alla partita. In FIFA 12 l’utente sarà costretto a imparare di nuovo a giocare, soprattutto in fase difensiva. Se in passato ci bastava premere un tasto per agganciare il portatore di palla e cercare di portargliela via, adesso dovremo rimboccarci le maniche e scendere in campo per dare una mano ai difensori. Dimentichiamoci dunque il troppo automatizzato sistema che non ha mai regalato reali soddisfazioni. In FIFA 12 le parole chiavi divengono strategia e tempismo. Riemergono meccaniche già viste ma usate pochissimo, probabilmente in virtù dello schema imposto sinora. La funzione di pressing automatico del tasto A/X è infatti sostituita dal temporeggiamento, grazie al quale sarà possibile frapporsi tra l’avversario e la propria porta seguendolo costantemente nei suoi movimenti. Analogamente, il tasto dorsale sinistro permetterà di fronteggiarlo vis-à-vis, agevolando quindi l’intervento con una scivolata ( X/ []) o tramite un tackle (B/O). Entra qui in gioco il fattore tempismo: l’istante scelto per effettuare il contrasto sarà determinante. Se premuti con ritardo, infatti, si rischia di lasciare ampi spazi al portatore di palla o di commettere fallo. Come ultime risorse potremo infine avvalerci del raddoppio di marcatura, richiamabile col tasto dorsale destro, oppure effettuare una trattenuta che, per quanto possa risultare rischiosa, dato che può essere richiamata solo inseguendo l’avversario da dietro, può rivelarsi fondamentale per rallentare i giocatori più sguscianti e recuperare terreno.
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Di fronte ad una mappatura simile si capisce bene come ci si discosti molto da quanto si è imparato in passato. La curva di apprendimento non è dunque delle più generose, e saranno necessarie varie partite prima che il proprio stile si allacci alle nuove meccaniche. All’inizio potrà sembrare frustrante ma è solo una questione di abitudine e adattamento. Una volta entrati nelle nuove impostazioni riusciremo ad apprezzare un cambio così radicale quanto indolore. È come passare da una guida a cambio automatico ad una manuale: all’inizio risulta complicato, ma poi si capisce quanto sia maggiormente interattivo e divertente. Abbandonare il vecchio sistema ci farà sentire più coinvolti durante le partite, ed è per questo che ci sentiamo di affermare come le partite vengano affrontate in superiorità numerica: 12 contro 11.
Ma lasciamoci alle spalle la fase difensiva e passiamo ad esaminare quella offensiva. Palla al piede il feeling che restituisce FIFA 12 è uno di quelli più coinvolgenti mai visti finora. Ciò che salta subito all’occhio è la velocità di risposta ai comandi e la precisione con cui vengono eseguiti palla tra i piedi. La prova più evidente si ha premendo il dorsale sinistro, con il quale potremo attivare la seconda novità introdotta di questa nuova edizione. Stiamo parlando del Precision Dribbling, una feature che continua il lavoro iniziato con il Dribbling a 360° introdotto precedentemente. Fintanto che il tasto sarà premuto, il portatore di palla modererà la sua velocità e con brevi passi riuscirà a padroneggiare la sfera. In questo modo potremo evitare gli interventi dei difensori tramite semplici spostamenti direzionali. L’unico incarico sarà, ancora una volta, agire con tempismo. Ed anche in questo caso si tratta di di imparare nuovamente a giocare, in quanto bisogna capire quando è il momento giusto per attivare tale opzione e quando invece anticipare i movimenti della CPU. Pratiche non semplici che richiederanno un certo impegno per poter essere controllate ma, una volta assimilate, in grado di consentire fraseggi nello stretto mai visti prima in un videogioco. Probabilmente, però, EA ha aggiunto troppa carne al fuoco. Se già il Tactical Defending, di cui abbiamo parlato prima, si rivela rivoluzionario e non semplicissimo da amministrare, il Precision Dribling diventa un’aggiunta di secondo piano. Sarà per questo che durante i nostri test non abbiamo sentito il bisogno di sfruttarlo, anche perché non ci è sembrato poi così interessante. Considerando il ritmo di gioco più calmo e ragionato, rallentarlo ulteriormente non avrebbe senso. Sono state per questo introdotte le rimesse laterali veloci, tramite le quali il giocatore si preoccuperà di raccattare la palla nelle vicinanze delle fasce per essere subito pronto a rimetterlo in gioco. Ottima l’idea, meno la realizzazione. Sono infatti tantissime le occasione in cui tale feature si inceppa, rendendone ridicola l’implementazione.
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Già, perché FIFA 12 fa un passo in avanti verso il calcio giocato allontanandosi da quello “videogiocato”. Sta diventando sempre più un’esperienza simulativa, in grado di porci nel bel mezzo dell’azione. L’utente diventa infatti una parte più dinamica delle manovre e ciò è favorito da una migliorata intelligenza artificiale. Quest’anno la CPU è infatti sempre pronta a chiudere gli spazi e non sarà così semplice effettuare degli uno-due che, finora, ci avevano permesso svariate volte di involarci in solitudine contro il portiere. E considerando anche un depotenziamento dei filtranti alti, potremo quindi dare spazio ai cambi di campo che risultano adesso nettamente migliorati, utili, efficaci e visibilmente riusciti. Comunque, dicevamo, la CPU sarà in grado di metterci maggiormente in difficoltà. Partendo dalla difesa, sempre attenta ad effettuare precisi diagonali e a non perdere mai la posizione, fino ad arrivare all’attacco, dove l’intelligenza artificiale darà sfoggio della propria creatività per proporre una serie sempre diversificata di manovre. L’esperienza non può quindi che risultare estremamente varia e imprevedibile, il che aggiunge un tocco di divertimento ad un contesto che ci vede lottare contro la squadra avversaria e con le prime difficoltà date da un inedito sistema di controllo.
Il Tactical Defending risulta attivo solo per noi utenti, mentre la CPU pare affidarsi ad un sistema decisamente più automatizzato, rendendo dunque il margine d’errore sbilanciato. Ciò non è un vero e proprio difetto, dato che ci porterà ad un approccio più strategico, e comunque può essere aggirato dall’introduzione degli slider. Questo rappresenta un’importante novità e permetterà ai più fanatici di modellare l’I.A. avversaria in base alla propria visione del calcio. Potremo infatti regolare diversi parametri, come la percentuale di errori nei passaggi, la velocità nello scatto o il livello di marcatura, in modo da trovare la propria ideale umanizzazione dei giocatori controllati dalla CPU.
Ciò che invece risulta un difetto vero e proprio è il bilanciamento delle squadre. Non vi è molta differenza, almeno ai livelli di difficoltà più alti, nel giocare contro il Tottenham (5 stelle) o la Sampdoria (3 stelle). È vero che il calcio è forse l’unico sport in cui l’ultima può competere con la prima in classifica, ma una situazione del genere non si identifica con gli alti livelli di simulazione raggiunti sul fronte del gameplay.
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Modalità di gioco
Prima di illustrarvi le varie modalità di gioco offerte da FIFA 12, dobbiamo parlare del Football Club. Quest’anno, oltre a focalizzarsi sul gameplay, EA ha riservato un occhio di riguardo al sempre più ricercato lato sociale. In base alle nostre attività in-game, che siano conseguite offline oppure online, ci verrà assegnato un certo quantitativo di punti esperienza. Questi,oltre a far salire il nostro livello giocatore, supporteranno la squadra del cuore nella classifica del Support Your Club. Per non svantaggiare quelle meno popolari, si terrà conto del punteggio medio di tutti i tifosi che, settimana per settimana, andranno a determinare le squadre che retrocedono nella serie minore e quelle che accedono alla superiore.
Le novità più interessanti, tuttavia, riguardano come ogni anno la modalità Carriera, in particolare la parte relativa alle trattative. Il comportamento delle altre squadre sul mercato è stato reso più credibile: invece di limitarsi a richiedere i giocatori da noi messi in vendita, ogni compagine si attiverà per rinforzare i reparti più deboli e magari piazzando anche qualche colpo. Per esempio, nella nostra prima esperienza abbiamo assistito a due grandi acquisti, Kakà al Chelsea e Benzema all’Inter. Astutamente, inoltre, tenderanno ad offrire cifre inferiori al cartellino di quei giocatori cui abbiamo intenzione di sbarazzarci. Ma tutte le strategie di mercato, di risparmio e di investimento, andranno a farsi benedire nell’ultimo giorno di mercato. Il tempo sarà rallentato, in modo da permettere di piazzare gli ultimi acquisti della stagione. I prezzi tenderanno a salire alle stelle per i giocatori più interessanti e a scendere in picchiata per quelli ritenuti inutili. L’interazione aumenta con la possibilità di rilasciare dichiarazioni pre-partita, in modo da aumentare/abbassare il morale della propria squadra e punzecchiare/elogiare quella avversaria, e tramite il dialogo con i propri giocatori che riveleranno preoccupazioni, ansie e volontà di ritirarsi dal mondo del calcio.
Chiudono il quadro delle modalità offline Calciatore Virtuale, che permetterà di affrontare la carriera di un giocatore, portiere o no che sia, partendo dalle basi sino ad arrivare alla tanto sperata convocazione in nazionale, Tornei, grazie alla quale potremo partecipare alla competizione nazionale di ogni paese per tentare di vincere, per esempio, la Coppa Italia, FA Cup o Copa del Rey, e Live Season. Quest’ultimo, a pagamento, rappresenta una particolare modalità già presente nelle precedenti edizioni e si aggiornerà settimanalmente con i risultati e le statistiche dell’ultima giornata di campionato. Avremo soltanto un’occasione per tentare di ribaltare i risultati reali, vendicando magari la sorte dell’ultimo derby.
Sul fronte online si annoverano invece maggiori cambiamenti. Troviamo infatti Stagioni Testa a Testa, Pro Club, Amichevoli Online e il ritorno dell’Ultimate Team. Quest’ultimo ritorna di nuovo gratuitamente e stavolta disponibile sin da subito sul disco. Non vi sono novità per una modalità che ha rappresentato per molti una forma di droga, un ibrido tra parte manageriale e gioco di carte collezionabili. Il divertimento sta tutto nel riuscire a creare la propria formazione ideale, rispettando le regole di intesa tra i vari giocatori, acquistando e scartando pacchetti su pacchetti sino a trovare il tassello mancante. Quelli da scartare potranno essere messi all’asta, in modo da guadagnare crediti da poter reinvestire nel sistema di compravendita o per altri pacchetti.
Nessuna novità anche per quanto riguarda Amichevoli Online, in pratica partite online non classificate, e Pro Club, nella quale sarà possibile partecipare a sessioni fino ad un massimo di 22 giocatori, 11 vs 11. I cambiamenti si fanno sentire invece nelle partite classificate, ovvero in Stagioni Testa a Testa. Anzitutto è stato proprio modificato il matchmaking. Dovremo prima selezionare la squadra da utilizzare, gestire la rosa e poi cercare un avversario con una formazione potenzialmente forte quanto la nostra; al termine della partita riceveremo dei punteggi utili per scalare il ranking di gioco. Ogni stagione è infatti suddivisa in dieci partite e per poter accedere alla successiva dovremo raggiungere un punteggio minimo scontrandoci con giocatori appartenenti alla nostra stessa divisione. Si tratta di una sorta di campionato che maschera una modalità decisamente più competitiva e infarcita anche da tornei ad eliminazione organizzati con cadenza prefissata.
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Tecnica
Il tridente delle novità principali di FIFA 12 si chiude col comparto tecnico, grazie all’introduzione dell’Impact Engine. Tutto ciò che è presente all’interno del rettangolo di gioco è adesso sottoposto a degli algoritmi che liberano le animazioni dei contrasti dalla morsa degli script. Ogni collisione, che avvenga tra due giocatori o tra questi e il pallone, verrà calcolata in tempo reale e riprodotta con maggior precisione e realismo. Questa evoluzione porta a numerosi vantaggi, che possono riguardare spettacolarità, varietà delle situazioni e simulazione. Quest’ultimo infatti si nota non solo a livello estetico, grazie ad una reazione più verosimile dei giocatori alle varie sollecitazioni, ma anche a livello fisico. Nella gestione degli infortuni, tale sistema è in grado di determinare il tipo di danno subito in base alla violenza dell’impatto e al grado di resistenza dell’atleta. Che siano stiramenti, strappi, lussazioni o quant’altro potremo riuscire ad intuire la parte incriminata anche solo guardando l’azione che ha portato all’incidente. Ma non è tutto. L’Impact Engine introduce le possibilità di auto-infortunio, le quali possono verificarsi nei momenti in cui il giocatore viene sforzato oltre i propri limiti, mantenendolo in campo malgrado un risentimento oppure schierarlo troppo precocemente al rientro da un infortunio. Questo aspetto si ricollega alla modalità Carriera, in cui le nostre decisioni determineranno inoltre diverse reazioni tra stampa, dirigenza e giocatori. Impiegare un giocatore appena rientrato dall’infermeria, per poi perdere la partita, scatenerà una situazione diversa se invece avessimo optato per tenerlo in panchina.
Chiude infine il cerchio la fisica della palla, migliorata in modo analogo a quanto già analizzato. Il peso della palla è stato reso più soddisfacente, consentendo conclusioni più secche e realistiche, soprattutto nei tiri al volo, cambi campo finalmente utili e filtranti alti depotenziati. Il tutto ovviamente rapportato alle abilità del calciatore, alla situazione e al piede utilizzato.
Dal punto di vista puramente visivo e sonoro non possiamo però continuare lo stesso discorso di idolatria che abbiamo riservato al gameplay e alla fisica. Da questo punto di vista ci ritroviamo su una diversa linea d’onda, in quanto rispetto a quanto visto in FIFA 11 si annoverano soltanto le consuete nuove animazioni, che si rinfoltiscono anno dopo anno insieme ai vari ritocchi sull’estetica dei calciatori.
È il profilo sonoro, invece, la parte peggiore di FIFA 12. Tralasciando la soundtrack, di cui non abbiamo nulla da rimproverare, ciò che fa storcere il naso è, ancora una volta, la telecronaca. Le linee di dialogo affidate alla coppia Caressa-Bergomi prevedono nuove battute, ma, come sempre ed inevitabilmente, presto si finisce col riascoltare sempre lo stesso disco. A ciò aggiungiamo il fatto che in svariate occasioni si ritrovino leggermente fuori dal contesto (“Brutto questo calcio d’angolo, sprecato malamente” in occasione di un gol, oppure “Che goal! Splendida rete!” in occasione del triplice fischio finale). C’è dunque molto da migliorare. Selezionando invece la telecronaca in inglese, notiamo subito la differenza, basti pensare che vi sono addirittura due coppie di commentatori che si alternano in base all’evento.
In definitiva l’atmosfera che si respira in campo è realistica e spettacolare per via delle aggiunte al gameplay. Il comparto tecnico, che per tali finalità è ugualmente importante, rimane invece ai livelli di FIFA 11, più o meno. Avremmo voluto sentire un maggiore impatto della tifoseria, ci saremmo accontentati di quella presente nello spin-off dedicato ai mondiali, ma probabilmente non c’è stato tempo per dedicarsi su questi fronti.
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Verso nuovi lidi
La strada verso la simulazione perfetta continua e con FIFA 12 Electronic Arts fa più di un passo in avanti. Si abbandonano gli automatismi per favorire un controllo più manuale e si gettano solide basi su cui poggeranno le future edizioni. Fondamenta formate da una gestione della fisica molto più precisa e realistica e da un comportamento della CPU tendente all’umanizzazione. Il tutto fornisce un’esperienza di gioco assolutamente inedita, in grado di garantire partite estremamente spettacolari ma che, all’inizio, regalerà solo frustrazione e noia. Bisognerà entrare nell’ottica delle nuove meccaniche, abituarsi a sentirsi il dodicesimo uomo in campo prima di poter godere delle potenzialità della produzione. Ciò sarà caratterizzato da un livello di apprendimento più ripido rispetto alle precedenti edizioni e scoraggerà coloro che cercano un’esperienza più immediata. Il nostro consiglio è quello di abbassare il livello di difficoltà a cui si era abituati in modo da imparare a giocare al meglio con le nuove regole. Si riuscirà così ad apprezzare un cambiamento così radicale e a capire quanto sia, allo stesso tempo, indolore alla serie.
Quest’anno EA ha messo veramente molta carne al fuoco, rimpolpata tra l’altro dalle licenze di tutte le squadre della Serie A, incluse Napoli e Palermo. Sfortunatamente mancano all’appello quelle delle competizioni più importanti, come la Champions League e, esclusa la Sampdoria, quelle della Serie B.
In definitiva, malgrado le imperfezioni della CPU, dell’Impact Engine e della telecronaca, ci troviamo di fronte all’apice calcistico in assoluto. Sì, stiamo elogiando la nuova edizione di FIFA, ancora una volta. Sì, siamo caduti ancora in trappola e sappiamo che il prossimo anno denigreremo FIFA 12 per venerare FIFA 13. O almeno speriamo.