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Recensione di FIFA 11

Recensione di FIFA 11 di Console Tribe

di: Giovanni Manca

“Accettando la teoria della continua variazione di tutte le forme videoludiche, dalle più elementari alle più elevate, inclusa la realtà come ultimo anello nella catena dei videogiochi, ci deve essere una transizione dalla stato della ciofeca alla perfezione artistica: e in questo caso dove sono gli anelli mancanti e a quale punto del suo progressivo miglioramento il videogioco acquista la parte spirituale del suo essere e diventa dotato del tremendo attributo dell’immortalità?”

William Hopkins ci perdonerà la parafrasi ma, la teoria evoluzionistica dell’uomo sembra l’ideale per collocare e descrivere la serie FIFA nell’universo videoludico: limitandoci ad un parallelismo con la specie umana, dal 1994 ad oggi, EA ha preso per mano un bizzarro australopiteco per poi elevare un re sul trono delle simulazioni calcistiche il cui nome è FIFA 11. E dopo il regno, cosa rimane? Beh, l’Olimpo, ma questo sembra ormai rimandato alla generazione futura.

Una partita in compagnia

Inserito il titolo per la prima volta nella console, dei brevi passaggi fanno da preambolo al menu di gioco, fase iniziale in cui verranno analizzati i salvataggi delle precedenti edizioni di FIFA, selezionata ed eventualmente modificata a nostro piacimento la mappatura del joypad, calibrata l’assistenza degli aiuti nelle fasi di gioco, scelta la squadra del cuore. Dopo, alla pressione del pulsante “start”, si apre l’universo calcistico di FIFA 11. Ad una prima occhiata sono subito evidenti le prime novità: buona metà della schermata è occupata da un tabellone in cui vengono visualizzate tutte le statistiche di gioco dell’account connesso, dai goal segnati a quelli subiti, dai minuti d’imbattibilità al goal più veloce, dai record nei match in casa a quelli in trasferta. Interessante, certamente, ma passiamo alle modalità di gioco e, qui, si rischia di fare notte. Ovviamente non manca la possibilità di disputare una partita veloce e “settarne” qualsiasi tipo di parametro: squadre, divisa, stadio, difficoltà, arbitro, fascia oraria, meteo, disegno dell’erba, deterioramento del terreno, velocità di gioco (lento, normale e veloce). Non è finita qua, dal momento che è possibile modificare anche alcune regole del calcio, tra cui il fuorigioco, i cartellini e il fallo di mano. Per la prima volta è possibile disputare un’amichevole utilizzando un unico giocatore, secondo le regole della modalità “professionista”, senza alcuna limitazione di ruolo dal momento che, novità assoluta, si potrà ricoprire il ruolo del portiere.

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Per le lunghe serate tra amici, la modalità di gioco più divertente è senza dubbio il Football Party, una sorta di modalità torneo a cui possono partecipare fino a otto giocatori e caratterizzato da aspetti decisamente bizzarri. Prima di ogni match, ognuno dei giocatori può infatti decidere di usare dei veri e propri cheat, cumulabili fino ad un massimo di tre, in grado di incidere profondamente su molti aspetti del gioco: iniziare con alcuni goal di vantaggio, togliere un calciatore al team avversario, fare in modo che la propria squadra non si stanchi, dimezzare gli attributi dell’avversario. La disponibilità di tale trucchi è relazionata allo svolgimento delle singole partite, il che obbliga una certa ponderazione prima del proprio utilizzo: perché partire con un goal di vantaggio contro un amico davvero scarso? Il sistema di salvataggio tiene traccia di qualsiasi tipo di statistica e delle assegnazioni di mini-obiettivi, rappresentati da alcuni stemmi: il divertimento è garantito.

Una carriera in erba

Prima di analizzare la modalità carriera, è opportuno spendere qualche parola sull’enorme varietà di tornei a disposizione. A parte la consueta opzione che permette una completa personalizzazione di un torneo, FIFA stesso ne prevede oltre 50, suddivisi nelle varie coppe e campionati delle nazioni più importanti a livello calcistico (assenze più rilevanti Argentina e Giappone). Il numero dei giocatori umani che possono partecipare è limitato esclusivamente dal numero delle squadre partecipanti alla competizione stessa.
La “carriera” è da molti anni la modalità single player principale di FIFA e, l’edizione di quest’anno, non fa eccezione: com’era lecito aspettarsi, si tratta di un’evoluzione della fortunata modalità “Professionista” degli anni scorsi. Giocatore, allenatore e allenatore-giocatore sono le tre vie della gloria che potremmo scegliere di percorrere per quindici stagioni consecutive, percorso che nasce con la personalizzazione del nostro alter-ego: nel caso la scelta ricada sul ruolo di allenatore, tale fase si limita alla scelta del nome, nazionalità, difficoltà e squadra; nel caso volessimo portare al successo un calciatore, le cose diventano più complesse. L’editor è del tutto simile a quello di FIFA 10 e permette un’opera pigmalionica di livello eccellente, dal momento che è possibile personalizzare qualsiasi aspetto morfologico e tecnico (ruolo incluso), anche con elementi sbloccabili nel corso della carriera; per chi volesse divertirsi utilizzando il proprio volto, è sempre presente la funzione Game Face, un veloce metodo che utilizza uno scan di una foto con la webcam della console.

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Una novità importante, è costituita dal fatto che non saremmo obbligati ad utilizzare solo ed esclusivamente il calciatore virtuale, ma prima di ogni match potremo decidere se controllare l’intera squadra e far crescere comunque la giovane stella; nel caso si preferisca utilizzare solo un giocatore, sottolineiamo come i parametri di valutazione siano enormemente migliorati rispetto alle precedenti esperienze, molto più verosimili e piuttosto slegati da singoli eventi: il voto varierà progressivamente in relazione alla prestazione complessiva e non subirà sbalzi irragionevoli dovuti a un passaggio sbagliato, ad una posizione sbilanciata piuttosto che ad un tiro alle stelle, come invece avveniva fino a FIFA 10. Tutto questo, insieme a indicatori su schermo decisamente meno invasivi, rende l’esperienza in game davvero molto più stimolante e divertente.
Davvero eccellente il supporto che il titolo offre al giocatore, a partire dall’ottima schermata principale ricca di informazioni relative all’andamento della stagione, il che si traduce in news (con tanto di foto reali su licenza), classifiche delle varie competizioni, evoluzione della reputazione e relativi guadagni. L’interfaccia, piuttosto intuitiva, consente di gestire al meglio un’infinità di opzioni relative sia all’aspetto tecnico della rosa (formazione, moduli, crescita giocatori, numeri di maglia) sia all’aspetto finanziario (calciomercato, contratti, mail). Non siamo certo ai livelli di un vero e proprio titolo manageriale, ma la modalità carriera di FIFA 11 punta chiaramente ad offrire un’esperienza di gioco profonda ed appagante, riuscendoci in grande stile.

Palla nel sette

Trattandosi di una simulazione calcistica, la sovrabbondanza di modalità di gioco sarebbe perfettamente inutile se EA non proponesse un gameplay solido e divertente, in grado di catturare anche chi non mastica videogiochi e pallone tutti i giorni. Nel corso del 2010, EA Canada ha potuto lavorare tenendo conto non solo dei feedback ricevuti dopo FIFA 10, ma anche su quelli relativi all’eccellente capitolo estivo, Sudafrica 2010: vediamo come è andata.
Dopo pochi minuti di gioco, appare evidente come il team di sviluppo si sia concentrato sulla fisica di tutti gli elementi protagonisti sul terreno di gioco, cercando di raggiungere un realismo senza precedenti: il risultato finale è ragguardevole. Le interazioni tra calciatori, palla, arbitro e pali, sono capaci di dare vita ad una varietà e casualità di situazioni impressionanti, sconosciute nella letteratura delle simulazioni sportive: tutto questo, ovviamente, incide su quasi tutti gli aspetti del gameplay vero e proprio. Nella fase difensiva, sono stati affinate le tecniche per esercitare pressione sul portatore di palla, in modo che il difensore abbia più discrezionalità su come fermare un avversario: la pressione dei pulsanti relativi al controllo di velocità piuttosto che quelli utilizzati per contrasto più energico, non determina sempre e comunque la stessa azione qualunque sia la distanza o la situazione di gioco ma, al contrario, un gesto proporzionato a questi elementi. Se, ad esempio, il portatore di palla è lanciato in velocità, il difensore in ritardo lo tratterrà per la maglia o cercherà un intervento sulla palla; stesso discorso vale per il pulsante relativo alla scivolata, dal momento che a distanza ravvicinata verrà eseguito non un tackle ma un altro tipo di intervento duro, più consono alla circostanza.

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Anche nelle fasi in cui si deve portare la palla, è decisamente aumentata l’importanza dei pulsanti adibiti al controllo dei contatti fisici, in particolare LT (L2): solo in questo modo è possibile resistere al pressing dei difensori avversari, difendere la palla o cercare di recuperarla dopo averla persa. In quest’ottica, assumono ancora più rilevanza le giocate eseguibili con lo stick destro combinato alla pressione del grilletto sinistro, e i parametri fisico/tecnici di ogni singolo calciatore. Migliorati anche i tiri, vero cruccio in quasi tutte le edizioni di FIFA precedenti: sempre alla ricerca del massimo realismo, sono secchi, veloci e immediati, sempre che il calciatore sia in una posizione equilibrata.
Per ottimizzare la curva di apprendimento, FIFA permette una completa calibrazione degli aiuti in-game, in modo da raggiungere un feeling eccellente poco alla volta: selezione del calciatore, forza e direzione dei passaggi, cross, tiri, assistenza sulle parate possono essere modificati in ogni momento di gioco. Impostando un sistema di controllo completamente manuale, le cose si fanno parecchio complesse ed esaltano ciò che EA ha denominato Pro Passing, un’impostazione che esige un perfetto dosaggio della forza impressa alla palla per eseguire tutti i tipi di passaggi in modo corretto: chi cerca il massimo realismo in una simulazione calcistica, troverà pane per i propri denti ma anche una gratificazione senza eguali. Il quadro è completato da un tempo di risposta ai comandi ancora più rapido rispetto a FIFA 10 e Sudafrica 2010, un vero abisso rispetto alle edizioni ancora precedenti.
L’intelligenza artificiale ha ancora discreti margini di miglioramento ma il livello raggiunto è decisamente alto. Durante il gioco, capita che alcuni giocatori sembrino più attenti a mantenere la giusta posizione in campo, piuttosto che a seguire con più attenzione l’azione in corso, sia in fase difensiva sia quando si attacca; sono lontani, comunque, i tempi in cui i difensori si lanciavano in raddoppi tatticamente senza senso o gli attaccanti andavano dritti verso la porta senza seguire l’azione dei centrocampisti. C’è da sottolineare come tali comportamenti siano caratterizzati dai parametri che contraddistinguono i calciatori: facile riconoscere i giocatori più noti solamente osservando il loro atteggiamento in campo, sia in difesa sia in attacco.
Per concludere la disamina sulla I.A., qualche considerazione sull’arbitraggio: il progresso fatto sulla fisica del gioco, sembra che abbia ridotto drasticamente gli errori della “giacchetta nera”, grazie ad una sua capacità di rilevare le collisioni in modo più efficace. Qualche problemino sulla regola del vantaggio che, spesso, sembra protrarsi un po’ troppo a lungo nel corso dell’azione incriminata, a vantaggio del possessore della palla.
Evidenziamo come FIFA 11 importi in toto il sistema dei calci di rigore esordito nel capitolo estivo dedicato ai mondiali. Gli elementi a cui il rigorista deve prestare la massima attenzione sono tre: freddezza (occorre bloccare con precisione un indicatore la cui velocità varia in relazione al calciatore utilizzato), direzione e potenza; il bersaglio, invisibile, cresce di dimensione in relazione alla potenza esercitata sul tiro, il che si traduce in un aumento esponenziale dell’imprecisione. E’ possibile anche effettuare delle finte durante la rincorsa e correre il rischio di inciampare sul più bello, come accadde a John Terry durante i rigori della finale di Champions League del 2008. Dobbiamo ammettere che questo tipo di soluzione, molto più tecnica rispetto all’impostazione classica di FIFA 10, regala molto più divertimento e gratificazione dal momento che riduce notevolmente il fattore casualità e si dimostra più onesta nei confronti del player capace.

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L’uomo ragno

Joypad alla mano, una delle più importanti novità proposte da FIFA 11 è la possibilità di utilizzare il portiere: non parliamo solo del controllo sui rinvii o sulle uscite verso il portatore di palla, ma una gestione totale delle sue azioni. Anche in questo caso, è possibile attivare aiuti in-game per facilitare la familiarità con il ruolo per poi escluderli per il massimo del divertimento. I tuffi si eseguono con gli spostamenti destra/sinistra dello stick destro, mentre col sinistro ci si sposta; uscite alte, uscite sui piedi si eseguono con la pressione dei pulsanti Y, X , A (quadrato, X, triangolo su PS3), mentre il pulsante dorsale sinistro consente di tenere sempre la posizione ideale rispetto all’azione, indicata da un cerchio arancio. Inizialmente le prime sensazioni sono discordanti, dal momento che sembra tutto molto divertente se non fosse per il tempo di reazione del portiere apparentemente troppo lento; ma con un po’ di pazienza e con una maggior cura della posizione, ci si rende conto che le difficoltà sono perfettamente in linea con il carattere simulativo del titolo e la ricerca del massimo realismo anche in questo ruolo. Fare il portiere è una vocazione, e FIFA 11 non fa eccezione a questa regola; nella partite multiplayer, vivremo la partita aspettando tra i pali i momenti in cui verremo chiamati in causa, sperando di non attirarci le ire dei nostri compagni. Nella modalità carriera, è invece possibile seguire la partita da distanza ravvicinata premendo il pulsante BACK (SELECT su PS3) e suggerire ai calciatori l’azione migliore da eseguire (passaggio, tiro, cross ecc…) augurandosi che seguano l’input. Non sarà la passione di tutti, ma utilizzare il portiere è un mezzo per conoscere un aspetto del tutto particolare e sconosciuto delle simulazioni calcistiche.

Io e il mondo

Abbiamo analizzato le diverse modalità single player e sottolineato i miglioramenti della modalità carriera ma non c’è dubbio che le sfide online siano in grado di regalare emozioni uniche. Per soddisfare le esigenze dei giocatori di tutto il mondo, FIFA 11 presenta un supporto online, sia a livello di opzioni che di modalità di gioco, davvero invidiabile. Dal classico match veloce, anche classificato, ci si può tuffare nel calderone dei campionati online organizzati da altri utenti; uno dei punti di forza è però la modalità “gioco a squadre” che, per la prima volta, consente partite 11 contro 11 grazie all’implementazione del ruolo di portiere affidabile ad un player umano. La gestione della squadra è del tutto simile a quanto visto in FIFA 10.

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Una grossa novità che EA presentò in pompa magna, è il Creation Centre, una complessa interfaccia web strutturata sul sito ufficiale che permette di creare nuovi giocatori, determinandone caratteristiche tecniche e morfologiche, e intere nuove squadre, disegnandone lo stemma, scegliendo nome, colori sociali, stadio, tattiche e formazioni. Direttamente dal web, è possibile poi mettere in download le squadre preferite per utilizzarle sulla propria console. Altra novità, la possibilità di salvare e inviare i replay non solo durante le partite offline ma anche durante le sfide online: a fine partita, si potrà accedere alle azioni salienti e salvarle nel disco rigido; nel menu “Sala replay” sarà poi possibile visualizzare tutte le azioni salvate e decidere quali inviare.
Ultima nota: per usufruire di tutti i servizi online e giocare, è necessario inserire il codice incluso nella copia del gioco (battezzato Online Pass), codice a pagamento per chi si affiderà al mercato dell’usato.

Luci a San Siro

Fin dalle prime schermate, FIFA 11 si dimostra un titolo perfettamente confezionato. La rivisitazione dei menu di gioco permette una migliore navigazione nella pletora di modalità e opzioni, peccato che quelli relativi alla gestione della squadra siano rimasti sostanzialmente invariati rispetto al passato e presentino, di conseguenza, la consueta macchinosità.
La realizzazione della grafica in-game, non ha subito particolari miglioramenti, eccezion fatta per la qualità e varietà di animazioni. Il livello di dettaglio dei giocatori, del terreno di gioco e degli stadi, registra un piccolo ma deciso passo in avanti: le uniche note negative sono costituite dalla poco realistica modellazione di alcuni volti, anche di calciatori noti, irriconoscibili rispetto alla loro controparte reale. Probabilmente, il difetto è accentuato dall’eccellente realizzazione generale di quasi tutti i visi. Il perfezionamento del motore fisico deve gran parte della sua fortuna alle perfette animazioni che contraddistinguono ogni movimento dei calciatori: la varietà è impressionante e quasi si avverte la sensazione di assistere a qualcosa di nuovo ad ogni partita. Durante i nostri test non abbiamo rilevato nessun caso di compenetrazione poligonale ma, anzi, i contatti appaiono di una precisione quasi millimetrica. La fluidità di tali animazioni, è seconda solo alla loro varietà e precisione.

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Caressa e Bergomi con i Gorillaz

Saremmo curiosi di conoscere il budget ideale che EA stanzia ogni anno per la colonna sonora dei suoi giochi sportivi. Scissor Sisters, Massive Attack, Linkin’ Park, Groove Armada, Gorillaz, LCD Soundsystem sono solo i più noti tra gli artisti che ci accompagnano nei menu di gioco: per chi non sia soddisfatto, è possibile importare tracce musicali dal proprio disco rigido e organizzare le playlist specifiche per ogni frangente di gioco (tutti i menu, goal, vittorie, entrate, sconfitte ecc…). Stesso procedimento per importare i cori preferiti della propria squadra del cuore. Come accade da FIFA 07, la telecronaca è affidata al duo Caressa-Bergomi di Sky, primo elemento che solitamente viene disattivato; fortunatamente sono state aggiunte nuove frasi e dialoghi, anche se molte rimangono le stesse da troppi anni: purtroppo, ci sono tante ripetizioni che portano a stancare, soprattutto quando si tende ad utilizzare sempre le stesse squadre come, ad esempio, accade nella modalità carriera. Molto interessante e utile quando vengono commentate le varie statistiche di gioco in sovrimpressione nell’HUD in alto a sinistra. Per quanto riguarda gli effetti sonori, FIFA 11 si attesta sui livelli d’eccellenza della serie.

Unico Re

Dopo la detronizzazione di Pro Evolution Soccer dal trono delle simulazioni calcistiche, molti avevano timore che EA potesse cullarsi sugli allori e allentare la morsa, concentrandosi poco su un prodotto ormai affermatissimo. Fortunatamente, EA Canada conosce benissimo gli umori dei player e propone un’edizione del franchise calcistico estremamente curata e migliorata sotto quasi tutti gli aspetti, sia a livello tecnico che di gameplay. Le novità della modalità carriera, la vastità delle modalità online e, soprattutto, la qualità delle meccaniche di gioco, fanno di FIFA 11 un acquisto obbligato per tutti gli appassionati delle simulazioni calcistiche.