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Recensione Recensione di Dream Chronicles

Recensione di Dream Chronicles di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Il panorama videoludico per PC è ricco di generi che, per un motivo o per un altro, trovano difficilmente spazio su console. Stiamo parlando di gestionali, giochi di strategia, punta e clicca; questo non significa che su console non ci siano esponenti del genere ma semplicemente che non sono adeguatamente rappresentati. L’arrivo delle console next-gen ha in qualche modo segnato un’inversione di tendenza, grazie soprattutto alla possibilità di scaricare giochi arcade dagli store online messi a disposizione dell’utente.
Questo discorso serve per introdurvi Dream Chronicles, un hidden object game, uscito nel 2007 su PC e arrivato solo di recente su piattaforma Xbox Live. Scopriamo insieme se questo è un sogno che tutti vorremo fare o l’ennesimo incubo da evitare.

Il sogno

Dream Chronicles ci porta in un mondo ricco di magia, una sorta di fiaba interattiva. Lo scenario si apre con la regina delle fate, Lilith, che scaglia un incantesimo su tutto il regno facendo cadere gli abitanti in un interminabile sonno. Per fortuna Fidget, altro essere dotato di straordinari poteri, riesce a risvegliare sua moglie Faye, protagonista del gioco, prima di essere rapito dalla fata Lilith. La giovane Faye si risveglia in camera sua ignara di quanto sia successo ma, grazie a un diario lasciato dal marito, ben presto avrà ben chiara la situazione. Tutti, compresa la figlia, sono preda di questo potente incantesimo e spetterà a noi ritrovare Fidget per mettere fine a questo sonno eterno. La trama ci viene raccontata grazie a delle cutscene animate, peraltro non troppo ispirate, e dalle pagine del diario magico lasciato da Fidget. Se il canovaccio narrativo non appare poi così ispirato, sono gli elementi di contorno che rendono Dream Chronicles un prodotto d’ampio respiro. Il mondo in cui svolgono i fatti è ricco di storie e leggende che, nel complesso, rendono l’esperienza giocata più stimolante e accurata. In ogni caso la trama non appassiona più di tanto lasciando quasi interamente al gameplay il compito di coinvolgere il giocatore quel tanto che basta per farlo arrivare ai titoli di coda.

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Forse qualcuno si starà chiedendo, “ma cos’è un hidden object game”? A primo sguardo può sembrare un normalissimo punta e clicca ma, dopo un’analisi più approfondita, è evidente che si basa su meccaniche di gioco più semplici, una sorta di punta e clicca casual, se vogliamo metterla in questi termini. Il gioco è composto da diciotto scenari, in ognuno di questi dovremo trovare determinati oggetti e risolvere semplici puzzle. Essenzialmente lo scopo è quello di trovare gli elementi necessari per passare da una locazione all’altra. La difficoltà è tutta nel colpo d’occhio: più che perderci in complicati ragionamenti, dovremo essere capaci di trovare gli oggetti richiesti nascosti per lo scenario. Tramite la pressione di un tasto su un determinato oggetto, oltre a ricevere una breve spiegazione a riguardo, saremo subito in grado di capire se ci sarà utile o meno al nostro scopo. Diversamente dai punta e clicca standard, Dream Chronicles non prevede che negli scenari ci siano oggetti inutili e allo stesso tempo è strutturato in modo che gli strumenti utili per proseguire siano già tutti presenti sul fondale. Parlando in termini più pratici, ogni stage sarà completamente slegato dall’altro senza aver possibilità di tornare indietro per recuperare oggetti eventualmente dimenticati.
La particolarità di Dream Chronicles sta nel fatto che, oltre agli oggetti indispensabili, sparsi per i vari scenari ci sono delle pietre magiche che, una volta raggiunta una determinata quantità, compongono alcuni amuleti che danno la possibilità di accedere a informazioni e dettagli aggiuntivi sulla trama.
Ricercare gli oggetti su schermo è sì interessante ma la mancanza di passaggi più complicati può comunque rendere il titolo meno stimolante; per aumentare il tasso di sfida gli sviluppatori hanno pensato a un sistema di punteggio basato sulla quantità di tempo impiegato e il numero di pietre magiche raccolte. Se nel primo playtrough impiegheremo delle ore per completare il gioco, nei successivi tentativi possiamo anche arrivare ai titoli di coda in meno di trenta minuti. Descritta così la longevità non è sicuramente il punto forte del gioco ma, dato il genere, va tenuto in considerazione il tempo per portarlo a termine la prima volta. Per aggiungere qualche ora di gioco è anche presente una modalità multiplayer in cui unire le forze per trovare insieme gli oggetti ma, visto il numero di giocatori presenti online, è piuttosto difficile organizzare una partita.

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Parlando dell’aspetto tecnico del gioco, sono pochi gli elementi da tenere in considerazione. Questo genere infatti ha pochi elementi grafici nelle varie schermate che, tra l’altro, sono tutte interamente costituite da sfondi pre-renderizzati. Gli sfondi bidimensionali che compongono il gioco a primo impatto appaiono luminosi e lussureggianti, ogni schermata è infatti ricca di dettagli e particolari. Questa scelta non è puramente estetica ma contribuisce in maniera pesante nel gameplay infatti, la mole di dettagli ha lo scopo di confondere il giocatore rendendo più difficile la ricerca. A stonare sono proprio gli stessi oggetti che dovremo raccogliere che si presentano ai nostri occhi poco definiti e dai bordi spesso irregolari. Talvolta capiterà di scovarli non perché abbiamo guardato nel posto giusto ma proprio a causa delle differenze grafiche in relazione allo scenario circostante.
Scelta interessante, ma per certi versi discutibile, è la presenza di una cornice ai margini dello scenario. Dal punto di vista scenico è sicuramente ben riuscita ma considerando il tipo di gioco può risultare limitante durante l’esplorazione.

Il risveglio

Ci siamo appena svegliati da questo breve ma intenso sogno. Dream Chronicles è un prodotto che tenta di coinvolgere giocatori solitamente restii a un genere decisamente di nicchia. Una sapiente miscela di avventura grafica, puzzle e punta e clicca si fondono in un hidden object game dalle meccaniche semplici, adatte anche ai casual gamer. Il risultato sotto questo punto di vista è apprezzabile, passando in rassegna le varie sezioni di gioco non si sente mai il peso di ragionamenti complicati o passaggi troppo noiosi ma, nonostante questo presupposto, il titolo non soddisfa o quantomeno non lo fa appieno. I controlli a volte legnosi e l’incedere un po’ troppo schematico finiscono comunque per allontanare i neofiti. Allo stesso modo la mancanza di veri stimoli per gli appassionati del genere fa sì che il prodotto non sia poi così appetibile. Un titolo che rimane consigliato in ogni caso a chi è solito intrattenersi con questo tipo di produzioni, tutti gli altri possono considerare l’acquisto solo se hanno voglia di provare qualcosa di nuovo.