Recensioni

Recensione Recensione di Dead or Alive 4

Recensione di Dead or Alive 4 di Console Tribe

di: Redazione

Ogni console al suo debutto è sempre accompagnata da
un titolo fighting, si veda ad esempio Playstation, con il suo
Toshinden (Tekken venne subito dopo), il Sega Saturn con Virtua
Fighter, il Dreamcast, sempre di Sega, con Soul Calibur, per non citare
il glorioso Super Nes che aveva al suo fianco niente di meno che lo
splendido Street Fighter II. Questo binomio inscindibile (debutto nuova
console/uscita esclusiva di un picchiaduro) è immutato nel corso degli
anni e si ripresenta ai giorni nostri con Microsoft Xbox 360 e Dead or
Alive 4 di Tecmo. Il Team Ninja, forte dei successi riscossi
soprattutto su Xbox, riporta in scena le lottatrici più amate dei
videogames, presentandoci il titolo che si candida ad essere l’episodio
più bello della saga di Dead or Alive.


Dal 1998 ad oggi

La
saga di Dead or Alive ha attraversato il corso degli anni debuttando da
prima in sala giochi e poi sulla storica Playstation, per poi giungere
su Dreamcast e Xbox dove sembra abbia trovato il suo “Locus Amoenus”:
possiamo infatti ricordare moltissimi episodi apparsi sulla console
Microsoft, a cominciare da Dead or Alive 3 passando per Dead or Alive
Extreme Beach Volley (spin off della serie, che vedeva le gentil
donzelle, presenti nel fighting Tecmo, sfidarsi in tornei di beach
volley su soleggiate spiagge di un’isola tropicale) fino ad arrivare a
Dead or Alive Ultimate (che vede il debutto della serie nel gaming
online oltre che la presenza sia del primo che del secondo episodio
della saga). Il titolo del Team Ninja si è sempre distinto, oltre che
per l’affascinante presenza delle lottatrici, per una grafica sopra le
righe associata purtroppo ad una poca profondità della trama e del
gameplay. Riuscirà il quarto episodio a far meglio dei suoi
predecessori? Analizziamo insieme il gioco in tutti i suoi aspetti per
avere un’idea più precisa sull’ultima produzione Tecmo.


Modalità di gioco

Il
più classico dei menu si presenterà una volta caricato il gioco: le
voci che lo compongono sono infatti del tutto simili a quelle viste in
Dead or Alive Ultimate. Potremo cominciare con lo Story Mode, vero e
proprio cuore del gioco, con il quale seguiremo la storia del nostro
lottatore preferito (gli scontri e le situazioni di gioco variano da
personaggio a personaggio), cimentarci con il Training Mode, utilissimo
per apprendere le nuove mosse ed i piccoli cambiamenti presenti nel
gameplay, passando poi per il Watch Mode, nel quale possiamo assistere
ad un combattimento avente per protagonisti lottatori guidati dalla
Cpu.
Non può naturalmente mancare il
classico Time Attack, nel quale oltre ai nostri soliti avversari,
saremo costretti a lottare anche contro il tempo per guadagnare le tre
medaglie messe a disposizione; il Survival Mode invece altro non è che
una battaglia in successione che può portare a sfidare, uno dopo
l’altro, fino a 100 lottatori in successione (scelti naturalmente tra i
22 presenti nel gioco).
Ritorna infine il
Team Battle nel quale potremo, grazie all’aiuto di uno o più
personaggi, cercare di prevalere sui nostri avversari, e l’immancabile
Versus Mode. Come non citare, infine, la superba modalità Online, che
garantisce una longevità praticamente infinita al titolo.
Chi
ha già provato Dead or Alive Ultimate sa già quanto sia emozionante
poter sfidare persone di tutto il mondo. Il Team Ninja supera se stesso
offrendoci un esperienza live molto appagante tramite lobby molto
simpatiche e fantasiose. Il videogiocatore avrà la possibilità di
acquistare, oltre a nuove lobby, anche esilaranti avatar, il tutto
grazie ai dollari virtuali che si possono guadagnare vincendo i
combattimenti online.
Le modalità di gioco
online sono molto varie: vanno dal “Chi Vince resta”, passando per “Chi
Perde resta”, “Torneo”, “Team Battle”, “Survival” per arrivare al
“Kumite”, nel quale il giocatore che crea la partita combatte contro
tutti gli altri.
Sebbene nelle lobby sia
possibile l’accesso ad un massimo di 16 giocatori, si consiglia
caldamente di non superare i quattro utenti, causa problemi di lag. Non
disperate comunque, poiché Tecmo ha già affermato di essere al lavoro
su di una patch per risolvere questo fastidiosissimo inconveniente,
offrendoci così un netcode ottimizzato ed esente da lag. Non si può
certo dire che le modalità di gioco presenti siano poche, ma ci si
rende subito conto che qualche nuova aggiunta avrebbe potuto regalare
una esperienza di gioco più profonda (si pensi, ad esempio, alle
innovazioni presenti negli ultimi capitoli di Tekken o Soul Calibur).


Tra Nuova Generazione… e Vecchi Difetti

Ciò
che colpisce maggiormente cominciando a giocare a DoA4 è indubbiamente
il comparto grafico (anche se programmato utilizzando Kit di Sviluppo
non ancora “Maturi”…); il lavoro svolto dal team di Itakagi,
nonostante non sfrutti a pieno le grandi potenzialità di Xbox 360, è
sorprendente. Gli scenari, oltre ad essere interattivi sono riprodotti
con un’attenzione al dettaglio quasi maniacale (si pensi alla
realizzazione di alcune superfici come ad esempio l’acqua che, oltre a
riflettere i lottatori ed il paesaggio circostante in maniera
impressionante, è dotata di una dinamica superlativa), sviluppati su
piani multipli e pieni di dislivelli.
I
lottatori (e le lottatrici) sono anch’essi realizzati con molta cura,
pur mantenendo uno stile manga tanto amato dai videogamer nipponici;
non aspettatevi quindi personaggi ultra realistici (come i pugili visti
in Fight Night 3), il Character Design è sotto questo punto di vista,
rimasto invariato rispetto ai precedenti capitoli, presentando
ovviamente numerose migliorie (muscolatura dei combattenti, vestiti e
la realizzazione dei capelli in primis; quest’ultima risulta
notevolmente migliorata anche se non priva di difetti).
L’unico
piccolo neo dal punto di vista grafico riguarda la fastidiosa presenza
di compenetrazioni poligonali, le quali avvengono spesso (anche se in
misura minore rispetto all’Ultimate) durante l’esecuzione di alcune
prese.
La fluidità di gioco è un altro
degli aspetti maggiormente curati del gioco: i movimenti sinuosi dei
lottatori, oltre ad essere gradevoli agli occhi, migliorano la
giocabilità del titolo notevolmente…il tutto accompagnato da un frame
rate costante di 60 fps che rende questo Dead or Alive il più frenetico
e veloce di sempre.
Il comparto sonoro si
assesta su buoni livelli (senza però toccare vette d’eccellenza)
offrendo pieno supporto al sistema audio Dolby Digital 5.1.
Il
gameplay è stato perfezionato, con piccole modifiche, ma che vanno
tutte a vantaggio del videogamer; effettuare le varie counter (le
contromosse), che da sempre hanno caratterizzato la serie di DoA, è ora
ben più difficile, con il risultato che difendersi non è più cosi
semplice come un tempo; gli attacchi aerei inoltre sono gestiti in
maniera più precisa rispetto ai precedenti capitoli.
Il
sistema di controllo risulta essere identico a quello dei capitoli
precedenti: un po’ troppo semplice e limitato da soli 4 pulsanti
d’azione. Il pad di Xbox 360 si è fatto notare per una maggiore
comodità e precisione rispetto al pad del primo Xbox, soprattutto nella
pressione combinata di più pulsanti e nella comodità dell’impugnatura.
Nonostante
notevoli passi avanti siano stati effettuati per rendere i vari
personaggi equilibrati, si nota un “non perfetto bilanciamento” tra
loro tanto che è possibile, con determinati lottatori, eseguire combo
che hanno indubbiamente un’efficacia maggiore rispetto a quelle degli
altri. Altra nota dolente risulta essere la presenza di quelli che io
chiamo “rimbalzi” (ovvero una volta colpito il nostro avversario di
turno capita, troppo spesso, che esso voli in aria e sia vulnerabile ai
nostri attacchi); il problema è che dopo averlo colpito una prima volta
il malcapitato rimbalzerà come un palloncino e potrà essere colpito
numerose altre volte senza possibilità alcuna di potersi parare. Questo
è forse uno dei difetti che Dead or Alive si porta dietro da anni e
che, francamente,ne faremmo volentieri a meno.
La
modalità Story si riconferma (ahimè) debole, presentando una trama
pressappoco decente per alcuni personaggi, e disarmante ed insensata
per altri. Sicuramente la storia sarà appagante per gli Otaku, i
videogamers nipponici e agli amanti della saga, ma di scarso spessore
per chiunque altro (sarebbe costato troppo assumere uno sceneggiatore
decente?).
Da segnalare (finalmente!) la
presenza di splendide scene in FMW al termine della modalità Storia,
curate nella realizzazione, non sempre nei contenuti.


Conclusioni

Doa
4 è senza dubbio il migliore episodio della saga realizzata da Itakagi,
grazie ad un comparto tecnico impressionante, alla velocità e fluidità
di gioco notevolmente migliorata, ai piccoli miglioramenti nel gameplay
e alla presenza dei finali in computer grafica. Farà senza dubbio
felice gli amanti della serie ma, purtroppo, conserva ancora molti
difetti, come una trama poco approfondita (del tutto assente o priva di
logica per determinati lottatori), un sistema di gioco ancora troppo
limitato e basato su solo quattro tasti e soprattutto un effetto
“rimbalzo” quando si è colpiti, che rende odiosi e frustranti gli
incontri. La strada intrapresa dal Team Ninja nel realizzare questo
Dead or Alive 4 è senza dubbio buona, ma bisogna ancora rivedere alcuni
aspetti per rendere questo picchiaduro all’altezza della concorrenza
(leggasi Soul Calibur e Virtua Fighter), anche se al momento
disponibile solo su console old-gen.