Recensione Recensione di Crazy Machines Elements
Recensione di Crazy Machines Elements di Console Tribe
di: Francesco "F.B.8." SantoniUna sfera rotola su un piano inclinato, fa cadere una candela che brucia una corda che a sua volta fa scattare un peso contro il prossimo pazzo elemento della macchina. Sono sicuro che almeno una volta in qualche film, cartone animato o video su Youtube avete visto qualcosa del genere e sapete benissimo di cosa sto parlando. Avete mai avuto voglia di provare voi stessi a costruire una macchina del genere? Se sì allora cominciate ad accendere il cervello, Crazy Machines Elements è proprio questo!
Scaldando la macchina
Tutto il gioco ruota intorno alle fantastiche macchine: bisogna saper disporre in un certo modo sulla schermata di gioco una serie di elementi più o meno stravaganti, e poi far partire il tempo e osservare cosa succede. Scopo del gioco è raggiungere degli obiettivi attraverso le reazioni a catena che si verranno a creare, obiettivi che possono essere tra i più svariati, dal mandare un pallone a canestro ad accendere simultaneamente delle lampadine. Le modalità di gioco essenzialmente sono due, più un editor che ci darà libertà completa di creare secondo la nostra fantasia dei livelli personalizzati, con tanto di obiettivi e restrizioni a vostra scelta. Ma andiamo con ordine.
La prima (e unica nelle prime fasi di gioco) modalità è quella rompicapo. In questa fase buona parte della macchina è già assemblata, e noi avremo soltanto a disposizione alcuni elementi per completare il tutto. Gli elementi possono essere ruotati e collocati su una griglia invisibile, bisogna solo fare attenzione ad alcuni oggetti che possono essere posizionati solo in punti particolari (per esempio fissati a una parete). Dopo aver collocato tutti gli oggetti come riteniamo opportuno, è il momento di far partire la macchina e vedere se si raggiunge l’obiettivo. Se non ci si riesce, basta fermare la macchina e riprovare cambiando la disposizione degli oggetti. Se nei primi livelli si tratta solo di sistemare una o due tavole per completare un piano inclinato, successivamente bisogna fare dei ragionamenti e costruire delle macchine non banali. Oltre all’obiettivo da raggiungere per passare al livello successivo, nel corso del rompicapo troveremo anche dei bulloni dorati che dovremo raccogliere per completare perfettamente il livello, facendoci passare sopra un oggetto o una parte di esso. Purtroppo questi ultimi più che un bonus da guadagnarsi nella maggior parte dei casi sono vere e proprie tracce che ci daranno un’indicazione su come andare avanti se non riusciamo a tirarci d’impaccio. Infatti possiamo essere sicuri che senza alcuna ombra di dubbio qualche oggetto nel corso del livello dovrà transitare sui suddetti bulloni. Il livello di difficoltà dei vari rompicapi è in effetti altalenante, si alternano dei rompicapi in cui dovremmo far lavorare il cervello per trovare una soluzione a rompicapi dove è già tutto pronto e tutto quello che bisogna fare è sistemare i pezzi mancanti nel loro posto che appare naturale o quasi obbligato. Se non altro sono molti, infatti ben 100 livelli potranno di certo tenerci impegnati per svariate ore.
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Dopo aver completato circa metà dei classici rompicapo, sbloccheremo prima la modalità sfide ed infine l’editor. La prima è senz’altro la più stimolante del gioco e ci permetterà di liberare la nostra fantasia: avremo sì i soliti obiettivi da completare in modo più o meno simile alla modalità precedentemente descritta, ma stavolta avremo a nostra disposizione carta (quasi) bianca e una quantità di oggetti limitata solo da un budget. A parte delle restrizioni sui tipi di oggetti utilizzabili che variano a seconda del livello, potremmo utilizzare veramente di tutto, ogni oggetto è contraddistinto da un suo costo e finché non andiamo fuori budget possiamo sbizzarrirci a piacere. Queste sfide, purtroppo, non sono numerose come i rompicapi, ma c’è da dire che ci sono obiettivi molto stimolanti, come ad esempio raccogliere delle palline da tennis in un cesto e delle palline metalliche in un altro, e per separarle bisognerà sfruttare proprietà come il magnetismo.
Veniamo infine a parlare dell’ultima modalità, quella dell’editor. In questa fase possiamo creare il nostro personale rompicapo, posizionando gli oggetti come meglio crediamo, comprese pareti e tutto. È possibile anche controllare diversi elementi come gli obiettivi e la telecamera (possiamo ad esempio scegliere quali oggetti seguirà) in modo intuitivo attraverso circuiti logici. Dopo aver confezionato tutta la macchina, potremo scegliere quali oggetti saranno posizionati dal principio e quali saranno inseriti nell’inventario (avremo comunque dei limiti al budget) e starà al giocatore capire dove posizionarli. Sì, ma quale giocatore? Probabilmente noi stessi, vista l’imbarazzante mancanza della possibilità di caricare su internet i propri rompicapo per condividerli con altri. Ma quale potrebbe mai essere il motivo di questa $celta? Senza voler insinuare niente, faccio notare che nel menu c’è la voce “scarica contenuto” con già un pacchetto di rompicapi e sfide aggiuntive a pagamento.
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Dietro agli ingranaggi
Bene, dopo questa panoramica sul gioco è arrivato il momento di aprire il cofano e vedere com’è la realizzazione tecnica.
La grafica è tutto sommato gradevole per un titolo del genere, e anche le animazioni sono ben realizzate, sia quelle relative alla fisica degli oggetti sia quelle degli elementi della macchina più strambi (come il graviton, uno strumento in grado di modificare la gravità oppure la macchina del meteo in grado di creare pioggia, temporali e piccoli tornado). Il comparto audio è stato un po’ sottovalutato, non tanto per i suoni degli effetti che risultano credibili e divertenti ma per le musiche di sottofondo che a volte riescono ad essere addirittura un elemento di disturbo del nostro pensare.
Anche per quanto riguarda il gameplay si ha la sensazione che poteva essere fatto qualcosa di più: non sarebbe stata una cattiva idea includere una sorta di salvataggio rapido che ci concedesse di congelare un particolare stato di posizionamento della macchina, soprattutto per le sfide dove bisogna costruire spesso qualcosa di mastodontico. Questo perché il processo di realizzazione della macchina può impiegare molto tempo, e magari sarebbe stata una buona cosa poter abbandonare la costruzione per riprenderla in un secondo momento, o anche semplicemente fare delle prove con un diverso posizionamento dei componenti sapendo che volendo si può tornare indietro senza fare tutto da capo. Un’altra grossa pecca è la scelta dei comandi: se sappiamo tutti quanto è scomodo utilizzare l’analogico nei picchiaduro, dovreste provarlo per posizionare degli oggetti su una griglia. Spesso ci vuole pazienza a posizionare un oggetto esattamente come vogliamo, e questo tra l’altro ci porta al prossimo punto: spesso capita che, nonostante abbiamo capito la soluzione, la macchina non fa il suo dovere perché l’inclinazione di un certo elemento è sbagliata di quel grado o spostata di quel millimetro che fa incastrare male i pezzi tra loro e quindi non fa riuscire il tutto. Purtroppo succede diverse volte che si passa a provare un nuovo schema, pensando che quello da noi adottato sia sbagliato, quando invece abbiamo semplicemente fatto un piccolo errore di posizionamento fine. Questi problemi si sentono particolarmente nella modalità rompicapo e sono il prezzo di una libertà enorme e una possibilità di interazione incredibile tra i vari elementi. Ogni oggetto ha infatti una serie di icone che indicano con quali oggetti può interagire, tra i quali corde, cinghie per la trasmissione della rotazione, fuoco, temperatura, luce, laser, conduttività, magnetismo. Ad esempio, gran parte dei componenti può prendere fuoco e trasmetterlo al vicino, alcuni componenti richiedono l’alimentazione elettrica e quindi dobbiamo ingegnarci a fornirgliela con diversi tipi di presa che erogano corrente su diverse condizioni, dai classici generatori e leve ai più sofisticati trasformatori (che convertono i fulmini in elettricità) o celle solari. Questa vastità di elementi può disorientare il giocatore alle prime armi, e spesso ci vuole un po’ per capire tutti i meccanismi del gioco, complice il fatto che sembra che in diversi rompicapi gli oggetti funzionino in modo diverso. Per dirne una, è facile capire che con una miccia si può accendere una dinamite, ma è difficile pensare che la si può utilizzare anche per dare fuoco a una tavola di plastica, se posizionata opportunamente.
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Divertimento assicurato?
Crazy Machines Elements è senza dubbio un puzzle game di nicchia, consigliato in modo particolare a chi ha sufficiente pazienza e magari già si è dilettato in simili giochi (su tutti mi viene in mente un vecchio gioco in flash chiamato Fantastic Contraptions che, sebbene molto più semplice, rende molto l’idea). Il gioco può senza dubbio dare grandi soddisfazioni, a patto di avere pazienza sufficiente ed essere disposti a perderci un po’ di tempo. Le uniche grandi pecche sono la mancata possibilità di salvare la macchina in un certo stato, il sistema di comandi tramite analogico scomodissimo e la criticità del posizionamento dei vari componenti, che non ci fa capire con certezza se stiamo sbagliando tutto o se abbiamo semplicemente sbagliato il posizionamento fine. Se siete pronti a fare i conti con questi difetti, allora siete pronti per lanciarvi nel mondo di Crazy Machines Elements e cominciare a creare le vostre macchine! Buone macchinazioni!