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Recensione Recensione di Crash Time 4: The Syndicate

Recensione di Crash Time 4: The Syndicate di Console Tribe

di: Federico Lelli

Giunto alla sua quarta incarnazione videoludica, Crash Time torna nelle nostre console grazie ai ragazzi di Synetic e ancora una volta ci porta adrenalina, velocità e azione. I criminali di Colonia avranno ancora vita dura ma incidenti e disordini pubblici saranno sempre dietro l’angolo con i due scapestrati investigatori della polizia autostradale tedesca.

Guardie

Crash Time 4: The Syndicate, noto ai germanofoni col nome originale “Alarm für Cobra 11: Das Syndikat” è infatti il tie-in dell’omonima serie tedesca, trasmessa anche in Italia col nome di “Squadra Speciale Cobra 11”. Ambientata nella città di Colonia e nelle sue autostrade direttamente limitrofe, segue le vicende dei due protagonisti: Ben e Semir, poliziotti impiegati tra le fila della Autobahnpolizei, la polizia stradale tedesca.
Con 15 stagioni all’attivo e un discreto numero di fan in giro per l’Europa, il titolo sembra avere i numeri per offrire un’interessante trasposizione videoludica: vediamo cosa hanno preparato i ragazzi tedeschi di Synetic per le nostre console.

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Dopo il breve filmato introduttivo con incidenti di ogni tipo, i semplici titoli e una schermata statica appaiono ai nostri occhi. Oltre alla carriera il gioco prevede una modalità di corsa giocabile sia in singolo che in multiplayer e le immancabili opzioni.
La carriera, strutturata in livelli, è introdotta da una scena ambientata in autostrada dove ci avvertono che c’è stato un grave tamponamento; i nostri protagonisti, Ben e Semir, sono chiamati all’azione e corrono subito sul posto. Indagando sul caso, scopriranno che un poliziotto sotto copertura è morto vittima di un agguato e il suo compagno, che teme per la propria vita, vi svelerà che alla base di ogni attività illecita che si svolge a Colonia c’è una potente organizzazione criminale: il Sindacato.
Sarà quindi nostro compito aumentare la vigilanza nelle strade di Colonia e arrestare quanti più criminali possibile per debellare questo cancro che affligge la città.
Il gioco si rivela essere un arcade racing abbastanza semplice e immediato, i comandi, classici e di facile apprendimento, sono tipici per chi ha già dimestichezza con altri giochi di macchine: freno e acceleratore sui grilletti; freno a mano, turbo e il pulsante per attivare le missioni sui tasti frontali; i due stick per guidare e guardarsi intorno; uno dei tasti dorsali per sparare; un po’ scomoda infine la scelta di assegnare alla croce o alla pressione dello stick la visuale dello specchietto retrovisore.
Pur mancando un vero e proprio tutorial, le prime missioni svolgono la funzione introduttiva per il semplice sistema di gioco e ci aiutano a capire meglio le dinamiche del titolo: è di vitale importanza capire in che modo speronare le macchine avversarie e arrestarle, una manovra che ripeteremo per ogni criminale della città visto che è l’unica maniera che abbiamo per assicurarli alla giustizia. Le varie missioni proposte, anche se comprendono delle varianti, sono fondamentalmente impostate tutte sul modello “vai dal punto A al punto B”.
Viste le dimensioni estreme dell’area, che vanta circa 100km di strade e autostrade, il GPS integrato diventa subito il nostro migliore amico. Colonia è infatti divisa in due zone, Città e Autobahn: la prima comprende il centro e le zone di periferia urbana e industriale, la seconda si concentra sulle autostrade limitrofe e sui paesini appena fuori dalla fascia cittadina. Andando avanti nel gioco compariranno diversi checkpoint per permetterci di ripartire da svariati punti di interesse situati in diverse zone strategiche ma, a parte questo, non ci sono zone bloccate o con accesso limitato.

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Il modello di guida, tipicamente arcade, è divertente e stimolante: le auto sono facili da tenere in strada e rispondono velocemente ai comandi ma richiedono comunque un buon controllo e sicuramente non ci permettono di usare il freno a mano in ogni curva, anzi, è buona cosa anticipare la frenata se non vogliamo schiantarci ad ogni incrocio. Tra le opzioni è inoltre selezionabile una modalità “super arcade” che diminuisce il livello di difficoltà e ci aiuta focalizzarci sul traffico e ad evitare i potenziali incidenti.
Come suggerito dal titolo internazionale, infatti, una delle promesse del titolo è proprio l’impatto con le altre vetture: il modello fisico prevede una serie di danni e deformazioni precalcolate da applicare ai poligoni delle vetture che offrono una buona varietà di danno estetico, in aggiunta le texture della macchina cambieranno mostrandoci graffi e bozzi alla carrozzeria. Dall’altro lato il danno meccanico è molto più limitato: è possibile perdere una o più gomme durante gli incidenti ma le stesse si ripristinano automaticamente dopo pochi secondi e sentiremo una degradazione nelle prestazioni del motore e nella risposta della macchina solo quando questa sarà praticamente distrutta.
I modelli poligonali delle 40 automobili disponibili sono abbastanza curati e, pur non essendo sotto licenza ufficiale, richiamano subito alla memoria le controparti reali, siano esse berline tedesche o utilitarie compatte.
La IA dei nostri avversari non delude affatto: molto spesso dobbiamo sudare sette camicie e fare buon uso del turbo a nostra disposizione per inseguire e arrestare le macchine criminali che serpeggiano nel traffico.
Colonia e le sue aree limitrofe sono ricreate con una buona attenzione per il dettaglio: tutte le zone più importanti e famose hanno il loro corrispettivo nel gioco, stessa cosa per le strade e per le segnaletiche orizzontali e verticali, fedeli e presenti in gran numero; i tempi di caricamento inoltre sono decisamente esigui.
Non si notano grandi sbalzi nel framerate, che traballa solo in situazioni estremamente cariche, mentre il pop-up è estremamente ridotto e si presenta esclusivamente quando compaiono in lontananza i palazzi più alti. Il gioco inoltre riesce a sorprenderci con piccole chicche inaspettate come l’eco dei motori amplificato nelle gallerie o la sovraesposizione della luce in uscita dai tunnel.

!==PB==!
Ladri

Se la recensione fosse già finita avremmo tra le mani un titolo divertente e ben fatto, purtroppo questo non è il caso di Crash Time 4.
Il primo problema che notiamo è sicuramente la totale mancanza di cutscene: ogni parte narrata avviene via radio durante i nostri viaggi da una locazione all’altra o tramite scene di intermezzo che non sono altro che riprese in grandangolo della nostra macchina parcheggiata.
L’assenza dei modelli umani è un’altra delle carenze importanti del gioco: le uniche forme di vita visibili a Colonia e dintorni sono infatti tutte motorizzate e la situazione è così ridicola che gli stessi protagonisti non possiedono un proprio avatar che non sia la macchina che guidano: come moderni centauri saldati a vita alla vettura.
La storia narrata durante la carriera, abbastanza semplice e in linea con gli episodi della serie, soffre parecchio dei metodi narrativi sopra esposti e, oltre a non offrire sottotrame o side-quest, sarebbe anche abbastanza breve se non fosse per l’espediente trovato nel livello quattro.
I livelli precedenti propongono tutti delle missioni brevi collegate alla storia ma dal quarto livello in poi il gioco cambia struttura – concentrandosi di più sul free-roaming – e richiede come obbiettivo principale l’attacco e la distruzione dell’intero Sindacato tramite il pattugliamento della città. Questo vuol dire che per completare con successo la missione dobbiamo piazzare circa 120 telecamere e neutralizzare più o meno lo stesso numero di basi operative nemiche, nel frattempo dobbiamo arrestare almeno 75 criminali.

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Il livello, che sembra offrire una certa varietà, diventa molto presto un noioso e ripetitivo compito: piazzare le telecamere vuol dire fermarsi in quasi tutti gli incroci della città e poi fare rifornimento in uno dei checkpoint ogni 5 telecamere distribuite; per le basi operative basta fermarsi dove vediamo le icone della lente di ingrandimento che però ci vengono segnalate in maniera casuale dalla centrale; l’arresto dei membri del Sindacato è invece legato alle missioni che ci comunica la radio della polizia, anche queste però dopo poco cominciano a ripetersi ad libitummettendo a dura prova la nostra pazienza. I criminali arrestati inoltre vanno scortati dalla centrale di polizia alla prigione prima del loro rilascio, che avviene automaticamente dopo un periodo di tempo. Questo evento, oltre ad obbligarci a fare continuamente avanti e indietro, ci offre la possibilità di vedere la I.A. peggiore presente nel gioco: la camionetta della Polizia infatti sfreccia all’impazzata nel traffico spesso rimanendo bloccata in incidenti che lei stessa ha causato, un atteggiamento inspiegabile considerando che veicoli di pari stazza e lanciati anche a velocità maggiori vengono usati dalla I.A. criminale in maniera decisamente migliore.
Gli stessi cittadini che incontreremo alla guida delle macchine civili soffrono di automatismi abbastanza basilari e rispondono ai nostri input in maniera vaga e limitata: fermarsi in mezzo alla strada vuol dire causare una fila lunghissima dove nessuno si azzarderà a sorpassare; girare con la sirena accesa sembra quasi inutile e anche nel caso ci trovassimo a guidare contromano in autostrada l’unica reazione che vedremo sarà una timida segnalazione con le luci abbaglianti, ma in nessun caso li vedremo uscire dalla loro corsia.
Per un un gioco in free-roaming l’esperienza visiva complessiva è decente e fluida ma saltano all’occhio diversi difetti che non possiamo ignorare: tra questi la modellazione degli edifici spesso spigolosi e con texture approssimative, le ombre dinamiche appena abbozzate e completamente prive di antialiasing, i pessimi effetti particellari del fumo e delle esplosioni che hanno il potere di rendere pixellate le immagini.
La componente audio non brilla certo per originalità: le musiche rock e heavy metal usate come background sono poco varie e stancano presto; i commenti dei due protagonisti sono sempre uguali per tutta la durata del gioco, annoiandoci di conseguenza.
Oltre ad essere parecchio ripetitivo, il gioco pecca anche in longevità visto che una volta finita la storia principale non ci offre più nessuno stimolo: la radio della polizia tace e possiamo solo piazzare le ultime telecamere rimaste per puntare ad un misero obbiettivo.

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Esaurita la sfida offerta dalla carriera, cerchiamo quindi conforto nelle gare singole, disponibili anche in multyplayer locale e su Xbox Live: queste offrono un discreto numero di tracciati urbani, un paio di varianti in pista e tutta una serie di opzioni configurabili a proprio piacimento, dal turbo attivo o meno alla presenza maggiore o minore di traffico in strada. La I.A. in questo caso è molto più vispa e avverte la nostra presenza azzardando anche sorpassi notevoli, peccato che la linea di traiettoria ideale e la poca aggressività degli avversari rendano le gare dei semplici pro forma che ci vedono quasi senza fatica al primo posto.
La sfida online potrebbe essere più divertente visto che ci permette di gareggiare con altri umani ma il gioco è decisamente poco popolato – all’ultima verifica le leaderboard delle piste più gareggiate contenevano non più di una quarantina di giocatori – ma nelle poche gare che abbiamo avuto la fortuna di giocare non abbiamo riscontrato problemi di sorta.

Crash Time

Crash Time 4: The Syndicate incarna idee obsolete e le realizza male.
Ci piacerebbe poterlo consigliare almeno ai fan della mediocre serie tedesca ma la trama ridotta e la ripetitività molesta minano seriamente la potenziale godibilità del titolo anche per loro.
Sicuramente un’occasione sprecata per i ragazzi di Synetic.