Recensione Recensione di Costume Quest
Recensione di Costume Quest di Console Tribe
di: Mariano "TylerDurden" AdamoOgni anno, in una sola notte, il legame tra il mondo dei vivi e quello dei morti si fa più labile, permettendo a terrificanti creature di scendere sulla Terra. Ogni cultura ha le sue leggende e riti su questa notte che, in qualche modo, hanno fatto in modo da esorcizzare il male. Di quei riti ormai antichissimi è rimasto poco e la sera in questione è diventata un’occasione per festeggiare. Nell’oscurità della notte, i fanciulli si travestono proprio in quei mostri che i nostri avi temevano. Stiamo ovviamente parlando di Halloween, festa che, ormai da qualche anno, ha invaso anche la nostra penisola a suon di “Dolcetto o Scherzetto”. La ricorrenza è così radicata che non si riversa solo per le strade ma anche libri, tivù, cinema e videogame hanno opere dedicate unicamente a questa festa. Proprio per questo motivo arriva su Xbox Live il nuovo arcade prodotto dai ragazzi di Double Fine: Costume Quest.
Abbiamo attraversato per voi luoghi lugubri e misteriosi e, dolcetto dopo dolcetto, siamo ritornati qui per portarvi la recensione del gioco.
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Dolcetto o Scherzetto?
Direttamente dagli studios di Double Fine ci arriva questa piccola perla targata Tim Schafer, papà di titoli come Brutal Legend e Monkey Island, e Tasha Harris nel ruolo di capo animatore e disegnatrice. L’unione di queste due menti ha fatto sì che Costume Quest non sia un semplice videogame ma piuttosto una fiaba, un racconto, un viaggio in cui bambini e adulti possono scoprire le magie che solo la notte di Halloween può riservarci. Magia che rivivremo attraverso gli occhi dei due piccoli protagonisti Wren e Raynold, fratelli gemelli perennemente in lotta su ogni piccolo aspetto della loro vita. L’avventura inizia quando la madre dei nostri piccoli eroi stabilisce chi dei due sarà il capo la notte di Halloween, scelta che spetta a noi giocatori e che di fatto stabilisce quale tra i due sarà il protagonista. Le gioie per i due piccoli avventurieri finiscono presto: nemmeno il tempo di racimolare qualche dolciume che un terrificante mostro antropomorfo rapisce uno dei due fratelli. Come può un bambino combattere contro queste creature terrificanti? La magia di Halloween, per fortuna, ci regala dei poteri inaspettati permettendo ai nostri eroi di trasformarsi nelle versioni reali dei costumi che indossano. Ecco che un vestito di latta ci trasforma in un robot megagalattico, o in un cavaliere agguerrito, in un ninja e così via. Nel titolo si nasconde l’anima del gameplay stesso che immerge il giocatore in una fiaba dalle tinte noir. Costume Quest ci permette di realizzare proprio quei sogni infantili quando, utilizzando spade finte e accessori plasticosi, ci sentivamo un po’ tutti eroi pronti a sconfiggere il male.
Usando termini più consoni al mondo console, Costume Quest non è altro che un semplice gioco di ruolo a turni. La struttura dei combattimenti è quanto più minimal possibile: nessun oggetto da usare, un solo tipo di attacco standard e una mossa speciale che si ricarica ogni tre turni. Le diverse caratteristiche dipendono direttamente dal costume indossato e, in misura minore, da un accessorio equipaggiato al travestimento stesso. Molto più semplicemente in base a queste impostazioni avremo personaggi votati all’attacco, altri al supporto e infine il classico healer per curare le ferite riportate durante gli scontri. Pad alla mano, le battaglie filano via che è un piacere anche grazie a un livello di difficoltà davvero irrisorio. A storcere il naso saranno soprattutto i puristi del genere ma è abbastanza evidente che non è questo il target di giocatori che Costume Quest intende conquistare.
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Stessa semplicità è offerta dalla componente esplorativa. L’avventura si divide in tre aree, quella residenziale, un centro commerciale e un immancabile luna park a tema. Ogni settore avrà un certo numero di missioni da eseguire, come bussare alle porte per ottenere i dolci, completare mini-giochi, scambiare carte collezionabili con gli altri bambini e così via. Le quest sono divertenti ma, purtroppo, si ripetono in maniera schematica durante l’avventura creando nel giocatore una sensazione di déjà vu già nella seconda metà di gioco. Ogni area nasconde comunque un buon numero di segreti come oggetti nascosti e dolci extra da raccogliere. I nostri costumi saranno utili anche in questa fase di gioco: alcuni sono dotati di abilità particolari che ci permettono di raggiungere zone della mappa altrimenti inaccessibili, per fare un parallelismo questo sistema ricorda un po’ i gadget visti in titoli Zelda o il più recente Darksiders. Queste caratteristiche si riveleranno utili non solo per proseguire ma anche per scovare molti degli oggetti nascosti sparsi per le aree.
Esplorazione e combattimento riescono, nonostante alcuni difetti, comunque a divertire nella loro semplicità, incollando il giocatore allo schermo che, quest dopo quest, si ritroverà a fine gioco davvero in un batter d’occhio. Questo di certo non significa che ci troviamo di fronte ad un titolo scarsamente longevo, anzi, a fronte delle meccaniche adatte più a giocatori di giovane età, Costume Quest ci assicura un buon numero di ore di intrattenimento considerando anche il tempo speso per portare a termine tutte le missioni secondarie.
La notte dei costumi viventi
La sera di Halloween si è conclusa e tutte le terrificanti creature son tornante nei lori rispettivi mondi. Costume Quest, grazie ai disegni di Tasha Harris, ci porta in un mondo fiabesco davvero ben realizzato. Immaginifica e divertente l’avventura scritta da Tim Schafer è riuscita a conquistarci con la sua semplicità e la sua capacità di farci tornare tutti bambini. Il gameplay di certo non è adatto a chi vuole perdersi in menù complicati e tattiche degne dei miglior strateghi ma nonostante tutto riesce a conquistare. Fiabesco, incantevole, appassionante; Costume Quest è la favola che tutti vorremo ascoltare prima di andare a letto, così da ricordarci che quando i mostri attaccheranno i nostri vestiti fatti di lustrini e cartapesta saremo pronti a trasformarci nei guerrieri più forti.