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Recensione Recensione di Call of Duty: Modern Warfare 2

Recensione di Call of Duty: Modern Warfare 2 di Console Tribe

di: Redazione

After November 6th 2007, the world is no more the same.
È in questa data che l’universo videoludico accoglie una sconvolgente sorpresa, Call of Duty: Modern Warfare. Uno dei brand più famosi ed importanti nel campo degli shooter a sfondo storico cambia pelle radicalmente, aprendosi ad un percorso del tutto nuovo. Ancora oggi è una pietra miliare a cui si rivolge ogni appassionato del genere. Infinity Ward era riuscita emblematicamente a capire le necessità di Modern Warfare, fissando delle caratteristiche che da allora in poi fanno da parametri di valutazione. Fisica, I.A. e comparto multiplayer d’avanguardia sono tre delle lancette che Modern Warfare ha spinto fino al punto massimo di pressione. Oltre c’è solo l’ebollizione. A due anni dalla svolta, dopo il breve intermezzo nostalgico di Call Of Duty: World at War, gli sviluppatori tornano in grande stile, questa volta con il peso opprimente di una grossa eredità. Lanciati contro lo stesso colosso che hanno generato, li seguiremo in questa missione impossibile.
Staccate un attimo il dito dal grilletto, fuori gli occhi dal visore e seguite attentamente il nostro briefing. Ricordate che non sono ammessi fallimenti.

La storia è scritta dai vincenti

La guerra è per certi versi una costante nella storia dell’evoluzione umana. Da sempre filosofi e scrittori hanno speso le loro energie mentali per rispondere ad una semplice quanto importante domanda: perché l’uomo non fa altro che combattere?
Ragionandoci sopra è facile rispondere che i motivi per intraprendere una guerra nel corso della storia sono sempre stati gli stessi: si è sempre combattuto per la patria, per il potere, per difendere un ideale, per la propria religione… e tanti altri motivi. Volendo trovare un filo che unisca queste motivazioni non possiamo far altro che pensare al denaro. Qualunque siano le fazioni in campo, qualunque siano i motivi per impugnare le armi è sempre il denaro l’ingranaggio che fa muovere l’intera macchina bellica. La guerra diventa così un mero sistema di compravendita, in cui il denaro viene scambiato con la morte e viceversa. Domanda e offerta si incontrano sul campo di battaglia per stabilire il prezzo, che sia di carne, ossa o semplicemente di biglietti di carta verdi poco importa.
Vi starete chiedendo perché iniziare una recensione con questa riflessione sulla guerra, la risposta è semplice: il gioco e la relativa struttura narrativa hanno proprio questo come scopo, far riflettere il giocatore. Call of Duty: Modern Warfare 2, senza appesantire l’esperienza giocata, cerca attraverso il plot narrativo di invogliare il giocatore a riflettere su come la guerra sia sempre più presente nella nostra civiltà e come questa venga spesso considerata distante, quasi inesistente.

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Gli sviluppatori hanno ripreso la narrazione cinque anni dopo il prequel ideologico, e ci riportano in un mondo che ci appartiene e le cui sorti non si discostano troppo da quella che è la nostra comune percezione della realtà. Ci ritroviamo nei panni della Task Force 141, sparsi per il globo ad impersonare i membri di questo team, che contrariamente a chi combatte unicamente per il denaro hanno scelto di intraprendere questa guerra per dare una speranza all’umanità, per dare al mondo quella verità che spesso è celata.
La storia viene scritta dai vincenti. Questa frase più spesso vi accompagnerà nel proseguimento della vostra avventura e vi invita ancora una volta, tramite le umani gesta di questi eroi videoludici, a riflettere. La sensazione di immedesimazione che il titolo porta con sé è elevata, grazie alla già citata umanità dei protagonisti, più volte avvertirete come una sorta di empatia videoludica con quelli che sono i sentimenti dei soldati che controllate attraverso il pad. Il ritmo della narrazione è incalzante, anche per via della brevità del titolo, e riesce ad appassionare nel giusto modo il giocatore. Il mondo di cui si è parlato poco sopra vede il perfido Makarov conquistare sempre più potere con il fine ultimo di portare la propria armata anche sul suolo americano. Dall’altro lato c’è Shepard, che con il suo team tenterà in ogni modo di contrastare la potenza del russo. Il giocatore non deve lasciarsi ingannare, per la prima volta nella storia dei videogame non ci sarà una semplice lotta tra il bene e il male, Modern Warfare non si basa semplicemente su giusto e sbagliato, ma piuttosto vede i protagonisti trasportati dagli eventi e più volte dovranno cambiare opinione su quella che è la realtà che li circonda.
Una trama pregna di significato che vi lascerà per tutto il proseguimento del gioco una grande immedesimazione e voglia di proseguire e che sicuramente in più di un’occasione dona una piacevole soddisfazione virtuale, tanto vicina a quella umana, fatta di carne e ossa più che da pixel e texture.

Datemi un pad e conquisterò il mondo

Tutta l’immedesimazione descritta nel paragrafo precedente deve necessariamente essere supportata da un gameplay divertente e che aiuti la narrazione nel creare il giusto clima capace di trasportare il giocatore. Il sistema di gioco è rimasto pressoché invariato, quindi nell’ottica del ricreare la guerra su schermo anche questo nuovo capitolo riesce nell’intento dei programmatori. La prima missione, come da alcuni anni a questa parte, è poco più che un tutorial. Ci vengono illustrati i comandi di gioco, che ormai tutti abbiamo imparato a conoscere e che spesso vengono emulati anche in altri titoli dello stesso genere. Il feeling con il sistema di controllo è rimasto invariato, se siete fan della saga ritroverete la solidità dei controlli che apprezzate da anni, se invece siete delle reclute imparerete ben presto ad utilizzare il vostro soldato virtuale alla perfezione. Modern Warfare 2 non si prende la briga di essere un simulatore di guerra, ma anzi sfrutta elementi realistici fondendoli con una meccanica più arcade ed accessibile. Elementi che ritroveremo ed apprezzeremo nella cura riservata alla creazione dell’arsenale a nostra disposizione. Abbandonati i cimeli di World at War si torna a combattere con armi della nostra generazione, tuttavia non si avvertirà mai la sensazione di essere un super-soldato con armi tecnologicamente avanzate, ma piuttosto si avrà la sensazione di essere un comune soldato che imbraccia un’arma, con tutto quello che ne consegue.

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La balistica, come già accennato, non è sicuramente l’elemento essenziale dell’intero pacchetto gameplay, ma riesce comunque ad essere importante per l’economia di gioco. Ogni arma è ricreata piuttosto fedelmente e gli effetti dei colpi inflitti ai nemici si fanno sentire diversamente a seconda dello strumento di morte di cui disponiamo al momento. Il tutto è impreziosito da comandi raffinati e precisi che unitamente all’azione di gioco contribuiscono a creare il clima di guerriglia urbana che accompagna il titolo. Purtroppo in questa fase di realizzazione sono mancate novità vere e proprie, in quanto l’arsenale a nostra disposizione e relativo utilizzo è rimasto pressoché invariato nel tempo, questo non va comunque ad inficiare la qualità del prodotto finale, ma come si suol dire in questi casi si poteva fare di più. Tra le novità troviamo la presenza di nuove armi da usare e un nuovo sistema di mira assistita. Utilizzando in successione il grilletto laterale, che permette di zoomare su un determinato obiettivo, si può in rapida successione passare da un target all’altro in pochi istanti. Questa novità risulta utile nelle fasi di gioco più concitate e rende il gameplay ancora più frenetico e inoltre non va ad alterare la difficoltà del titolo, visto che quest’aggiunta è fattibile solo con determinate armi e solo quando i nemici si trovano a poca distanza l’uno dall’altro.
Altro fattore che è rimasto invariato è la presenza di alcune abilità speciali, attivabili con la croce direzionale, le quali permettono al giocatore di associare un lanciagranate come arma secondaria, di utilizzare un attacco aereo mirato o persino un visore notturno. Insomma ancora una volta è possibile utilizzare diversi strumenti per arricchire uno schema di gioco già abbastanza frenetico di per sé.

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Guerra teatrale

Abbiamo illustrato quali sono le caratteristiche delle armi e quali siano le qualità di cui i nostri soldati dispongono, non ci resta altro da fare che scendere sul campo di battaglia.
I teatri di guerra in questo nuovo capitolo sono tra i più vari della saga e ci vedono proiettati in tanti luoghi quante sono le diverse situazioni di gioco. Da questo punto di vista il lavoro svolto è encomiabile, infatti difficilmente vi ritroverete a considerare uguali due missioni vista l’eterogeneità delle stesse.
L’azione non si limita unicamente ad avanzare e far fuori i ranghi nemici, ma ogni volta dovrete sottoporvi ad una sfida diversa. Sequenze adrenaliniche in cui avanzare tra vicoli stretti pregni di nemici si alterneranno a fasi stealth dove pazienza e precisione saranno i dogmi da rispettare per uscirne vittoriosi. In altre missioni vi sarà richiesto di fermare l’incursione di nemici provenienti da ogni direzione oppure semplicemente quella di conquistare avamposti, oppure di recuperare fascicoli o determinati oggetti. A spezzare ancora di più il ritmo di gioco ci sono fasi in cui si controllano veicoli ed altre in cui si dovranno letteralmente sfondare delle porte.
Per quanto riguarda le parti guidate, queste sono risultate piuttosto povere in termini di gameplay, ma nel complesso sono comunque godibili per la spettacolarità delle sequenze. Le irruzioni invece ci sono sembrate piacevoli, e consisteranno nel far detonare la porta o il muro in questione per poi piombare contro gli avversari, il tutto durante uno scenografico rallentamento del tempo.

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Una guerra non è guerra senza avversari degni; questa volta i ragazzi di Infinity Ward si sono superati meritando una nuova medaglia da aggiungere alla pettorina. L’intelligenza artificiale è, se possibile, ancora più curata e realistica: i nemici si muovono dinamicamente sul campo di battaglia e non mostreranno quasi mai azioni preimpostate e/o prevedibili. La loro comparsa sullo scenario è del tutto casuale, così come sarà variabile la foga con cui vi attaccheranno. Stesso discorso vale per gli alleati che non vi lasceranno vincere la guerra da soli ma parteciperanno attivamente alle missioni, e in più occasioni vi salveranno anche la pelle.
Un’intelligenza artificiale migliorata rispetto al precedente capitolo, unitamente all’ottimo comparto di animazioni, aiuta a fare sembrare reali i nemici ed alleati schierati in guerra.
Queste sono le caratteristiche di una campagna single player davvero ricca di contenuti, divertente e appassionante sotto ogni punto di vista. La durata totale purtroppo delude anche il giocatore meno esigente, che si ritrova ai titoli di coda davvero troppo presto. Immersiva e capace di appassionare anche il più restio dei futuri acquirenti, regalerà brevi ma intense ore di gioco. Per fortuna quando la parola “fine” sarà calata sulla campagna, ci saranno le missioni speciali da intraprendere e il multiplayer a compensare il vuoto creatosi.


Spec Ops are a duty

Le missioni speciali offrono una valida alternativa alla storia principale, inizialmente è facile guardare questa aggiunta con occhio scettico, ma anche ricredersi è ugualmente semplice. Non sono da considerarsi, infatti, come un semplice contentino ma offrono una sfida decisamente interessante e ricca. Divise per categorie, che ne attestano il livello di difficoltà, queste missioni sono capaci da sole di completare quello che è un sistema di gioco davvero valido. Portare a termine ogni sfida richiede molto impegno, inoltre ognuna di essa prevede un massimo di tre stelle di completamento. Il risultato ottenuto può variare sia in base al livello di difficoltà impostato prima di iniziare la missione che in base alla prestazione offerta nella stessa.
Essenzialmente queste comprendono sequenze stealth, la guida di veicoli, fasi in cui si dovrà raggiungere una locazione sbaragliando i nemici e altre in cui è prevista la semplice carneficina. A questa semplice distinzione vanno ad aggiungersi, con il proseguimento delle missioni, caratteristiche peculiari come la presenza di punteggi in base al numero di nemici uccisi, sfide a tempo oppure la presenza di nemici davvero ostici da abbattere. Da segnalare la possibilità di completarle sia in singolo che in multigiocatore offline/online.
Questa modalità di gioco offre sicuramente un grado di sfida ben più elevato della campagna principale e va ad aumentare vertiginosamente la longevità del titolo.

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Emotional Landscape

Spesso si è discusso di quanto valga il comparto tecnico in un titolo come Modern Warfare. Molti si sono chiesti quali sono le cose irrinunciabili, quali gli elementi puramente decorativi e quelli totalmente da trascurare. I paragoni si sono sprecati, cosi come le parole. L’istante in cui il logo verde acido di Infinity Ward sparisce per lasciare spazio al menù di gioco, vi dice che Modern Warfare non è un titolo che ama i fronzoli. Alla pressione del tasto start sapete già che oltre non vi aspetteranno filmati in computer grafica spettacolari, nessuno scenario emozionale che apra il cuore e la mente verso infiniti e magici orizzonti. Eppure le dita agiate cercano la voce “Nuova Partita”. Una pressione, un suono e la più grande operazione militare dell’ultimo secolo prende il via. Gli sviluppatori non hanno perso il vizio di sballottarci da un capo all’altro del mondo. Le location sono delle più disparate, posti esotici a volte agghiaccianti e ghiacciati che accoglieranno vita, morte e miracoli dei nostri eroi. L’impatto visivo non è sconvolgente, anzi i passi fatti avanti, rispetto agli anni passati, non sono da gigante. Il dettaglio grafico rimane ancora troppo stretto, focalizzato nel restituire l’essenziale. Stessa tecnica utilizzata nel precedente capitolo con elementi fortemente caratterizzati che servono a specificare il dove e il quando della vostra location.

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Non aspettatevi effetti particolarmente elaborati, né tantomeno un rendering dell’ambiente pari a titoli di altro genere. Se vi fermate per due secondi vi accorgerete che le texture sono poco dettagliate in generale e con rarissime eccezioni per tutto quello che vi circonda. Interni ed esterni sembrano aver subito la stessa sorte che non tiene conto del particolare. Scordatevi pure la strana sensazione di vissuto che altri luoghi e altri titoli vi hanno restituito. Modern Warfare non ha fascino, non vi attanaglia lo stomaco con quella voglia di alzare lo sguardo e buttarlo un po’ più in là per scoprire cosa c’è dietro quella nebbia incerta o sotto quella pioggia battente che tamburella incerta e scomposta in alcune mappe. Non c’è assolutamente spazio per la contemplazione, ma ci saremmo stupiti del contrario. Il mondo che vi circonda è una centrifuga pronta a frullarvi e risputarvi. Tutto cospira affinché la vostra unica preoccupazione sia rimanere in vita, abbarbicati su quella flebile speranza che fa capolino tra una raffica di proiettili e l’altra. Stretti e concentrati i vostri occhi scruteranno veloci l’orizzonte alla ricerca del nemico, ogni suono; ogni tuono è un avvertimento che di lì a poco la death cam sospenderà i nostri movimenti. Ogni sezione va affrontata immergendosi completamente, lasciandosi assorbire tra le musiche infinitamente epiche e la grandine pesante delle armi da fuoco. I suoni ovattati dopo lo scoppio di una bomba, le veloci e flessuose movenze di amici e compagni e la gestione delle luci precisa e capace di chiaroscuri accecanti basteranno a completare un’esperienza che sa il fatto suo. Ogni muscolo, ogni pensiero tesi all’azione e le distrazioni lasciate alle spalle. Non siete chiamati ad ammirare Van Gogh ma a combattere la guerra: fissate l’azione, pensate veloci e ringraziate chi vi ha dato 60 frame per second stabili e la possibilità di distinguere con precisione un cecchino a 50 metri.
Certo, l’esperienza che per alcuni può sembrare minimalista si arresta quando incontra dei passaggi necessari e fondamentali. Se le ambientazioni vi sembreranno scarsamente caratterizzate, almeno il guerriero che è in voi potrà godere di una perfetta realizzazione delle armi che farà la gioia degli appassionati. Un arsenale degno della Terza Guerra Mondiale è replicato con texture molto dettagliate e un ottimo numero di poligoni. Ogni arma, oltre al naturale feeling e ad una perfetta riconoscibilità, ha anche un suo appeal estetico non trascurabile. Imbracciare un M4A1 è un’esperienza in grado di restituirne il peso e allo stesso tempo la complessità geometrica dell’arma come in pochi titoli videoludici. In guerra ogni singolo pezzo di ferraglia vi darà estrema soddisfazione, aumentata dalle coreografie generali gestite con sapiente regia. Andare in azione con i ragazzi della vostra squadra è davvero affascinante, grazie alle già citate superlative animazioni di nemici e compagni e alla perfetta coordinazione degli stessi. Le pose statiche, quasi marmoree, del primo capitolo sono state leggermente ammorbidite con un effetto più naturale. Le sequenze cinematiche aggiungeranno quelle qualità da film d’azione che non fanno mai male, impreziosendo l’esperienza generale. In sostanza, se i compromessi sono necessari, Infinity Ward non si è tirata indietro aggiungendo al piatto già ricco di suo una tale quantità di spezie da scioccarvi il palato.

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Seconda Guerra Virtuale

Il multiplayer si è dimostrato, nel primo Modern Warfare, uno dei punti di forza del titolo. Ricco di varie mappe su cui darsi battaglia con altri utenti, tante modalità di gioco disponibili e di numerose abilità, armi ed accessori con cui personalizzare il proprio alter-ego virtuale, l’online si era rivelata la carta vincente della serie Call of Duty, che ha goduto così di nuova linfa e piacevoli novità.
E con sommo piacere si può dire che Modern Warfare 2 ha seguito la strada tracciata dal suo predecessore, migliorandolo sotto molti aspetti.
Ma vediamo perché, sebbene le meccaniche siano rimaste le stesse, giocare con i propri amici adesso è divertente come non mai.
Le arene in cui affrontare i propri rivali sono molte, e sono strutturate con intelligenza tanto orizzontalmente quanto verticalmente, rendendo ogni conflitto unico e imprevedibile. Spiazzi per il diretto scontro frontale, in cui le armi pesanti e le granate sono padroni indiscussi, si alternano quindi ad aree sopraelevate, dove posizionarsi con un fucile di precisione può rivelarsi la soluzione più adatta e sicura.
Numerose sono le strade percorribili in ogni mappa, permettendo la creazione di tattiche atte a difendere una postazione o ad assaltarne una nemica.

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Ogni ambientazione gode di uno stile ed un fascino proprio ed è curata fin nei minimi dettagli, al pari quasi della campagna offline. Quando qualcosa scoppierà, vedrete vetri andare in mille pezzi, oggetti più piccoli volare in aria ed alcuni elementi dello scenario crollare per terra.
Gli elementi pronti ad esplodere dopo essere stati colpiti dai proiettili vaganti, che siano essi veicoli abbandonati o barili pieni di benzina, arricchiranno ulteriormente il tutto, aggiungendo quel pizzico di tattica mista a casualità capaci di sconvolgere le sorti di una sparatoria.
Tutte queste sono piccolezze che modificano appena il gameplay, ma nelle situazioni più concitate e adrenaliniche di certo farà piacere osservare distrattamente il paesaggio andare a pezzi sotto i propri colpi mentre i rivali crolleranno esanimi al suolo.
Le modalità in cui il giocatore potrà cimentarsi sono tante, ognuna dalla natura differente: si va dal violento e immediato Team Deathmatch in cui eliminare il maggior numero di nemici, ad un più strategico e ponderato Cerca & Distruggi in cui piazzare una bomba in una zona predisposta.
Se nelle partite più semplici riflessi e abilità possono fare la differenza tra vittoria e sconfitta, in quelle più tattiche bisognerà pianificare con calma le proprie mosse.
Ed è così che il gameplay accontenta tutti, che siate un novello Rambo o meno, ed è capace di regalare momenti di pura esaltazione o, quando vi troverete soli a dover concludere la vostra missione in zona nemica, di totale tensione.
Ce n’è per tutti i gusti, insomma.
Ovviamente saranno ampiamente personalizzabili le opzioni nelle partite amichevoli: potrete cambiare di tutto, dal punteggio da raggiungere al tempo disponibile, oltre che, novità per un FPS, la visuale di gioco.
Sarà utilizzabile infatti una inedita visuale in terza persona, applicabile non al singolo giocatore bensì a tutti gli sfidanti per impedire svantaggi di sorta, capace di donare agli scontri un ulteriore tocco di originalità.
Per quanto concerne la personalizzazione del proprio soldato, anche in questo caso i ragazzi di Infinity Ward hanno svolto un lavoro eccezionale.
Numerose sono le armi utilizzabili, partendo dai potenti fucili di assalto fino a giungere ai micidiali lanciarazzi, ognuna con i suoi parametri ed accessori abbinabili, ottenibili solo dopo il raggiungimento di determinate condizioni. Se ne potranno quindi portare in battaglia due, una per il fuoco principale e una di riserva, adatta più allo scontro ravvicinato.
Uno slot sarà dedicato all’equipaggiamento secondario, dando la possibilità di usufruire di ordigni esplosivi e non, siano esse granate semplici o mine antiuomo, mentre un altro sarà riservato alle granate speciali, capaci di stordire i nemici o di coprire il campo con una cortina fumogena.
Ulteriori tre bonus extra, ognuno di tipologia differente, conferiranno abilità nuove al soldato, siano esse offensive o di difesa, dando la possibilità così di creare classi uniche e più adatte al nostro stile di gioco.
La possibilità di utilizzare inoltre attacchi speciali dopo aver raggiunto un determinato numero di uccisioni in serie, da sbloccare salendo di livello e scegliendole in un determinato menu abbastanza ricco e completo, darà il via a conflitti sempre imprevedibili e ricchi di azione, permettendo allo stesso tempo la creazione di strategie sempre nuove.
Insomma, è possibile una grande personalizzazione del proprio alter-ego, e saper sfruttare ogni tecnica nella maniera più consona porterà a buoni risultati e, cosa non meno importante, ad immense soddisfazioni.
A tutto ciò vanno aggiunte le targhette e i riconoscimenti sbloccabili, che testimonieranno a tutti le capacità dei giocatori più abili, e un sistema di esperienza pressoché infinito, che vagamente ricorda quello tipico dei GdR.

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A conti fatti l’online di Modern Warfare si rivela, ancora una volta, la modalità più longeva e gratificante dell’intero titolo.
Con tutte le caratteristiche e le personalizzazioni di cui gode, infatti, sarà in grado di provocare una vera e propria “dipendenza” nel giocatore, che non vedrà l’ora di affrontare ogni volta nuove ed esaltanti sfide in scontri tanto articolati quanto frenetici.
Il netcode, inoltre, funziona meglio che sul predecessore: le partite sono più stabili, il matchmaking è velocissimo ed è possibile la migrazione automatica dell’host nel caso in cui la partita cadesse, permettendo così di continuarla dopo qualche secondo di pausa, come nulla fosse.
Sono presenti classifiche varie per poter fare i confronti con gli amici di punteggi, precisione, uccisioni e tempo di gioco, ed è possibile utilizzare una tag per l’identificazione del clan di appartenenza.
Non manca nulla, in poche parole, in Modern Warfare 2, e gli amanti degli FPS online troveranno sicuramente pane per i loro denti nelle modalità competitive. Oltre che tanto, ma tanto piombo!

Call of Pleasure

Questa è stata la nostra esperienza con Modern Warfare 2, questa è stata la nostra guerra virtuale. Il campo di battaglia ci ha visti impegnati su più fronti ed ognuno di questi ci ha regalato intense emozioni. La struttura narrativa ha colpito il nostro comune senso di realtà, ci ha invitati a riflettere ed al tempo stesso ci ha catturato, rendendoci parte del gioco. L’esperienza vissuta dai protagonisti va affrontata con la stessa intensità sin dalle prime battute per giungere poco alla volta, trincea dopo trincea, al tanto atteso finale.
Il gameplay è ancora una volta affascinante e divertente, capace di coinvolgere il giocatore grazie a piccoli accorgimenti tecnici davvero entusiasmanti. I controlli e l’intelligenza artificiale sono presi direttamente dal precedente capitolo ma stavolta sono ancora più raffinati. L’intera struttura di gioco è superlativa, ogni missione vi regala un’emozione diversa, un tipo d’azione nuova senza mai risultare monotona. Purtroppo la durata totale della campagna single player non è delle migliori ma per sopperire a questo problema c’è un comparto multiplayer tra i migliori di sempre. Tante modalità, tante opzioni, tanti accessori da sbloccare ma soprattutto tanto divertimento. Quanto detto poco sopra trova una giusta realizzazione tecnica, che partendo dalle ottime basi del precedente capitolo riesce senza troppi fronzoli ad affascinare il giocatore, grazie soprattutto ad una sensazione di guerra che trasuda da ogni pixel.
La chiamata alle armi è giunta e difficilmente non risponderete.