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Recensione Recensione di Call of Duty 4: Modern Warfare

Recensione di Call of Duty 4: Modern Warfare di Console Tribe

di: Redazione

Che Infinity Ward sia riuscita a creare un fenomeno di massa
con il brand Call of Duty è ormai sotto gli occhi di tutti. La realizzazione di
un titolo immersivo che riesca a trasportare in modo convincente in scenari
bellici senza tuttavia essere prigionieri di un sistema di controllo ostico ed
eccessivamente impegnativo merita tutto il proprio successo. Così, dopo essersi
cimentati nella trasposizione del D-Day e di eventi relativi al secondo
conflitto mondiale, i ragazzi di Infinity Ward hanno provato ad attualizzare lo
scenario di questo quarto capitolo, regalandoci l’emozione di vivere vere
battaglie ai giorni nostri.

“Il mondo scoppia di salute”

E’ con questa frase sarcastica che si apre la narrazione delle vicende che
fanno da contorno alla campagna single player. La situazione è critica e gli
equilibri internazionali vacillano sempre di più. La nostra avventura si dimena
tra due situazioni distinte, articolandosi in altrettante storie la cui
narrazione prosegue separatamente e con protagonisti differenti. Ci toccherà
alternarci tra il soldato Soap Mac Tavish ed il sergente Paul Jackson,
rispettivamente dislocati sul fronte sovietico e su quello medio-orientale
(almeno inizialmente). Una narrazione con connotazione spiccatamente
cinematografica ci accompagnerà costantemente per tutta la durata della
campagna, mantenendo sempre vivo l’interesse ed impreziosendo la nostra
avventura di scene degne dei più celebri action movies americani. Proprio
questa marcata impostazione cinematografica costituisce il primo elemento che
gli sviluppatori hanno notevolmente migliorato rispetto al passato, pur non
soffermandosi ad una precisa connotazione caratteriale dei personaggi, la quale
può tranquillamente passare in secondo piano rispetto agli eventi. La
localizzazione dello scenario ai giorni nostri fa il resto del lavoro, rendendo
estremamente credibili i colpi di scena che si susseguono uno dietro l’altro.

Tutto (o quasi) sotto controllo!

La serie Call of Duty si è sempre caratterizzata per la presenza di una missione
iniziale di addestramento che funge da tutorial per farci prendere confidenza
con i comandi del gioco. Questo quarto capitolo non fa eccezione e ci catapulta
immediatamente in un vero e proprio poligono di tiro, seguito da un percorso
militare da completare in breve tempo. Gli elementi tipici della saga relativi
al sistema di controllo sono stati tutti mantenuti e padroneggiare i comandi è
piuttosto semplice ed alla portata di tutti, inclusi i meno avvezzi al genere.
Gli analogici sono rispettivamente assegnati alle funzioni di movimento e
spostamento della visuale con relativa mira, mentre i grilletti posteriori
rivestono le funzioni fondamentali di fuoco. L1 permette di zoomare la visuale
per consentire una mira più precisa, R1 è assegnato alla funzione di fuoco
primario, mentre L2 ed R2 permettono di lanciare granate accecanti ed a
frammentazione. Sfortunatamente il SixAxis presenta una forma poco ergonomica
oltre ad una posizione delle leve analogiche che si rivelano poco inclini al
genere in questione, specialmente per chi ha mani grandi. Particolarmente
scomoda si è poi rivelata l’assegnazione della corsa alla pressione della leva
analogica sinistra. Correre e indirizzare il personaggio contemporaneamente è
cosa tutt’altro che agevole. Pad a parte, il sistema di controllo presenta nel
complesso ben poche pecche e si rivela ideale per quanti non vogliono comandi
eccessivamente complessi, senza tuttavia voler rinunciare ad un gameplay di
grande spessore.

La potenza di fuoco a volte non basta!

La meccanica di gioco di Call of Duty 4, al pari dei suoi predecessori, si
colloca in una posizione intermedia tra sparatutto arcade e tattico. Non
potrete gettarvi allo sbaraglio, ma non sarete neanche costretti ad elaborare
complesse tattiche per proseguire attraverso le varie missioni. La novità
principale è costituita certamente da una maggior interazione con la squadra e
da una rinnovata i.a. dei compagni che permette di non dover necessariamente
ricorrere ad azioni individuali. Difficilmente vedremo in questo episodio
membri del nostro team mettersi sulla nostra linea di fuoco, anzi, spesso si
riveleranno di grande aiuto coprendoci le spalle nelle situazioni più caotiche.
La sorpresa più lieta risiede, però, certamente nell’incredibile varietà di
missioni che Infinity Ward ha inserito. Dovremo cimentarci in fasi tra loro
molto differenti e passare dal bombardare i nemici da un A135 in notturna con
visore a infrarossi al dover difendere un carro armato attraverso uno
sbarramento nemico; dall’assalto ad una nave nel bel mezzo di una tempesta a
fasi di gioco stealth nelle quali, ricoperti di fogliame, dovremo avanzare
senza dare nell’occhio per posizionare i nostri cecchini. Questo continuo
ricambio che influisce sulla tipologia di missioni e sulla meccanica di gioco,
coadiuvato da una cura spiccatamente cinematografica, rende sempre più
interessante l’azione per il giocatore che viene incentivato a proseguire,
senza il minimo rischio di cadere nella ripetitività e nella noia.

Tecnicamente parlando…

Altro aspetto certamente ben riuscito del titolo è la realizzazione tecnica.
Pur non facendo urlare “al miracolo” per textures e definizione dei
particolari, il motore grafico svolge egregiamente la sua funzione,
connotandosi di tutti gli elementi fondamentali dell’azione. L’effetto finale è
piacevole e garantisce un’immersione tale che a tratti sembrerà davvero di
essere in guerra. Se durante la frenesia dell’azione non ci si sofferma certo
sui particolari, a ben guardare i difetti tecnici ci sono ed è nostro dovere metterli
in luce. Pur non essendo formati da modelli poligonali particolarmente
complessi, personaggi ed oggetti mostrano un dettaglio nettamente maggiore
rispetto agli altri elementi del paesaggio, creando un contrasto a tratti poco
piacevole, specialmente negli ambienti più vasti. Elementi come fogliame ed
alberi sono piuttosto scarni, così come sotto tono appaiono alcuni edifici. Le
textures si dimostrano anch’esse altalenanti: zoomando, infatti, su superfici
come muri e terreno è possibile notare varie imperfezioni. Poco male, perché il
solido motore grafico muove l’intera scena a 60fps anche a 1080p con full
screen antialiasing 2X, con cali di frame rate quasi impercettibili solo in
corrispondenza delle situazioni più concitate. A questo aggiungiamo anche la
presenza di innumerevoli effetti, davvero di pregevole fattura, quali bump
mapping su alcune superfici, esplosioni di vario genere ed annebbiamenti dei
sensi, capaci di rendere l’esperienza ancora più realistica. Anche quì dobbiamo
tuttavia segnalare una nota stonata. La realizzazione del fumo si presenta
completamente statica e questo costituisce un vero e proprio passo indietro
rispetto allo splendido fumo volumetrico che tanto aveva destato scalpore nei
due precedenti capitoli. Altra nota stonata è da rinvenire nella realizzazione
dei filmati introduttivi, la cui compressione video appare eccessiva,
considerando che anche a 1080p risultano ben visibili i pixel. Sul fronte audio
si segnalano solo aspetti positivi. Gli effetti sonori sono splendidi ed anche
il doppiaggio in Italiano si dimostra consono.

Longevità e multiplayer

La campagna single player si rivela breve quanto intensa. A livello intermedio
i giocatori più esperti potrebbero anche completarla nel giro di sei o sette
ore. Il fattore rigiocabilità è comunque elevato, sia considerando la presenza
dei vari livelli di difficoltà (sono ben 5), sia considerando che il
completamento della campagna in singolo sblocca la modalità arcade, molto
divertente e molto ben congegnata. Quest’ultima permette infatti di rigiocare
le singole missioni al livello di difficoltà desiderato, assegnando un
punteggio per ogni uccisione come nel più classico dei coin op.

La valutazione diventa decisamente più elevata se si guarda al lato
multiplayer, che come di norma in questa serie, é particolarmente curato.
Le modalità disponibili sono molte, e sono anche piuttosto variegate: si parte
dai classici Deathmatch, Team Deathmatch e Cattura La Bandiera, a cui se ne
aggiungono altre meno scontate e più fantasiose, sbloccabili durante le lunghe
sessioni online, grazie a un sistema di premi. Tra queste, spiccano Quartier
generale, una versione modificata del più conosciuto Territories e ‘Search and
Destroy, che vi vedrà impegnati a innescare bombe in varie parti della mappa difese
dalla squadra avversaria. Search and destroy é inoltre disponibile anche in
versione senza respawn: in caso di morte, dovrete per forza di cose aspettare
la fine della partita; questa opzione (già introdotta nei vari Ghost Recon e
Rainbow Six) aggiunge un sapore tattico all’azione e vi farà riflettere bene
prima di lanciarvi allo scoperto senza criterio.

Combattere online vi darà la possibilità di guadagnare punti esperienza
abbattendo gli avversari, con tanto di bonus se performate delle azioni encomiabili
come i colpi alla testa, e “malus” nel caso uccidiate un nemico già sul punto
di morire. Cumulando esperienza potrete ovviamente salire di livello e di
grado, seguendo una carriera militare virtuale e sbloccando, oltre alle
sopracitate modalità, altre funzioni come la possibilità di usare nuove e più
potenti armi, la creazione di clan e di nuove classi di soldato. Al di là di
queste ricompense puramente cosmetiche, i punti esperienza vi permetteranno di
far ‘crescere’ il vostro alter ego digitale, migliorando alcune caratteristiche
come la mira, la salute e addirittura donandovi alcune capacità ‘sovrumane’,
come attivare una granata dall’oltretomba!

Le mappe sono 16, tutte piuttosto grandi pur senza risultare troppo dispersive:
spaziano dalla classica zona di guerra dell’est fino a scenari di guerriglia
urbana all’interno di cittadelle arabe, con un giusto mix di ambienti al chiuso
e all’aperto. L’alternarsi di ambienti chiusi e aperti introduce una nuova
caratteristica introdotta per la prima volta in uno sparatutto: la capacità per
le armi pesanti di attraversare i muri! Infatti, è possibile sventagliare le
proprie raffiche contro un muro, cercando di colpire i nemici asserragliati
nell’altra stanza. Quindi, con Call of Duty 4, il sistema di copertura viene
radicalmente cambiato: non basterà cambiare stanza per essere al sicuro, ma
sarà necessario trovare un nascondiglio solido per sfuggire al fuoco
avversario!
Purtroppo non é possibile pilotare veicoli, ma per aggiungere un po’ di varietà
alla Infinity Ward hanno pensato bene di poter utilizzare dei comandi speciali
quando si effettuano un certo numero di uccisioni senza morire. Potrete
chiamare aerei ricognitori che vi mostreranno la posizione dei nemici sul
radar, oppure un raid di elicotteri che bombarderanno i vostri avversari.

Il lag é quasi del tutto assente, anche nelle sfide con 16 giocatori (il
massimo), mentre purtroppo a volte possono presentarsi problemi a connettersi
alle partite, probabilmente a causa di un sovraffollamento dei server. La
Activision ha comunque già annunciato di essere al corrente del problema, e sta
correndo ai ripari.
Un’altra scelta dubbia è data dall’assenza di una lista amici interna al gioco,
in stile Resistance: FoM. Su Xbox360 questo non é un problema, in quanto é
possibile accedere alla dashboard in qualsiasi momento, mentre sulla nostra
Ps3, vista l’impossibilità di effettuare questa operazione, non é possibile
mettersi bene d’accordo con i propri amici per giocare.

Tutto sommato comunque il multiplayer di CoD4 vi terrà impegnati per parecchie
ore, e non vi farà certo sentire la mancanza di una campagna più longeva.

Per finire…

In conclusione, Call of Duty 4 rappresenta un titolo di ottimo spessore in
assoluto e contemporaneamente costituisce anche il primo esempio di
multipiattaforma di elevatissimo livello a sbarcare su PS3. Per gli amanti del
genere si rivela un acquisto praticamente obbligato, a patto di essere disposti
sulle imperfezioni grafiche presenti. Per i patiti del multiplayer da prendere
ad occhi chiusi. Per tutti gli altri da valutare attentamente data la breve
durata della campagna in singolo. Perla rara.


Pro

  • Totale immersione nell’azione di gioco
  • Appeal fortemente cinematografico
  • Giocabilità ottimamente calibrata
  • Multiplayer praticamente perfetto

Contro

  • Campagna in singolo troppo breve
  • Alcune imperfezioni grafiche
  • Filmati in bassa qualità