Recensione Recensione di BlazBlue: Calamity Trigger
Recensione di BlazBlue: Calamity Trigger di Console Tribe
di: David "Oogabada" LiuzziIl 2D fighting torna prepotente a risvegliare lo spirito combattivo sopito in ognuno di noi e lo fa con il fragore dell’ultima opera di Arc System Works, BlazBlue: Calamity Trigger. Considerato il successore spirituale di Guilty Gear, segna il debutto di un nuovo franchise che, sin dalle prime battute, mostra il chiaro desiderio di spingere all’estremo l’essenza del picchiaduro.
Azure Grimoire
I bizzarri personaggi presenti in BlazBlue nascondono storie del tutto particolari e intricate, è palese la volontà degli sviluppatori di creare un background storico di spessore che giustifichi in qualche modo la rivalità tra i lottatori. Prima degli eventi che fanno da cornice agli scontri bidimensionali in BlazBlue, il genere umano era sull’orlo dell’estinzione a causa di una creatura dell’oscurità chiamata la “Bestia Nera”. Il mondo fu salvato dall’intervento di sei eroi detentori di poteri magici i quali crearono l’Armagus, una speciale abilità, fusione di magia e tecnologia, grazie alla quale sconfissero la Bestia. Negli anni a venire l’Armagus fu utilizzato dalla Novus Orbis Librarium (NOL) per governare e preservare la pace, tuttavia l’abuso di questo potere in ogni contesto sociale creò una profonda spaccatura elevando al rango di nobili chi poteva utilizzarlo e a sudditi emarginati la restante popolazione. Col tempo il dissenso crebbe a tal punto da sfociare in ribellione e diede vita ad una guerra civile dai risvolti devastanti. Da allora la NOL impose una vera e propria dittatura reprimendo con la pena di morte ogni tentativo di ribellione. A restituire un barlume di speranza alla civiltà intervenne un ribelle di rango superiore chiamato “Ragna the Bloodedge” possessore di una potente forma dell’Armagus chiamata “Azure Grimoire” meglio nota come BlazBlue. La NOL pose sulla sua testa la taglia più alta di tutti i tempi e diede inizio a una vera e propria caccia all’uomo per estirpare e carpire i segreti del suo potere.
Nonostante lo sforzo per creare un plot credibile, non si può dire che la modalità storia presente in BlazBlue sia così entusiasmante. Le schermate che introducono i vari match e fanno da tappa al percorso del vostro prescelto sono lunghe, noiose e fin troppo statiche, senza contare che ogni personaggio ha ben tre finali differenti a seconda di come affronteremo gli eventi. Fortunatamente esiste la possibilità di salvare i propri progressi quindi potrete affrontare tale modalità con calma per riuscire a sbloccare i contenuti ad essa legati.
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The Wheel of Fate is Turning!
Da un anno a questa parte assistiamo a un vero e proprio revival dei picchiaduro, un genere che nonostante svariate evoluzioni conserva quel gusto retrò che ci riporta indietro nel tempo quando l’approccio ai videogames era disincantato e la difficoltà insita nel gameplay era la più appagante delle sfide, quasi mai motivo di sconforto e frustrazione. L’inclinazione della generazione odierna di videogamers mal si sposa con questa difficoltà per cui il picchiaduro negli anni ha man mano perso in popolarità diventando quasi un genere per soli appassionati. Non si può certamente dire che gli Arc System si siano preoccupati di questo durante lo sviluppo del gioco. Fedeli più all’evoluzione e all’innovazione che ai parametri di mercato, proseguono quel percorso iniziato con Guilty Gear che trova in BlazBlue una nuova incarnazione con un sistema di combattimento evoluto e ancora più frenetico. Esiste la possibilità di configurare su un unico pulsante mosse complesse ma la base di BlazBlue ruota su quattro tasti, tre sono per gli attacchi standard e variano per intensità mentre il quarto è per il Drive Attack, un attacco speciale differente per ognuno dei 12 personaggi. Sebbene il roster possa apparire risicato, è evidente la volontà degli sviluppatori di concentrarsi principalmente sulla netta differenziazione degli stili. Ogni personaggio è unico sia nell’aspetto sia nelle abilità: Ragna possiede un braccio meccanico ed è in grado di aumentare la propria energia infliggendo danno all’avversario, Jin ha una spada di ghiaccio che gli permette di congelare il rivale per un certo periodo di tempo, Rachel è il capo di un clan di vampiri e ha il potere di mutare il vento e, tra i personaggi più stravaganti, citiamo una gattona sghignazzante dalle gigantesche zampe, un ragazzino che va in giro con un’enorme bambola di pezza di cui può assumere il controllo e una sorta di blob in grado di fluire attraverso lo schermo nel tentativo di inglobarci. Se da un lato l’unicità dei lottatori incuriosisce e apre la strada a un gameplay decisamente vario, dall’altra contribuisce ad aumentare ulteriormente la difficoltà nel passare da un personaggio all’altro alla ricerca di quello che più si adatta al vostro stile e alle vostre abilità. Anche il bilanciamento risente non poco di questa accentuata diversità. Inizialmente questo non sarà un problema, ma arrivati a certi livelli di padronanza del gameplay e delle tecniche, emergerà pian piano la superiorità di determinati personaggi su altri.
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Revolver Action
Tecnicamente parlando, il gameplay è guarnito da un concentrato di funzionalità che regola difesa e attacco atte ad evitare situazioni di stallo: la regola numero uno è agire! Come da tradizione potrete concatenare i colpi standard creando delle combo e proseguirle anche dopo aver sospinto l’avversario in aria (stato di juggle ndr), la lotta è frenetica e copre l’intero schermo grazie alle abilità di dash avanti e indietro, a terra e in aria, oltre alla possibilità di effettuare salti doppi e supersalti. Alla classica barra dell’energia si aggiungono diversi meter ovvero degli indicatori che regolano determinate abilità. Il Guard Libra regola il tempo in cui potrete stare in parata prima che la vostra difesa ceda sotto i colpi dell’avversario, il Distortion Drive è un supercolpo la cui barra si carica durante il combattimento e infine abbiamo il devastante Astral Heat, una mossa speciale che potrete effettuare solo per chiudere l’incontro. Fortunatamente avrete a disposizione diverse opzioni anche in difesa, come abbiamo visto la classica parata non rappresenta la soluzione ottimale perchè rischiamo di restare totalmente inermi sotto i colpi dell’avversario. Un’alternativa è parare a tempo con l’instant guard oppure, per alleggerire maggiormente la pressione avversaria, potrete utilizzare la barriera, questo però al prezzo di un po’ di barra della super. Infine, da utilizzare proprio in casi estremi, avrete il Burst ovvero un sistema di contrattacco utilizzabile una volta per round, in grado di spezzare una combo e di scaraventare l’avversario dall’altra parte dello schermo. Il Burst è una risorsa estrema e potrà rovesciare le sorti della partita se sarete in grado di portare subito pressione all’avversario, ma da quel punto in poi la vostra resistenza sarà dimezzata. Come avrete notato BlazBlue non è per niente un gioco semplice ma con un pizzico di tenacia potrete riuscire a trovare il giusto equilibrio tra l’arsenale a disposizione del vostro personaggio e l’uso di queste abilità. Non esistono scorciatoie, perseverare è l’unica via per assaporare la straordinaria essenza di BlazBlue.
Oltre alla modalità Storia e al classico Arcade in cui dovrete farvi strada attraverso 10 stage, BlazBlue presenta una modalità a punti, il versus per sfide tra amici e il training mode per allenarvi e mettervi alla prova studiando nuove combo da testare in game.
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Big bang
Graficamente BlazBlue è senza dubbio un titolo dall’impatto visivo eccellente, presenta dei lottatori straordinariamente animati e sfondi curati nel minimo dettaglio. Un dipinto in movimento investirà i vostri occhi ad ogni incontro grazie ad un mix quasi psichedelico di colori in continua trasformazione al susseguirsi delle vostre micidiali combo. La magniloquenza grafica è accompagnata da musiche di pari livello e, mentre gli assoli di una incalzante chitarra rock scandiranno istante per istante la lotta, la voce fuori campo vi segnalerà i precisi momenti in cui metterete a segno mosse speciali, manovre difensive o contrattacchi. Bisogna però sottolineare che sentire questa voce ripetere di continuo le stesse parole potrebbe alla lunga risultare irritante e non è presente un’opzione per disabilitarla.
Endless battle
Ma cosa sarebbe un picchiaduro senza la possibilità di confrontarci sul campo con altri appassionati? Ovviamente il massimo dell’esperienza è raggiungibile solo offline ma se trasformare la vostra cameretta in una fumosa sala giochi anni ’90 non vi alletta o se, più semplicemente, volete sfruttare la capacità della rete di abbattere le barriere, sappiate che BlazBlue offre anche un solidissimo comparto multiplayer online. E’ facilissimo accedere a partite classificate e non, calibrando la ricerca in base alle vostre preferenze. BlazBlue sfrutta delle lobby basate su delle interfacce a icone che vi permetteranno di trovare in fretta altri giocatori con buone connessioni e di abilità di gioco vicina alla vostra. Oltre alle innumerevoli opzioni per personalizzare l’incontro, un’altra importantissima feature risiede nella possibilità di salvare i replay degli scontri offline e online, inclusi i match dei primi in classifica, da rivedere per puro divertimento o da studiare attentamente per migliorare il proprio stile.
Astral Heat
BlazBlue è un gioco esagerato, accecante, assordante. La sua maestosità è però al contempo pregio e difetto. E’ un titolo impegnativo in ogni sua sfaccettatura e se siete per il gioco relax potreste infastidirvi anche solo navigando tra i menu. Se invece l’unicità dei personaggi vi intriga e siete alla ricerca di un titolo speciale, fuori dal coro e con cui mettervi alla prova, allora BlazBlue fa per voi. Troverete un gioco di lotta eccellente offline e online con innumerevoli opzioni e dall’impatto audiovisivo travolgente. Purtroppo la versione europea, oggetto di questa review, è arrivata sugli scaffali dopo diversi mesi dalla sua release d’oltreoceano. Questo potrebbe indurre molti ad aspettare il nuovo capitolo previsto negli States per il terzo quadrimestre di quest’anno.