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Recensione Recensione di Blacklight: Tango Down

Recensione di Blacklight: Tango Down di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Se questa generazione verrà ricordata come quella per il maggior numero di First Person Shooter, è anche merito della componente multiplayer. Il comparto online infatti si sposa alla perfezione con le meccaniche degli FPS e col tempo ha creato un gran numero di appassionati che, il più delle volte, dimentica addirittura la campagna principale per lanciarsi direttamente negli scontri online. Le ragioni del successo sono semplici: scontri veloci, medaglie e oggetti da sbloccare e possibilità di giocare con gli amici; insomma un’esperienza di gioco senza pari.
Per poter prendere parte a queste sfide si devono necessariamente possedere prodotti retail con relativo esborso economico e se esistesse un gioco, magari a basso costo, che comprendesse unicamente questa modalità?
A questo quesito hanno risposto i ragazzi di Zombie Studios che hanno da poco rilasciato Blacklight: Tango Down per far felici tutti i fan delle sparatorie online. Oggi siamo qui per valutare se questo esperimento sia riuscito e, chissà, magari anche spodestare dal trono titoli come Call of Duty e Battlefield.

Una nuova recluta…

Quando l’anima di un gioco è incentrata sulla giocabilità è lecito aspettarsi una trama banale che fa semplicemente da introduzione alla carneficina. Blacklight: Tango Down non fa eccezione e ci lancia in una guerra tra due fazioni: i Blacklight tecnologicamente più avanzati e il gruppo ribelle noto con il nome di The Order. Le informazioni sul motivo della lotta sono piuttosto risicate ma vedono la scomparsa di un membro dei Blacklight come pretesto per dar via alle danze.

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Se il canovaccio messo a punto dagli sviluppatori non è così ispirato, di tutt’altra fattura è la qualità del pacchetto ludico proposto. Il gioco è composto essenzialmente da tre aspetti: multiplayer competitivo e cooperativo e sistema di personalizzazione. Sotto l’aspetto puramente quantitativo i ragazzi di Zombie Studios hanno fatto sicuramente un buon lavoro: tante modalità ed un editor davvero ben studiato.
Scegliendo il multiplayer possiamo lanciarci in diverse modalità: Deathmatch singoli o a squadre, Domination e Detonate. Inutile sprecare parole per descrivere i Deathmatch, mentre in Domination dovremo conquistare determinate postazioni da hackerare e in Detonate si deve far detonare una bomba prima degli avversari. Di certo le modalità non brillano per originalità ma sicuramente lasciano al giocatore una discreta possibilità di scelta, in modo da variare quanto più è possibile gli scontri a fuoco.
La cooperazione – chiamata Black Ops – ci vede impegnati con un team di massimo quattro giocatori a sbarazzarci dei nemici che ci sbarrano la strada. Anche qui nulla di nuovo ma il divertimento è sicuramente ben riuscito. Ottimo anche il sistema di personalizzazione che si rivela profondo sotto ogni punto di vista: il giocatore può modificare l’armamentario (piuttosto corposo) ed anche applicare delle migliorie estetiche al proprio alter-ego, il prezzo da pagare è ovviamente quello di ottenere quanti più punti esperienza possibili durante i match.
Questa è grossomodo l’offerta di impostazioni e modalità di Blacklight, che si traduce in un gameplay veloce e frenetico, il cui ritmo di gioco è sicuramente l’aspetto migliore. Tuffarsi nelle partite è piuttosto semplice, una volta scelta la modalità a cui prendere parte, il gioco, dopo un’attesa non sempre brevissima, vi catapulterà nella lobby pre-partita. Qui possiamo scegliere diversi assetti di armi e quindi anche impostare al meglio il proprio armamentario. Una volta entrati in gara, in una delle 12 mappe a disposizione, comincia subito la sfida. Il feeling con i comandi è immediato, complice anche un layout divenuto ormai classico e il netcode risulta piuttosto stabile. Altro aspetto positivo è l’introduzione di alcuni visori e relative granate per disattivarli che ci danno la possibilità di vedere dove sono posizionati i nemici e gli oggetti importanti. Il prezzo da pagare quando si usano questi utili strumenti è che siamo totalmente in balia degli avversari qualora dovessero scovarci mentre siamo appostati per setacciare l’area.
Con l’avanzare dei combattimenti, purtroppo, si iniziano a notare alcuni importantissimi difetti. Il primo problema è relativo alle armi e alla gestione dell’energia. I soli 175 punti vitali sembrano essere poca cosa rispetto a qualsiasi arma, facendo concludere gli scontri in maniera spesso istantanea. Questo crea uno bilanciamento errato che di fatto annulla le differenze tra le varie armi. Scegliendo uno strumento con un rateo di fuoco piuttosto alto (come SMG e fucili d’assalto) si può praticamente sovrastare qualunque avversario, visto che una semplice raffica di fuoco può far fuori velocemente il nemico che, anche avendo un’arma più potente, spesso non ha il tempo di rispondere adeguatamente al fuoco.

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Altro problema che affligge le partite è il respawn. Ottimo sotto il punto di vista dell’attesa, pessimo invece per quanto riguarda le locazioni. Ogni volta che si muore si rinasce sempre nella stessa zona che, seppur leggermente protetta, è meta ambita di una folta schiera di giocatori in attesa che qualcuno si sporga. I match quindi spesso si limitano alle sole aree vicino ai punti di respawn. Inspiegabile anche il fatto che gli sviluppatori pur di rimediare a questo problema hanno posizionato alcune torrette automatiche per proteggere i giocatori appena rientrati in partita, ma il risultato purtroppo è inefficace perché spesso basta uscire dall’area sicura per essere colpiti senza nessuna gloria da giocatori ben appostati.
Peccato, perché nel complesso il titolo Zombie Studios ha delle caratteristiche da tenere sicuramente in considerazione visto che il gameplay, tralasciando questi difetti, è sicuramente di tutto rispetto.

con delle basi solide…

Quando si parla di arcade ci si aspetta nella maggior parte dei casi un comparto grafico decisamente inferiore a titoli retail. Basti pensare a tutte le produzioni in due dimensioni oppure le rielaborazioni di vecchie glorie del passato. Blacklight: Tango Down sotto questo punto di vista è un prodotto decisamente più vicino ai titoli che troviamo sugli scaffali dei negozi piuttosto che ai contenuti digital delivery. Come tanti prima di loro, anche i ragazzi di Zombie Studios hanno deciso di sfruttare la licenza dell’Unreal Engine 3 per dar vita al loro prodotto. Il risultato, considerando anche i soli 700MB di download, è decisamente positivo.

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La realizzazione tecnica infatti, pur non essendo paragonabile a titoli come Call of Duty o Battlefield è decisamente ben riuscita. Le ambientazioni appaiono ben strutturate e costituite da un discreto numero di poligoni. Ogni scenario è ricco di dettagli e lascia al giocatore un buon impatto visivo. Di tutto rispetto anche il feedback delle armi con relativi effetti particellari di esplosioni e simili. Leggermente sottotono la modellazione poligonale dei personaggi che appaiono poco definiti e nel complesso la risoluzione grafica non è sicuramente altissima ma, visto il tipo di prodotto, è sicuramente da apprezzare.
Discorso diverso per l’audio che, tralasciando qualche effetto sonoro ben riuscito, appare poco convincente e in alcune fasi è addirittura fastidioso e fuori luogo con campionature musicali sgradevoli. Per fortuna durante gli scontri a fuoco il giocatore, complice il ritmo di gioco, tende quasi a dimenticarsene.

ma che deve ancora farne di strada…

L’esperimento proposto da Zombie Studios è sicuramente interessante. La possibilità di cimentarsi nella modalità più apprezzata del momento è da tenere in considerazione e il costo del pacchetto di circa 15€ non è male, anche considerando la longevità del titolo potenzialmente infinita. Una buona dose di modalità disponibili condite da un sistema di personalizzazione davvero entusiasmante sono i punti di forza del titolo che, purtroppo, viene quasi rovinato da un bilanciamento pessimo ed un sistema di respawn decisamente migliorabile. Nel complesso, anche grazie al comparto tecnico di buona fattura, Blacklight: Tango Down è da tenere in considerazione sopratutto se siete dei fanatici dei match online.
La sfida ai prodotti retail non è stata vinta, questo è vero, ma la guerra ancora deve finire…