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Recensione Recensione di BioShock

Recensione di BioShock di Console Tribe

di: Redazione
Alcuni videogiochi vengono ricordati a lungo per la loro qualità, per
la loro trama, per il loro grado di innovazione. Altri finiscono
per non lasciare il segno o comunque per non mantenere le aspettative.
Infine ci sono giochi che si distaccano completamente dal semplice
concetto di videogame, sublimando fino al livello di Arte.
A volte
queste particolari quanto eccezionali creazioni possono essere
ammirate, vissute, amate soltanto da un gruppo ristretto di persone: è
questo il caso di Bioshock, titolo che fino ad oggi aveva potuto ammaliare soltanto l’utenza Microsoft su Xbox360 e PC. Ma da oggi anche le nostre PS3 potranno
estasiare il loro lettore Blu-ray con il
disco contenente quest’esperienza incredibile, quest’opera
magistrale, questo capolavoro assoluto.




Welcome to Rapture



1959. Immaginate un lungo viaggio in aereo, dagli Stati Uniti
all’Inghilterra. Immaginate di sorvolare l’oceano Atlantico. Ora
immaginate un’avaria al motore dell’aereo ed immaginate di ritrovarvi
senza neanche accorgervene a dover trattenere il respiro cercando
disperatamente di tornare a galla, per non affondare insieme alla
carcassa del velivolo.
Siete in pieno oceano, intorno a voi soltanto
fiamme e detriti, siete soli. Davanti a voi, però, vedete una specie di
faro: nuotate verso di esso, salite la scala che vi porta all’interno
della struttura, entrate. La porta si chiude violentemente alle vostre
spalle mentre le luci si accendono ed illuminano una gigantesca statua
di bronzo raffigurante un uomo; un drappo di velluto rosso fa da sfondo
ad una strana effige: “Nessun Dio, nessun Re, soltanto Uomini”.
Siete disorientati, sulla destra c’è una scala che porta verso il
basso, una strana musica jazz permea la stanza. Alla fine decidete di
scendere, c’è una capsula davanti a voi, sembra fatta per esplorare i
fondali marini, decidete di entrare. C’è una leva all’interno di questa
batisfera, una leva che va tirata per iniziate a
scendere nelle profondità dell’oceano. Da questo momento dimenticate
tutto ciò che credevate di sapere sulla civiltà umana; tutte le
invenzioni, il progresso, le promesse mai mantenute dai politicanti, il
degrado e tutto il resto. Una diapositiva vi sta aprendo gli occhi
sull’ipocrisia degli Stati, degli uomini. La voce narrante è quella di
Andrew Ryan, il quale vi sta dicendo di aver creato una società
diversa, una società dove un uomo può sfruttare tutte le sue
potenzialità; una società dove uno scienziato non è frenato da ipocriti
moralismi; una società perfetta: Benvenuti a Rapture!


Questo sarà l’incipit della vostra avventura. Non sapete che volto
abbia il vostro protagonista, non sapete come si chiama, non sapete
dove diavolo siete finiti e non sapete cosa fare. Dopo pochi minuti
verrete guidati da un individuo chiamato Atlas, che attraverso una
vecchia radio vi racconterà la dura realtà su Rapture, di come tutte le
speranze della gente siano state spazzate via, di come tutto è finito.
D’ora in poi sarete trascinati in una spirale di avvenimenti orribili,
in un incubo ad occhi aperti sulla strada della perdizione o della
salvezza, dipenderà tutto da voi.




Da grandi poteri derivano grandi responsabilità



Bioshock è un FPS? In teoria si, ma la creazione di 2K è molto, molto di più. La straordinarietà di Bioshock
risiede nell’introduzione dei plasmidi, sieri in grado di
modificare la struttura genetica del corpo umano conferendogli poteri
inimmaginabili. Durante la nostra avventura avremo modo di provarne tantissimi, alcuni dei quali ci daranno la possibilità
di lanciare scariche elettriche, di liberare fiamme con un semplice
schiocco delle dita, di scagliare contro i nostri avversari uno sciame
d’api assassine provenienti dalle nostre vene o ancora di congelare i
nemici all’istante per poi finirli come meglio preferite. Questa è solo
una piccolissima parte dei poteri utilizzabili nel gioco, vi lasciamo il
piacere di scoprire tutti gli altri incredibili sieri da soli.
Ma non
si vive di soli plasmidi in Rapture, avrete
bisogno anche di armi, armi pesanti. Fortunatamente anche in questo caso l’arsenale è molto
ben fornito: potremo contare su revolver, mitragliatori Thompson,
lanciagranate, fucili a pompa e chi più ne ha più ne metta. Ognuna
delle armi poi, oltre ad un’ottima realizzazione tecnica, gode anche di
una buona caratterizzazione; ognuna di esse infatti, inizialmente si
rivelerà leggermente complessa da manovrare a causa del forte rinculo e
della poca stabilità che ne scaturisce. Dicevamo prima che Bioshock
è molto più di un FPS, infatti è anche un GDR; tutte armi, i plasmidi e
i tonici contenenti le abilità speciali (come gli incrementatori di
energia o slot aggiuntivi per i plasmidi) saranno upgradabili e
potenziabili nel corso dell’avventura attraverso appositi macchinari
sparsi per gli stage. Il potenziamento delle armi includerà una
maggiore stabilità, maggiore potenza di fuoco ed aumento dei proiettili
nel caricatore. Attraverso queste apparecchiature potrete anche
acquistare munizioni, medikit, nuovi tonici e nuovi plasmidi.



Ma se per munizioni e medikit basta racimolare qualche dollaro, per
acquistare i plasmidi serve l’ADAM. L’ADAM è il materiale genetico che
muove gli ingranaggi della città, è stato proprio lui a mandare in
rovina Rapture e a trasformare i suoi abitanti in mostri senza anima,
alla continua ricerca del prezioso materiale. Molto presto farete la
conoscenza con due tra i personaggi più interessanti mai apparsi in un
videogioco: le sorelline, all’apparenza adorabili bambine innocenti
(salvo poi scoprire che la verità su di loro è orrendamente diversa)
che se ne vanno in giro a prosciugare i cadaveri dall’ADAM e i Big
Daddy
, giganteschi palombari che scateneranno la loro furia su chiunque
tenti di aggredirle. E’ proprio il Big Daddy che si
dimostra un personaggio estremamente conturbante ma anche molto
misterioso e letale: avremo bisogno di ADAM per proseguire il nostro
viaggio e per fare questo dovremmo sottrarlo alle sorelline, però non
prima di aver sconfitto il Big Daddy che le protegge. In ogni livello
ci sono tre sorelline ed altrettanti Big Daddy da sconfiggere, questi
si dimostreranno tremendamente ostici da abbattere, per riuscirci
dovrete ricorrere a tutta la vostra destrezza e a buona parte della
vostra scorta di munizioni. Ma una volta sconfitto il palombaro verrete posti di fronte ad una difficile scelta: salvare la sorellina, liberandola dalla sua maledizione
ed ottenere una minima quantità di ADAM, oppure ucciderla,
prosciugandole tutto l’ADAM che ha in corpo? Dalle vostre decisioni
dipenderà in maniera cruciale il finale del gioco; ponderatele bene e
scegliete la cosa più giusta da fare.



Ma sorelline e Big Daddy non saranno i nostri unici avversari. Gli
abitanti di Rapture, come già detto, sono diventati dei mostri
orribilmente mutati dall’abuso dei plasmidi e si scaglieranno contro di
voi con furia cieca. Questi esseri, detti “ricombinanti” si
suddivideranno in varie classi, dai semplici guerrieri armati di
spranghe e bastoni (ma a volte anche di pistole e mitragliatori) ai
temibili ricombinanti Udinì, in grado di smaterializzarsi e ricomparire
dove meno ve l’aspettate, per arrivare ai più letali, i ricombinanti
ragno, agilissimi e spietati.
I ricombinanti sono dotati di una buona
A.I., infatti non esiteranno ad attaccarvi in massa o a correre ai
ripari per curarsi nel caso li feriste gravemente. Ogni volta che
ucciderete un nemico potrete poi perlustrare il cadavere in cerca di
denaro, munizioni, cibo e quant’altro. Alcuni individui però
sceglieranno di aiutarvi costringendovi però ad eseguire dei compiti
(recuperare oggetti, uccidere altri ricombinanti ecc.) che, se portati
a termine, vi frutteranno preziose informazioni o sostanziose
ricompense. Ben presto scoprirete che il vostro obiettivo è ovviamente
Andrew Ryan in persona, che vi scaglierà contro le sue “creazioni” nel
tentativo di uccidervi per non farvi rivelare al mondo gli orrori che
avvengono nella sua città. La storia è raccontata in maniera splendida,
attraverso flashback, visioni, ottimi filmati in computer grafica ed
attraverso delle registrazioni che troverete in giro per i livelli:
ascoltandole verrete a conoscenza delle informazioni più terribili e
sconcertanti sulla storia di Rapture e sui pazzoidi seguaci di Ryan. Bioshock
si rivelerà quindi anche un horror puro e sarà in grado di spaventarvi,
turbarvi ed affascinarvi per tutta la sua durata che, a difficoltà
media, si aggirerà intorno alle 18 ore.




La perfezione esiste?



Riguardo al gameplay di Bioshock
possiamo dire che è semplicemente perfetto. L’uso dei plasmidi e delle
armi ci permetterà di sperimentare infinite combinazioni. Il sistema di mira è calibrato in maniera ottima e si
rivelerà preciso e reattivo in ogni situazione, ma non mancheranno poi dei
divertenti puzzle da risolvere per riuscire a scassinare casseforti o
aggirare macchine di sicurezza: consisteranno in un mini-gioco che vi
vedrà impegnati a ricostruire il percorso di un flusso d’acqua mettendo
al posto giusto i vari quadranti del tubo; tali minigiochi si
riveleranno stimolanti ed assolutamente mai banali. L’interfaccia mostrerà su schermo l’indicatore della salute e quello dell’EVE, quest’ultimo è una sorta di “carburante” che vi permetterà di usare un
plasmide; se vi ritroverete a corto di questa sostanza potrete trovarla
in alcuni punti dello scenario o, in alternativa, acquistarla presso i
distributori automatici.
In caso di morte prematura avrete la
possibilità di ricominciare la partita dall’ultima camera della vita;
questo particolare macchinario vi farà riprendere il gioco dall’ultimo
checkpoint automatico raggiunto senza apportare modifiche allo scenario (per esempio, se doveste perire
durante uno scontro con un Big Daddy, al respawn quest’ultimo manterrà tutti
i danni che gli avrete inferto in precedenza). Questo aspetto del gioco
è stato molto criticato poichè rende anche i tratti più impegnativi
relativamente facili da superare, nonostante ad ogni respawn avverrà un
decurtamento di salute, EVE e munizioni. In alternativa alla camera
della vita potrete salvare il gioco in qualsiasi momento.
Non mancherà
infine il classico indicatore dei proiettili rimasti: anch’essi
andranno usati con molta attenzione poiché (soprattutto alle difficoltà
superiori) a volte scarseggeranno e sarete costretti ad acquistarli a
caro prezzo. L’intero meccanismo funzionerà alla perfezione e dopo
breve tempo sarete in grado di spaziare con destrezza tra armi e
plasmidi, assaporando fino in fondo la straordinaria profondità di
questo gameplay. Ovviamente non potevano mancare gli attesi trofei, ben
50, che vi indurranno ad affrontare questa meravigliosa avventura più e
più volte per collezionarli tutti.




Ammirate tutti lo splendore di Rapture!



Vi starete domandando se cotanta magnificenza di concept e gameplay si rispecchi anche sul lato puramente tecnico. Ebbene sì, Bioshock
è una vera gioia per gli occhi. Le atmosfere Art Deco anni 30 di cui è
caratterizzato il gioco sono semplicemente eccezionali. La cura per i
particolari è quasi maniacale e la palette dei colori è dosata in
maniera egregia. Perderete ore esplorando ogni stanza, ogni quadro,
ogni anfratto di Rapture (anche le ambientazioni inedite presenti solo
nella versione PS3), rimanendone estasiati. I modelli poligonali dei
personaggi sono ricchissimi di particolari e soprattutto sono tutti
diversi; non vi capiterà mai, infatti, di imbattervi per la seconda
volta nello stesso nemico: da questo punto di vista gli sviluppatori hanno svolto
un lavoro encomiabile. L’illuminazione è quanto di più suggestivo possa
esistere in un videogame, per non parlare degli effetti speciali:
fiamme, fulmini, ghiaccio, esplosioni e inondazioni sono rese in
maniera superba. La nota d’onore spetta però alla realizzazione
dell’acqua, quanto di più simile alla sua controparte reale, grazie al
sapiente uso degli shader e della fisica.
Proprio la fisica è un altro
dei punti forti del titolo; l’interazione con l’ambiente è ottima come
le reazioni dei corpi ai colpi che gli infieriremo. Il tutto è condito
con delle texture assolutamente splendide e che non risulteranno mai
sottotono.
La veste grafica del gioco si
presenta leggermente più pulita e definita rispetto alle versioni
precedenti pubblicate su Xbox360 e PC, il che potrebbe rappresentare un incentivo all’acquisto del
titolo anche per tutti coloro che lo hanno già giocato precedentemente.
Scommettiamo che state pensando se tanto splendore possa intaccare in
qualche modo il frame rate del gioco: la risposta è no, Bioshock scorre
via fluido in ogni situazione, mantenendosi saldamente ancorato sui 30
fps (in caso siate amanti della velocità è presente un acceleratore di
frame che, se attivato, può portare questi fino a 60 a discapito
della qualità grafica).
Unico, quasi insignificante, difetto è dato da
alcune animazioni dei nemici (per il resto ottime) quando stanno per
accasciarsi al suolo. In questo caso assistiamo ad una sorta di slow
motion che rende il tutto leggermente legnoso.
Sul versante audio la festa
continua con un doppiaggio di livello cinematografico ed un sonoro di
altrettanto spessore che vi farà sobbalzare sulla poltrona ad ogni
rumore, lamento, grido ed esplosione; la colonna sonora jazz è
assolutamente magnifica e conferisce al titolo un’atmosfera unica,
quasi magica. Tutto, ed intendiamo veramente tutto, fino al particolare
più insignificante, è realizzato con grande maestria dai ragazzi di 2K, che ci regalano una vera e propria perla, una creazione di altissimo valore qualitativo e di raffinatissimo gusto.




Giù il cappello!



Bioshock è uno dei più grandi capolavori della storia videoludica. Il titolo di 2K
si innalza allo stato dell’arte ed offre al giocatore un’esperienza
unica, irripetibile, da vivere almeno una volta nella vita. Grafica,
gameplay, storyline, atmosfere, sonoro, tutto in Bioshock fa rimanere
estasiati, shockati, turbati, terrorizzati, incantati. Dopo lo
smisurato successo su XBOX360 e PC questa opera
colossale approda anche su PS3 in tutto il suo rinnovato splendore, con
scenari inediti, una veste grafica ancora più curata, gli agognati
trofei ed un nuovo, diabolico livello di difficoltà; per non parlare
delle imminenti Challenge Rooms (rilasciate sul Playstation Network nel
mese di Novembre) che vi vedranno impegnati in speciali missioni ad
obiettivi, tutte da scoprire. Signore e signori, vi trovate davanti ad
una pietra miliare che rimarrà nella storia, ad un’avventura che
porterete nel cuore e nella mente per molto, moltissimo tempo. Bioshock indossa lo smoking nero quest’anno, siamo sicuri che la sua eleganza conquisterà anche voi.




PRO

  • Grafica eccezionale;
  • trama conturbante e ricca di colpi di scena;
  • ambientazioni estasianti;
  • atmosfera unica ed emozionante;
  • gameplay assolutamente perfetto;
  • implementazione dei trofei e delle Challenge Rooms.

CONTRO

  • Crea dipendenza;
  • Purtroppo prima o poi finisce.