Recensione Recensione di BioShock 2
Recensione di BioShock 2 di Console Tribe
di: RedazioneL’uomo è una creatura strana, molto strana. Nel corso degli ultimi millenni ha continuamente cercato di creare una società perfetta, in cui non ci fossero differenze tra una persona ed un’altra, e in cui tutti quanti potessero trovare la propria felicità e sentirsi realizzati.
Questo è quello che hanno provato a fare tanti grandi leader, ognuno con i suoi mezzi e le sue conoscenze. E questo è quello che ha provato a fare anche un certo Andrew Ryan, illustre e geniale imprenditore, nonché creatore di Rapture.
Cos’è Rapture? Come molti di voi già sapranno, è una città eretta negli abissi dell’Oceano Atlantico, fondata non tanto su sciocchi e fasulli ideali, capitalistici o comunisti che siano, ma sul lavoro e sul progresso tecnologico. Una capitale isolata dal resto del mondo, simbolo di vera libertà e intelligenza.
A Rapture chiunque è in grado di fare ciò che crede sia giusto, al solo scopo di far evolvere l’uomo e renderlo una creatura migliore. Niente limitazioni etiche, legali o ideologiche atte a frenare il suo estro creativo, quindi. Insomma, Rapture sembra proprio un vero paradiso in terra, o meglio in mare, se non addirittura la società perfetta.
Eppure tutti sappiamo che l’uomo è tanto abile nel costruire qualcosa quanto nel distruggerla poi, incapace di gestire quello che egli stesso ha realizzato con somma fatica.
E questa città, come è stato raccontato anni fa nel primo episodio di questo IP targato 2K Boston, è uno dei tanti esempi che dimostrano la veridicità di tali parole.
E adesso Bioshock è tornato, con il suo secondo capitolo, ed è pronto a narrare le vicende di chi, nonostante mille difficoltà, si aggira ancora per i freddi e umidi corridoi di Rapture, lottando per la propria vita e, soprattutto, per quella di chi ama…
Io ho scelto l’impossibile: ho scelto Rapture! [cit.]
Bentornato… papà!
L’intrigante trama che scandisce le vicende di Bioshock 2 ruota intorno al “soggetto Delta” o, come agli abitanti di Rapture piace chiamarlo, “Johnny della Superficie”. Impersoneremo un Big Daddy, o meglio il primissimo Big Daddy, un prototipo costruito per essere legato indissolubilmente alla propria sorellina: la vita dell’uno, infatti, dipende dalla vita dell’altra. Dopo aver ricevuto l’ordine di suicidarci dalla malvagia dottoressa Lamb, colei che ha preso il posto di Andrew Ryan alle redini del comando, torneremo misteriosamente in vita, decisi a ritrovare Eleanor, la nostra sorellina rapita dalla dottoressa. Ovviamente nessun personaggio si rivelerà ciò che sembra o chi dice di essere e man mano che proseguiremo nell’avventura scopriremo particolari sempre più inquietanti sul nostro passato, su quello di Eleanor, sulla dottoressa Lamb e sui suoi seguaci. La vicenda ci viene raccontata ancora una volta attraverso il naturale svolgimento delle nostre azioni, i flashback e tramite i vari diari che conterranno preziose informazioni sull’universo di Rapture e su quello che ci è accaduto. Ovviamente i cultori del primo Bioshock resteranno legati malinconicamente alla sfortunata vicenda del misterioso Jack ma questa nuova storia si è rivelata carica di pathos e di mistero. A mancargli, forse, è stato un po’ di carisma, sostituito da un sentimentalismo perverso messo in atto dalla nostra nuova antagonista, che a non tutti potrebbe piacere.
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We will Reborn
Il gameplay di Bioshock era sicuramente uno degli aspetti più innovativi e riusciti del titolo 2K. In Bioshock 2 il lavoro di perfezionamento eseguito dal team di sviluppo è mirabile. Non c’era bisogno di stravolgere una formula vincente e ci troveremo immediatamente a nostro agio, con una gigantesca trivella nella mano destra ed i nostri fedeli plasmidi in quella sinistra. Ovviamente un Big Daddy può beneficiare di armi assai più potenti di quelle a cui doveva attingere il povero Jack e quindi ecco comparire, oltre alla trivella, uno sparachiodi, un lanciagranate, un mitragliatore gatling, una doppietta ed una fiocina, tutte ovviamente potenziabili presso le immancabili stazioni Power to the People e tutte equipaggiate con tre tipi di munizioni. Il feeling coi suddetti giocattoli sarà inizialmente ostico data la loro rudimentalità, salvo poi renderle più sofisticate ed efficienti attraverso i vari upgrade. Tornano tutti i precedenti plasmidi come la famosa elettroscarica, l’incenerimento od il terribile sciame, con qualche nuova aggiunta che lasciamo a voi scoprire. Stavolta il potenziamento dei vari plasmidi vi permetterà di scatenare conseguenze diverse e più funzionali all’azione ed inoltre sarà possibile combinare i plasmidi per creare devastanti trappole. Ad affiancare queste divertenti alterazioni del DNA troviamo anche i già noti tonici, questi ultimi aumentati esponenzialmente rispetto al primo capitolo.
Uno dei pochissimi difetti del precedente capitolo era rappresentato dall’eccessiva frammentazione dell’azione a causa del minigioco indispensabile per hackerare i vari distributori, robot e telecamere di sicurezza. Per rendere l’azione di gioco più fluida e meno spezzettata, in Bioshock 2 la fase di hacking è stata integrata letteralmente nel gameplay vero e proprio, avvenendo così in tempo reale tramite un cursore da fermare più volte nell’esatta posizione. Il tutto può avvenire sia avvicinandoci alla macchina (magari dopo averla inibita con una scarica elettrica) oppure a debita distanza tramite il nuovo grimaldello elettronico, che ci permetterà sia di sparare dardi aggiranti che delle mini torrette che attaccheranno qualsiasi nemico nel loro raggio visivo. L’intento degli sviluppatori è pienamente riuscito, in quanto questa nuova soluzione si integra perfettamente con il gameplay, alleggerendolo e rendendo l’azione molto più scorrevole.
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Le cose a Rapture non sono cambiate dalla nostra ultima visita, anzi, la situazione è precipitata. Le strade saranno ancora infestate dai cari vecchi ricombinanti, ancora più furbi ed agguerriti, in grado di sfruttare le coperture e di attaccare dalla lunghissima distanza. I ricombinanti che ci troveremo ad affrontare contemporaneamente sono decisamente aumentati rispetto al passato e la loro ancor più acuta intelligenza artificiale ci metterà in difficoltà sin dai primi istanti di gioco, mantenendo un livello di sfida abbastanza alto per tutta l’avventura. Ai consueti nemici si affiancherà però un nuovo, temibile ricombinante: il bruto. Questo mostruoso e gigantesco essere sarà dotato di una forza sovrumana, in grado di scaraventarvi contro qualsiasi cosa gli capiti a tiro e di caricarvi con inaudita potenza; inoltre sarà estremamente ostico da abbattere, costringendovi ad adottare delle vere e proprie strategie per avere la meglio, un po’ come per i Big Daddy. Ovviamente non potevano mancare i nostri terribili palombari che tornano in tutto il loro splendore. Troveremo infatti il classico buttafuori, il Rosie ed una nuova categoria: il bombardiere. Quest’ultimo sarà equipaggiato con un bazooka in grado di sparare sia le classiche granate che delle torrette automatiche. In più dovremo vedercela con gli ultimi superstiti della nostra categoria, i Delta. Ma le vere protagoniste di Bioshock 2 saranno le Big Sister, terribili cacciatrici che avremo alle calcagna ogni qualvolta avremo prosciugato o salvato l’ultima sorellina del livello. La Big Sister disporrà di un aculeo e del plasmide incenerimento nonché di un’incredibile agilità che metterà a dura prova i nostri nervi e la nostra mira, rendendo lo scontro assai più duro di quello con un “comune” Big Daddy.
A chiudere un quadro di un gameplay praticamente perfetto troviamo il consueto dilemma esistenziale che ha afflitto ogni giocatore di Bioshock: salvare una sorellina o prosciugarla? In Bioshock 2 avremo sia la possibilità di uccidere la sorellina, ottenendo da lei il massimo quantitativo del prezioso ADAM, sia di adottarla per far sì che si procuri il prezioso materiale genetico prosciugando un paio di “angeli” per poi redimerla; come da tradizione le vostre scelte influenzeranno pesantemente il finale del gioco. Il prosciugamento di un cadavere provocherà un vero inferno intorno a voi e alla sorellina. Il vostro dovere sarà proteggerla dall’assalto dei ricombinanti fino alla fine del processo. Questa fase si è rivelata una delle più riuscite, permettendoci di preparare il campo di battaglia con trappole varie prima di dare il via allo scontro, conferendo un pizzico di strategia al frenetico susseguirsi dei combattimenti.
Come già detto il livello di sfida è abbastanza alto già dal livello di difficoltà intermedio, mantenendosi costante per tutta la durata dell’avventura che si aggira intorno alle 10-12 ore, in linea con gli standard degli FPS attuali (anche se noi siamo sempre restii a definire un titolo come Bioshock un “semplice” FPS).
!==PB==!
Un’infinita guerra civile…
Sebbene Bioshock 2 non presenti particolari novità per quanto riguarda il gameplay di base, di certo lascia stupiti per la presenza di una modalità che, in un primo momento, quasi stona con l’intera produzione: quella multiplayer.
Sviluppata in parallelo con quella single player, offre al giocatore non solo una gradevole variazione delle meccaniche tipiche della serie, ma anche un piacevole approfondimento della trama stessa. Il periodo storico in cui è ambientata è antecedente agli eventi di entrambi i due Bioshock, ed è legato alla guerra civile che ha portato Rapture a divenire, da splendida capitale del progresso tecnologico e ritrovo di intellettuali di ogni tipo, a cumulo di macerie e dimora di folli e assassini.
Al primo accesso all’online il titolo ci metterà nei panni di uno dei vari ricombinanti, ognuno con alle spalle la propria storia e il proprio carattere, che si risveglierà nel suo appartamento il giorno in cui iniziarono le rivolte armate, ovvero il capodanno dell’ormai lontano 1959. L’abitazione si rivela così una sorta di stanza pre-partita molto interattiva e liberamente esplorabile, capace non solo di aumentare l’atmosfera tipica del gioco stesso, ma di far immedesimare l’utente ancora di più nel personaggio. Si potrà quindi modificarne l’aspetto andando al guardaroba e scegliendo tra un numero discreto di accessori, e si potrà anche cambiarne l’equipaggiamento con armi e plasmidi sbloccabili con l’avanzamento di livello. A questi dettagli, puramente legati al gameplay, ne vanno aggiunti altri, quali il televisore e i nastri registrati, capaci di spiegare al giocatore i motivi delle rivolte degli abitanti di Rapture e il decadimento della città stessa.
Una volta giunti però alla batisfera presente oltre l’uscio, ci si potrà immergere in una delle varie modalità multiplayer presenti, ognuna con le sue peculiarità. Si potrà optare quindi per partite poco tattiche in cui massacrarsi liberamente contro altri giocatori, all’insegna dell’immediatezza e della violenza, o si potranno affrontare scontri conditi da obiettivi, che obbligano ad adottare un pizzico di strategia, tra le quali spicca quello in cui bisogna difendere o catturare, a seconda della fazione, una povera Sorellina. Nulla di particolarmente originale, certo, ma nonostante ciò sono presenti alcune trovate interessanti che arricchiscono l’esperienza.
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Prima tra tutte la possibilità, durante le lotte, di poter incappare in una veste da Big Daddy e trasformarsi in uno di loro, con un conseguente cambiamento dello stile di gioco: si godrà di una maggior forza e di armi più potenti, ma la vita disponibile non si rigenererà, costringendo ad adottare comportamenti differenti a seconda degli scontri.
Inoltre, mano a mano che si uccideranno nemici, si potrà usare una macchina fotografica per studiarli e ottenere perciò ulteriori bonus e potenziamenti da usare contro di loro, facilitandosi la sopravvivenza.
La presenza poi di vari plasmidi, da quelli offensivi a quelli fisici, permettono stili di gioco totalmente differenti, che si sposano perfettamente con la struttura delle complesse e variegate mappe. Saranno presenti infatti nelle arene, ispirate soprattutto al precedente Bioshock, numerose torrette da poter aggirare e fare proprie, corsi d’acqua utili per dare potenti scosse ai nemici, chiazze di benzina altamente incendiabili e barili esplosivi di ogni tipo. A ciò vanno aggiunti percorsi segreti da dover scoprire e vie secondarie meno esplorate, oltre che vicoli ciechi utili per preparare pericolosi agguati.
Mano a mano che si uccideranno gli avversari e si porteranno a compimento gli obiettivi, si otterranno punti esperienza utili per avanzare di livello e sbloccare così nuovi plasmidi, nuove armi e nuovi accessori, oltre ad ottenere registrazioni e informazioni utili da consultare nel proprio appartamento, come accennato in precedenza.
Le cose da fare quindi non mancano, e in linea generale il tutto diverte per parecchie ore.
Le uniche pecche, che minano un po’ l’esperienza, sono un netcode non perfetto, che in caso di caduta dell’host conclude automaticamente la partita, e dei caricamenti talvolta un po’ troppo lunghi, che spezzano il ritmo adrenalinico proprio dell’online.
Ritmo che in ogni caso, quantunque diverta, alla lunga potrebbe stufare per l’assenza di vere e proprie novità capaci di reinventare un’esperienza simile a quella di molti giochi online, e che a sua volta si discosta troppo da quella propria della campagna single player, più lenta e cupa. Le modalità disponibili sono infatti quelle classiche di ogni FPS, ovviamente con qualche variazione tipica dell’universo di Rapture; ciascun match, inoltre, può ospitare un massimo di dieci partecipanti.
Il comparto online, in definitiva, sebbene non faccia gridare al miracolo, rappresenta una gradita aggiunta che approfondisce ulteriormente l’universo di Bioshock, e che aumenta la longevità del titolo altrimenti un po’ carente.
È solo una questione di stile
Nonostante siano passati svariati anni dall’uscita del primo episodio di Bioshock, il nuovo capitolo ha mantenuto lo stesso stile, non alterandolo minimamente. Ciò è tanto vero sia per quanto riguarda le atmosfere che ci accompagneranno dall’inizio alla fine dell’avventura, particolarmente dark e retrò, sia per quanto concerne l’aspetto grafico. I miglioramenti apportati sono infatti ben pochi: se gli effetti di illuminazione sono stati perfezionati, e fanno la loro figura specialmente nelle sezioni subacquee, e la stessa acqua è stata riprodotta in maniera magistrale, risultando forse la più realistica apparsa in un videogioco, le texture in linea generale hanno subito un restyling minore. Capita ancora di vedere muri sgranati o poco definiti, che stonano un po’ troppo. Anche gli effetti speciali, sebbene siano stati potenziati, sono pressoché identici a quelli del predecessore.
Ciò ovviamente non intacca poi tanto l’esperienza, e le ambientazioni che visiterete lasceranno comunque il segno, così come i nemici splendidamente animati che sarete costretti ad affrontare, ma un impegno maggiore di certo non avrebbe guastato. In fin dei conti, sebbene l’Unreal Engine 3 sia stato davvero spremuto per ottenere risultati qualitativi simili, ormai inizia a mostrare qualche ruga di troppo, e ci si augura che per il prossimo capitolo della serie i ragazzi di 2K Marin siano in grado di sorprenderci di più.
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Il reparto sonoro invece si afferma ancora una volta come uno dei migliori in circolazione: ad un doppiaggio completamente in italiano di tutto rispetto, che mantiene anche una continuità con il predecessore, si accostano musiche cariche di pathos che si alternano ottimamente ad altre dal ritmo frenetico, per una soundtrack firmata Garry Schyman che conta ben 26 arrangiamenti originali ed effetti sonori particolarmente curati, tanto nell’offline quanto nell’online.
Riuscitissimo il contrasto tra le melodie jazz che si sentono in più occasioni e le ambientazioni cupe e grottesche, contrasto che rappresenta un po’ il simbolo del gioco stesso.
Finalmente la luce
Il nostro viaggio con Bioshock 2 finisce qui. Ancora una volta Rapture ha rapito il nostro cuore, forse in maniera meno impetuosa dell’originale, ma sempre con il solito carico di emozioni e personalità che solo questo brand può vantare. L’atmosfera che si respira nel titolo 2K Marin è unica e vi regalerà dieci ore cariche di azione, di mistero e conturbante bellezza artistica. Il gameplay si è rivelato ancor più raffinato e solido del precedente e il nuovo plot narrativo si è mantenuto all’altezza del nome che porta e l’ottimo comparto multiplayer è riuscito, a nostro avviso, a far ricredere gli scettici che lo avevano già etichettato come un mero riempitivo: mai pronostico fu più sbagliato. L’unica critica che ci sentiamo di muovere al titolo è rivolta verso il poco impegno profuso nel migliorare un comparto tecnico che, seppur ottimo, è rimasto praticamente quello di tre anni fa.
Comunque sia Bioshock 2 si è rivelato un titolo di grande valore che è riuscito a non farsi schiacciare dal peso di un prequel che ha rappresentato e rappresenta ancora oggi uno dei punti più alti raggiunti nella storia dei videogame, un compito tutt’altro che semplice.
Rapture vi aspetta quindi, siamo sicuri che anche voi non vedete l’ora di tornarci.