Recensione Recensione di Battlestations: Midway
Recensione di Battlestations: Midway di Console Tribe
di: Redazione
Il parco titoli della 360 offre svariati giochi ambientati nella
Seconda Guerra Modiale, come Call Of Duty, Medal Of Honor e l’imminente
Hour Of Victory, in cui il giocatore si trova a vestire i panni, anzi
le uniformi di diversi soldati armati di fucili che si aggirano in
teatri devastati dalle bombe, strisciando tra gli alberi e
nascondendosi dietro macerie fumanti. Battlestations: Midway, dal canto
suo, rivolge la sua attenzione ad un altro aspetto del conflitto
mondiale: quello marittimo. Dopo essere sbarcati su qualsiasi costa
francese o essersi paracadutati in qualunque altopiano praticabile, i
giocatori si troveranno di fronte a un nuovo teatro di guerra, quello
delle battaglie navali, combattute a suon di cannonate e siluri. La
grande novità del titolo è rappresentata dalla possibilità di
capitanare intere flotte di navi e, per non annoiarsi, anche
squadriglie aeree.
Il gioco si presenta con una doppia personalità. Una molto veloce ed
action, incarnata nella natura vera a propria del combattimento, in cui
è possibile prendere i comandi delle singole navi o aerei e dirigerli
verso gli obiettivi nemici, l’altra è rappresentata invece dalla
componente strategica presente nel gioco che alla fine risulta essere
l’unica arma vincente per superare le varie sfide.
365 giorni all’alba
Come è intuibile, il gioco non è affatto immediato ed è quindi
necessario conseguire il diploma all’Accademia Navale, espediente a
tema per seguire dei tutorial che illustrano tutti i mezzi pilotabili
nel corso del gioco e mostrano come organizzare le varie strategie di
attacco. La grossa pecca di questa sezione è che risulta essere davvero
lunga e non c’è alcun modo di skippare le varie spiegazioni talvolta un
po’ scontate e ridondanti. A parte questo piccolo particolare, il
tutorial risulta imprescindibile per fare la conoscenza delle diverse
navi con i loro armamenti, dei sottomarini e dei vari modelli di aerei.
Questi sono i veicoli disponibili nel gioco vero e proprio ed imparare
a padroneggiarli è un asso nella manica che può fare la differenza
nelle situazioni più spinose.
Il valore di questo livello di addestramento lo si apprezza quando
viene studiata la componente strategica. Qui il gioco mostra la sua
vera forza: è possibile organizzare le navi in flotte e portarle
all’attacco mentre una squadriglia di aerei pattuglia la zona
circostante per difenderla dalle incursioni nemici. Un ruolo
fondamentale per questa parte del gioco è svolta dalla mappa tattica,
che mostra la posizione delle nostre navi e quelle dei nemici avvistati
dandoci tutte le informazioni necessarie per creare delle strategie
degne di uno scacchista. Il controllo di gioco è ancora più capillare:
è infatti possibile riparare i danni subiti in battaglia dalle singole
navi e deputare un numero definito di membri dell’equipaggio a tali
compiti. In questo caso il tempismo è fondamentale, perché prima
varranno riparati i danni, minori saranno le possibilità che la nave
venga affondata al colpo successivo.
I cannoni di Navarone
Dopo aver finalmente concluso il periodo in Accademia, il gioco offre
una campagna in single-player, dove seguiremo le gesta di Henry Walker
nella sua ascesa verso l’ammiragliato. La storia segue le varie
battaglie navali della Seconda Guerra Mondiale, iniziando dall’attacco
di Pearl Harbor fino a giungere alla resa dei conti nella storica
battaglia di Midway, per un totale di 11 livelli a difficoltà crescente
in cui sarà necessario portare a termine degli obiettivi principali e
alcuni secondari opzionali. Lo scorrere della trama è segnato da una
serie di scene di intermezzo in grafica prerenderizzata di fattura
alquanto mediocre, sia dal punto di vista grafico che squisitamente
cinematografico. Le inquadrature risultano piatte e prive di verve,
mentre i dialoghi sono scontati e in alcuni casi addirittura comici.
Le 11 missioni, per quanto ostiche possano essere le ultime, finiscono
subito. Per fortuna il gioco è dotato di una serie di sfide offline in
cui si dovranno svolgere operazioni militari utilizzando determinati
veicoli (solo sottomarini, solo aerei, ecc.) Questo diversivo offre
qualche ora di divertimento in più, ma la difficoltà altissima e il
senso di frustrazione che può assalire il giocatore in alcune fasi
della partita porterà molti utenti a sorvolare su questa modalità di
gioco.
Come da programma, esiste la possibilità di giocare online. È possibile
ospitare fino a otto partecipanti. Siccome le fazioni da scegliere sono
solo due (Americani e Giapponesi) nelle partite con più di due persone
sarà inevitabile giocare gomito a gomito con i nostri alleati per
creare delle strategie consensuali per sbaragliare il nemico. Questa
caratteristica offre una nuova dimensione ai giochi di tipo strategico
online e può essere intrigante specie se si incontrano compagni di
gioco affiatati.
Macchine avanti tutta
Il comparto tecnico di Battlestations: Midway fa il suo dovere, ma di
sicuro non si può gridare al miracolo. I modelli delle navi e degli
aerei sono abbastanza dettagliati (si possono vedere i membri
dell’equipaggio all’opera sul ponte di coperta), il mare è abbastanza
verosimile, ma nel complesso residua la sensazione che si sarebbe
potuto fare qualcosa in più. Le esplosioni sono poco eclatanti e
affondare le navi nemiche non dà tutta la soddisfazione che ci si
aspetterebbe; l’effetto del fuoco e del fumo sui vascelli in fiamme è
poco convincente. Inoltre il gioco soffre di fastidiosi effetti pop-up:
quando si vola verso la terraferma gli edifici hanno la brutta
abitudine di comparire all’improvviso dal nulla. L’ambiente subacqueo
visibile con il sotto marino in immersione è blando e le lame di luce
che fendono l’acqua dall’alto non sono altro che poligoni rettangolari
e netti appoggiati sullo schermo, che risultano più d’impiccio che
altro.
Gli effetti sonori sono abbastanza realistici e ben calibrati (si
possono sentire i colpi che si infrangono sulla superficie dell’acqua).
La colonna sonora è epica abbastanza da sottolineare con dovizia i
momenti più drammatici.
Tora! Tora! Tora!
Concludendo, BattleStations: Midway è un titolo che offre tante ore di
divertimento, mischiando abilmente dei solidi elementi action con una
gestione strategica delle missioni molto accurata e soddisfacente. A
tutto questo si aggiunge una buona organizzazione del gioco online che
fa aumentare anche se di poco la longevità. Purtroppo tutte queste
qualità indiscusse non sono suffragate da un comparto tecnico
all’altezza delle console next-gen. La Eidos ha fato un lavoro
discreto, rivolto a un pubblico un po’ di nicchia, ma che non può
mancare di appassionare categorie di giocatori lontane dal target.
Seconda Guerra Modiale, come Call Of Duty, Medal Of Honor e l’imminente
Hour Of Victory, in cui il giocatore si trova a vestire i panni, anzi
le uniformi di diversi soldati armati di fucili che si aggirano in
teatri devastati dalle bombe, strisciando tra gli alberi e
nascondendosi dietro macerie fumanti. Battlestations: Midway, dal canto
suo, rivolge la sua attenzione ad un altro aspetto del conflitto
mondiale: quello marittimo. Dopo essere sbarcati su qualsiasi costa
francese o essersi paracadutati in qualunque altopiano praticabile, i
giocatori si troveranno di fronte a un nuovo teatro di guerra, quello
delle battaglie navali, combattute a suon di cannonate e siluri. La
grande novità del titolo è rappresentata dalla possibilità di
capitanare intere flotte di navi e, per non annoiarsi, anche
squadriglie aeree.
Il gioco si presenta con una doppia personalità. Una molto veloce ed
action, incarnata nella natura vera a propria del combattimento, in cui
è possibile prendere i comandi delle singole navi o aerei e dirigerli
verso gli obiettivi nemici, l’altra è rappresentata invece dalla
componente strategica presente nel gioco che alla fine risulta essere
l’unica arma vincente per superare le varie sfide.
365 giorni all’alba
Come è intuibile, il gioco non è affatto immediato ed è quindi
necessario conseguire il diploma all’Accademia Navale, espediente a
tema per seguire dei tutorial che illustrano tutti i mezzi pilotabili
nel corso del gioco e mostrano come organizzare le varie strategie di
attacco. La grossa pecca di questa sezione è che risulta essere davvero
lunga e non c’è alcun modo di skippare le varie spiegazioni talvolta un
po’ scontate e ridondanti. A parte questo piccolo particolare, il
tutorial risulta imprescindibile per fare la conoscenza delle diverse
navi con i loro armamenti, dei sottomarini e dei vari modelli di aerei.
Questi sono i veicoli disponibili nel gioco vero e proprio ed imparare
a padroneggiarli è un asso nella manica che può fare la differenza
nelle situazioni più spinose.
Il valore di questo livello di addestramento lo si apprezza quando
viene studiata la componente strategica. Qui il gioco mostra la sua
vera forza: è possibile organizzare le navi in flotte e portarle
all’attacco mentre una squadriglia di aerei pattuglia la zona
circostante per difenderla dalle incursioni nemici. Un ruolo
fondamentale per questa parte del gioco è svolta dalla mappa tattica,
che mostra la posizione delle nostre navi e quelle dei nemici avvistati
dandoci tutte le informazioni necessarie per creare delle strategie
degne di uno scacchista. Il controllo di gioco è ancora più capillare:
è infatti possibile riparare i danni subiti in battaglia dalle singole
navi e deputare un numero definito di membri dell’equipaggio a tali
compiti. In questo caso il tempismo è fondamentale, perché prima
varranno riparati i danni, minori saranno le possibilità che la nave
venga affondata al colpo successivo.
I cannoni di Navarone
Dopo aver finalmente concluso il periodo in Accademia, il gioco offre
una campagna in single-player, dove seguiremo le gesta di Henry Walker
nella sua ascesa verso l’ammiragliato. La storia segue le varie
battaglie navali della Seconda Guerra Mondiale, iniziando dall’attacco
di Pearl Harbor fino a giungere alla resa dei conti nella storica
battaglia di Midway, per un totale di 11 livelli a difficoltà crescente
in cui sarà necessario portare a termine degli obiettivi principali e
alcuni secondari opzionali. Lo scorrere della trama è segnato da una
serie di scene di intermezzo in grafica prerenderizzata di fattura
alquanto mediocre, sia dal punto di vista grafico che squisitamente
cinematografico. Le inquadrature risultano piatte e prive di verve,
mentre i dialoghi sono scontati e in alcuni casi addirittura comici.
Le 11 missioni, per quanto ostiche possano essere le ultime, finiscono
subito. Per fortuna il gioco è dotato di una serie di sfide offline in
cui si dovranno svolgere operazioni militari utilizzando determinati
veicoli (solo sottomarini, solo aerei, ecc.) Questo diversivo offre
qualche ora di divertimento in più, ma la difficoltà altissima e il
senso di frustrazione che può assalire il giocatore in alcune fasi
della partita porterà molti utenti a sorvolare su questa modalità di
gioco.
Come da programma, esiste la possibilità di giocare online. È possibile
ospitare fino a otto partecipanti. Siccome le fazioni da scegliere sono
solo due (Americani e Giapponesi) nelle partite con più di due persone
sarà inevitabile giocare gomito a gomito con i nostri alleati per
creare delle strategie consensuali per sbaragliare il nemico. Questa
caratteristica offre una nuova dimensione ai giochi di tipo strategico
online e può essere intrigante specie se si incontrano compagni di
gioco affiatati.
Macchine avanti tutta
Il comparto tecnico di Battlestations: Midway fa il suo dovere, ma di
sicuro non si può gridare al miracolo. I modelli delle navi e degli
aerei sono abbastanza dettagliati (si possono vedere i membri
dell’equipaggio all’opera sul ponte di coperta), il mare è abbastanza
verosimile, ma nel complesso residua la sensazione che si sarebbe
potuto fare qualcosa in più. Le esplosioni sono poco eclatanti e
affondare le navi nemiche non dà tutta la soddisfazione che ci si
aspetterebbe; l’effetto del fuoco e del fumo sui vascelli in fiamme è
poco convincente. Inoltre il gioco soffre di fastidiosi effetti pop-up:
quando si vola verso la terraferma gli edifici hanno la brutta
abitudine di comparire all’improvviso dal nulla. L’ambiente subacqueo
visibile con il sotto marino in immersione è blando e le lame di luce
che fendono l’acqua dall’alto non sono altro che poligoni rettangolari
e netti appoggiati sullo schermo, che risultano più d’impiccio che
altro.
Gli effetti sonori sono abbastanza realistici e ben calibrati (si
possono sentire i colpi che si infrangono sulla superficie dell’acqua).
La colonna sonora è epica abbastanza da sottolineare con dovizia i
momenti più drammatici.
Tora! Tora! Tora!
Concludendo, BattleStations: Midway è un titolo che offre tante ore di
divertimento, mischiando abilmente dei solidi elementi action con una
gestione strategica delle missioni molto accurata e soddisfacente. A
tutto questo si aggiunge una buona organizzazione del gioco online che
fa aumentare anche se di poco la longevità. Purtroppo tutte queste
qualità indiscusse non sono suffragate da un comparto tecnico
all’altezza delle console next-gen. La Eidos ha fato un lavoro
discreto, rivolto a un pubblico un po’ di nicchia, ma che non può
mancare di appassionare categorie di giocatori lontane dal target.
PRO
- gameplay misto tra action e strategia;
- gioco online divertente e avvincente;
CONTRO
- grafica a volte scarna e poco curata;
- campagna in sigle player corta;
- livello di difficoltà in alcuni casi troppo alto.