Recensione Recensione di Batman: Arkham Asylum
Recensione di Batman: Arkham Asylum di Console Tribe
di: RedazioneLa storia dei videogiochi ispirati alle saghe cinematografiche o
fumettistiche è, fatto salvo per rarissime eccezioni,
notoriamente una storia piuttosto infame.
Dal momento in cui, già a partire dalla fine degli anni
’70, la nascente industria videoludica decise a periodi alterni
di interessarsi alla trasposizione in formato elettronico delle grandi
produzioni su celluloide, i risultati lasciarono fin da subito a
desiderare.
Chi ha abbastanza anni per ricordarsene non può aver dimenticato
delle terrificanti manifestazioni di grumi di pixel colorati come E.T. su Atari VCS 2600, e poi risalendo nel tempo l’orribile Star Wars della Namco sul NES, o la saga di Back to the Future
per gli 8 e 16 bit degli anni ’80, arrivando ai giorni nostri
agli ultimi, più che mediocri videogiochi ispirati a film come Iron Man o X-Men.
E poiché proprio negli ultimi anni una delle tendenze della
cinematografia di Hollywood è stata quella di riscoprire la
“gallina dalle uova d’oro” delle riduzioni filmiche delle
grandi serie del “comic” statunitense, anche l’industria
del videogioco si è adeguata alla tendenza, ricominciando una
massiccia produzione parallela di relativi “Tie-In” che
hanno per protagonisti i celebri supereroi targati Marvel o DC Comics,
supereroi che così tanto peso hanno nella cultura immaginativa e
nei ricordi di molti di noi.
Talvolta purtroppo, come dimostrano alcune produzioni manifestamente
indecenti, gli sviluppatori si preoccupano semplicemente di dar vita a
dei Tie-In il cui scopo è quello di agganciarsi alla scia
commerciale dei film, libri o fumetti da cui tali giochi traggono
diretta ispirazione, e che risultano quindi del tutto privi di quella
statura tecnica che ci si aspetterebbe da dei buoni prodotti
videoludici.
Un tale, impietoso, trattamento è toccato nel tempo anche ad uno
dei personaggi più importanti e psicologicamente complessi
dell’universo del fumetto americano, quel Batman partorito dalla
matita di Bob Kane quasi 70 anni fa, e che è stato utilizzato
come protagonista di videogames di alterna fortuna e qualità
almeno una mezza dozzina di volte dal 1986 ad oggi. Passato da titoli
basati su storie inventate di sana pianta a trasposizioni ludiche
ispirate direttamente ai lungometraggi degli anni ’90 di Tim Burton e
Joel Schumacher, si fatica a ricordare un titolo di Batman per computer
o console che abbia lasciato un buon segno nella storia dell’Industria,
o che si sia distinto per una buona qualità complessiva della
produzione.
Le cose sembrano destinate a cambiare per sempre con l’uscita di questo Arkham Asylum, prodotto il cui sviluppo è iniziato circa un paio di anni fa negli uffici degli inglesi Rocksteady Studios
e che fin dalle prime immagini circolate sulla rete a partire dalla
seconda metà del 2008 lasciava presagire che forse non si
trattava del solito titolo creato per sfruttare l’immagine di un
personaggio molto amato e di una delle sue storie più
interessanti. Il risultato di tale lavoro è dal 28 agosto sotto
i nostri occhi, e risulta difficile non esserne molto, molto entusiasti.
Teatro di Follia
Batman Arkham Asylum non è a ben vedere la trasposizione
diretta di un film; pur essendo tale gioco un figlio del suo tempo e
pescando quindi a man bassa dalle atmosfere scure e opprimenti
così ben caratterizzate dalle ultime due Pellicole del Cavaliere
Oscuro, tale opera, come si diceva più sopra, prende vita a
partire dalla narrazione degli eventi contenuti in uno degli albo
considerati tra i più belli ed intensi della storia del
supereroe solitario, proprio quel Arkham Asylum pubblicato nel
1989 e la cui trama è qui oggi rivista e riadattata alle
esigenze del mezzo videoludico. Lo scenario principale del gioco
risulterà quindi familiare a chi già da tempo segue con
passione la storica Serie.
Di tutti i luoghi che caratterizzano la buia e decadente metropoli
immaginaria di Gotham City, l’ospedale psichiatrico intitolato al suo
fondatore Dottor Amadeus Arkham è certamente uno dei più
suggestivi e pregni di significato per l’intera mitologia legata alle
avventure dell’Uomo Pipistrello. Nella gigantesca struttura di evidente
matrice gotica edificata nel 1929 che sorge alla periferia della
città, (nel gioco invece essa è situata su un’isola poco
lontana dalla baia di Gotham), si è consumata fin dal principio
della sua esistenza una serie di tragiche evenienze, a partire dalle
vicende legate alla famiglia Arkham, sterminata da uno dei
pericolosissimi pazienti del manicomio criminale e ucciso poi egli
stesso dal dottor Amadeus, lo psichiatra che fu a sua volta condotto
dalla follia e dalla cieca vendetta verso l’insanità mentale e
che terminò i suoi giorni dentro una cella dello stesso
manicomio.
A partire dal 1974, anno della presentazione “editoriale”
ai lettori di questa prigione speciale, molti dei celebri nemici del
“Caped Crusader” hanno ivi dimorato. In effetti, l’Arkham
Asylum è una sorta di casa di accoglienza di tutte le peggiori e
deviate manifestazioni criminali partorite dall’anima nera di Gotham
City, una specie di “riassunto” tangibile dei motivi per
cui la lotta tra Batman e tali pazzi assassini, in quel luogo
imprigionati e saltuariamente da esso rigurgitati, potrebbe non
terminare mai.
L’origine della nostra storia è proprio l’ennesimo ingresso
nella struttura psichiatrica di uno dei suoi ospiti più
“graditi”, quel Joker impegnato fin dagli albori della saga
in una infinita lotta contro Batman, e che per la sua estrema
pericolosità, intelligenza e “presenza scenica”,
finirà anche stavolta per lasciare un segno indelebile della sua
identità maniacale nella città di Gotham.
La Trappola del Joker
La sequenza introduttiva del gioco, scandita tra l’altro dai titoli di
testa come se ci apprestassimo a guardare un film, ci mostra il
trasporto e l’imprigionamento del famigerato Joker nei locali
dell’Asylum in seguito al suo fallito tentativo di uccidere il sindaco
di Gotham. C’è tuttavia fin da subito qualcosa che insospettisce
profondamente Batman, il quale assiste personalmente e passo dopo passo
alle varie fasi dell’arresto e dell’introduzione del pericolosissimo
criminale nella struttura di detenzione: il Joker non sta opponendo
nessuna resistenza ai suoi carcerieri; non solo, sembra stranamente
più allegro e disinvolto del solito mentre insulta l’Uomo
Pipistrello, il Commissario Gordon anch’egli presente, e gli agenti
della sicurezza dell’ospedale.
Tutti gli iniziali sospetti si rivelano drammaticamente e
improvvisamente fondati. Appena introdotto nel braccio di massima
sicurezza dell’Istituto, il Joker approfitta di una distrazione dei
suoi tutori per liberarsi e mettere al corrente i presenti che il suo
arresto era semplicemente una messa in scena per attirare i suoi
peggiori e odiati nemici all’interno di una trappola mortale ben
studiata. La sua “collega” nonché pazzoide compagna
Harley Quinn e tutti i suoi “Villains” hanno già
preso il controllo dell’intero ospedale, isolato l’Arkham Asylum dal
resto della città e liberato dalle celle tutti i pazienti
(compresi alcuni degli storici super-criminali precedentemente
imprigionati con l’aiuto di Batman e intenzionati ora più che
mai ad approfittare della situazione per farlo a pezzi). Non solo, il
Joker sfida apertamente Batman a venirlo a cercare nei meandri
dell’enorme, labirintico manicomio, informandolo tuttavia che ha
già provveduto a far disseminare l’intera Gotham City di bombe
che esploderanno facendo strage di civili se qualcuno proverà ad
arrestarlo.
Senza altra scelta che quella di dover rimettere ordine alla terribile
situazione di crisi, Batman si avventura nei settori ormai senza
controllo del nosocomio, con l’intenzione di salvare il personale
medico e della sicurezza rimasti in balia dei folli assassini
liberatisi dalla propria prigionia, e soprattutto di catturare
nuovamente il maledetto Joker, escogitando nel frattempo anche qualche
buon piano per evitare che gli ordigni piazzati nella metropoli
esplodano.
Dura la vita dei supereroi, non c’è che dire…
Il Cavaliere Oscuro in tutto il suo splendore
Due cose impressionano molto favorevolmente il giocatore dopo aver
preso il controllo dell’Uomo Pipistrello già solo a distanza di
pochi minuti dall’inizio dell’avventura: la prima è l’eccellente
lavoro svolto nella caratterizzazione grafica dei personaggi e degli
scenari; soprattutto ciò che colpisce è l’ottima
definizione delle espressioni facciali dei protagonisti, con
particolare riferimento ai riuscitissimi e inquietanti spasmi del volto
del Joker e alle misurate emozioni dell’imperturbabile viso
semi-mascherato di Batman. Di notevole qualità poi la maggior
parte delle texture ambientali e degli effetti particellari, con punte
artistiche pregevolissime raggiunte nella rappresentazione di dettagli
come ad esempio le pozze d’acqua stagnante sul pavimento del manicomio
di Arkham, solo per citarne una istanza; l’azione di gioco poi, rimane
ancorata ai 30 fotogrammi al secondo senza rallentamenti notabili,
anche nei momenti in cui lo scenario risulta occupato da molti
personaggi, ciò contribuendo notevolmente ad una forte
sensazione di fluidità complessiva dell’intero sistema di
gameplay da parte del videogiocatore. E’ riconoscibile in tal senso
tutta la bontà tecnica e la spettacolarità che il motore
“Unreal Engine” (utilizzato per la produzione dell’opera)
è in grado di offrire quando implementato nel modo opportuno e
da professionisti che conoscono il proprio lavoro. In effetti se Batman Arkham Asylum
è da considerarsi un bellissimo videogame da vedere, ciò
va inteso soprattutto come un esercizio di indiscutibile bravura da
parte dei britannici Rocksteady e decisamente un buon biglietto da visita valevole per le future produzioni di questo finora semi-sconosciuto gruppo.
Un’altra manifestazione stilistica frutto di un ottimo lavoro di game
design e che lascia del tutto soddisfatti, è l’incredibile
“solidità” resa alla vista da certi movimenti del
nostro protagonista, in contrapposizione a quanto invece essi riescano
ad apparire estremamente fluidi e “felini” durante le
azioni di combattimento. L’effetto è piuttosto particolare,
poiché se da una parte l’inquadratura utilizzata durante le
convenzionali sessioni esplorative segue il personaggio principale
posizionandosi alle sue spalle e fornendo una apparente sensazione di
lentezza dell’azione di gioco, un superbo uso della telecamera provvede
ad ogni giusta occorrenza all’allargamento del campo visivo in base
all’ingresso nella scena di un certo numero di nemici da fronteggiare e
alla necessità di lasciare al videogiocatore una panoramica
complessiva della struttura ambientale circostante, per
l’individuazione dei punti di interesse dello scenario. Può
sembrare un elemento tecnico di secondo piano, ma si tratta di fatto di
ciò che permette di percepire un perfetto senso del controllo
non solo di Batman ma anche, ad esempio, di ogni azione che è
possibile far eseguire all’Uomo Pipistrello durante le più
ostiche situazioni di combattimento e i momenti più concitati
del gameplay.
Potenza, furtività e tattica
Le fasi di azione, appunto; e qui il titolo da il meglio di se. Ora, non è vero che Batman Arkham Asylum
si possa definire una magnifica commistione tra i generi Action e
Stealth poiché in qualche modo introduca delle meccaniche di
gioco rivoluzionarie e mai viste prima d’ora; tutt’altro, la bravura
estrema degli sviluppatori è stata quella di creare un sistema
basato sul sapiente bilanciamento di tutta una serie di soluzioni
formali mutuate dai migliori videogames di genere degli ultimi anni.
Il nostro eroe può muoversi furtivamente alle spalle dei
criminali e neutralizzarli senza alcun rumore, oppure può
appiattirsi contro i bordi di un muro per poter osservare l’azione che
si svolge al di là di esso, o può anche arrampicarsi con
incredibile rapidità grazie all’aiuto del suo rampino sugli
elementi architettonici circostanti, osservando con calma il succedersi
degli eventi sotto i suoi occhi e piombando all’occorrenza dall’alto
sopra i malcapitati nemici. Da sperimentare assolutamente, in questo
senso, l’inebriante sensazione di potere che si prova penzolando a
testa in giù dalle sporgenze dei muri come dei veri pipistrelli,
in attesa che qualcuno passi malauguratamente sotto la nostra testa.
Batman dispone di una certa varietà di mosse di attacco, di
tattiche di evasione, di combo (anche concatenabili tra loro) e di
spettacolari tecniche di neutralizzazione delle orde di folli adepti
del Joker che infestano le strutture del famigerato manicomio. La cosa
più bella per chi tiene in mano il joypad non è solamente
osservare quanto l’eccellente sistema di inquadrature e le magnifiche
animazioni del protagonista rendano i momenti di confronto fisico una
gioia per gli occhi, ma anche il rendersi conto di quanto sia
incredibilmente facile padroneggiare il controllo del Cavaliere Oscuro,
e quanto sia gratificante “intercettare” gli imminenti
attacchi degli avversari premendo al momento giusto l’apposito tasto
sul pad dando così il via a dei devastanti contrattacchi fisici.
Un aspetto importante di questa parte dell’opera è anche che i Rocksteady
hanno tenuto fede ad una delle qualità che da sempre
contraddistingue il personaggio principale: Batman non uccide nessuno.
Non importa quanto pericolosi e cattivi siano i propri nemici, Batman
utilizzerà sempre il suo repertorio di attacchi per renderli
inoffensivi, mai per ucciderli.
C’è un altro elemento caratteristico della natura del
Giustiziere Mascherato che gli sviluppatori hanno non solo
rappresentato nel gioco, ma anche valorizzato in una ulteriore,
interessantissima implementazione al livello di meccaniche di gameplay.
Il fatto è che molto spesso sfugge, soprattutto a chi concepisce
il personaggio di Batman come un convenzionale supereroe, che il
Vigilante di Gotham City sia prima di tutto un detective, (bisogna
ricordare in effetti che nel corso del suo sviluppo storico l’alter ego
di Bruce Wayne si è progressivamente distinto anche come un
grande esperto di psicologia criminale e studioso di modelli
comportamentali socialmente deviati), ragione per cui durante le varie
sessioni di gioco si avrà in ogni momento la possibilità
di osservare le ambientazioni circostanti nella cosiddetta
“modalità detective”; tale modalità, una
volta attivata con la semplice pressione di un tasto, simula una sorta
di stato di profonda concentrazione sensoriale del protagonista, e
questo ha delle conseguenze immediate sulle azioni sperimentabili dal
giocatore. Tanto per cominciare questo sistema modifica notevolmente la
resa grafica degli ambienti, mutando tanto la colorazione degli
elementi scenici quanto diversificando la profondità del campo
visivo; la conseguenza di ciò è che Batman diviene in
grado di identificare oggetti ed elementi strutturali altrimenti poco o
per nulla distinguibili in circostanze normali. Ad esempio nella
modalità detective è possibile scorgere meglio le
sporgenze sulle quali aggrapparsi con il proprio rampino, o degli
elementi ambientali come condotte dell’areazione da utilizzare per
entrare o uscire da locali altrimenti inaccessibili, o anche dei muri
che potrebbero essere soggetti a debolezze strutturali e quindi
facilmente distruggibili tramite strumenti esplosivi, e persino
eseguire attenti scanning di oggetti appartenenti a personaggi chiave
del gioco e sui quali potrebbe essere rimasta traccia di odori o
impronte da seguire per poter procedere nella narrazione degli eventi.
Un’altra cosa estremamente utile della “modalità
detective”, è che essa fornisce al protagonista la
possibilità di distinguere anche da notevole distanza l’esatta
posizione e pericolosità dei nemici (in base al fatto che siano
armati o meno, e che appaiano più o meno agitati dal sapere di
essere braccati dal nostro eroe). Tenete presente rispetto a questo due
cose: se scegliete di iniziare il gioco in modalità difficile,
molte di queste facilitazioni non saranno presenti, e dovrete fare
eventualmente affidamento solo sulla vostra dimestichezza,
furtività e letalità degli attacchi per neutralizzare
anche gli avversari più ostici. Considerate poi che, in ogni
caso, Batman è e rimane pur sempre un essere umano; ciò
vuol dire che irrompere frontalmente all’interno di una stanza o di una
zona popolata da nemici troppo numerosi e opportunamente armati senza
l’elaborazione di un minimo di strategia di tipo “stealth”,
è l’equivalente di un suicidio tattico con un’unica fine certa:
il game over.
Poteri crescenti, meravigliosi giocattoli e prove di abilità
Estremamente interessante è il sistema escogitato da Rocksteady
per evitare che il videogiocatore si riduca ad utilizzare nel tempo
sempre lo stesso pattern di mosse di attacco ed evasione per
fronteggiare i nemici, rischiando così di avvertire monotonia o
abbassamento dell’interesse per l’azione di gioco. Batman infatti
è in grado di evolvere le proprie capacità di
combattimento tramite un sistema di sbloccamento progressivo di
caratteristiche offensive ed ottimizzazioni per i suoi “ferri del
mestiere” (di cui si parlerà tra pochissimo). Tale
meccanismo consente al protagonista di ricevere dopo ogni scontro un
certo numero di punti di esperienza; tale punteggio sarà tanto
più alto quanto più efficace e spettacolare
risulterà la sequenza di combo e tecniche d’attacco con cui
l’Uomo Pipistrello neutralizzerà i propri nemici, e accumulato
oltre una certa quantità renderà disponibile nuove mosse
e tecniche di combattimento, oltre che nuove funzionalità per
quelli che l’indimenticabile Joker interpretato da Jack Nicholson
definiva i “meravigliosi giocattoli” del suo acerrimo
opponente.
Al riguardo di questi ultimi, sebbene il Giustiziere Mascherato non
disponga volutamente di devastanti armi da fuoco, potrete comunque
divertirvi e non poco con l’utilissimo “Batarang” (un
boomerang di metallo, sostanzialmente) per stordire dalla distanza i
vari criminali prima di piombargli addosso con attacchi corporali, ma
anche per attivare interruttori posti in posizioni non diversamente
raggiungibili, oppure potrebbe capitarvi spesso di dover usare lo
“spray esplosivo” con cui marcare muri e strutture abbastanza sottili
da poter essere distrutte per aprire nuovi passaggi nel livello, o
anche per spazzare via con esplosioni sincronizzate i poveri manigoldi
che passeranno nelle vicinanze della vernice detonante. Più
avanti nella storia, Batman potrà disporre di ulteriori
strumenti che permetteranno di affrontare ambientazioni e situazioni
del gioco altrimenti impraticabili. L’uso contestuale di tali
attrezzature e anche il progressivo aggiornamento delle capacità
atletiche di Batman costituiscono una notevole incentivo al progredire
di una dinamica di gioco che risulterebbe diversamente troppo semplice
e “circolare” nel suo incedere.
Non solo, per aumentare il livello di sfida offerto dal titolo (ma
soprattutto per compiacere i fan più appassionati della Saga),
gli sviluppatori hanno fatto sì che l’intero territorio su cui
sorge il manicomio di Arkham fosse disseminato di ben 240 trofei
opportunamente nascosti dal famigerato Enigmista (anch’egli una delle
più antiche conoscenze criminali del nostro eroe), che raccolti
di volta in volta avranno il duplice scopo di sbloccare nel menù
delle opzioni sia le biografie interattive di tutti i più famosi
antagonisti o collaboratori della storia di Batman e che verranno tra
l’altro incontrati nel corso del gioco, sia quello di aggiungere alla
vostra collezione di miniature e gadget a tema, (anch’essa
raggiungibile dal menù delle opzioni), elementi come poster,
locandine e statuette varie. I veri appassionati della mitologia
criminale di Gotham City non resteranno insomma per nulla delusi.
Degna di menzione infine anche la possibilità di raccogliere,
sparsi qui e lì per i vari livelli, dei nastri registrati che
riportano gli inquietanti colloqui tra gli psichiatri dell’ospedale e i
loro più pericolosi e mentalmente distorti ospiti; un vero tocco
di classe.
Il Cavaliere solitario
A dispetto della tendenza di quasi ogni videogame dell’ultima
generazione a porre grande attenzione al comparto multiplayer online, Batman Arkham Asylum
rinuncia invece completamente nel prendersi carico di tale
responsabilità, tentando magari di inventare improbabili arene
di giocatori travestiti da “Villains” che danno la caccia
all’Uomo Pipistrello di turno. I Rocksteady hanno scelto
piuttosto di estendere le possibilità di gioco offerte dal modo
single player tramite la disponibilità di un certo numero di
mappe aggiuntive caratterizzate da missioni contestuali. L’obbiettivo
di tali missioni, le quali verranno sbloccate progressivamente con il
procedere del completamento della storia principale, è quello di
misurare (con sfide via via sempre più difficili)
l’abilità del videogiocatore nel padroneggiare il controllo del
nostro supereroe mascherato in situazioni come ad esempio il
combattimento corpo a corpo con un gran numero di nemici o anche
l’attraversamento nel modo più furtivo e silenzioso possibile di
intere stanze piene di “Villains” e sistemi di allarme, e
così via.
Si tratta a ben vedere di una variante del normale sistema di gameplay
della storia principale, (che già da sola vi impegnerà
per una decina di ore), ma concepita probabilmente per fornire
ulteriori quattro o cinque ore di divertimento ai maniaci collezionisti
di Trophies/Achievements e a coloro che vogliono poter dire con
sicurezza di aver completato il 100% dell’opera.
Proprio in tale modalità “Sfida” è
ravvisabile l’unica differenza sostanziale tra la versione per
Playstation 3 e quella per Xbox 360: il Publisher Eidos ha infatti
previsto il download in forma gratuita e del tutto esclusiva per la
macchina Sony di un DLC che permette di impersonare il Joker in un
intero pacchetto di mappe ad egli dedicato; probabilmente tale
possibilità sarà di notevole interesse per tutti coloro
che amano il folle antagonista di Batman almeno quanto Batman stesso.
Un degno tributo, un bellissimo gioco
Paul Dini, Writer principale della sceneggiatura del l’ultimo lavoro dei Rocksteady,
sostiene che una certa “inglesità” dell’opera
è più che visibile agli occhi e alle orecchie dei
videogiocatori più attenti che godranno delle tetre
ambientazioni dell’Arkham Asylum; e’ difficile in effetti comprendere
quanto profondamente i marcati simbolismi gotici della cultura
britannica abbiano contribuito alla costruzione di un artwork
così sopraffino e visivamente maestoso; né è
possibile quantificare l’importanza rivestita dal fatto che questo
nuovo capitolo ludico della lunghissima saga di Batman sia stato
partorito durante il periodo nel quale il cinema ci ha restituito i due
migliori film in assoluto del Cavaliere Oscuro, quelli cioè che
mostrano la natura più autentica e profonda della maschera di
Bruce Wayne. Ciò che sembra tuttavia fuori discussione, è
che questo Arkham Asylum è il miglior videogioco mai
realizzato ispirato al personaggio del Giustiziere Mascherato di Gotham
e, verosimilmente, uno dei migliori videogiochi dell’anno 2009.
Intendiamoci, non si tratta di un prodotto perfetto, ed è possibile che il nuovo lavoro dei Rocksteady potrà non piacere a chiunque.
Si potrebbe obbiettare ad esempio che l’intelligenza artificiale dei
bruti “Villains” del Joker, che fronteggeremo per l’intera
durata del tempo, non brilla certo per qualità e che essi non
sono in grado per la maggior parte dei casi di impensierire Batman
negli scontri corpo a corpo (nel caso ovviamente in cui costoro non
dispongano di armi da fuoco), neppure quando tali scontri avvengono in
condizioni di molti contro uno. O che, sempre parlando dei nemici, pur
reagendo essi dinamicamente alle azioni di Batman, allarmandosi e
muovendosi in gruppo con maggiore circospezione qualora avvertano la
minaccia imminente dell’Uomo Pipistrello, il loro “pattern”
di azioni di contromisura costituisce solo in minima parte una maggiore
fonte di problemi per il videogiocatore che debba elaborare efficaci
strategie di occultamento e successivi agguati ai malcapitati
criminali. Va in tal senso chiarito però che questo titolo non
è e non intende essere uno Stealth nel senso più stretto
del termine, ed è quindi più che giustificabile che il
realismo dei comportamenti e delle reazioni dei vari personaggi nemici
sia stato sacrificato alla preminente logica della meccanica
tipicamente Action che è il cuore pulsante del gioco.
A compensare poi altre piccole deficienze del gameplay, come ad esempio
la poca incisività degli scontri con i boss dei vari livelli,
(scontri che non riescono per intensità e coinvolgimento a
differenziarsi troppo dai normali combattimenti con i nemici
convenzionali), interviene una valutazione di più alto livello
sull’eccellente scelta dei tempi quasi cinematografici dell’intera
produzione; perché è questa la magia di tale videogioco:
la capacità di trasmettere nel giocatore, proprio come accade
nei migliori Action Movies, un continuo senso di apprensione rispetto
al succedersi degli eventi e la voglia di non staccarsi dal joypad fino
almeno al completamento della storia principale. Diversi dialoghi
profondamente “adulti” nei contenuti e ottimamente
interpretati (almeno nel doppiaggio originale), la continua e ossessiva
presenza del Joker che osserva e schernisce senza ritegno il suo odiato
nemico dagli altoparlanti dei corridoi e dagli schermi delle telecamere
a circuito chiuso, alcuni interessantissimi colpi di scena nella trama,
e in generale una sapiente cura nella rappresentazione dei principali
momenti narrativi, trasformeranno verosimilmente chiunque si avvicini
senza pregiudizi a questo gioco in un suo entusiasta sostenitore.
Perché a ben vedere Batman Arkham Asylum
è un’opera concepita avendo a mente tanto coloro che amano tale
personaggio, quanto chi si accosta ad esso magari per la primissima
volta. La prova di ciò sta proprio nell’attenzione e nella cura
riposta dagli sviluppatori per la creazione di un gameplay così
immediato e completo in ogni suo particolare, adatto indistintamente a
qualunque amante dei giochi d’azione; senza parlare poi del fatto di
come questo sia un prodotto così incredibilmente ben
confezionato nella sua veste grafica e, lo si diceva più sopra,
nel suo stupendo doppiaggio degno di un buonissimo film, (e per una
volta, diciamo che anche l’adattamento in italiano raggiunge un
soddisfacente livello qualitativo, grazie all’impiego di tutti i
doppiatori della serie animata di Batman!).
Da avere, giocare e rigiocare, perché come quei libri, fumetti o
film che ci emozionano in maniera particolare, goderne una sola volta
non è sicuramente sufficiente.
Magnifico.
fumettistiche è, fatto salvo per rarissime eccezioni,
notoriamente una storia piuttosto infame.
Dal momento in cui, già a partire dalla fine degli anni
’70, la nascente industria videoludica decise a periodi alterni
di interessarsi alla trasposizione in formato elettronico delle grandi
produzioni su celluloide, i risultati lasciarono fin da subito a
desiderare.
Chi ha abbastanza anni per ricordarsene non può aver dimenticato
delle terrificanti manifestazioni di grumi di pixel colorati come E.T. su Atari VCS 2600, e poi risalendo nel tempo l’orribile Star Wars della Namco sul NES, o la saga di Back to the Future
per gli 8 e 16 bit degli anni ’80, arrivando ai giorni nostri
agli ultimi, più che mediocri videogiochi ispirati a film come Iron Man o X-Men.
E poiché proprio negli ultimi anni una delle tendenze della
cinematografia di Hollywood è stata quella di riscoprire la
“gallina dalle uova d’oro” delle riduzioni filmiche delle
grandi serie del “comic” statunitense, anche l’industria
del videogioco si è adeguata alla tendenza, ricominciando una
massiccia produzione parallela di relativi “Tie-In” che
hanno per protagonisti i celebri supereroi targati Marvel o DC Comics,
supereroi che così tanto peso hanno nella cultura immaginativa e
nei ricordi di molti di noi.
Talvolta purtroppo, come dimostrano alcune produzioni manifestamente
indecenti, gli sviluppatori si preoccupano semplicemente di dar vita a
dei Tie-In il cui scopo è quello di agganciarsi alla scia
commerciale dei film, libri o fumetti da cui tali giochi traggono
diretta ispirazione, e che risultano quindi del tutto privi di quella
statura tecnica che ci si aspetterebbe da dei buoni prodotti
videoludici.
Un tale, impietoso, trattamento è toccato nel tempo anche ad uno
dei personaggi più importanti e psicologicamente complessi
dell’universo del fumetto americano, quel Batman partorito dalla
matita di Bob Kane quasi 70 anni fa, e che è stato utilizzato
come protagonista di videogames di alterna fortuna e qualità
almeno una mezza dozzina di volte dal 1986 ad oggi. Passato da titoli
basati su storie inventate di sana pianta a trasposizioni ludiche
ispirate direttamente ai lungometraggi degli anni ’90 di Tim Burton e
Joel Schumacher, si fatica a ricordare un titolo di Batman per computer
o console che abbia lasciato un buon segno nella storia dell’Industria,
o che si sia distinto per una buona qualità complessiva della
produzione.
Le cose sembrano destinate a cambiare per sempre con l’uscita di questo Arkham Asylum, prodotto il cui sviluppo è iniziato circa un paio di anni fa negli uffici degli inglesi Rocksteady Studios
e che fin dalle prime immagini circolate sulla rete a partire dalla
seconda metà del 2008 lasciava presagire che forse non si
trattava del solito titolo creato per sfruttare l’immagine di un
personaggio molto amato e di una delle sue storie più
interessanti. Il risultato di tale lavoro è dal 28 agosto sotto
i nostri occhi, e risulta difficile non esserne molto, molto entusiasti.
Teatro di Follia
Batman Arkham Asylum non è a ben vedere la trasposizione
diretta di un film; pur essendo tale gioco un figlio del suo tempo e
pescando quindi a man bassa dalle atmosfere scure e opprimenti
così ben caratterizzate dalle ultime due Pellicole del Cavaliere
Oscuro, tale opera, come si diceva più sopra, prende vita a
partire dalla narrazione degli eventi contenuti in uno degli albo
considerati tra i più belli ed intensi della storia del
supereroe solitario, proprio quel Arkham Asylum pubblicato nel
1989 e la cui trama è qui oggi rivista e riadattata alle
esigenze del mezzo videoludico. Lo scenario principale del gioco
risulterà quindi familiare a chi già da tempo segue con
passione la storica Serie.
Di tutti i luoghi che caratterizzano la buia e decadente metropoli
immaginaria di Gotham City, l’ospedale psichiatrico intitolato al suo
fondatore Dottor Amadeus Arkham è certamente uno dei più
suggestivi e pregni di significato per l’intera mitologia legata alle
avventure dell’Uomo Pipistrello. Nella gigantesca struttura di evidente
matrice gotica edificata nel 1929 che sorge alla periferia della
città, (nel gioco invece essa è situata su un’isola poco
lontana dalla baia di Gotham), si è consumata fin dal principio
della sua esistenza una serie di tragiche evenienze, a partire dalle
vicende legate alla famiglia Arkham, sterminata da uno dei
pericolosissimi pazienti del manicomio criminale e ucciso poi egli
stesso dal dottor Amadeus, lo psichiatra che fu a sua volta condotto
dalla follia e dalla cieca vendetta verso l’insanità mentale e
che terminò i suoi giorni dentro una cella dello stesso
manicomio.
A partire dal 1974, anno della presentazione “editoriale”
ai lettori di questa prigione speciale, molti dei celebri nemici del
“Caped Crusader” hanno ivi dimorato. In effetti, l’Arkham
Asylum è una sorta di casa di accoglienza di tutte le peggiori e
deviate manifestazioni criminali partorite dall’anima nera di Gotham
City, una specie di “riassunto” tangibile dei motivi per
cui la lotta tra Batman e tali pazzi assassini, in quel luogo
imprigionati e saltuariamente da esso rigurgitati, potrebbe non
terminare mai.
L’origine della nostra storia è proprio l’ennesimo ingresso
nella struttura psichiatrica di uno dei suoi ospiti più
“graditi”, quel Joker impegnato fin dagli albori della saga
in una infinita lotta contro Batman, e che per la sua estrema
pericolosità, intelligenza e “presenza scenica”,
finirà anche stavolta per lasciare un segno indelebile della sua
identità maniacale nella città di Gotham.
La Trappola del Joker
La sequenza introduttiva del gioco, scandita tra l’altro dai titoli di
testa come se ci apprestassimo a guardare un film, ci mostra il
trasporto e l’imprigionamento del famigerato Joker nei locali
dell’Asylum in seguito al suo fallito tentativo di uccidere il sindaco
di Gotham. C’è tuttavia fin da subito qualcosa che insospettisce
profondamente Batman, il quale assiste personalmente e passo dopo passo
alle varie fasi dell’arresto e dell’introduzione del pericolosissimo
criminale nella struttura di detenzione: il Joker non sta opponendo
nessuna resistenza ai suoi carcerieri; non solo, sembra stranamente
più allegro e disinvolto del solito mentre insulta l’Uomo
Pipistrello, il Commissario Gordon anch’egli presente, e gli agenti
della sicurezza dell’ospedale.
Tutti gli iniziali sospetti si rivelano drammaticamente e
improvvisamente fondati. Appena introdotto nel braccio di massima
sicurezza dell’Istituto, il Joker approfitta di una distrazione dei
suoi tutori per liberarsi e mettere al corrente i presenti che il suo
arresto era semplicemente una messa in scena per attirare i suoi
peggiori e odiati nemici all’interno di una trappola mortale ben
studiata. La sua “collega” nonché pazzoide compagna
Harley Quinn e tutti i suoi “Villains” hanno già
preso il controllo dell’intero ospedale, isolato l’Arkham Asylum dal
resto della città e liberato dalle celle tutti i pazienti
(compresi alcuni degli storici super-criminali precedentemente
imprigionati con l’aiuto di Batman e intenzionati ora più che
mai ad approfittare della situazione per farlo a pezzi). Non solo, il
Joker sfida apertamente Batman a venirlo a cercare nei meandri
dell’enorme, labirintico manicomio, informandolo tuttavia che ha
già provveduto a far disseminare l’intera Gotham City di bombe
che esploderanno facendo strage di civili se qualcuno proverà ad
arrestarlo.
Senza altra scelta che quella di dover rimettere ordine alla terribile
situazione di crisi, Batman si avventura nei settori ormai senza
controllo del nosocomio, con l’intenzione di salvare il personale
medico e della sicurezza rimasti in balia dei folli assassini
liberatisi dalla propria prigionia, e soprattutto di catturare
nuovamente il maledetto Joker, escogitando nel frattempo anche qualche
buon piano per evitare che gli ordigni piazzati nella metropoli
esplodano.
Dura la vita dei supereroi, non c’è che dire…
Il Cavaliere Oscuro in tutto il suo splendore
Due cose impressionano molto favorevolmente il giocatore dopo aver
preso il controllo dell’Uomo Pipistrello già solo a distanza di
pochi minuti dall’inizio dell’avventura: la prima è l’eccellente
lavoro svolto nella caratterizzazione grafica dei personaggi e degli
scenari; soprattutto ciò che colpisce è l’ottima
definizione delle espressioni facciali dei protagonisti, con
particolare riferimento ai riuscitissimi e inquietanti spasmi del volto
del Joker e alle misurate emozioni dell’imperturbabile viso
semi-mascherato di Batman. Di notevole qualità poi la maggior
parte delle texture ambientali e degli effetti particellari, con punte
artistiche pregevolissime raggiunte nella rappresentazione di dettagli
come ad esempio le pozze d’acqua stagnante sul pavimento del manicomio
di Arkham, solo per citarne una istanza; l’azione di gioco poi, rimane
ancorata ai 30 fotogrammi al secondo senza rallentamenti notabili,
anche nei momenti in cui lo scenario risulta occupato da molti
personaggi, ciò contribuendo notevolmente ad una forte
sensazione di fluidità complessiva dell’intero sistema di
gameplay da parte del videogiocatore. E’ riconoscibile in tal senso
tutta la bontà tecnica e la spettacolarità che il motore
“Unreal Engine” (utilizzato per la produzione dell’opera)
è in grado di offrire quando implementato nel modo opportuno e
da professionisti che conoscono il proprio lavoro. In effetti se Batman Arkham Asylum
è da considerarsi un bellissimo videogame da vedere, ciò
va inteso soprattutto come un esercizio di indiscutibile bravura da
parte dei britannici Rocksteady e decisamente un buon biglietto da visita valevole per le future produzioni di questo finora semi-sconosciuto gruppo.
Un’altra manifestazione stilistica frutto di un ottimo lavoro di game
design e che lascia del tutto soddisfatti, è l’incredibile
“solidità” resa alla vista da certi movimenti del
nostro protagonista, in contrapposizione a quanto invece essi riescano
ad apparire estremamente fluidi e “felini” durante le
azioni di combattimento. L’effetto è piuttosto particolare,
poiché se da una parte l’inquadratura utilizzata durante le
convenzionali sessioni esplorative segue il personaggio principale
posizionandosi alle sue spalle e fornendo una apparente sensazione di
lentezza dell’azione di gioco, un superbo uso della telecamera provvede
ad ogni giusta occorrenza all’allargamento del campo visivo in base
all’ingresso nella scena di un certo numero di nemici da fronteggiare e
alla necessità di lasciare al videogiocatore una panoramica
complessiva della struttura ambientale circostante, per
l’individuazione dei punti di interesse dello scenario. Può
sembrare un elemento tecnico di secondo piano, ma si tratta di fatto di
ciò che permette di percepire un perfetto senso del controllo
non solo di Batman ma anche, ad esempio, di ogni azione che è
possibile far eseguire all’Uomo Pipistrello durante le più
ostiche situazioni di combattimento e i momenti più concitati
del gameplay.
Potenza, furtività e tattica
Le fasi di azione, appunto; e qui il titolo da il meglio di se. Ora, non è vero che Batman Arkham Asylum
si possa definire una magnifica commistione tra i generi Action e
Stealth poiché in qualche modo introduca delle meccaniche di
gioco rivoluzionarie e mai viste prima d’ora; tutt’altro, la bravura
estrema degli sviluppatori è stata quella di creare un sistema
basato sul sapiente bilanciamento di tutta una serie di soluzioni
formali mutuate dai migliori videogames di genere degli ultimi anni.
Il nostro eroe può muoversi furtivamente alle spalle dei
criminali e neutralizzarli senza alcun rumore, oppure può
appiattirsi contro i bordi di un muro per poter osservare l’azione che
si svolge al di là di esso, o può anche arrampicarsi con
incredibile rapidità grazie all’aiuto del suo rampino sugli
elementi architettonici circostanti, osservando con calma il succedersi
degli eventi sotto i suoi occhi e piombando all’occorrenza dall’alto
sopra i malcapitati nemici. Da sperimentare assolutamente, in questo
senso, l’inebriante sensazione di potere che si prova penzolando a
testa in giù dalle sporgenze dei muri come dei veri pipistrelli,
in attesa che qualcuno passi malauguratamente sotto la nostra testa.
Batman dispone di una certa varietà di mosse di attacco, di
tattiche di evasione, di combo (anche concatenabili tra loro) e di
spettacolari tecniche di neutralizzazione delle orde di folli adepti
del Joker che infestano le strutture del famigerato manicomio. La cosa
più bella per chi tiene in mano il joypad non è solamente
osservare quanto l’eccellente sistema di inquadrature e le magnifiche
animazioni del protagonista rendano i momenti di confronto fisico una
gioia per gli occhi, ma anche il rendersi conto di quanto sia
incredibilmente facile padroneggiare il controllo del Cavaliere Oscuro,
e quanto sia gratificante “intercettare” gli imminenti
attacchi degli avversari premendo al momento giusto l’apposito tasto
sul pad dando così il via a dei devastanti contrattacchi fisici.
Un aspetto importante di questa parte dell’opera è anche che i Rocksteady
hanno tenuto fede ad una delle qualità che da sempre
contraddistingue il personaggio principale: Batman non uccide nessuno.
Non importa quanto pericolosi e cattivi siano i propri nemici, Batman
utilizzerà sempre il suo repertorio di attacchi per renderli
inoffensivi, mai per ucciderli.
C’è un altro elemento caratteristico della natura del
Giustiziere Mascherato che gli sviluppatori hanno non solo
rappresentato nel gioco, ma anche valorizzato in una ulteriore,
interessantissima implementazione al livello di meccaniche di gameplay.
Il fatto è che molto spesso sfugge, soprattutto a chi concepisce
il personaggio di Batman come un convenzionale supereroe, che il
Vigilante di Gotham City sia prima di tutto un detective, (bisogna
ricordare in effetti che nel corso del suo sviluppo storico l’alter ego
di Bruce Wayne si è progressivamente distinto anche come un
grande esperto di psicologia criminale e studioso di modelli
comportamentali socialmente deviati), ragione per cui durante le varie
sessioni di gioco si avrà in ogni momento la possibilità
di osservare le ambientazioni circostanti nella cosiddetta
“modalità detective”; tale modalità, una
volta attivata con la semplice pressione di un tasto, simula una sorta
di stato di profonda concentrazione sensoriale del protagonista, e
questo ha delle conseguenze immediate sulle azioni sperimentabili dal
giocatore. Tanto per cominciare questo sistema modifica notevolmente la
resa grafica degli ambienti, mutando tanto la colorazione degli
elementi scenici quanto diversificando la profondità del campo
visivo; la conseguenza di ciò è che Batman diviene in
grado di identificare oggetti ed elementi strutturali altrimenti poco o
per nulla distinguibili in circostanze normali. Ad esempio nella
modalità detective è possibile scorgere meglio le
sporgenze sulle quali aggrapparsi con il proprio rampino, o degli
elementi ambientali come condotte dell’areazione da utilizzare per
entrare o uscire da locali altrimenti inaccessibili, o anche dei muri
che potrebbero essere soggetti a debolezze strutturali e quindi
facilmente distruggibili tramite strumenti esplosivi, e persino
eseguire attenti scanning di oggetti appartenenti a personaggi chiave
del gioco e sui quali potrebbe essere rimasta traccia di odori o
impronte da seguire per poter procedere nella narrazione degli eventi.
Un’altra cosa estremamente utile della “modalità
detective”, è che essa fornisce al protagonista la
possibilità di distinguere anche da notevole distanza l’esatta
posizione e pericolosità dei nemici (in base al fatto che siano
armati o meno, e che appaiano più o meno agitati dal sapere di
essere braccati dal nostro eroe). Tenete presente rispetto a questo due
cose: se scegliete di iniziare il gioco in modalità difficile,
molte di queste facilitazioni non saranno presenti, e dovrete fare
eventualmente affidamento solo sulla vostra dimestichezza,
furtività e letalità degli attacchi per neutralizzare
anche gli avversari più ostici. Considerate poi che, in ogni
caso, Batman è e rimane pur sempre un essere umano; ciò
vuol dire che irrompere frontalmente all’interno di una stanza o di una
zona popolata da nemici troppo numerosi e opportunamente armati senza
l’elaborazione di un minimo di strategia di tipo “stealth”,
è l’equivalente di un suicidio tattico con un’unica fine certa:
il game over.
Poteri crescenti, meravigliosi giocattoli e prove di abilità
Estremamente interessante è il sistema escogitato da Rocksteady
per evitare che il videogiocatore si riduca ad utilizzare nel tempo
sempre lo stesso pattern di mosse di attacco ed evasione per
fronteggiare i nemici, rischiando così di avvertire monotonia o
abbassamento dell’interesse per l’azione di gioco. Batman infatti
è in grado di evolvere le proprie capacità di
combattimento tramite un sistema di sbloccamento progressivo di
caratteristiche offensive ed ottimizzazioni per i suoi “ferri del
mestiere” (di cui si parlerà tra pochissimo). Tale
meccanismo consente al protagonista di ricevere dopo ogni scontro un
certo numero di punti di esperienza; tale punteggio sarà tanto
più alto quanto più efficace e spettacolare
risulterà la sequenza di combo e tecniche d’attacco con cui
l’Uomo Pipistrello neutralizzerà i propri nemici, e accumulato
oltre una certa quantità renderà disponibile nuove mosse
e tecniche di combattimento, oltre che nuove funzionalità per
quelli che l’indimenticabile Joker interpretato da Jack Nicholson
definiva i “meravigliosi giocattoli” del suo acerrimo
opponente.
Al riguardo di questi ultimi, sebbene il Giustiziere Mascherato non
disponga volutamente di devastanti armi da fuoco, potrete comunque
divertirvi e non poco con l’utilissimo “Batarang” (un
boomerang di metallo, sostanzialmente) per stordire dalla distanza i
vari criminali prima di piombargli addosso con attacchi corporali, ma
anche per attivare interruttori posti in posizioni non diversamente
raggiungibili, oppure potrebbe capitarvi spesso di dover usare lo
“spray esplosivo” con cui marcare muri e strutture abbastanza sottili
da poter essere distrutte per aprire nuovi passaggi nel livello, o
anche per spazzare via con esplosioni sincronizzate i poveri manigoldi
che passeranno nelle vicinanze della vernice detonante. Più
avanti nella storia, Batman potrà disporre di ulteriori
strumenti che permetteranno di affrontare ambientazioni e situazioni
del gioco altrimenti impraticabili. L’uso contestuale di tali
attrezzature e anche il progressivo aggiornamento delle capacità
atletiche di Batman costituiscono una notevole incentivo al progredire
di una dinamica di gioco che risulterebbe diversamente troppo semplice
e “circolare” nel suo incedere.
Non solo, per aumentare il livello di sfida offerto dal titolo (ma
soprattutto per compiacere i fan più appassionati della Saga),
gli sviluppatori hanno fatto sì che l’intero territorio su cui
sorge il manicomio di Arkham fosse disseminato di ben 240 trofei
opportunamente nascosti dal famigerato Enigmista (anch’egli una delle
più antiche conoscenze criminali del nostro eroe), che raccolti
di volta in volta avranno il duplice scopo di sbloccare nel menù
delle opzioni sia le biografie interattive di tutti i più famosi
antagonisti o collaboratori della storia di Batman e che verranno tra
l’altro incontrati nel corso del gioco, sia quello di aggiungere alla
vostra collezione di miniature e gadget a tema, (anch’essa
raggiungibile dal menù delle opzioni), elementi come poster,
locandine e statuette varie. I veri appassionati della mitologia
criminale di Gotham City non resteranno insomma per nulla delusi.
Degna di menzione infine anche la possibilità di raccogliere,
sparsi qui e lì per i vari livelli, dei nastri registrati che
riportano gli inquietanti colloqui tra gli psichiatri dell’ospedale e i
loro più pericolosi e mentalmente distorti ospiti; un vero tocco
di classe.
Il Cavaliere solitario
A dispetto della tendenza di quasi ogni videogame dell’ultima
generazione a porre grande attenzione al comparto multiplayer online, Batman Arkham Asylum
rinuncia invece completamente nel prendersi carico di tale
responsabilità, tentando magari di inventare improbabili arene
di giocatori travestiti da “Villains” che danno la caccia
all’Uomo Pipistrello di turno. I Rocksteady hanno scelto
piuttosto di estendere le possibilità di gioco offerte dal modo
single player tramite la disponibilità di un certo numero di
mappe aggiuntive caratterizzate da missioni contestuali. L’obbiettivo
di tali missioni, le quali verranno sbloccate progressivamente con il
procedere del completamento della storia principale, è quello di
misurare (con sfide via via sempre più difficili)
l’abilità del videogiocatore nel padroneggiare il controllo del
nostro supereroe mascherato in situazioni come ad esempio il
combattimento corpo a corpo con un gran numero di nemici o anche
l’attraversamento nel modo più furtivo e silenzioso possibile di
intere stanze piene di “Villains” e sistemi di allarme, e
così via.
Si tratta a ben vedere di una variante del normale sistema di gameplay
della storia principale, (che già da sola vi impegnerà
per una decina di ore), ma concepita probabilmente per fornire
ulteriori quattro o cinque ore di divertimento ai maniaci collezionisti
di Trophies/Achievements e a coloro che vogliono poter dire con
sicurezza di aver completato il 100% dell’opera.
Proprio in tale modalità “Sfida” è
ravvisabile l’unica differenza sostanziale tra la versione per
Playstation 3 e quella per Xbox 360: il Publisher Eidos ha infatti
previsto il download in forma gratuita e del tutto esclusiva per la
macchina Sony di un DLC che permette di impersonare il Joker in un
intero pacchetto di mappe ad egli dedicato; probabilmente tale
possibilità sarà di notevole interesse per tutti coloro
che amano il folle antagonista di Batman almeno quanto Batman stesso.
Un degno tributo, un bellissimo gioco
Paul Dini, Writer principale della sceneggiatura del l’ultimo lavoro dei Rocksteady,
sostiene che una certa “inglesità” dell’opera
è più che visibile agli occhi e alle orecchie dei
videogiocatori più attenti che godranno delle tetre
ambientazioni dell’Arkham Asylum; e’ difficile in effetti comprendere
quanto profondamente i marcati simbolismi gotici della cultura
britannica abbiano contribuito alla costruzione di un artwork
così sopraffino e visivamente maestoso; né è
possibile quantificare l’importanza rivestita dal fatto che questo
nuovo capitolo ludico della lunghissima saga di Batman sia stato
partorito durante il periodo nel quale il cinema ci ha restituito i due
migliori film in assoluto del Cavaliere Oscuro, quelli cioè che
mostrano la natura più autentica e profonda della maschera di
Bruce Wayne. Ciò che sembra tuttavia fuori discussione, è
che questo Arkham Asylum è il miglior videogioco mai
realizzato ispirato al personaggio del Giustiziere Mascherato di Gotham
e, verosimilmente, uno dei migliori videogiochi dell’anno 2009.
Intendiamoci, non si tratta di un prodotto perfetto, ed è possibile che il nuovo lavoro dei Rocksteady potrà non piacere a chiunque.
Si potrebbe obbiettare ad esempio che l’intelligenza artificiale dei
bruti “Villains” del Joker, che fronteggeremo per l’intera
durata del tempo, non brilla certo per qualità e che essi non
sono in grado per la maggior parte dei casi di impensierire Batman
negli scontri corpo a corpo (nel caso ovviamente in cui costoro non
dispongano di armi da fuoco), neppure quando tali scontri avvengono in
condizioni di molti contro uno. O che, sempre parlando dei nemici, pur
reagendo essi dinamicamente alle azioni di Batman, allarmandosi e
muovendosi in gruppo con maggiore circospezione qualora avvertano la
minaccia imminente dell’Uomo Pipistrello, il loro “pattern”
di azioni di contromisura costituisce solo in minima parte una maggiore
fonte di problemi per il videogiocatore che debba elaborare efficaci
strategie di occultamento e successivi agguati ai malcapitati
criminali. Va in tal senso chiarito però che questo titolo non
è e non intende essere uno Stealth nel senso più stretto
del termine, ed è quindi più che giustificabile che il
realismo dei comportamenti e delle reazioni dei vari personaggi nemici
sia stato sacrificato alla preminente logica della meccanica
tipicamente Action che è il cuore pulsante del gioco.
A compensare poi altre piccole deficienze del gameplay, come ad esempio
la poca incisività degli scontri con i boss dei vari livelli,
(scontri che non riescono per intensità e coinvolgimento a
differenziarsi troppo dai normali combattimenti con i nemici
convenzionali), interviene una valutazione di più alto livello
sull’eccellente scelta dei tempi quasi cinematografici dell’intera
produzione; perché è questa la magia di tale videogioco:
la capacità di trasmettere nel giocatore, proprio come accade
nei migliori Action Movies, un continuo senso di apprensione rispetto
al succedersi degli eventi e la voglia di non staccarsi dal joypad fino
almeno al completamento della storia principale. Diversi dialoghi
profondamente “adulti” nei contenuti e ottimamente
interpretati (almeno nel doppiaggio originale), la continua e ossessiva
presenza del Joker che osserva e schernisce senza ritegno il suo odiato
nemico dagli altoparlanti dei corridoi e dagli schermi delle telecamere
a circuito chiuso, alcuni interessantissimi colpi di scena nella trama,
e in generale una sapiente cura nella rappresentazione dei principali
momenti narrativi, trasformeranno verosimilmente chiunque si avvicini
senza pregiudizi a questo gioco in un suo entusiasta sostenitore.
Perché a ben vedere Batman Arkham Asylum
è un’opera concepita avendo a mente tanto coloro che amano tale
personaggio, quanto chi si accosta ad esso magari per la primissima
volta. La prova di ciò sta proprio nell’attenzione e nella cura
riposta dagli sviluppatori per la creazione di un gameplay così
immediato e completo in ogni suo particolare, adatto indistintamente a
qualunque amante dei giochi d’azione; senza parlare poi del fatto di
come questo sia un prodotto così incredibilmente ben
confezionato nella sua veste grafica e, lo si diceva più sopra,
nel suo stupendo doppiaggio degno di un buonissimo film, (e per una
volta, diciamo che anche l’adattamento in italiano raggiunge un
soddisfacente livello qualitativo, grazie all’impiego di tutti i
doppiatori della serie animata di Batman!).
Da avere, giocare e rigiocare, perché come quei libri, fumetti o
film che ci emozionano in maniera particolare, goderne una sola volta
non è sicuramente sufficiente.
Magnifico.