Recensione Recensione di Band Hero
Recensione di Band Hero di Console Tribe
di: REdeiDESIDERISaturazione di mercato: non ci vengono in mente altri termini per definire la manovra che Activision sta imbastendo negli ultimi tempi nell’ambito dei rhythm game. Se, infatti, al principio i titoli musicali si potevano contare sulle dita di una mano, ad oggi la situazione è drasticamente cambiata. Con almeno due o tre giochi della serie Guitar Hero che escono ogni anno, e con il fioccare di nuovi brand e periferiche, Activision ci ha dato la netta impressione di voler (forse sin troppo) cavalcare la cresta dell’onda, creando nel giocatore non solo un totale senso di “confusione” (alcuni sono ancora lì a chiedersi quale diavolo sia l’ultimo GH uscito), ma anche un terribile senso di déjà-vu. Dopo quel raggio di luce – e novità – che è stato DJ Hero, il panorama sembra essere tornato di nuovo alla sua canonica e sempre meno apprezzata staticità con l’uscita del “nuovo” (capirete dopo il perché delle virgolette) brand della serie Band Hero. Passo falso? Gran gioco? Fiasco colossale? Scopriamolo insieme.
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Espansione retail?
Saremo chiari e secchi: Band Hero non è né una rivoluzione, né tantomeno tenta di modificare o variare le collaudatissime meccaniche della serie principale. Non è qualcosa di nuovo, quanto piuttosto una sorta d’espansione, forse addirittura considerabile come un pacchetto aggiuntivo in versione retail. Il cuore del gioco è difatti il medesimo che ha caratterizzato le ultime produzioni Hero sin dall’avvento di GH: Metallica: note da suonare con il giusto tempismo, strumenti di ogni tipo, stelle da conquistare, sfide da completare. Tutta roba di cui abbiamo ampiamente parlato così tante volte da non meritare ulteriori dissertazioni. Ma allora cos’è questo Band Hero? Probabilmente è la risposta ad una domanda semplice che Activision ha posto ai suoi sviluppatori: “Come ampliamo il bacino d’utenza di Guitar Hero?” Et voilà! Invece che un gioco dall’anima più squisitamente rock, ne viene fuori un titolo pop, illuminato dalle luci della disco e da qualche recente teen song. Intendiamoci, non è che disprezziamo la musica pop in sé, o abbiamo qualche risentimento verso Duffy, Spice Girls e compagne, semplicemente dopo la “rivoluzione” innescata da Dj Hero un ritorno alle origini tanto scialbo (e spacciato per nuovo), c’è sembrato una boiata bella e buona. Detto ciò vediamo cosa ha da offrirci, in termini pratici, questo nuovo prodotto.
Il Pop, ma a quale prezzo?
Chiarito il fatto che sia gli strumenti che le meccaniche di gioco sono le stesse di sempre, concentriamoci su quello che è il cuore pulsante del titolo ed il suo reale fattore di novità: la tracklist. Dato il giusto addio alle influenze rock, il gioco concentra tutta la sua attenzione su pezzi le cui sonorità si avvicinano alla disco, al soul e più propriamente al pop. Mettendo a disposizione dell’utente il considerevole numero di sessantacinque tracce, Band Hero si propone come un’esperienza all’insegna non solo della musica più recente, ma anche del più gradevole “revival” proponendo, nel mare magnum di canzonette da radio, anche pezzi un po’ più stagionati. Il risultato complessivo è gradevole e permette, anche a chi non apprezza appieno la musica pop, di potersi godere gran parte delle scalette suonabili; il tutto intervallato da pezzi capaci sia di galvanizzare che di strappare un sorriso (“Everybody was kung-fu fighting, those kicks were fast as lighting…”).
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La tracklist risulta quindi abbastanza variegata da deliziare buona parte dell’utenza sebbene non sembri capace, come in passato, di proporre una sfida da vero e proprio “Hero” cui la serie ci aveva abituati in passato. È vero che con le ultime uscite quel senso di difficoltà insormontabile, presente agli albori, è ormai andato perduto, tuttavia Band Hero è così facile (forse anche troppo) che i giocatori più navigati, o comunque non alle prime armi, potrebbero trovarlo addirittura noioso! Certo, alcune tracce sembrano capaci di “risvegliare” il torpore musicale nel quale si viene talvolta investiti, tuttavia il senso generale è che il livello di difficoltà sia settato drasticamente verso il basso. La mancanza, poi, di riff complessi più comuni al genere rock piuttosto che al pop, rende l’esecuzione di certi brani una noia mortale, con il susseguirsi delle medesime sequenze di note per tutta la durata della canzone (tanto che potreste tranquillamente suonare senza le note a schermo!). Si OK, stiamo esplorando un genere musicale “nuovo” per questo modello di giochi fatti di chitarrine plasticose e varie, ma la domanda che ci sorge spontanea è: “A quale prezzo?”
!==PB==!
L’attacco dei cloni!
Avviato il gioco la sensazione di “immersione” nella cultura pop è abbastanza buona, complice soprattutto il solito egregio lavoro svolto da Activision nella caratterizzazione di layer, sfondi e menu. Per ciò che concerne, invece, il carattere puramente ludico dell’opera, anche qui dobbiamo amaramente constatare come Band Hero sia effettivamente un clone delle ultime uscite di casa Activision. Il gioco gode infatti di tutte le modalità presenti già in Guitar Hero 5, come la classica partita veloce avviabile dalla home, la modalità carriera, lo studio musicale e tutte le altre. Ogni modalità sopraccitata funziona esattamente come in passato permettendo la scelta di uno strumento, del relativo livello di difficoltà e così via. Unica vera e propria novità è l’introduzione della Sing Along, modalità che trasforma il gioco in un karaoke senza punti con cui divertirsi durante qualche emozionante pigiama party. Tutto il resto è una fotocopia del passato, tanto che, invece di descrivervi tutto daccapo, vi si potrebbe rimandare alla lettura della recensione di Guitar Hero 5.
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Che donna Taylor Swift!
Infine, spenderemo qualche parola sul sempre valido comparto audio/video, forse un po’ sottotono rispetto al passato. Se acusticamente parlando il lavoro sfiora, come sempre, l’eccellenza, presentando anche tracce molto vecchie nelle loro più recenti versioni ri-masterizzate, un neo non di poco conto è la censura effettuata da Activision su alcuni brani i cui contenuti sono evidentemente risultati troppo forti. A nostro malincuore ci siamo resi conto che alcuni brani hanno subito modifiche al testo, oppure dei semplici quanto sgradevoli “oscuramenti” delle parole inadeguate, in pieno stile “MTV visto in fascia protetta”. Per ciò che concerne, invece, il lato puramente grafico dell’opera, sebbene la qualità di texture e poligoni sia valida ieri come oggi (in effetti i modelli sono gli stessi delle ultime opere), così come estremamente valido è il lavoro di motion capture sugli artisti reali (Taylor Swift è sensuale nel gioco come nella realtà), il risultato complessivo è vacuo, quasi fastidioso. La sensazione generale supera il comune senso di già visto, risultando talvolta addirittura inadeguata. Complice di ciò è probabilmente una caratterizzazione grafica sin troppo canonizzata che accompagna il gioco praticamente dai suoi esordi e che si è a malapena modernizzata con l’uso delle nuove tecniche di sviluppo. Per il resto nulla da dire, anzi, se questo è il vostro primo Guitar Hero (pardon, Band Hero), probabilmente la grafica vi piacerà non poco e non potrete fare a meno di correre e smanettare con l’accuratissimo (ma anche stavolta già visto) editor per crearvi il vostro personalissimo Justin Timberlake.
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For teens only?
Band Hero ci ha soddisfatti? Difficile dare una risposta positiva dinanzi ad un prodotto che, proponendosi come qualcosa di nuovo (da non confondere necessariamente con innovativo), si mostra invece decisamente stantio. Band Hero non è un gioco poco interessante, né tantomeno poco valido. Semplicemente è un titolo uscito nel momento e nel modo sbagliato. La sua presenza in un mercato tanto saturo non può che disgustare i fan della serie Guitar Hero. La sua scaletta melensa e la difficoltà elementare non possono che conquistare la sola fetta d’utenza per il quale è stato progettato. Per il fan medio è difficile rispecchiarsi in quest’utenza palesemente caratterizzata da giovani teenager alle prime armi. Troviamo difficile che il titolo possa piacere a tutti. È probabile che i capitoli precedenti non siano piaciuti a tutti proprio per la caratteristica anima rock, ma crediamo che con l’avvento di GH: World Tour e della sua poliedrica scaletta, Activision avesse già messo una toppa alle sue mancanze. Dedicare un intero titolo ad una fetta d’utenza così particolare, spacciandolo poi per un gioco nuovo, ci è sembrato, a conti fatti, un errore bello e buono. Che dirvi di più? Sarà per la prossima volta!