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Recensione Recensione di After Burner Climax

Recensione di After Burner Climax di Console Tribe

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Lassù non hai il tempo di pensare, se pensi sei morto.

Chiunque ricordi questa frase tratta da Top Gun, molto probabilmente, almeno una volta nella vita, ha desiderato pilotare un caccia. La sensazione di velocità, i momenti da cardiopalma quando in picchiata stiamo per colpire un nemico: queste le scene che avremmo voluto vivere. Quando davanti al teleschermo, con un birra in mano, ci troviamo ad esultare per l’ennesimo gesto eroico e sconsiderato ed a chiederci a noi stessi cosa saremo capaci di fare se solo n’avessimo la possibilità. Purtroppo avere un jet da pilotare non è cosa facile ma, proprio per questo, le software house ci vengono in contro propinandoci giochi in cui dimostrare le nostre abilità aeree.
Nelle ultime generazioni abbiamo visto sempre più spesso simulatori che rasentavano la perfezione, titoli costruiti pensando alla fisica, all’aerodinamica, il cui unico scopo era quello di offrire uno scorcio realistico di come potrebbe essere veramente pilotare un aereo. Talvolta però si ha bisogno di tornare alle origini, quando negli ’80 passavamo le giornate nei cabinati a sparare tra migliaia di nemici e velivoli dalle forme bizzarre. A completare questo quadretto nostalgico ci ha pensato Am2 che ci propone il remake di un titolo storico: After Burner Climax. Non ci resta che salire a bordo e mostrare al mondo che non abbiamo nulla da inviare a Tom Cruise.

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Decollo!

Prima di fare qualunque altra considerazione lasciateci dire una sola cosa su After Burner Climax: è veloce. Il titolo Am2 è tremendamente veloce, e se questo non bastasse è possibile addirittura aumentare la velocità dando “gas” ai propulsori del veicolo, tramite appunto la funzione Afterburner che da anche il nome al titolo. Aspettatevi tanta adrenalina, aspettatevi addirittura di rimanere confusi e stupefatti nel constatare che non siete riusciti a capire molto di quello che succede su schermo. Detto questo passiamo ad analizzare la trama del gioco. Poco più di un pretesto per sparare ai nemici, questa ci vede all’opera nel tentativo di evitare un altro conflitto nucleare. Della serie dichiariamo guerra alla guerra.
Avrete già capito da soli che questo titolo ha i suoi punti fondamentali nel gameplay. La prima cosa che noterete è come questo sia stupendamente semplice. Scelto uno dei tre aerei a disposizione, selezionata anche la livrea siamo già in volo e, da questo momento a quello in cui il cielo si tinge d’esplosioni, passa veramente poco, molto poco.
Il nostro velivolo dispone principalmente di due tipologie d’armi: una mitragliatrice a corto raggio e dei missili. Tramite lo stick analogico possiamo indirizzare qualunque dei nostri colpi, guidati ovviamente dal mirino, verso i nemici. Quindi, questi, diventeranno a conti fatti dei nostri target con un lock-on sul bersaglio che ci permetterà di lanciare i missili con precisione assoluta, praticamente un sistema di mira tanto semplice quanto letale. E dire che non abbiamo nemmeno seguito il corso per diventare piloti!
Se fino ad ora vi è sembrato tutto troppo facile vi sbagliate. I nemici sono tanti ed anche piuttosto agguerriti, se nei primi livelli questi sono facilmente eliminabili, prima che abbiano la possibilità di sparare, con l’avanzare degli stage i nostri avversari diventeranno dei piloti degni di questo nome.
Posti sempre davanti a noi tenteranno di colpirci con tutto l’arsenale possibile: evitare i colpi non sempre è facile considerando anche la velocità, per fortuna prima di precipitare al suolo ci sarà un’apposita barra a segnalarci le nostre energie, terminata la quale non possiamo far altro che urlare: May Day! May Day!. Facile intuire come in After Burner Climax la situazione possa degenerare da un momento all’altro: proprio quando saremo più in difficoltà è consigliabile utilizzare il Climax, una sorta di slow-motion che ci permette di eliminare molti avversari in tutta tranquillità.
La meccanica di gioco è sicuramente semplice ed intuitiva, di stessa fattura sono le modalità di gioco. La portata principale è sicuramente la modalità Arcade la quale, fungendo anche da storia, ci vede impegnati in diversi stage. La variabilità degli obiettivi non è poi così vasta, per fortuna qualche livello riesce a spiccare per la presenza di nemici diversi o situazioni di gioco particolari come combattimenti tra strette pareti rocciose dove ogni virata può essere letale. Ad arricchire ancora di più questa modalità sono le Ex Options: portando a termine determinati obiettivi, infatti, si aggiungeranno feature che cambieranno sotto vari aspetti il gameplay. Le opzioni, infatti, passano dal semplice numero di crediti aumentati, al fuoco automatico a un mirino più grande, senza disdegnare accorgimenti che rendono il gioco più difficile come velocità aumentata e minore resistenza ai colpi nemici.
L’altra modalità, insieme all’allenamento, offre ben poco rispetto all’arcade, dando al giocatore, infatti, la possibilità di ripetere gli stessi stage in una sorta di sfida a punti.

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Tecnica di volo…

Tecnicamente parlando After Burner Climax ha il duro compito di portare una grafica 3D in un genere in cui la bidimensionalità regna sovrana. La scelta fatta c’è sembrata coraggiosa ed anche piuttosto interessante. Probabilmente nelle prime ore di gioco tuttavia può risultare fastidiosa, soprattutto a chi ha passato tante ore nelle sale giochi di qualche anno fa.
I fondali sono sicuramente ben curati, con un dettaglio grafico di buon livello. Ottima anche la variabilità degli ambienti: paesaggi desertici, cittadini, oceanici, il tutto con una buona alternanza giorno/notte. Il perno centrale della produzione è sicuramente il nostro velivolo che purtroppo appare decisamente spoglio e privo di grandi dettagli, stesso discorso può essere fatto con gli aerei avversari.
Il punto più alto del comparto tecnico è sicuramente raggiunto dalla palette di colori. Tinte sgargianti e pastellose accompagneranno le nostre scorrazzate, lasciandosi apprezzare per la semplicità e per la scelta dei colori entrambe ben riuscite.
Il comparto audio non regala particolari emozioni, i suoni sono poco credibili, infatti, si rifanno molto ai vecchi effetti degli ormai compianti arcade. Buoni invece i campionamenti musicali che ci seguiranno durante le battaglie, con la possibilità inoltre di poter scegliere ad inizio partita le tracce a disposizione.

Missione Compiuta?

Prima di concludere la nostra analisi non possiamo non parlare della longevità del gioco. A conti fatti quanto di buono visto nel gameplay viene rovinato dalla brevità del tutto. Non si ha quasi il tempo di apprezzare al meglio il gioco che questo è già finito. Un giocatore abile potrebbe riuscire nell’opera in poco più di venti minuti, portando a casa anche un discreto numero di obiettivi ed opzioni sbloccate. Davvero un peccato perchè quei pochi istanti di gioco non erano affatto male. Nonostante la lunghezza quindi è opportuno considerare la bontà del titolo che si lascia giocare con una facilità disarmante. Ottimo sistema di controllo, opzioni di personalizzazione della partita interessanti, insomma tanti piccoli motivi che nel complesso fanno la fortuna del gioco.
Preparatevi a volare, ma non salutate nemmeno parenti e amici, tanto sarete presto a casa.