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Recensione Rayman Legends

Rayman è una serie di platform che, nonostante illustri colleghi di genere, è sempre restata fedele a se stessa ed è stata in grado nel corso degli anni di migliorarsi costantemente. Rayman Legends è l'ultimo capitolo di questa gloriosa saga. Un platform classico ma al tempo stesso innovativo, veloce, dinamico e artisticamente ineguagliabile.

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

C’era una volta, in una console lontana e pixellosa, un genere videoludico, capace di far sorridere bambini e adulti con salti scatenati e paesaggi colorati, questo genere era magicamente chiamato platform. Assai felici erano i giocatori. Assai entusiasti erano gli sviluppatori! In questa epoca lontana nessuno, o quasi, amava usare squallide pistole, nessuno era così codardo da nascondersi dietro muretti, ma anzi erano tutti così coraggiosi da saltarli quei muretti. Che bel mondo quello del platform, eppure tanta bellezza non è bastata a salvarlo. Questo mondo ormai sta sbiadendo, attaccato da assassini col cappuccio in testa, ladri d’auto e omaccioni tanto grossi quanto sudati e nessuno è in grado di farci nulla. Nel cuore e nel portafoglio degli uomini regna incontrastata una formula magica assai malefica: il person shooting. Che paura! Che terrore! Che orrore per il povero idraulico paffuto. Che disastro per il porcospino blu. Che disfatta per il coyote salterino. Chi li salverà? Melanzana! Melanzana! Una melanzana? Sì, proprio una melanzana…

Ancora qui, ancora tu.

E noi siamo felici di ritrovare Rayman, la nostra melanzana videoludica preferita. Come si diceva in tono fiabesco poco sopra, il genere platform non gode proprio di ottima salute. Nonostante i numeri non siano a favore, Ubisoft, con il suo Rayman Origins, ha messo in piedi un’operazione in stile revival, che nel corso di questi ultimi anni è riuscita, nel suo piccolo, a cambiare le carte in tavola. Con Origins, predecessore di Legends, Ubisoft ha conquistato un succoso bottino, con recensioni lodevoli su praticamente ogni testata degna di questo nome e un buon numero di vendite, grazie non solo a canuti e vecchiardi giocatori ma anche a giovincelli di primo pad. Questa è la situazione odierna, con Legends pronto e chiamato a bissare il successo del predecessore.
Legends si apre in maniera repentina, un minimalista filmato ci mostra brevemente l’incipit o, se vogliamo, il leitmotiv della produzione: i nostri eroi dormono beati, nel frattempo il mondo va allo scatafascio. Trama quanto mai semplice ma che appunto ricorda quella granitica formula narrativa dei platform anni 80-90’. Del tipo: principessa-rapita-castello-salvare-stop. Siamo lì, cambiano solo gli elementi di contorno. Detto questo, meglio giocare, non c’è tempo per perdersi in complicati intrecci narrativi. Quello che colpisce e che, a detta di molti, il vero protagonista della produzione è il level design. C’è qualcosa nel talento degli sviluppatori Ubisoft, e più precisamente nei designer, che trascende la semplice programmazione ma che piuttosto si avvicina in maniera silenziosa a quella cosa chiamata arte; e scusate se è poco.

 

Il level design rasenta la perfezione, ogni livello, stage e quant’altro è costruito per dare la massima soddisfazione al giocatore. Il tutto incastonato da sfondi bellissimi, luminosi, colorati. Se già in Origins il lavoro in tal senso era stato ottimo, in Legends i ragazzi di Ubisoft si sono addirittura superati. Ogni mondo ha un suo stile che richiama i miti e le leggende più disparate. Giochi di luce e ombre, fondali marini, foreste incantate, spazi bui e stretti; in Legends c’è tutto quello che si può desiderare da uno stage.
Pad alla mano, Legends si gioca proprio come il suo predecessore. Rayman ha lo stesso identico set di mosse, unica novità sarà un assistente che ci permetterà di utilizzare alcuni elementi dello scenario, come porte, ponti e manovelle, per raggiungere piattaforme altrimenti inaccessibili. Rayman salta e si aggrappa, tira calci e pugni, prende la rincorsa e salta ancora più in alto. Tutto questo per rendere le variabili di salto sempre più complesse e variegate. Se i primi mondi non v’impegneranno più di tanto, col proseguimento del gioco le sessioni si fanno più dure, richiedendo non solo il giusto tempismo ma anche un po’ di sana materia grigia, così, giusto per ricordarci che non siamo dei cretini a star lì davanti allo schermo per ore e ore. E questo è solo l’inizio. Rayman Legends, infatti, regala sorprese dopo sorprese, un solo articolo non basterebbe per descrivere tutto ciò che è in grado di darvi. In ogni livello sono nascosti i Teen da salvare e tanti più ne salviamo, tanto più riusciremo ad accedere ai vari mondi. Teen dopo teen, i mondi saranno tutti accessibili, e starà a noi scegliere quale completare per primo, in tal senso il giocatore ha completa libertà di movimento tra i vari mondi. Se gli stage normali non bastassero a mettere le cose in chiaro, troveremo anche degli stage musicali, in cui tutto ciò che è presente su schermo è coordinato alla colonna sonora. Questi passaggi sono veloci ed emozionanti. Grazie ad una scelta dei brani più che azzeccata, ogni livello musicale vi strapperà più di un sorriso. A questi si aggiungono rivisitazioni di livelli già visti in Origins, stage grandissimi ed esplorabili, e spettacolari e indimenticabili boss battle.

Non possiamo far altro che notare l’estrema varietà di situazioni e offerte ludiche che Rayman propone, vincente non solo per la qualità ma soprattutto per la quantità.
Conclude l’opera una sorta di sfida multiplayer, chiamato Kung Foot, modalità al limite della follia in cui a colpi di salti, pugni e calci due squadre si affronteranno in un’arena con due porte poste ai lati, scopo del match quello di mandare la palla in rete. Il gioco del calcio, rivisto in salsa Rayman, non è mai stato così divertente.

Melanzane per tutti i gusti.

Cos’altro dire per tessere le lodi di Rayman Legends senza essere pedanti e ripetitivi? A volte l’unica cosa da fare è semplicemente consigliarne l’acquisto, ma questo non basta, Legends è un acquisto obbligato. Un titolo da avere a tutti i costi nella propria collezione, indipendentemente dalla data di nascita riportata sulla vostra carta d’identità. Rayman non è un platform, Rayman è la quintessenza del platform. La prova assoluta che si possono fare bei giochi anche senza tridimensionalità, la prova che qualche volta l’arte si manifesta anche al di fuori di musei e galleria.
Che ci fate ancora qui?