Recensione Pop-Up Pilgrims
di: Marco LicandroPop-up Pilgrims è un gioco dove impersoneremo un Dio che dovrà guidare i suoi sudditi verso la meta. Caratterizzato da uno stile cartaceo, e da una iconografia da Giappone feudale, con tanto dei suoi miti e leggende, si propone su Playstation VR affascinando il giocatore con il suo stile simile ad un libro pop-up. Ma basterà il fascino per convincervi all’acquisto, o forse non è davvero tutto oro quel che luccica?
accettare i cookie con finalità di marketing.
Un minuscolo mondo di carta
Potete iniziare tranquillamente da seduti. Il gioco si svolgerà di fronte a voi, e probabilmente riuscirà immediatamente a farvi sorridere, grazie ad i vari livelli cartacei che, uno dopo l’altro, si avvicineranno al volto durante il semplice tutorial, dando una grande profondità ma al contempo la sensazione che tutto sia sottile come un foglio di carta.
Un dio simile ad un orco Giapponese, con tanto di corna, svolazzerà a destra e sinistra verso il livello sviluppato in orizzontale ed a strati. Quello siamo noi (almeno sulla carta). I tanti umanoidi che spunteranno fuori dal portale invece faranno di testa loro, continuando sempre nella loro direzione, e saltando da piattaforma a piattaforma una volta raggiunta la fine. L’unica azione disponibile del gioco sarà quella di scagliarli nella direzione che vorremo.
Un gameplay da torcicollo.
Le prime perplessità nascono dal modo in cui interagiamo con l’ambiente di gioco. L’unico modo per effettuare una selezione, come nel caso dei messaggi di tutorial, ma anche degli stessi umanoidi, parte integrante del gioco, sarà quello di guardare fissi, centrando con lo sguardo ciò con cui vogliamo interagire, senza sbagliare di un millimetro, seguendo come riferimento una nuvoletta che si muoverà con noi. Ed è proprio così che l’intero gioco si basa sostanzialmente sul muovere costantemente la testa, a destra e sinistra, e di nuovo, torcendo costantemente il collo. Ahi!
Ma continuiamo a giocare. Miriamo perfettamente, dopodiché scagliamo il pupazzetto di carta tramite analogico. A seconda della direzione, pressione, e tempismo, il salto farà giungere i vari pupazzetti su di un’altra piattaforma, o meglio ancora nel vuoto (capiterà spesso) morendo all’istante, e riducendo il punteggio complessivo. Scopo del gioco è infatti quello di portarli in salvo sotto un’arcata, ma non prima di collezionare alcuni oggetti sparsi per il livello, semplicemente andandoci sopra, per il solo gusto di far punti e conquistare un titolo più alto a conclusione del livello.
È questo il VR?
Come potrete intuire, a livello di gameplay ci troviamo quindi di fronte a qualcosa di veramente semplice, probabilmente più adatto agli smartphone, per via della complessità di gioco richiesta. Ovvio che in VR offra una dimensione aggiuntiva, tuttavia non riesce a sfruttare in nessun modo le possibilità che offre. Pop-up Pilgrims, proprio come se fosse realmente strutturato per piattaforma mobile, a fine del livello valuta il giocatore a seconda di quanti pupazzetti sia riuscito a salvare, e quanti collezionatili abbia acciuffato durante l’impresa. Concluso il livello, ne Inizia un altro, e punto e da capo, con una sfida lievemente maggiore ma sempre con lo stesso meccanismo. Spawnano i pupazzetti, miriamo, scagliamo, giunti a destinazione. Poco aggiungerà al “divertimento” la comparsa degli odiosissimi nemici, che semplicemente sfruttando l’incapacità dei nostri umanoidi di compiere qualsiasi azione che non sia camminare alla cieca, verranno brutalmente fatti fuori al semplice tocco.
Concludendo
Benché l’insoddisfazione nel corso della recensione sia palese, mettiamo in chiaro una cosa: siamo rimasti affascinati dallo stile pop-up del gioco, ed è un piacere viverlo in VR. Ma proprio per questo motivo entra in gioco la grande frustrazione dovuta alla semplicità di gameplay. Essenzialmente sarebbe stato più convincente leggere appunto un libro pop-up e far narrare una storia, piuttosto che proporre un gameplay da smartphone su di una piattaforma che ha abituato i giocatori a molto meglio. Non neghiamo che non possa piacere ad un pubblico giovane che voglia svagarsi con qualcosa di semplice, ma per quanto ci riguarda abbiamo provato il titolo per voi, e vi consigliamo fortemente di passare oltre.