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Recensione Pugni e calci in salotto con Kung-Fu: High Impact

L’oriente è sempre stato un mistero per noi occidentali: le cucine esotiche così ricche di sapori originali, lo stile di vita fondato sulla filosofia Zen, ma soprattutto le arti marziali fatte di saperi millenari. Per imparare le tecniche più mortali c’è chi ha esplorato le montagne giapponesi, chi ha passato anni in Tibet in compagnia dei monaci Shaolin; per fortuna i ragazzi di Virtual Air Guitar hanno ben pensato di portare la magia del Kung-Fu nei nostri salotti dotati di Kinect con Kung-Fu: High Impact.

di: Federico Lelli

L’oriente è sempre stato un mistero per noi occidentali: le cucine esotiche così ricche di sapori originali, lo stile di vita fondato sulla filosofia Zen, ma soprattutto le arti marziali fatte di saperi millenari. Per imparare le tecniche più mortali c’è chi ha esplorato le montagne giapponesi, chi ha passato anni in Tibet in compagnia dei monaci Shaolin; per fortuna i ragazzi di Virtual Air Guitar hanno ben pensato di portare la magia del Kung-Fu nei nostri salotti dotati di Kinect con Kung-Fu: High Impact.

Kung Fumetto

Inserito il disco scopriamo subito che lo stile scelto è quello del fumetto: l’interfaccia principale è infatti studiata come la tipica copertina da comic book americano. Tra le poche opzioni disponibili scegliamo subito la modalità storia che ci fa entrare letteralmente nella vicenda narrata: Kung-Fu: High Impact supporta infatti l’acquisizione di immagini dal Kinect e lo dimostra sin da subito chiedendoci di metterci in strane pose per delle foto. Scopriremo solo alla fine che queste immagini saranno usate per raccontare le cutscene iniziali del fumetto usando la nostra sagoma dove ci dovrebbe essere quella del protagonista; inutile dire che l’effetto è esilarante e ben riuscito.

Finita la parte narrativa entriamo in azione: la telecamera continua ad inquadrarci e ad eliminare lo sfondo mentre il software si occupa di piazzarci al centro della scena.
Il gioco è infatti un tradizionale picchiaduro a scorrimento 2D dove siamo chiamati ad eliminare tutti i nemici che ci si parano davanti. Il tutorial iniziale ci spiega come interagire con gli avversari virtuali che ci fronteggiano: a nostra disposizione ci sono infatti gli attacchi, calci e pugni da sferrare in maniera similare alla realtà; la parata, alzando le braccia davanti alla testa o le ginocchia al bacino; le mosse di evasione, salti e piroette da fare sul posto; e mosse speciali da sbloccare, doppi pugni, attacchi dall’alto e molto altro. Ovviamente più sono veloci i nostri movimenti più aumentano forza e distanza con cui colpirà l’avatar, trasformando semplici spostamenti in salti mortali e rapidi attacchi in pugni e calci con rincorsa.
Ogni stage è composto da una singola schermata dove affronteremo tutti i nemici, che usciranno a turno da determinati spawn-point; per la vittoria dovremo portare a termine un compito specifico, come l’interazione con un particolare pezzo di scenario, l’eliminazione di un boss o la sconfitta di tutti gli sgherri.
Oltre alla modalità training e survival, liberamente impostabile per durata e tipo di ondate, non manca la possibilità di giocare in quattro persone, con il primo a comandare sé stesso tramite il Kinect e gli altri tre a cercare di sconfiggerlo usando uno dei nemici col joypad.

Kung-Fail

Se da un lato il gameplay frenetico è un ottimo pretesto per fare esercizio, dall’altro non possiamo non notare che gli input richiesti dal gioco, anche se abbondanti in termini puramente numerici, sono decisamente pochi in termini di varietà e non fanno alcuna distinzione di origine e portata del colpo. In pratica ogni attacco, sia esso un calcio o un pugno, porterà lo stesso danno e l’unica variabile per introdurre un po’ di verve alle combo sono i colpi speciali che però usano una barra graduata che si ricarica col tempo proprio per evitarne l’abuso.
Altro dettaglio importante da tenere in considerazione è inoltre il fatto che, vista la natura da side-scroller del gioco, dovremo affrontare sempre nemici alla nostra destra e sinistra; in questo modo ci troveremo sempre in una posizione innaturale, girati col corpo da un lato e con la testa dall’altro a cercare lo schermo.
Al sistema di gioco ripetitivo e fisicamente stancante si aggiunge una modalità storia troppo breve, con avversari sempre uguali e con una decina di livelli tutti su singola schermata che, anche se leggermente esplorabili grazie ai differenti livelli di zoom, al massimo ci impegnano per cinque o dieci minuti l’uno.

Purtroppo il titolo manca anche di alternative valide viste le poche modalità offerte e anche in questi casi la qualità lascia a desiderare: un survival basilare e un multiplayer che sembra più una punizione per i tre giocatori col joypad, costretti a muovere dei nemici goffi, lenti e con pochi attacchi.
Chiude il tutto un reparto tecnico che non impressiona proprio perché fa il minimo indispensabile, e a volte neanche quello; degno di menzione invece l’ottimo doppiaggio in italiano che fa di tutto per raccontare al meglio la delirante trama da fumetto d’azione di serie B.

Dio disse Kung e Kung-Fu

Kung-Fu: High Impact è un titolo che stanca presto, non solo dal punto di vista fisico: l’azione frenetica e poco ragionata fa il paio con un gameplay scialbo e monotono; il risultato è un prodotto che si presta a poche sessioni di gioco prima di lasciare spazio alla noia. La brevità della storia, la povertà di modalità disponibili e il comparto tecnico poco esaltante lo avrebbero collocato molto più facilmente nel mercato dei Live Arcade ma anche in quel caso, vista la qualità media degli ultimi XBLA, avrebbe avuto comunque poche possibilità di emergere.