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Recensione Pro Evolution Soccer 2014

Come ogni anno riparte la bagarre tra i due titoli calcistici per eccellenza (nonché gli unici a dirla tutta). Oggi vediamo se Konami ha finalmente ritrovato gli stimoli per riportare il suo PES ai fasti di un tempo, che ormai sembrano lontanissimi.

di: Simone "PulpGuy88" Bravi

Come ogni anno riparte la bagarre tra i due titoli calcistici per eccellenza (nonché gli unici a dirla tutta). Oggi vediamo se Konami ha finalmente ritrovato gli stimoli per riportare il suo PES ai fasti di un tempo, che ormai sembrano lontanissimi.

Dove vai se la licenza non ce l’hai?

In un gioco di calcio vedere le esatte repliche delle magliettine dei giocatori o i nomi delle squadre scritti in maniera corretta non dovrebbe essere essenziale, l’importante è il gameplay, la simulazione. Un discorso del genere poteva valere una decina d’anni fa. Oggi, proprio per il livello di realismo a cui si punta non è propriamente il massimo vedere ancora l’Arsenal sotto il nome di North London e squadre come il Borussia Dortmund, vice campione d’europa, totalmente estromesse dal roster e giocatori dalle fattezze quantomeno approssimative.
Sotto questo punto di vista PES non ha fatto progressi, le licenze importanti si limitano alla Champions e all’Europa League, non risparmiando nemmeno gli stadi, di fatto quelli su licenza ufficiale si limitano a una manciata. Insomma la confezione del prodotto non è delle migliori ma sappiamo tutti quanto si sia impegnata EA, soprattutto economicamente, per ottenere in esclusiva praticamente tutti i campionati e le squadre esistenti.

 

Simulazione da ammonizione

Le modalità proposte da PES 2014 sono le classiche, a far compagnia alle varie coppe e ai campionati troviamo la celebre Master League e la modalità Allenatore, dove ci troveremo a gestire più parametri tecnici durante la stagione. Ma, lasciando da parte il listone di modalità, cominciamo ad analizzare il gameplay del titolo, che quest’anno sembra aver fatto dei passi in avanti considerevoli. Partendo dal fatto che l’introduzione del Fox Engine, in gentile concessione dalla Kojima Production, ha permesso un decisivo boost sul versante realismo, rendendo la gestione della palla ed il movimento dei giocatori quanto di più realistico si possa vedere in un videogioco calcistico (sì, anche più che in FIFA): il “True Ball Tech” rende la fisica del pallone assolutamente precisa e realistica, facendo risultare tiri, contrasti e rimbalzi assolutamente credibili in ogni situazione di gioco. Per la prima volta, infatti, la sfera non sembra un corpo calamitato che viaggia di pari passo col giocatore, anzi stavolta è il contrario: imparare a controllare il pallone, gestendone la velocità in base alla forza del passaggio o del cross sarà fondamentale. Altra importante tecnologia portata dal nuovo motore di gioco è il “M.A.S.S.” (Motion Animation Stability System) che ha permesso una caratterizzazione delle movenze, per ogni giocatore, davvero impressionante. In ogni situazione di gioco assisteremo a movimenti del tutto realistici da parte dei giocatori, anche loro, per la prima volta, dotati di un proprio “peso” sul campo che li renderà unici nelle animazioni durante la corsa, i contrasti, le cadute, i tackle. Il rovescio della medaglia, che evidenzia quanto ancora giovane sia questa nuova tecnologia per Konami, è una calibrazione dei comandi non sempre ottimale che spesso non ci farà sentire il totale controllo del giocatore. Insomma, i passi in avanti sul versante tecnico ci sono tutti e sono tangibili ma una rifinitura più curata li avrebbe resi virtualmente perfetti.

In generale, comunque, il cambiamento che si fa più notare è la diminuzione del ritmo di gioco, che rende le partite più realistiche e ragionate, eliminando quasi del tutto gli assoli personali, i lancioni filtranti di 50 metri e riportando finalmente il titolo Konami ad avere le parvenze di una vera simulazione.

Anche sul versante tattico ci attestiamo su buonissimi livelli, anche se qualche scoria delle precedenti versioni è rimasta e si fa sentire. Generalmente la distanza tra i reparti è diminuita e i difensori avversari marcano con più efficacia, stringendo le marcature e chiudendo gli spazi, scongiurando le care e vecchie sgroppate con Messi Cristiano Ronaldo. Di fatto le difese si dimostreranno più arcigne e decise nella riconquista del pallone, pur rimanendo abbastanza vulnerabili ai passaggi filtranti (quest’anno però più complessi da eseguire in quanto influenzati realmente dalla posizione del giocatore, dalla forza del passaggio e dalla direzione verso cui lo indirizzeremo).

Un I.A. più reattiva quindi, sebbene a volte mostri comportamenti non proprio coerenti: non sarà raro infatti vedere i giocatori avversari imbastire corse inspiegabili verso le linee del campo, trascinandosi fuori il pallone, anche senza essere marcati oppure assistere a papere imbarazzanti dei portieri alternate a veri e propri salvataggi impossibili. La sensazione generale è comunque quelle di essere di fronte ad un gioco più maturo e complesso di quelli passati, a testimoniarlo anche il decisivo aumento di opzioni nella pianificazione tattica delle partite, con schemi precisi da assegnare ai vari reparti della squadra e a tattiche di gioco avanzate e per niente semplici da eseguire una volta sul rettangolo verde (in nostro soccorso c’è comunque un pratico tutorial con tutte le moltissime novità). Decisivo boost anche all’intelligenza artificiale dell’arbitro, ora molto più attento ai contrasti e molto più severo per quanto riguarda i tackle in scivolata: dimenticatevi quindi spettacolari interventi da tergo alla Holly e Benji.

Leggermente semplificati invece i calci piazzati, con un cursore da muovere lateralmente per la direzione ed avanti e indietro per decidere la distanza del tiro, questo renderà considerevolmente più facile segnare su punizione, oppure piazzare un calcio d’angolo più preciso.

Il caro vecchio catenaccio… anche in rete!

Il comparto multiplayer del titolo non presenta grandissime variazioni rispetto alla versione precedente. A migliorare l’esperienza però c’è una migliore gestione del matchmaking, con filtri atti a bilanciare meglio l’esperienza di gioco, facendoci competere con giocatori vicini al nostro livello di abilità e permettendoci di tenere lontani gli utenti scorretti (quelli con un’alta percentuale di disconnessioni ad esempio).

Migliorata la Master League Online, con ben tre leghe tra cui scegliere, ognuna con un diverso “stile” di gioco: una per i giocatori più fisici e aggressivi, una per gli appassionati di tecnicismi ed infine la lega Catenaccio, il cui nome parla da sé. La particolarità delle tre leghe è che ognuna imporrà ai giocatori dei limiti di spesa per gli acquisti, in modo tale da non permettere la creazione di squadre galattiche semplicemente a chi ha più soldi. Per ogni lega, il giocatore, potrà inoltre acquistare soltanto calciatori vicini al suo stile di gioco (Cristiano Ronaldo ovviamente non potrà essere acquistato da un utente che gareggia nella lega Catenaccio).
Discretamente soddisfacente il netcode, salvo qualche sporadica occasione, le partite si sono svolte in maniera abbastanza fluida.
Ancora niente partite 11 vs 11, richieste a gran voce dai fan e che dovrebbero essere implementate con una patch nelle prossime settimane.

Luci (e ombre) a San Siro

Delle migliorie tecniche portate dal Fox Engine abbiamo già parlato e ripetiamo che, per quanto riguarda la fisica di gioco i miglioramenti sono davvero impressionanti. Diverso il discorso per la veste grafica. PES2014 appare abbastanza sotto tono, con molte texturericiclate e dei modelli poligonali che non convincono del tutto, senza contare che soltanto i giocatori più famosi godono di una riproduzione facciale degna di questo nome. 

Sonoro che non viene certo in aiuto: le reazioni del pubblico il più delle volte non trovano riscontro su quanto accade sul campo e, seppur siano presenti i cori ufficiali delle varie tifoserie, questo non basta per offrire un coinvolgimento adeguato. Decisamente ottima invece la telecronaca, affidata ancora una volta al duo Pardo-Marchegiani (curiosa coppia composta da un commentatore di Mediaseted uno di Sky).

Botta dalla distanza….PALO!

Dunque, valutare un titolo come PES2014 non è affatto semplice. Quest’anno Konami ci ha provato sul serio, non come le precedenti edizioni che si preannunciavano innovative soltanto nei comunicati ufficiali. Il nuovo capitolo del brand calcistico (una volta) più famoso ed amato dagli sportivi torna con un carico di novità importanti e fondamentali per restituirgli lo status di simulazione. Il Fox Engine in questo si è rivelato vitale, in quanto ha permesso un salto di qualità a livello tecnico che con l’obsoleto motore delle vecchie edizioni sembrava impossibile. Tuttavia non possiamo nascondervi che l’operazione non permette a PES di vincere la battaglia contro FIFAnemmeno quest’anno: in molti aspetti sicuramente il titolo giapponese eguaglia o perfino supera il rivale inglese ma la sensazione generale è quella di un titolo a metà tra quello che era e quello che vorrebbe essere. Una buona spinta nella direzione giusta, soltanto arrivata con qualche anno di ritardo rispetto alla concorrenza.