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Recensione Primi passi con Sesame Street: c’era una volta un mostro

A tu per tu con i pelosi muppet di Sesame Street insegniamo ai nostri figli una lunga serie di lezioni utili per la vita: dal valore dell'amicizia al rispetto per chi è diverso da noi.

di: Federico Lelli

L’infanzia, si sa, è un periodo fondamentale per la crescita dell’individuo: educazione, ambiente e stimoli esterni durante i primi anni di vita sono scintille vitali che tracciano la strada per le persone che diventeremo in futuro.
Il bambino, inoltre, è un tassello fondamentale nella società proprio perché futuro acquirente facilmente influenzabile, non a caso tutte le compagnie che si rivolgono ai più piccoli lo fanno usando animazioni, pupazzi e un linguaggio essenziale. Per fortuna si possono usare gli stessi mezzi per intrattenere e allo stesso tempo insegnare qualcosa ai più piccoli, come fanno dal ‘66 i muppet di Sesame Street, pionieri dell’edutainment a stelle e striscie. L’ottimo show, che spesso offre un livello di lettura più profondo anche per i genitori all’ascolto, diventa in breve tempo un cult del genere mentre i pupazzi protagonisti sono elevati ben presto a icone pop a tutto tondo.
Viste le premesse Double Fine e Warner Bros hanno tutte le motivazioni per far esordire Sesame Street: c’era una volta un mostro anche nelle nostre console casalinghe, sfruttando ancora una volta le potenzialità offerte dal Kinect.

Nel paese delle creature paffute

Lo ammettiamo, quando Tim Schafer è salito sul palco dell’E3 2011 mano nella mano con un bambino a presentarci per la prima volta questo gioco, abbiamo avuto parecchi dubbi sull’effettiva qualità del prodotto o sulla sua collocazione precisa nel parco titoli della Xbox 360. Una volta messo il disco nella console abbiamo capito subito che in effetti non è la qualità a mancare, ma è indubbio che lo stesso prodotto è molto difficile da catalogare, videoludicamente parlando.
Nel filmato introduttivo vediamo subito il Cookie Monster, il mostro dei biscotti: un’enorme palla di pelo blu, che ha un veloce scambio di battute con Elmo, più piccolo e tutto rosso. La discussione li porta ad aprire il libro Once Upon a Monster (C’era una volta un mostro) e a vivere nuove e emozionanti avventure.
Rivolto ad un pubblico di piccolissimi è lo stesso tomo a fare da menù, limitando al massimo le informazioni scritte: ogni pagina illustrata è infatti un capitolo diverso mentre in alto troviamo dei segnalibri che ci guidano velocemente in una delle sei storie differenti; riprendendo inoltre l’idea dei libri pop-up possiamo entrare letteralmente nelle pagine tirando le linguette ai lati.
La struttura è quella classica della televisione per l’infanzia, che i più piccoli conoscono ormai a menadito: ogni storia è dedicata ad un mostro differente e ai suoi piccoli problemi, che i nostri amici troveranno il modo di risolvere insieme agli altri personaggi di Sesame Street, nascosti nei vari capitoli; oltre al lieto fine arriverà la lezione di vita che i nostri bambini sicuramente apprezzeranno.
È così che ci troviamo a conoscere Shelby, tenera e a forma di fiore, che cerca di ripulire il suo giardino dalla spazzatura, oppure Grrhoof, terrificante ma pacifico mostro viola, triste e solo perché dall’aspetto spaventoso.
Ogni pagina nasconde un’attività differente, sempre contestualizzata alla storia narrata, che sarà eseguibile da due giocatori o, in caso di partita solitaria, con l’aiuto del computer: saremo quindi chiamati a lanciare i rifiuti nel bidone di Oscar the Grouch, muppet verde amante della sporcizia, o a vestire i nostri amici per la festa di compleanno di Marco, enorme mostro con le braccia lunghe quanto il corpo.
Ogni capitolo sfrutta il Kinect in modo diverso, sviluppando fantasia e immaginazione del “lettore” con le diverse attività presenti. Il riconoscimento invece, pur essendo affidabile, è tarato in maniera decisamente generosa proprio per venire incontro ad ogni tipo di giocatore offrendo, ludicamente parlando, poca sfida e una limitata rigiocabilità.
Il livello di interazione con i personaggi è alto e riprende anch’esso i canoni classici degli show per i più piccoli: i protagonisti vogliono essere salutati e chiamati per nome dai giocatori e, invece di avere schermate piene di scritte, sono gli stessi pupazzi a spiegare a voce cosa c’è da fare in ogni momento; a volte si sfiora il lapalissiano ma in questi casi, trattandosi di bambini, è sempre meglio ripetere anche l’ovvio.
Una vera festa di colori sgargianti e ambientazioni cartoonesche ci si presenta davanti agli occhi: i pupazzi sono riprodotti fedelmente e usano le loro voci originali mentre i nuovi mostri sono perfettamente in linea con gli standard della serie; gli scenari psichedelici offrono una buona selezione di interni ed esterni.

Sesame Chi?

Sesame Street: c’era una volta un mostro è confezionato alla perfezione per un pubblico selezionato: i bambini più piccoli. Per loro il gioco sarà un’avventura meravigliosa da vivere assieme ai loro personaggi preferiti, replicabile all’infinito come un dvd di cartoni animati.
O almeno sarebbe questo il giudizio se la serie Sesame Street avesse un minimo riscontro anche in Italia, dove purtroppo non è mai stata trasmessa con continuità. Non sembra quindi un caso che la copia arrivata in redazione non abbia la lingua italiana e che al momento non ci siano informazioni sull’eventuale lancio del titolo anche nel bel paese.
Il pesante distacco culturale sommato al mediocre valore ludico del prodotto, che si concentra molto di più sull’intrattenimento educativo, rendono l’opera difficilmente valutabile secondo i canoni attuali: se cercate qualcosa per far passare il tempo ai vostri figli anglofoni che allo stesso tempo sia una scusa per farli muovere allora C’era una volta un Mostro è il gioco che fa per voi.