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Recensione Outriders

di: Marco Licandro

Ci siamo presi un po’ di tempo per giocare il nuovo titolo sparatutto in terza persona di People Can Fly, e dobbiamo ammettere che hanno sfornato un bel gioco. Vasto, graficamente interessante, adrenalinico, variegato… eppure qualcosa non convince. Cosa sarà? Dovrete scoprirlo dopo il salto.

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Ahhhh… che bella dormita

Un po’ Mass Effect, un po’ Gears of War, Outriders crea un mix’n’match dei due colmando quel gap videloudico che ancora mancava all’appello, aggiungendo quel mix di progressione à la Destiny che tanto ci piace. Immaginatevi: l’umanità che per qualche miracolo risolve i suoi problemi ed inizia a viaggiare per l’universo. Nei panni di un Outrider (praticamente l’equivalente del Pathfinder di Mass Effect), ci ritroviamo in un nuovo pianeta, e durante l’esplorazione le cose vanno a quel paese, tra fulmini e compagni disintegrati, e ci risvegliamo dopo un sonno di 30 anni in una capsula criogenica. In tutto questo tempo le cose sono cambiate, le persone conoscono bene quella che chiamano l’anomalia, e non vi è praticamente più traccia di umanità visto che le persone vivono seguendo la regola ognuno per sé. Caos e morte sembra la nuova mondanità, e le cose non fanno che complicarsi dal momento in cui scopriremo di avere dei nuovi poteri…

Choose your Dest…Class!

Essendo Outriders uno sparatutto con meccaniche di copertura da giocare in gruppo, è bene scegliere la vostra classe con attenzione, visto che influenzerà profondamente il tipo di combattimento che andrete a sfruttare. Avremo a disposizione quattro classi: Distruttore, Piromante, Tecnomante, e Mistificatore. Ognuna di esse avrà il suo set di abilità nonché il suo stile di gioco e raggio d’azione. Un po’ come scegliere chi fa il tank e chi fa il mago in un fantasy, nel caso di uno sparatutto di gruppo è il caso di combinare bene le varie classi così da avere più chance sul campo di battaglia. Se come me avete scelto il Mistificatore, sarete stati ricompensati da poteri particolarmente letali nonché spettacolari. Non sarete i primi né gli ultimi a distrarvi completamente dalla battaglia in corso per esservi fermati ad ammirare i nemici dissolversi e trasformarsi in scheletri di fronte ai vostri occhi, e devo ammettere che nonostante questa azione si carichi abbastanza velocemente, continuo a distrarmi guardando il raccapricciante ma soddisfacente effetto che causa sui nemici, probabilmente soffrendo qualche proiettile extra di quanto avrei dovuto se avessi prestato maggiore attenzione.

Take Cover!

La storia di Outriders si sviluppa tra cutscenes e scene di gioco, dove potremo parlare con i personaggi e scegliere le nostre risposte come un RPG, ma queste parti lente e tranquille saranno solo l’1% di quello che è effettivamente uno sparatutto adrenalinico per il restante 99%. Il mondo di gioco è diviso in livelli, ognuno renderà la difficoltà maggiore, e grazie ai bonus di esperienza e loot il giocatore tenterà sempre di giocare rimanendo al livello più alto possibile. Il level design sarà caratterizzato da vaste aree piene di coperture, tra muri e dislivelli, così da poterci proteggere e attaccare al momento giusto. Tuttavia la AI cercherà sempre di aggirarci, sfruttando anche loro gli stessi ripari che a noi fanno tanto comodo, attaccandoci di fianco o alle spalle, e costringendoci a muoverci costantemente e pensare altrettanto rapidamente, portandoci abbastanza spesso al game over in caso giocassimo soli. Perché giocare soli? Beh, innanzitutto non è detto che abbiate sempre amici disponibili, ma secondariamente il sistema di matchmaking ha sempre funzionato abbastanza male, non trovando assolutamente nessuno sin dal day one, o unendoci ad un solo compagno che esca dalla partita giusto quando le cose si fanno complesse. La mia esperienza con Outriders è quindi stata, per forza di cose, praticamente l’opposto di come People Can Fly l’ha pensata, giocando nella sua totalità in modalità giocatore singolo con sporadici giocatori che entrano nella partita ma rimangono immobili, costringendomi a guidarli verso il più vicino checkpoint.

Il loot che ci piace

Come avrete intuito finora, il gameplay di Outriders si basa praticamente su sparare a tutto ciò che si muova. Tra ribelli e bestie feroci, dalle aree piene di nemici alle vere e proprie boss fights, sostanzialmente ripeteremo la triade copertura-uccidi-spostati all’infinito, di nuovo ancora e ancora, fino ad arrivare al livello 30 della campagna, e proseguire poi fino al 45 dell’endgame. Cosa ci spinge quindi a grindare svolgendo la stessa azione costantemente? Ma che domande. Il loot!
Troveremo armi e armatura, nonché materiali, tutti suddivisi come già immaginate per colore, indicando la rarità del bottino. Ogni Outrider dovrà quindi investire svariate ore nel proprio personaggio, cambiando e sostituendo armi e abilità, sfoggiando l’armatura migliore, così da affrontare i livelli più alti di gioco ed ottenere quindi, …sorpresa!, più loot. Se siete fan di queste meccaniche, preparatevi quindi ad una estrema longevità, visto che il gioco vi porrà di fronte a orde di nemici via via più forti e di livello più alto che vi daranno assolutamente del filo da torcere, specialmente per il modo in cui la AI intenta a sopraffarvi. Ma se siete di quelli che invece vorrebbero una storia più lineare, forse con questo titolo cadete male, visto che la ripetitività sembra essere un punto forte/debole del gioco. In particolare una volta terminata la campagna, sbloccherete delle spedizioni, che consistono sostanzialmente in raid di nemici assetati di sangue, da far fuori per la pura gioia di farlo. Yay?

Tecnicismi obbligatori

Analizziamo un po’ la parte tecnica, che sappiamo vi piace tanto. La versione che abbiamo recensito è quella per PS5, ed i 60 frame per secondo sono assolutamente stabili in praticamente tutte le fasi di gioco, con forse minuscoli cali di frame nelle fasi più ricche d’azione ma praticamente impossibili da notare. Ovviamente, essendo un titolo cross-gen, noterete caricamenti sostanzialmente ridotti nella nuova generazione, ma a quanto pare anche la vecchia non va poi così male. Il gioco lascia abbastanza libertà di movimento al giocatore, con vasti scenari ricchi di particolari, regalando un impatto grafico notevole. Tuttavia si tratta pur sempre di zone abbastanza chiuse, non essendo un open world, ed il level design non sembra eccellere nel marcare i confini, lasciandovi semplicemente delusi al momento di trovare un limite invalicabile. Dal punto di vista della colonna sonora, ci troviamo di fronte ad una delle più anonime tracce videoludiche, senza praticamente un main theme degno di essere chiamato tale, e ci concentreremo forse di più sull’audio che sembra invece essere più curato, con un discreto suono tridimensionale grazie alle Pulse 3D di Sony.

In conclusione

Outriders è un titolo solido, fa il suo dovere, e garantisce azione adrenalinica con una AI sicura di sé e abbastanza impegnativa, mentre il sistema di loot garantisce al giocatore quel je-ne-sais-quoi che permette di ignorare quanto possibile l’estrema ripetitività. Nonostante tutto, non eccelle particolarmente né per la narrazione, né per la trama, o le musiche, o tecnicamente… diciamo che non sorprende. Sicuramente può essere soddisfacente e divertente, in particolare se deciderete di giocarlo assieme ad un gruppo di amici, aggiungendo il fattore social che va sempre a migliorare qualsiasi titolo; ma se giocato da soli si può cadere nella noia abbastanza facilmente, anche per via del pessimo matchmaking che ha creato problemi sin dal lancio. Da valutare bene prima dell’acquisto per non rimanere sorpresi dalla mancanza di qualcosa che vi spinga veramente a continuarlo.