Recensioni

Recensione Neva

di: Donato Marchisiello

Il concetto di videogame, da decadi, è semplicemente la trasposizione “elettronica” dell’idea di gioco: un’attività ricreativa con degli schemi logico-interattivi dalle meccaniche specifiche e dalle finalità altrettanto chiare. E, al contempo, il gioco può esser anche arte, in diversi modi e forme. Ma il concetto di gioco come forma d’arte è stato ed è oggetto di discussione da anni: mentre alcuni sostengono che si tratti di semplice intrattenimento, altri si concentrano su come la combinazione di interattività e narrazione visiva comunichi messaggi in modo pregno e concreto, a tratti addirittura in modo più “pungente” rispetto a metodi artistico-comunicativi più tradizionali. Grazie alla capacità di suscitare emozioni crude e di approfondire temi complessi, legate a doppio filo all’interattività, il videogioco offre una tela ricca di spunti per l’esplorazione narrativa.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Ed eccoci arrivati a Neva, di cui quest’oggi discuteremo la versione PS5: la precedente uscita di Nomada Studio, Gris, esemplificava la tesi di cui sopra mentre Neva, al contrario, sembra rafforzarla, per ribadire che i videogiochi possono trascendere il mero intrattenimento e puntare a scopi più “didattici”.

Neva è uno splendido gioco d’azione 2D in stile piattaforme, con alcuni spunti specifici che ne ispessiscono i modus ludici avvicinandolo ai titoli di ruolo. Il gioco ha dalla sua una componente narrativa piuttosto accentuata (che, ad onor del vero, non è esattamente uno standard nel settore), esaltata anche da un’estetica in stile Studio Ghibli che, appunto, rimpolpa e fa “esplodere” le tematiche principali del gioco. Il prodotto di Nomada è incentrato su Alba, una giovane donna legata a un mitico lupo e al suo cucciolo, di nome, appunto, Neva. Non conosciamo esattamente il nome della madre di Neva, ma la vedremo sacrificare la propria vita per i due protagonisti nei primi minuti del gioco. A grandi linee, la storia ci racconta un arduo percorso che Alba e Neva percorreranno assieme, crescendo e rinforzando il loro legame, al contempo liberando il mondo da una opprimente e devastante oscurità.

Quello che ne consegue è una storia potente e ben concepita, incorniciata con dei toni tipici di una favola occidentale, priva di dialoghi ma che che cattura la fragilità della vita e riesce, anche grazie alla sua potenza visiva, a comunicare in modo più che egregio temi bui come la perdita, il distacco e la sofferenza. A livello puramento narrativo-estetico, come già detto, è visibile e percebile l’influenza dell’opera di Studio Ghibli (perché, c’è qualcosa che non ne è stato influenzato? ndr), seppur probabilmente ci troviamo un gradino al di sotto dalle opere immortali dello studio giapponese.

Ma com’è Neva da un punto di vista meccanico? Il gioco, innanzitutto, offrirà unicamente la modalità “campagna”, dalla durata di circa cinque ore e costruita interamente su “rigidi” binari narrativi. Al centro del gioco, naturalmente, c’è il legame che la nostra alter ego svilupperà con la tenera lupacchiotta: nel corso delle quattro stagioni che coloreranno gli stage di gioco, vedremo Neva crescere dall’essere quasi indifesa, fino a diventare un adulto che lotta a denti serrati contro l’oscurità al fianco di Alba. Naturalmente, il prodotto di Nomada Studio funzionerà come un classico action platform: Alba è in grado di effettuare doppi salti, arrampicarsi e correre verso le piattaforme. È necessario osservare l’ambiente e usare le proprie abilità (che otterremo man mano che Neva crescerà) per poter avanzare. Poiché il mondo sta lentamente morendo, le aree si sgretoleranno e bisognerà saltare attraverso detriti e devastazione per raggiungere la propria destinazione.

Durante il gioco, avremo facoltà di costruire un legame con Neva attraverso le azioni che il gioco ci obbligherà a compiere, ma anche quelle che non saranno esattamente “ovvie”. Per esempio, nel corso delle prime ore di vita di Neva, vi saranno occasioni in cui la nostra cucciola di lupo, Neva, sarà minacciata e si dovrà intervenire per salvarla. Prendersi un momento con Neva per accarezzarla e confortarla in seguito è notevolmente diverso rispetto al farlo in un momento di pace. Nonostante una certa semplicità concettuale delle sfide, sia per quanto concerne i combattimenti che i classici enigmi fisici che ci si pareranno innanzi, Nomada Studio cerca costantemente di valicare i propri confini creativi, introducendo continuamente idee nuove e reinterpretazioni di quelle “vecchie”, rendendo il gameplay sempre piuttosto dinamico.

Dunque, Neva è un gioco facile? La risposta è no, naturalmente. Vi saranno, però, alcuni puzzle sempre legati al “mero” platforming dalla difficoltà nettamente più elevata (e forse, un po’ “distruttori” del pacifico scorrere del gioco), ma saranno quasi tutti opzionali. Anche il combattimento ci darà del filo da torcere visto che, in sostanza, basteranno pochissimi colpi per mandarci al tappeto. Per recuperare i nostri punti ferita, ci basterà “solamente” continuare a colpire i nostri avversari e dunque, focalizzarsi sull’attacco è l’unico modo per rimanere in vita durante un combattimento. Gli scontri e, in generale, gli schemi di attacco dei nemici saranno piuttosto semplici, così come piuttosto basica sarà l’intera struttura ludica. La storia è come detto al centro dell’attenzione, dunque Neva, nonostante il suo indubbio valore, potrebbe non offrire sufficiente mordente o suscitare interesse per i veterani dei “salta salta”, anche a causa di una campagna corta e non particolarmente rigiocabile.

Non c’è molto da dire che non sia stato già detto a livello estetico. Il lato visuale e l’arte in mostra sono stupefacenti: Nomada Studio ha realizzato un’opera d’arte così coesa e degna di nota che, a tratti, sbigottisce. Non solo gli ambienti, ma anche il design dei nemici è impeccabile. Ispirandosi visibilmente alle lezioni impartite da Studio Ghibli, elementi eterei si contrappongono a caratteristiche inquietanti che evocano meraviglia e terrore, il tutto incorniciato in un modo che alterna bellezza e rovina in modo coerente ed incessante. A volte, la telecamera si “torcerà”, amplificando il senso di solitudine e melanconia che seguirà ogni nostro passo. Anche se solo nei punti chiave, vi saranno anche cutscene ben animate che aumentano l’impatto dei momenti della storia. Una leggiadria artistica che pervade anche il comparto sonoro, che alterna effettistica onirica con tracce musicali ambient e post-rock molto “ampie” e morbide. Nulla da eccepire da un punto di vista più squisitamente tecnico: il gioco è pulito e scorrevole, senza grandi lacune degne di menzione.

Neva è un ottimo prodotto ed offre un viaggio unico e spirituale attraverso le complessità della vita. Sebbene il gameplay complessivo, per quanto solido, non avrà dalla sua delle idee “rivoluzionarie”, la narrazione, per quanto breve, sarà toccante ed emozionale. L’avventura è ricca di momenti memorabili che ci condurranno, tra meraviglia e tristezza, verso la sua luminosa conclusione. Il viaggio emotivo e stimolante unisce una narrazione accattivante a un gameplay semplice ma con mordente, in un’esperienza speciale.