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Recensione MXGP – The Official Motocross Videogame

Da grandi specialisti del motorsport, gli italianissimi di Milestone ormai ci hanno preso gusto. Dopo essersi accaparrati due prestigiose licenze come quella della MotoGP e quella del campionato WRC, i nostri connazionali tornano con orgoglio sotto la luce dei riflettori con il nuovo MXGP, il gioco ufficiale del campionato mondiale di motocross. Per gli amanti della "sporca" disciplina, questa non può che essere una buona notizia: non solo livree, tracciati, piloti e team ufficiali, ma anche il prezioso contributo di alcuni tra i più forti motocrossisti della scena mondiale. Scopriamo insieme se vale la pena scendere in pista.

di: Santi "Sp4Zio" Giuffrida

Da grandi specialisti del motorsport, gli italianissimi di Milestone ormai ci hanno preso gusto. Dopo essersi accaparrati due prestigiose licenze come quella della MotoGP e quella del campionato WRC, i nostri connazionali tornano con orgoglio sotto la luce dei riflettori con il nuovo MXGP, il gioco ufficiale del campionato mondiale di motocross. Per gli amanti della “sporca” disciplina, questa non può che essere una buona notizia: non solo livree, tracciati, piloti e team ufficiali, ma anche il prezioso contributo di alcuni tra i più forti motocrossisti della scena mondiale. Scopriamo insieme se vale la pena scendere in pista. 


Largo ai giovani!

Avviato il gioco e giunti al menu principale dopo essere stati istruiti a dovere dagli ottimi video-tutorial, ci si sente subito a casa. L’offerta contenutistica, infatti, ricalca quanto già visto nelle altre produzioni Milestone. Troviamo quindi la Gara Istantanea, il Gran Premio, il Campionato, la Sfida a Tempo, il Multigiocatore e l’immancabile modalità Carriera. Mentre le prime non necessitano di presentazioni particolari, l’ultima, ovviamente, rappresenta il vero pilastro portante dell’esperienza single player e ci permette – subito dopo aver creato il nostro alter ego – di vestire i panni di un pilota in erba e debuttare come wild card in uno dei team minori della MX2. A suon di piazzamenti, poi, attireremo l’attenzione di team via via più prestigiosi, ricevendo pertanto offerte d’ingaggio sempre più invitanti fino ad approdare all’ambita classe regina, la MX1. Gavetta classica, insomma, niente di trascendentale. 
In una sorta di menu tridimensionale, che funge praticamente da ufficio virtuale, potremo monitorare i nostri progressi attraverso le classifiche, tenere sotto controllo i feedback della squadra e dei tifosi, leggere i commenti degli avversari e dare un’occhiata al calendario per prendere parte alla gara successiva.

Il comparto multigiocatore, come da tradizione, supporta un massimo di 12 piloti e permette di affrontare gare singole, weekend interi o campionati personalizzati. Molto interessante la modalità Stagione Online, dove la nostra costanza di rendimento viene messa a dura prova in una sorta di mini-campionato il cui obiettivo è guadagnare la promozione alla categoria successiva attraverso il raggiungimento di una specifica soglia punti entro un numero limitato di gare. L’idea è buona (anche se non del tutto inedita) e garantisce una buona dose di adrenalina, specie quando si è a rischio retrocessione.
Durante i nostri test abbiamo avuto solo qualche difficoltà a entrare in alcune lobby ma, una volta scesi in pista, non abbiamo riscontrato particolari problemi di lag.

Qualsiasi gara disputata, a prescindere dalla modalità di gioco, farà aumentare il proprio livello pilota (attraverso l’accumulo degli ormai arcinoti punti esperienza), in questo modo otterremo l’accesso ad alcuni contenuti sbloccabili, come caschi per il nostro alter-ego, immagini e altro ancora.

Time to scrub

Parlando del modello di guida, va subito fatta una doverosa premessa: MXGP non vuole essere una simulazione a 360° ma piuttosto un titolo in grado di accontentare e coinvolgere tutti, dagli appassionati della disciplina ai piloti della domenica. L’indole di MXGP è quella tipica di un “simcade”, ovvero un mash up consapevole che piazza l’ultima fatica di Milestone a metà strada tra simulazione ed arcade. Tale approccio è tangibile sin dai primissimi minuti di gioco, quando ci si scontra con l’assenza della frizione e ci si rende conto che la deformazione della superficie del tracciato è puramente estetica e non influenza in alcun modo l’handling della moto. Quanto appena detto potrebbe essere scoraggiante, è vero, ma vi possiamo assicurare che, nonostante le evidenti semplificazioni, il gameplay confezionato dagli sviluppatori funziona più che bene e non è nemmeno tanto facile da padroneggiare. Niente paura, però, qualora siate alle prime armi potrete cucirvi addosso l’esperienza di guida che più vi aggrada intervenendo sui consueti aiuti alla guida, prediligendo pertanto una fisica del mezzo più o meno realistica ed un’aggressività dei piloti avversari più o meno affaticante, senza dimenticare la possibilità di abilitare o meno i freni congiunti ed il cambio manuale, esattamente come già visto in MotoGP 13. I più esperti, poi, potranno come al solito smanettare con l’assetto della moto, ottimizzandone così la manovrabilità in base al tracciato da affrontare. 
La gestione della moto e del pilota è affidata al riuscitissimo sistema Dual Stick Control: l’analogico sinistro direziona la moto mentre quello destro distribuisce il peso del pilota nelle quattro direzioni. Tale sistema di controllo non solo permette ai giocatori di sfoggiare il proprio stile di guida ma riveste un ruolo di primaria importanza soprattutto durante la fase di volo, in cui è possibile eseguire uno “scrub” più o meno pronunciato in base alla conformazione della pista. Sostanzialmente si tratta di una tecnica tanto spettacolare quanto fruttuosa che, se padroneggiata a dovere, permette di “abbassare” la parabola del salto inclinando lateralmente la moto qualche istante prima dello stacco da terra, riducendo così quanto più possibile la forza repulsiva degli ammortizzatori. Anticipare o ritardare l’apertura dello scrub è questione di stile ed istinto, ma il tempismo ed una buona conoscenza della pista sono consigliati. Affrontare alla cieca uno dei 14 tracciati ufficiali di MXGP non vi garantirà prestazioni eccellenti; per sfruttarne al meglio le rispettive peculiarità dovrete studiarveli, solo così imparerete a dominare ogni curva a gomito ed ogni salto, evitando che un atterraggio maldestro si trasformi in una rovinosa caduta. 

Il feedback restituito dalla moto è piuttosto buono, quest’ultima risponde in maniera verosimile alle diverse asperità della pista, nonostante le diverse superfici – ovvero sabbia, terra battuta e misto – non diano sensazioni sufficientemente differenziate in fase di percorrenza. Il passaggio dalla MX2 alla MX1, invece, si sente tutto, tanto da richiedere un discreto adattamento, specie nella gestione dei salti. Sgasare per credere. 
Staccare di traverso, spalancare il gas in uscita di curva e scrubbare come se non ci fosse un domani non mancherà di esaltare i fan di motocross e coinvolgere anche i meno avvezzi al genere.

Gomito a gomito e faccia a terra

Il lavoro svolto sull’intelligenza artificiale è di buona fattura, così come risulta ben bilanciata la curva di apprendimento. Gli avversari in pista diventano più aggressivi e competitivi in base al livello di difficoltà selezionato, sfoggiando una routine comportamentale abbastanza realistica che li porterà a commettere anche qualche errore di interpretazione, rendendoli di fatto più “umani”. Di contro, il sistema di collisioni è assolutamente da rivedere e rappresenta a pieno diritto il vero tallone d’Achille dell’intera produzione. Così impreciso da rendere i contatti imprevedibili e la fisica delle cadute quasi del tutto non-sense: vi capiterà spesso di scontrarvi contro uno o più avversari, falciarli come dei pupazzi inermi e restare perfettamente in equilibrio come se niente fosse successo. Altre volte invece finirete a terra per un nonnulla. Il nostro auspicio è che gli sviluppatori possano metterci una pezza attraverso il rilascio di una patch correttiva, più che altro per rendere onore ad un modello di guida che per qualità non può lasciare indifferenti.

Occhi aperti! 

Graficamente parlando, si viaggia tra alti e bassi. Il colpo d’occhio generale non è male ma se siete portatori sani di occhio clinico non potrete fare a meno di notare alcune texture in bassa definizione, qualche pop-up qui e là ed imbarazzanti compenetrazioni poligonali particolarmente evidenti durante le cadute. Buoni gli effetti particellari e di luce, ottima la modellazione poligonale sia dei piloti che delle moto, entrambi elementi ricchi di dettagli e “vivi” grazie allo sporco che dinamicamente va a depositarsi sulla carena e sulla tuta del pilota. Menzione d’onore per la visuale in prima persona, semplicemente spettacolare ed adrenalinica.
Il design generale dei tracciati è soddisfacente ed è palese come le dimensioni ridotte abbiano permesso agli sviluppatori di inserire innumerevoli elementi di contorno, con qualche “licenza poetica” di natura scenica rispetto alle controparti reali. Il comparto animazioni alterna qualche movenza realistica a qualcun’altra visibilmente più legnosa, mentre il frame rate è abbastanza stabile.
Da segnalare un fastidioso problema che occasionalmente vede i menu di transizione rispondere ai comandi impartiti con un leggero ritardo. 
Il sonoro offre un campionamento dei motori di discreto livello ed una colonna sonora praticamente ridotta all’osso. Si poteva fare di più.

Ultimo giro

Tirando le somme, MXGP è un titolo che fa del modello di guida il suo più grande punto di forza e trova il suo baricentro a metà strada tra la simulazione e l’immediatezza. In altre parole, un’esperienza di gioco divertente che sa essere profonda ma al contempo accessibile.
Dal punto di vista tecnico ci sono evidenti ampi margini di miglioramento, in primis per quanto riguarda il sistema di collisioni, ancora troppo acerbo, ed in secundis per un comparto grafico visibilmente desideroso di ulteriori rifiniture. Ciononostante, la licenza ufficiale, il pregevole modello di guida e l’ottimo design dei tracciati, costituiscono un pacchetto di indubbio appeal videoludico che farà la felicità degli appassionati della “sporca” disciplina a due ruote. MXGP: The Official Motocross Videogame, dunque, non è un punto di arrivo ma piuttosto un buon punto di partenza.