Recensione Monster Boy and the Cursed Kingdom
di: Donato MarchisielloIl genere dei platform è sicuramente uno dei più “antichi” e longevi dell’intera industria videoludica. Nonostante siano passate decadi dal primo effettivo esponente del settore (Donkey Kong, 1981), il genere non ha mai visto battute d’arresto a livello di produzione di nuovi “esemplari”. Tuttavia, nel corso degli anni, i platform son stati costretti a “reinventarsi” e ad ibridizzarsi al fine di sopravvivere ad un mercato sempre più particolareggiato e difficile da interpretare. , sequel dell’apprezzato Wonder Boy made in SEGA, appartiene pienamente al genere offrendo al contempo una (per certi versi inattesa) profondità che lo fa, di diritto, entrare nel sottogenere dei Metroidvania. Ma andiamo con ordine!
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Un potere incredibile
Il titolo parte da una premessa narrativa piuttosto semplice: il nostro eroe, chiamato Jin, sarà chiamato a fermare il suo “amato” zietto che ne sta combinando di tutti i colori abusando delle sue conoscenze arcane e non solo. La semplicità pervade quasi ogni angolo del gioco, il quale sarà facilmente accessibile a livello meccanico ed altresì comprensibile a livello di difficoltà e level design. Persino a livello artistico, il gioco offrirà un look “cartoonish” di sicuro impatto e dallo stile pulito e diretto, il quale si incastrerà alla perfezione con il generale senso di “frenetico relax” che pervade nel gioco.
Come già sottolineato nell’introduzione, il titolo sarà in tutto e per tutto un platform, offrendo quindi il solito “salta salta” canonico del genere. Ma, al contempo, Monster Boy and the Cursed Kingdom avrà al suo arco alcune frecce che andranno ad approfondire ed impreziosire la sua offerta ludica. Ad esempio, il nostro Jin potrà adottare differenti forme animali, le quali gli doneranno poteri diversi utili in situazioni specifiche, sia a livello di puro platforming sia per quanto concerne l’affrontare nemici di vario tipo. Le svariate trasformazioni che Jin potrà adoperare, saranno sbloccate ogni volta che completeremo un’area di gioco e progrediremo con la storyline.
I poteri di Jin saranno variegati e di sicura utilità. Ad esempio, nella sua forma “serpentosa” il nostro eroe riuscirà a strisciare sulle pareti ed utilizzare il veleno, mentre utilizzando la forma di leone otterremo in dote un forza fisica superiore che ci consentirà di abbattere i muri a suon di spallate. Il level design del gioco, di ottima fattura, ci costringerà ad un utilizzo costante e pianificato di tutte le forme al fine di superare le sezioni di platforming più ostiche ed intricate. Ovviamente, il nostro eroe potrà utilizzare tutta una serie di strumenti e attrezzature fra incantesimi, armi ed armature, le quali potranno essere acquistati nelle varie botteghe sparse per il mondo di gioco al costo di moneta sonante.
Un pericoloso mondo cartoon!
Avremo la possibilità di interagire con un mondo di gioco piuttosto vasto dove l’esplorazione avrà un senso, visto che grazie ad essa riusciremo ad impossessarci degli oggetti necessari all’affrontare determinate stage/puzzle. Ecco che, ad esempio, per attraversare un livello ambientato fra le nuvole avremo bisogno di speciali stivali o, al contrario, dovremo utilizzare una spada di ghiaccio per creare piattaforme ghiacciate al fine di superare un livello ambientato in un vulcano. Il gioco, la cui durata si aggira intorno alle 10 ore, sarà impostato su una difficoltà tendenzialmente sopra la media, la quale metterà alla prova la nostra abilità di platformer in più di una occasione. A venirci in soccorso, c’è un sistema di salvataggio fondato sui checkpoint sparsi in modo piuttosto intelligente nella mappa, i quali solitamente ci consentiranno di “archiviare” le sezioni più ostiche e proseguire senza il timore di doverle ripetere all’infinito.
Come già sottolineato, Monster Boy and the Cursed Kingdom poggia le sue meccaniche ludiche su di un’estetica cartoon completamente disegnata a mano, dai colori vivaci e dalle forme e linee che strizzano l’occhio agli standard degli anime giapponesi, fatti di “occhioni” giganti, buffissimi “cattivoni” e tutta una serie di clichè caratteristici del folklore animato nipponico. A questa caratteristica, si aggiunge un comparto tecnico di buon livello e pulizia, il quale ci consentirà di fruire del gioco in Full HD ad un frame rate stabilmente ancorato ai 60 fotogrammi al secondo, seppur al prezzo di qualche minimo bug ed imperfezione. Un plauso va sicuramente fatto anche alla colonna sonora del gioco, di sicuro impatto e realizzata da alcuni dei “volti noti” della composizione musicale nipponica, come Motoi Sakuraba (serie Tales Of), Michiru Yamane (Castlevania) e Yuzo Koshiro (serie Ys).
Tirando le somme…
Monster Boy and the Cursed Kingdom è un ottimo Metroidvania, il quale unisce caratteristiche del passato a concept moderni dell’industria senza però tentare in nessun modo di innovare o imporsi in modo originale. Il gioco è sicuramente valido, divertente ed anche piuttosto impegnativo, anche se non particolarmente longevo.