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Recensione Marvel’s Spider-Man

di: Luca Saati

Avete presente quel salto compiuto da Naughty Dog quando è passata dalla produzione di titoli come Crash e Jak & Daxter a tripla A del calibro di Uncharted e The Last of Us? Quel salto è ciò che Insomniac Games non è mai riuscita a compiere. La software house ha dato vita a due serie amatissime come Spyro e soprattutto Ratchet & Clank, ma non è mai riuscita ad andare oltre. Ci ha provato prima con Resistance, poi con Sunset Overdrive (FUSE è meglio dimenticarselo), ma la fortuna non l’ha mai assistita in questi casi. Ecco quindi cosa rappresenta Marvel’s Spider-Man per Insomniac Games: l’occasione di fare quel balzo in avanti tanto cercato e che non gli è mai riuscito. E per farlo si avvale dell’aiuto del supereroe più amato e famoso al mondo, quell’amichevole uomo ragno di quartiere le cui vendite di merchandising superano di diverse misure quelle di colossi come Batman, Superman e Avengers. Complice quella spettacolare saga Batman Arkham di Rocksteady, fare un videogioco con protagonista un supereroe nel 2018 non è una cosa banale, il pubblico è esigente e non è più disposto ad accettare quegli scarsi tie-in che hanno invaso le passate generazioni di console. Con aspettative alle stelle ci siamo quindi approcciati a Marvel’s Spider-Man e arrivati ai titoli di coda abbiamo finalmente capito se Insomniac Games è riuscita ad uscire o meno dal circolo degli eterni incompiuti.

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“Da un grande potere, derivano grandi responsabilità”

Sin dall’annuncio del gioco, Insomniac Games ha precisato che l’universo di Marvel’s Spider-Man non si ricollega a nessun fumetto o film, piuttosto il team di sviluppo si è posto l’obiettivo di voler raccontare una storia inedita e la propria visione dell’arrampicamuri.

Lo Spider-Man che conosciamo nell’esclusiva PS4 non è quindi quello giovane e spregiudicato dei primi anni di carriera, bensì un supereroe più responsabile e più conscio dei propri mezzi. Peter Parker può infatti vantare ben 8 anni di carriera alle spalle come supereroe, diversi nemici li ha già sconfitti, mentre altri sono ancora a ruota libera. Uno di questi è Wilson Fisk, capo della criminalità organizzata di New York meglio conosciuto come Kingpin. Il gioco inizia proprio con l’amichevole uomo ragno di quartiere impegnato in una missione che porterà all’arresto di Fisk e alla fine del suo regno criminale. Con Kingpin dietro le sbarre, Peter sogna di poter dedicare più tempo alla sua vita privata e indossare il costume da Spider-Man solo per quei piccoli crimini che ogni tanto accadono nella Grande Mela. Un sogno che resta tale, perché l’arresto di Kingpin in realtà equivale all’inizio della fine: in città si scatena il caos con nuove bande criminali pronte ad emergere.

Per evitarvi spoiler, preferiamo non andare oltre le premesse narrative della nuova opera di Insomniac Games. Dopo una prima mezz’ora molto esaltante e spettacolare, Marvel’s Spider-Man rallenta il ritmo prendendosi il giusto tempo per introdurre al giocatore il contesto in cui si trova, e iniziando a suscitare un certo interesse nei confronti dei vari personaggi, ognuno dei quali può vantare un’ottima scrittura e il proprio posto di rilievo nella sceneggiatura creata dagli sviluppatori. Pian piano la storia comincia ad ingranare, l’azione, grazie a una regia cinematografica, diventa sempre più frenetica e spettacolare, ed è in quel momento che ci rendiamo conto di essere completamente immersi nel mondo creato da Insomniac Games. Come diceva la stessa software house un po’ di tempo fa, le migliori storie di Spider-Man sono quelle in cui la vita di Peter Parker e del suo alter ego collidono, ed è proprio questo che succede nel videogioco. Ciò che davvero manca alla storia è qualche colpo di scena in grado di lasciare a bocca aperta, ad eccezione di un preciso evento che non ci aspettavamo, tutto procede in modo tale da seguire i classici stilemi di un racconto supereroistico.

Trattandosi di un open world non è semplicissimo stimare la longevità del gioco. La stima di una ventina di ore solo per completare la storia fatta da Insomniac Games ci sembra abbastanza credibile, tuttavia tra missioni secondarie e qualche altra attività siamo sicuri che un primo playthrough vi terrà impegnati almeno tra le 25 e le 30 ore. Per arrivare al 100% ci impiegherete tra le 45 e le 50 ore.

“Spider-Man, Spider-Man,
Does whatever a spider can”

Avviato il gioco per la prima volta, la prima operazione da fare è quella di prendere confidenza con il sistema di movimento creato dai ragazzi di Insomniac Games. Il tutto risulta tanto semplice e immediato quanto divertente: con il tasto R2 Spider-Man lancia le ragnatele verso palazzi, pali della luce alberi e qualsiasi elemento dello scenario posizionato in un punto sopraelevato, da sfruttare per dondolarsi con tanto di possibilità di beneficiare di una spinta extra tramite l’impiego del tasto X; la pressione simultanea di L2 ed R2 consente invece di darsi uno slancio ed acquisire velocità, un po’ come faceva il buon Batman in volo con il rampino nella saga Arkham di Rocksteady; con il tasto X si può sfruttare un piccolo lancio di ragnatela per mantenere per qualche secondo la quota; infine tenendo premuto il tasto R2 si entra in automatico nella modalità parkour, sfruttando così la corsa sui palazzi. Il tutto funziona egregiamente, con i ragazzi di Insomniac Games che hanno fatto di tutto per non far perdere mai il senso di velocità. Il merito è di un comparto animazioni straordinario a tal punto da rendere il semplice girovagare per la mappa uno degli aspetti migliori dell’intera esperienza. Sfruttare il fast travel per passare da un lato estremo della mappa all’altro è davvero un peccato, meglio comportarsi da Spider-Man e riempire di ragnatele i palazzi della città.

E ovviamente le ragnatele vanno sfruttate anche in combattimento con il supereroe che si dimostra sempre in grado di affrontare qualsiasi minaccia. Il combat system è una versione modificata del free flow del già citato Batman di Rocksteady: con Quadrato si sferra un attacco con tanto di possibilità di scagliare un nemico in aria, con il Triangolo si lancia una ragnatela per scaraventarsi immediatamente contro un nemico distante, con il Cerchio si può effettuare una schivata quando i sensi di ragni lampeggiano, infine con R1 si possono utilizzare i vari gadget. Andando avanti infatti si incontrano nuove tipologie di nemici che richiedono un diverso approccio, si sbloccano nuove mosse e attrezzature. Per avere la meglio sugli avversari insomma c’è bisogno della giusta dose di riflessi ed attenzione, mantenendo però sempre quell’immediatezza incontrata nelle prime fasi. Ecco quindi che un nemico armato di spada bisogna prima scagliarlo in aria per attaccarlo, uno armato di scudo invece bisogna colpirlo alle spalle, un colosso invece va prima stordito lanciando gli oggetti o immobilizzandolo con le ragnatele. Questi sono solo alcuni esempi banali, ma il combat system nasconde al suo interno una profondità e una varietà da non sottovalutare assolutamente. Basti pensare che Spider-Man può sfruttare ben 8 gadget, tra cui un lancia-ragnatele tradizionali e uno elettrico, mine, bombe di ragnatele, dispositivi anti-gravità e molto altro ancora che vi lasciamo il piacere di scoprire. Aggiungiamoci poi che nel gioco sono presenti ben 27 costumi, ognuno dotato di un particolare potere da attivare mediante la pressione simultanea di L3 ed R3: ecco quindi che si possono potenziare i propri attacchi, diventare invisibili per qualche secondo, attivare le braccia robotiche dell’Iron Spider, schierare un drone in grado di elettrizzare i nemici o degli ologrammi in grado di distrarli, o ancora accelerare la produzione di concentrazione. La barra della concentrazione consente di recuperare salute in combattimento o di sferrare un colpo di grazia istantaneo su di un nemico quando piena. Insomma le variabili da tenere in conto sono numerose e quello che inizialmente può sembrare un banale combat system, nelle fasi più avanzate si trasforma, aumentando il divertimento ed il senso di gratificazione, il tutto mantenendo sempre quella semplicità e accessibilità tipiche di tale sistema. Discrete le boss fight, non tanto per il combattimento in sé per sé molto tradizionale, quanto per la spettacolarizzazione resa grazie alle cutscene cinematografiche. 

Oltre al combattimento, Spider-Man in alcuni occasioni può preferire un approccio silenzioso sfruttando le zone sopraelevate per intrappolare i nemici nella propria tela e metterli fuori gioco lontani da occhi indiscreti. In questi momenti è possibile sfruttare una sorta di vista a raggi X per mettere in evidenzia i nemici in zona e capire se si può eliminare senza far scattare l’allarme (l’interfaccia vi segnala se un colpo è sicuro o meno). Inoltre si possono sfruttare i gadget per attirare i nemici in un punto e tendere loro una trappola. Questi momenti purtroppo rappresentano la parte più debole del gameplay a causa di un’intelligenza artificiale un po’ deficitaria che non si adatta alla situazione ma segue sempre pattern prevedibili.

Le sequenze stealth coinvolgono anche i momenti in cui si utilizzano altri personaggi. Nel gioco di Insomniac Games potremo infatti utilizzare anche personaggi come Mary Jane Watson in brevi sequenze in cui dovremo infiltrarci in alcuni luoghi senza farci vedere. Ci sono anche brevi momenti nei panni di un Peter Parker in borghese, in cui saremo chiamati a risolvere degli enigmi che riprendono lo stile del giochino Plumber (quello dei tubi dell’acqua) sui dispositivi mobile, o altri in cui scoprire la composizione chimica di alcune sostanze. Le parti in borghese sono la parte debole della produzione: nel caso dei momenti con Peter a causa di puzzle che alla lunga si ripetono troppo; con Mary Jane invece per colpa della banalità dell’IA e dell’estrema linearità dei livelli.

A spasso per New York

Come ogni open world che si rispetti, Marvel’s Spiderman offre un buon numero di attività secondarie. Si passa da missioni in cui distruggere il giro criminale di un personaggio di cui non vi sveliamo l’identità, ad altre in cui aiutare i cittadini a cercare amici scomparsi e non solo. Sono poi presenti una serie di attività secondarie strettamente legate al protagonista. Dobbiamo ad esempio raccogliere dei collezionabili, come gli zaini di Peter Parker sparsi in giro per la città, così da scoprire alcuni retroscena sui suoi 8 anni di carriera nella lotta al crimine, trovare i gatti di ceramica di Black Cat, distruggere i covi dei criminali, completare le ricerche di Harry Osborn nei vari laboratori posti sui tetti di New York, completare le sfide di Taskmaster e non solo. Queste attività mettono alla prova le abilità di Spider-Man, le missioni di Harry ad esempio propongono un mix di puzzle (come quelli descritti sopra) e corse in giro per la città per evitare disastri come l’inquinamento delle acque o la distruzione della rete elettrica. Taskmaster invece mette alla prova tutte le abilità di Spider-Man, dallo stealth al combattimento per imparare da lui e colpirlo nel momento giusto. Gran parte delle attività portano infatti allo sblocco di nuovi eventi: ecco dunque arrivare più di una boss fight contro Taskmaster, oppure una piccola missione in cui andremo alla ricerca di Black Cat, tanto per fare qualche esempio. Come ogni open world il rischio monotonia potrebbe essere dietro l’angolo, ma questo diventa un fattore molto personale, nel nostro caso ad esempio siamo arrivati all’86% di completamento con ancora tanta voglia di svolgere tutte le attività e arrivare al 100%.

Pimp my Spidey

Completare le attività sopracitate permette di ottenere una serie di gettoni di vario tipo, utili per personalizzare in diversi aspetti il protagonista. Si inizia dai costumi che ripercorrono la storia passata e presente dell’amatissimo supereroe: dal costume classico e altri inediti, alla versione noire, 2099 o altri tratti dalle recenti produzioni cinematografiche come Spider-Man Homecoming e l’Iron Spider di Avengers: Infinity War. Ogni costume possiede un preciso potere, ma nel menù di gioco tutto è intercambiabile permettendo ad esempio di equipaggiare il potere di Spider-Man Noire utilizzando il costume di 2099. Inoltre sempre nel menù di personalizzazione si possono sbloccare una serie di potenziamenti passivi equipaggiabili 3 alla volta. Infine altre due sezioni del menù di gioco sono dedicate rispettivamente alle abilità sbloccabili tramite il classico level-up, con un semplice ramo diviso in tre parti, ed il potenziamento dei gadget.

La grande mela

Nonostante Spider-Man passi la maggior parte del proprio tempo a svolazzare qui e la con le sue ragnatele, i ragazzi di Insomniac Games hanno prestato una grande cura alla vita cittadina. Vedere le strade di New York trafficate, con i pedoni che cercano di interagire con il supereroe facendogli un complimento o cercando di scattare un selfie con lui fa un certo effetto, così come fa un certo effetto scalare il palazzo più alto della città ed ammirare lo skyline newyorchese. Tecnicamente Marvel’s Spider-Man regala quindi dei begli scorci, mettendo in evidenzia un comparto tecnico di ottimo livello grazie a dei modelli poligonali capaci di risaltare l’eccellente character design dei personaggi principali e secondari. Buona anche l’effettistica e stupefacente il senso di velocità che si ha mentre ci si muove nella città, merito di un frame rate granitico e del già citato straordinario comparto animazioni. Di grande livello anche la recitazione e la regia altamente cinematografica. Splendida la colonna sonora che contribuisce a spettacolarizzare ancora di più i grandi momenti d’azione della storia o semplicemente ad accompagnare l’esplorazione della città. In quest’ultimo caso a farci compagnia c’è anche il podcast di J. Jonah Jameson, che commenta gli ultimi avvenimenti a New York accusando ovviamente Spider-Man di essere la causa di ogni crimine. Infine una nota positiva anche per il doppiaggio in italiano che conferma l’ottimo lavoro che Sony sta svolgendo in termini di localizzazione nella nostra lingua delle sue esclusive.

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Commento finale

Arrivati a questo punto possiamo finalmente dire che Insomniac Games ce l’ha fatta! Marvel’s Spider-Man rappresenta senza ombra di dubbio uno dei migliori lavori della software house insieme alla saga di Ratchet & Clank, oltre ad essere il miglior videogioco dedicato all’amichevole uomo ragno di quartiere. Non è un videogioco perfetto, qualche peccato di gioventù c’è (è normale per il primo titolo di una nuova serie), ma grazie a una storia appassionante e un gameplay sempre divertente Sony ed Insomniac Games esaudiscono il sogni di tanti fan, che da anni desideravano una trasposizione videoludica all’altezza della fama di Spider-Man.