
Recensione Maestro
di: Simone CantiniIl nuovo corso dei rhythm game, sdoganato ai tempi di Guitar Hero, Rock Band e affini, ha sempre avuto il pregio di trasformare anche il più inabile (musicalmente parlando, sia chiaro) dei giocatori in un virtuoso dello strumento. Chi non si è sentito, almeno una volta, degno della tecnica e del gusto di Brian May, dell’essenziale bellezza di Sting o della ritmica frenetica di Chad Smith, per quanto in chiave puramente videoludica? Ci sono, però, anche delle piacevoli eccezioni, in grado di trasportarci dall’altro lato della barricata, calandoci nei panni di chi la musica è chiamato a “crearla” e dirigerla, come nel caso del curioso e divertentissimo Maestro.

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Silenzio in sala!
Lo so, intraprendere il cammino di un direttore di orchestra, quando si è chiamati perennemente a vivere le più rocambolesche avventure con in testa un headset VR, può non sembrare così accattivante. Eppure, c’è un qualcosa di suadente nella narrativa trasversale che ci viene sussurrata in Maestro che, ad eccezione del riuscitissimo e a tratti spassoso prologo/tutorial, si limiterà a fornire piccoli frammenti di quel microcosmo musicale che si anima nel teatro che ospiterà le nostre performance.

L’insieme di biglietti lasciati da fan o orchestrali, le frasi buttate là dal nostro fidato factotum e tanti altri piccoli segnali che paiono insignificanti, riescono infine a costruire una cornice narrativa azzeccata e mai invadente, che riesce ad accompagnare con efficacia, senza interromperlo inutilmente, il flow di gioco vero e proprio. Che poi è quello che interessa maggiormente in questa curiosa produzione e che, data la sua bizzarra ed inusuale natura in chiave di setting, è risultato davvero vincente ed azzeccato.

Nel palmo di una mano
In Maestro, come se ci fosse il bisogno di ripeterlo, non dovremo fare altro che prendere le redini di un’orchestra sinfonica, andando a vestire i panni del direttore dell’ensemble. Un compito apparentemente affatto stimolante, ma che una volta ammantato dell’aura giocosa della produzione targata Symphonic Games, finirà per essere vista sotto una luce profondamente differente.

Il punto di forza di questa scelta è da ritrovare nella possibilità di sfruttare l’hand tracking, così da mettere in un angolo i controller (per quanto siano comunque supportati) e garantire una naturalezza ed un senso di immersione palpabili come non mai. Con la mano dominante non dovremo fare altro che muovere la bacchetta a seconda della direzione che ci verrà indicata a schermo (ovviamente con il giusto tempismo), mentre all’estremità libera sarà demandato il compito di fornire gli attacchi alle varie sezioni dell’orchestra, indicando a tempo i cerchi che compariranno nell’area di gioco. A complicare le cose ci penseranno i crescendo e i diminuendo, che sarà nostro compito assecondare con il palmo della mano per tutta la permanenza dell’indicatore apposito.

Ecco, messe così le meccaniche di gioco potrebbero sembrare alquanto banali, ma se è vero che sono molto semplici da comprendere ed assimilare, un altro discorso sarà metterle correttamente in pratica. Come tutti i giochi musicali che si rispetti, difatti, la curva della difficoltà si andrà a complicare man mano che ci addentreremo nella corposa tracklist, che partirà con brani tutto sommato abbordabili, per poi andare a complicarsi man mano che proseguiremo il nostro excursus musicale.

Musica, maestro!
A tal proposito, il catalogo presente è quanto mai azzeccato al setting proposto, vista la mole di brani orchestrali classici disponibili, ma che riesce comunque ad andare oltre il campo del prevedibile, grazie a felici incursioni in ambiti più squisitamente pop: da Harry Potter a A Game of Thrones, spaziando per Star Wars e Fantasia, c’è davvero di che essere soddisfatti della tracklist, che siamo certi andrà ad espandersi ulteriormente nel tempo. Convince anche il senso di progressione garantito dall’esperienza, che ad ogni nostro successo ci ricompenserà con nuovi scenari, orchestrali, guanti e bacchette, spesso legati a simpatiche sorprese visive.

E tra gli ambiti in cui Maestro riesce a convincere senza riserve c’è proprio quello squisitamente estetico, visto il modo in cui le ambientazioni sono state felicemente trasportate sugli schermi degli headset: ricche di dettagli e forti di una cura per il particolare davvero encomiabile, possono solo essere criticate per un evidente aliasing in alcuni elementi, e per una modellazione degli orchestrali non sempre al top. Si parla di dettagli, comunque. Un plauso, inoltre, va tributato alla resa del nostro fidato aiutante, davvero spassoso nella sua apparente imperturbabilità, ma che riuscirà a strappare più di un sorriso: ah, fissatelo non appena lo sentirete lasciarsi andare un pochino…

Sulla resa sonora, visto il genere a cui appartiene Maestro, sarebbe davvero ridondante perdersi in chiacchiere, dato che evidenziarne la bontà è quanto mai superfluo. Merita, invece, sottolineare ancora una volta l’ottimo lavoro svolto in fase di hand tracking, con i movimenti delle mani che vengono mirabilmente catturati dal visore, così da garantire una precisione ed una naturalezza di esecuzione senza pari. Ad acuire felicemente l’immersività ci pensano anche altre piccole chicche, come la necessità di invitare i nostri orchestrali a sedersi dopo gli inevitabili applausi di rito, oppure il doversi girare ed inchinarsi per raccogliere i dovuti tributi del pubblico (o anche le sue giuste e spietate lamentele). Possono sembrare delle piccolezze, ma è davvero da questi apparentemente marginali piccoli dettagli che si nota l’amore e la cura con tutto è stato confezionato.

Inutile perdersi in stucchevoli e superflui giri di parole: Maestro è senza ombra di dubbio uno dei migliori titoli musicali disponibili per piattaforme virtuali, che sarebbe davvero un delitto lasciarsi sfuggire. Al di là del setting quanto mai particolare che ammanta il tutto, a rendere l’esperienza imperdibile e gratificante è l’estrema naturalezza con cui verremo risucchiati all’interno del suo loop ludico, capace di colpire nel segno sia per puro divertimento che per efficacia di esecuzione. I pregi sono da ritrovare, oltre ad una resa visiva convincente, nell’ottima implementazione dell’hand tracking, capace da solo di fornire alla produzione Symphonic Games quella benvenuta marcia in più. L’ho già scritto, ma ripetersi in questi casi non è mai un delitto: se amate i titoli musicali, Maestro non può certo mancare alla vostra ludoteca. Farlo, sì che sarebbe un vero crimine…