Recensione Lock’s Quest
di: donFotterDopo la prima versione per Nintendo DS, pubblicata nel 2008, Lock’s Quest torna sulle attuali console (Ps4 e Xbox One) senza alterare l’anima TowerDefense\Rpg che lo aveva fatto apprezzare nella versione portatile. Niente stravolgimenti, ma tanta sostanza e soprattutto una colonna sonora orchestrale di qualità rispetto alle tracce MiDi della versione per Nintendo DS. Vediamo come Lock se la cava a difendere il suo villaggio nella nostra recensione
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Costruttori contro Ingranaggi
Lock’s Quest appartiene principalmente al genere Tower Defense, con alcuni elementi action ed rpg, la cui storia vede il perfido Lorg Agony, alla guida del suo esercito di robot ingranaggio, intento a distruggere il villaggio del giovane Lock. Il nostro alter ego si trasforma dunque per caso nel paladino che guiderà la resistenza, e la guerra, contro il tanto temuto nemico. Come si capisce dalle premesse, la narrativa è solo un contorno del gioco e segue dei canoni classici, come quello del giovane eroe che combatte contro un signore oscuro per la salvezza del suo popolo, senza colpi di scena e rimanendo perfettamente lineare. Potrebbe sembrare un difetto, ma invece non lo è: Lock’s Quest ha un’anima ben precisa che emerge in ogni livello che affrontiamo, supportato da una difficoltà tutt’altro che banale che esalta le caratteristiche del genere “tower defense” a cui appartiene. Il gioco è composto da una lunga serie di livelli(stage) ognuno dei quali ha la sua mappa e dose di nemici, e ogni livello si svolge con due fasi: una di preparazione e una di combattimento. Entrambe le fasi hanno un tempo entro le quali terminano automaticamente, e come vedremo nel prossimo paragrafo, è fondamentale acquisire velocemente una buona capacità di analisi dello scenario: considerando anche le risorse a disposizione, fin dal primo livello ci si accorge che non basta piazzare le difese per vincere, ma è necessario disporle con criterio.
Metti le mura, ripara le mura
Lock è un costruttore, e questo gli da la capacità di costruire mura, torrette difensive e trappole. Ognuno di questi elementi ha un costo, e ci viene dato ad ogni livello una quantità di risorse standard più quelle che otteniamo dai nemici caduti in battaglia. Fin dalle prime battute di gioco, risulta evidente che il numero di risorse sia piuttosto limitato e questo rende senza dubbio più intrigante la sfida: scegliere di difendere un perimetro più piccolo si traduce spesso in una miglior possibilità di vittoria. Come detto in precedenza, l’analisi dello scenario è fondamentale e lasciare, ad esempio, uno spazio aperto dove i nemici possano direttamente raggiungerci corrisponde quasi matematicamente alla sconfitta: è vero che Lock può combattere contro i nemici anche fisicamente(realizzato tramite un piccolo QTE), ma dato l’elevato numero di quest’ultimi, è molto facile venire accerchiati, e di conseguenza soccombere, se non si ha un muro tra sè e gli avversari. Parsimonia e tattica sono dunque le parole d’ordine durante i preparativi, senza scordare il tempo a disposizione per questa fase. Una volta iniziato lo scontro, assumiamo il controllo di Lock e il nostro compito sarà principalmente quello di riparare mura e difese che vengono attaccate dai nemici. Qui risulta ancor più chiaro quanto sia importante che nella fase dei preparativi non li lascino “buchi” nelle difese, altrimenti saremo impegnati a tempo pieno nel combattimento con i robot, senza poter riparare le nostre difese e questo si traduce nel vedere le proprie mura sgretolate ed essere quindi sconfitti. Va detto che anche coprire tutti i punti nevralgici dello stage può non essere sufficiente per vincere la sfida: la disposizione delle difese deve essere altrettanto oculata quanto quella delle mura. Proteggere delle zone solo con le mura può generare ben presto l’effetto accerchiamento citato prima. Da questi elementi si evince che la difficoltà di Lock’s Quest non è specifica verso un aspetto del gioco, come potrebbe essere ad esempio il livello delle difese, ma nell’insieme di tutti gli elementi che costituiscono il gioco, e questo senza dubbio è il suo vero punto di forza: non c’è miglior stimolo per un giocatore di una sfida avvincente che risulta allo stesso tempo non frustrante grazie all’ottima realizzazione delle meccaniche di gioco.
Quest tecniche
L’aspetto del gioco originale su Nintendo DS si basava su un design in grafica retropixel, riuscendo a mantenere una buona varietà di colore. Portando tutte le texture in HD sulle attuali console, salta subito all’occhio una nitidezza superiore rispetto alla vecchia versione, che mantiene inalterato il feeling: chi ha già giocato Lock’s Quest sul DS avrà la sensazione di giocare allo stesso identico gioco su uno schermo più grande e con il controller invece che con lo stilo. Anche questa transizione risulta piuttosto ben eseguita: i comandi sul controller sono reattivi e precisi, anche se non riescono a raggiungere la naturalezza dello stilo su schermo del Nintendo DS. Il lavoro fatto resta comunque di buona qualità. L’unico neo nella realizzazione lo possiamo trovare nella visuale di gioco: il fatto che non si possa cambiare angolazione(comprensibile sul DS, un po’ meno sulle nuove console) limita in alcuni casi la visibilità di determinate celle dell’area di gioco, illudendo talvolta il giocatore di aver creato un perimetro di difesa completo, quando invece vi è la presenza di un “buco” e quando ciò accade risulta piuttosto fastidioso, soprattutto se la preparazione riguarda un livello impegnativo. Lock’s Quest mantiene costanti le sue performance, senza mai subire cali di frame rate anche con molti nemici sullo schermo, e questo permette al giocare di concentrarsi solo sugli eventi relativi al gioco. Durante la prova inoltre non abbiamo rilevato alcun bug degno di nota, segno di un titolo ormai estremamente collaudato ed affidabile.
Conclusioni
Lock’s Quest è un titolo solido, con un preciso gameplay che intrattiene il giocatore, lo mette alla prova senza regalargli nulla, rendendo la sfida appagante, e alimentando la sua fantasia con una buona dose di combinazioni possibili per realizzare le difese necessarie a superare un livello. Il piacevole aspetto visivo, la nuova colonna sonora orchestrale e il granitico aspetto tecnico rendono l’immersione ancor più coinvolgente, consegnandoci tra le mani un buon titolo che spicca nel genere Tower Defense, grazie ad una realizzazione davvero buona delle sue meccaniche. Certo se non si è amanti del genere, bisogna sperare nell’amore a prima vista: nel caso vada bene, il titolo si gioca con gran piacere, altrimenti è facile stancarsi rapidamente.