Recensione LEGO Dimensions
di: Simone CantiniIl settore dei toys to life rappresenta oramai una fetta consolidata del mercato dei videogames: sia che si parli degli Skylanders, i precursori di questa nuova ondata del gaming, oltre che i più longevi esponenti del genere, dell’oramai defunto esperimento Disney Infinity o dei controversi Amiibo, le produzioni che abbinano l’intrattenimento digitale all’acquisto compulsivo di piccole statuette pareva aver esaurito le cartucce a sua disposizione. Finché non ci hanno pensato i ragazzi di Traveller’s Tales a sparigliare le carte in tavola a colpi di mattoncini grazie a LEGO Dimensions.
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Quando i mondi collidono
Trovare Homer Simpson intento a vagare per le stanze della Aperture Science, mentre Batman e Scooby Doo aggirano furtivamente Sauron? Se vi sembra assurdo date la colpa a Lord Vortech e alla sua voglia di mettere le mani sui mattoni fondamentali dell’universo, motivo che ha causato il progressivo collasso dei vari mondi che andremo a visitare in LEGO Dimensions. Ed è a causa di questa strampalata premessa che le vite del Cavaliere Oscuro, Gandalf il Grigio e Wyldstyle finiranno presto per intrecciarsi, nel tentativo di scongiurare la fusione dei vari piani di esistenza e sconfiggere così il perfido Lord. La trama della produzione Traveller’s Tales è volutamente fuori dalle righe e ricca di citazioni che faranno la gioia del nerd che alberga in ognuno di noi, oltre ad essere permeata dal consueto umorismo che contraddistingue le blocchettose produzioni del team anglosassone.
Un universo da scoprire
La struttura di gioco di LEGO Dimensions ricalca in tutto e per tutto le produzioni videoludiche LEGO delle origini, presentando livelli che, abbandonata la struttura open world vista nelle ultime incarnazioni, riporta alla mente l’incedere più lineare che caratterizzava le trasposizioni digitali di Indiana Jones, Star Wars ed Harry Potter. Ci troveremo quindi ad avanzare lungo percorsi circoscritti, ricchi di mattoncini da distruggere ed enigmi da risolvere sfruttando le peculiari abilità di ciascuno dei tre personaggi contenuti nello starter pack di LEGO Dimensions: Batman potrà fare affidamento sul suo rampino per scardinare particolari porte, oppure potrà impiegare il Batarang per attivare interruttori fuori portata; Wyldstyle godrà di una agilità fuori dal comune, che le permetterà di saltare più in alto degli altri personaggi; Gandalf potrà fare affidamento sulla magia per illuminare le zone più oscure e manipolare particolari mattoncini. Combinare tra loro le varie abilità sarà fondamentale per uscire dalle situazioni più intricate, oltre che per avere la meglio durante le numerose(divertentissime e sempre diverse) boss fight disseminate lungo i livelli. In aggiunta potremo fare affidamento su vari veicoli, prima su tutti la mitica Batmobile, che potremo potenziare e modificare una volta sbloccati i vari schemi costruttivi. Ovviamente arrivare dal punto A al punto B sarà fondamentale per procedere lungo il corposo story mode, ma limitarsi a questo sarebbe quanto mai assurdo, dato che ogni sezione è ricca di segreti e bonus da sbloccare, utilizzando ovviamente le abilità peculiari di tutti i personaggi opzionali che vanno a costituire la ricchissima offerta del titolo: questi, trattandosi di un toys to life, potranno essere fisicamente acquistati nei negozi, altrimenti sarà possibile noleggiarli per una manciata di secondi spendendo parte dei mattoncini raccolti. Una scelta che, visto il modello economico che regola simili produzioni, non era del tutto scontata e che mi sento di condividere e premiare. Il divertimento offerto da LEGO Dimensions, comunque, non si esaurisce certo con il completamento della campagna, ma viene ampliato grazie alla presenza dei mondi tratti dai vari franchise inseriti nel titolo: questi non sono altro che dei giganteschi livelli open world letteralmente ricolmi di missioni, attività secondarie ed enigmi da risolvere, a cui è possibile accedere possedendo almeno un personaggio ad esso legato. La complessità di tali aree opzionali è davvero notevole e non sarà certo raro ritrovarsi a cazzeggiare per ore per le strade di Gotham, per poi passare ad esplorare gli abissi di Atlantide prima di fare una capatina a Metropolis.
Stabilire un contatto
Stando così le cose sembra proprio che LEGO Dimensions rappresenti l’esperienza blocchettosa per eccellenza, definizione che per certi aspetti calza perfettamente il titolo Traveller’s Tales. Esiste, però, anche un vero elemento geniale, in grado di ridisegnare in maniera consistente l’essenza dei toys to life: l’interazione fisica che esiste tra il semplice oggetto e lo stesso portale utilizzato per rendere digitali i nostri mattoncini. In titoli simili si tende, purtroppo, ad impiegare in maniera passiva simili elementi, limitandosi ad appoggiarli sulla superficie richiesta per poi dimenticarli con estrema rapidità. In LEGO Dimensions, invece, l’utilizzo interattivo di pad e personaggi permane anche a posteriori: alcune situazioni di gioco, difatti, richiederanno un continuo intervento sulle nostre figurine, che dovranno essere fisicamente spostate sopra le differenti zone del portale per poter attivare gli effetti più disparati. In determinati frangenti dovremo muovere da una parte all’altra un personaggio immobilizzato da un incantesimo per sfuggirne agli effetti, oppure dovremo utilizzare il plastico tappeto come radar per individuare oggetti nascosti nello scenario, mentre in altre dovremo fisicamente colorarlo combinando tra loro sacche di colore presenti a schermo che, impregnando gli eroi, li trasformeranno in veri timbri. E poi rimane l’immutabile fascino della costruzione dei modelli, capace di rappresentare, mai come oggi, il più classico dei giochi nel gioco.
Fascino rinnovato
Tecnicamente parlando LEGO Dimensions si è rivelato una piacevole sorpresa: se è vero che gli asset generali non abbiano subito un restyling maiuscolo, è la messa in scena complessiva a risultare decisamente più piacevole e curata rispetto al passato. Un notevole merito, oltra ad una cura maggiore per effettistica e texture, è da riservare anche alle varie ambientazioni utilizzate, ognuna dotata di uno stile unico e di una fedeltà alle atmosfere riprese davvero magistrale: date una semplice occhiata allo stage ambientato a Springfield e avrete ben chiaro il concetto. Ottimo il comparto sonoro, forte dei temi musicali originali, così come il doppiaggio in lingua italiana, anche se sotto questo punto di vista non posso esimermi dal fare un piccolo appunto a Warner (il publisher del gioco): far scaricare quasi 10 giga di patch per abilitare la nostra lingua, soprattutto dopo un esborso così elevato, mi pare francamente alquanto scorretto. Vero che il titolo era già uscito in tutto il mondo (tranne che da noi e in Spagna) lo scorso anno, ma limitarsi a rimettere in commercio i vecchi dischi cambiando unicamente il packaging non mi è sembrata una scelta molto user friendly. E no, non basta scrivere “connessione internet richiesta” sulla scatola per cavarsela.
Ma quanto mi costi?
I pack di espansione disponibili per LEGO Dimensions sono tantissimi ed altri usciranno nei mesi a venire. I prezzi, però, non sono popolarissimi: si parte da 14,98 Euro per un Fun Pack contenente un personaggio un veicolo; 24,98 Euro è il prezzo dei Team Pack, nei quali troveremo due personaggi ed altrettanti tra veicoli o gadget; a 29,98 Euro troviamo i Level Pack, contenenti un personaggio, un veicolo, un gadget ed un livello inedito. Previsti anche dei pack più costosi, di cui ancora non conosciamo i dettagli, che oltre a modificare esteticamente il portale consentiranno di affrontare una mini campagna da sei livelli.
LEGO Dimensions rappresenta il sogno proibito di tutti i fan dei celebri mattoncini danesi, nonché il più completo e divertente esponente dei toys to life attualmente presente in commercio. Forte di un gameplay rodato ma non per questo privo di mordente, la produzione Traveller’s Tales rappresenta la vetta più alta mai toccata dalle trasposizioni videoludiche del brand LEGO. La fusione tra videogioco, costruzioni e mero collezionismo riesce a dare vita ad un mix imperdibile in grado di far felici grandi e piccini. A piangere, ahinoi, saranno solo i nostri portafogli.