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Recensione Lego DC Super-Villains

di: stefano.pet

TT games Warner Bros. tornano con una nuova storia dal mondo dei celeberrimi mattoncini LEGO e dei supereroi DC Comics. 

Ci eravamo abituati ormai a seguire storie già conosciute, come Starwars, Il Signore degli Anelli, Harry Potter o Jurassic World, reinterpretate, però,  in modo divertente per quanto fedele, dai ragazzi di TT Games. Questa volta non c’è la trama di un film da riproporre e la storia è stata costruita interamente dagli autori del gioco, con la scelta brillante di una particolare inversione dei ruoli in cui i cattivi diventano buoni e i buoni diventano cattivi. Con quali risultati? Scopriamolo subito.

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Quando i cattivi sono la nostra unica salvezza… 

Cosa succederebbe se tutti i supereroi sparissero e fossero soppiantati dai loro alter ego malvagi? È questo lo scenario che Lego Super-Villains ci propone. Non proprio un setting originale, soprattutto per chi ha giocato Injustice 2, ma comunque una novità per quanto riguarda i giochi legati al mondo Lego. La risposta a questa domanda è nel titolo del gioco: una lega di supercattivi pronta a riportare l’ordine delle cose.

Prima di farci immergere nel mondo di gioco e nella storia, il gioco ci mette davanti a un editor per creare il nostro supercattivo personale. Si può scegliere tra personaggi creati dagli autori o assemblare pezzo per pezzo il proprio alter ego malvagio scegliendo tra una serie abbastanza ampia di pezzi diversi. Già in partenza ci si può sbizzarrire, ma solo andando avanti con la storia e sbloccando i mattoncini si riesce ad avere a disposizione una rosa veramente soddisfacente di componenti. Infatti al primo avvio avremo a disposizione quello che, ad occhio e croce, sembra essere un terzo delle possibilità totali che l’editor ha in serbo per noi.

Una volta soddisfatti della nostra creazione possiamo immergerci nella storia e scopriamo subito il background del nostro personaggio: siamo un metaumano creato in laboratorio con la capacità di assorbire i poteri degli altri supereroi ed evadiamo dal carcere di massima sicurezza di Metropolis grazie a Lex Lutor e la sua squadra. Contemporaneamente sulla Terra arrivano, dal mondo parallelo Terra-3, i membri del Sindacato della Giustizia, che catturano i membri della Justice League e ne prendono il posto fingendo una missione importante a cui gli altri hanno dovuto prendere parte. I membri del Sindacato sono una versione malvagia e potenziata dei loro alter ego terrestri ed entrano subito in competizione con i cattivi della Terra.

Grazie ad Harley Queen , che rivela il pericolo dapprima a Joker e poi agli altri cattivi, si forma una vera a propria Lega di cui faremo parte, che darà il via alla fase saliente della storia con una serie di missioni con lo scopo di riportare ogni supereroe al proprio posto e alla propria dimensione di appartenenza.

Da qui in poi il gioco ci offre un roster di cattivi estremamente ampio, comprendente personaggi della storia e character che si possono sbloccare in vari modi, che cresce man mano che si prosegue e che svariano dai più famosi, come Joker, Lex Luthor, Pinguino, Catwoman fino a quelli meno noti come BlueBeetle, AntiFlash o Malcolm Merlin.

Il tutto è inserito in cinematiche coloratissime, irriverenti e ricche di azione. Più di una volta ci troveremo distratti da quello che succede alle spalle dei personaggi principali durante un filmato, cosa che puntualmente ci strapperà una risata.

La trama non è impegnativa e articolata, ma giusta per il contesto. Un punto di forza del titolo.

Cosa c’è di nuovo sotto al mattoncino? 

La serie Lego ha sempre brillato per un gameplay semplice, ma divertente ed è così anche per questo titolo. Quello che manca da sempre è l’evoluzione: le poche aggiunte al gameplay che vengono fatte di gioco in gioco non riescono a non rendere i titoli della serie tutti molto simili tra loro. In Lego DC Super-Villain le novità ci sono, ma, al solito, non modificano il gameplay a tal punto da dare una ventata di freschezza al tutto. Il gameplay funziona bene come sempre, se non in alcuni aspetti che analizzeremo tra poco, ma per chi non è nuovo ai giochi di questa serie, potrebbe risultare noioso ripetere azioni identiche a quelle fatte per molti altri titoli.

Il gioco si sviluppa fondamentalmente in due fasi, intervallate tra loro dai filmati della storia: le missioni e l’openworld.

Le missioni sono nel classico stile dei giochi della serie: spaccare più oggetti possibile per ottenere una valutazione più alta a fine livello, risolvere enigmi per proseguire e per sbloccare segreti, combattere contro le ondate di nemici. Si potranno usare fino a cinque personaggi per volta, imposti dalla storia, intercambiabili alla pressione di un tasto e ognuno con propri poteri peculiari che dovremo sfruttare per risolvere gli enigmi. Queste missioni potranno essere ripetute, una volta completate, in modalità libera cioè con tutti i personaggi sbloccati a disposizione. Questa modalità, come nei giochi precedenti della serie, serve per poter ottenere tutti i segreti in quanto questi richiedono l’utilizzo di un determinato personaggio, che quasi mai è presente già nella prima run. In molte missioni ci troveremo anche ad affrontare boss fight in cui si progredisce risolvendo enigmi sempre diversi, ma spesso poco intuitivi.

Il combat system è rimasto quello di sempre: immediato, ma impreciso. Qui mi sarei aspettato delle belle novità, invano. Ci si limita ancora ad un tasto per attaccare e uno per le prese che servono anche, tenendoli premuti, ad attivare attacchi a distanza o poteri peculiari del personaggio. La varietà delle abilità (alcune nuove, la maggior parte già viste) non sopperisce alla ripetitività degli scontri.

Tra una missione e l’altra ci troveremo nella modalità Openworld, che è composta da una mappa non tanto grande in cui sono presenti vari ambienti. Quello che ad un occhio disattento può sembrare un semplice percorso per arrivare alla missione successiva è in realtà un ottima alternativa al gameplay classico, con missioni secondarie e segreti da scoprire. Per gli spostamenti ci può affidare ai mezzi, alcuni sbloccati dalla storia, altri con le side quest, che purtroppo presentano una scarsa guidabilità. Nella mappa si possono trovare dei punti informazione che ci indicheranno la posizione delle cose da fare nella zona circostante.

Il titolo ci offre anche la possibilità di giocare il tutto in cooperativa sulla stessa console, cosa importante visto il range di pubblico a cui si rivolge principalmente.

Coloratissimi e irriverenti

Parlare dell’aspetto tecnico di un gioco dei Lego è abbastanza complicato. Non siamo davanti a un motore grafico complesso, a panorami spaccamascella o ad animazioni realistiche, però non si può fare a meno di guardarlo e dire che bella grafica. I personaggi sono coloratissimi, tutti in una veste divertente e molto espressivi. I primi piani ci svelano che i materiali plastici che li compongono sono riprodotti alla perfezione. Il colpo d’occhio generale, tra ambienti ed effetti, rende il gioco molto gradevole anche dal punto di vista visivo.

Il titolo è interamente doppiato in italiano con ottimi risultati. Si possono impostare i sottotitoli in varie dimensioni, ma si può tranquillamente farne a meno perché il parlato è scandito perfettamente. Anche la colonna sonora è un punto di forza del gioco. A tal proposito vi segnalo la canzone che si ascolta nella base dei cattivi e nei titoli d’inizio, particolarmente bella, che si intitola Joker&thethief dei Wolfmother e che merita un ascolto anche al di fuori del contesto del gioco.

LEGO DC Super-Villains ci propone esattamente quello che si aspetta chiunque abbia già giocato altri titoli legati ai famosi mattoncini, con in più una trama divertente e libera da film da rispettare. Il gameplay è solido come sempre, ma col tempo sta diventando ripetitivo. Volendo innovare era su questo aspetto che dovevano battere il martello. Un gioco per tutte le età che diverte con il suo sarcasmo senza mai essere troppo violento o scurrile. Per un neofita dei giochi LEGO è un ottimo modo per approcciarsi alla serie. Per un vecchio fan ci sarà una dualità di emozioni: felicità per la trama e delusione per il gameplay sempre uguale.